mercoledì, gennaio 31

31 gennaio sancti benad house kipiri

Sveglia alle prime luci per vedere se il cielo è colorato. E' blu di nuvole. Torno a letto. Ci sto per un bel pò; mi alzo alle 10.30 . Colazione con te e biscotti e poi lavo in riva al lago le magliette. Voglio spruzzarle di permetrina e finalmente liberarmi del contenitore. Stendo sotto un cielo ibcerto, ma che promette bene, ed esco. Devo andare nel piccolo centro a cercare cibo e voglio vedere il Lakeshore eco-lodge. Un campeggio che costa un occhio. Mi da un passaggio un ragazzo che lavora in uno degli hotel spropositatamente cari che stanno nelle isole di fronte a kipiri. La strada sterrata ha qualche salita ed attraversa una zona boschiva. Arrivato lì trovo uno dei ragazzi conosciuti la sera prima. Approfondisco la questione barche passeggeri sulla costa. Un ragazzo dello staff la deve prendere!Il problema è che parte di lunedì e manca praticamente una settimana. Il resort è bello e ha anche alcune collezioni fotografiche (un bel pò autoreferenziali). Tra di esse ve n'è una che tratta la vicina missione, fondata  nel  1880 circa dai benedettini. Con l'alloggio delle donne da una parte e quello degli uomini dall'altra. Mi dicono che è poco distante e , ovviamente, ci vado! Ci vado con baptista, motociclista di passaggio. Mentre siamo lì mi fa notare che una barca "grande" in legno sta dirigendo verso il porto. Da lì erano una manciata di punti, vedrò poi che è un cargo di una decina scarsa di metri che fa la spola con il congo.
La chiesa ha ora il tetto in legno in gran parte crollato, ma la parte strutturale  in mattoni rossi è in piedi. Porzioni del muro perimetrale e qualche colonna, senza il peso del tetto si sono storta,ma non sono pericolanti. Ha 3 navate, quella centrale è la più alta. La facciata è in 2 colori e ancora intera. Ai lati finestre ad arco sormonate da un cerchio, sempre di mattoni rossi. Nell'angolo entrando sulla sinistra una pianta sta pian piano inglobando il muro. Gli alloggi sono messi decisamente peggio, soprattutto quello delle donne, visto in foto dell'epoca, è quasi irriconoscibile. Entrare in quello maschile fa un pò indiana jones, quel poco che è rimasto in piedi di quello femminile è completamente inglobato da vegetali e rampicanti. Ci si passa per raggiungere la sommità di una altura. Ci si intravede la baia. I colori si fanno via via più vividi man mano che il sole si fa spazio tra le nuvole. Proseguo verso il porto sgranocchiando arachidi. Sono curioso di vedere da vicino la barca grande che da davanti alla chiesa pareva minuscola. Svolti i convenevoli all'entrata del porto mi avvio alla banchina. Dall'altra parte del piccolo braccio di lago  c'è l'isola di Manda Cherenghe , verdissima sotto il sole ormai sgombro di nuvole. Sotto la piccola tettoia che copre la poppa della barca ci sono 4 uomini in relax. Mi invitano a bordo e facciamo 4 chiacchiere . Condivido con loro le noccioline e gli dico che vorrei tanto andare in Congo, ma mi manca il visto. Mi dicono che effettivamente è un problema. Li fotografo e facciamo anche qualche risata. Poi una barchetta si materializza, carica una signora com una borsa (il funzionario scolastico), 2 militari armati (poliziotti) e un signore che pare lì per caso(l'autista). Vedo che punta l'isola di fronte! Prima che parta gli chiedo se sta andando lì e quanto vuole per portare pure me. Il prezzo è ragionevole! salto sù e inizia la navigazione. 20 minuti deliziosi. La barca scivola sul lago piatto e pian piano ci avviciniamo all'isola, che noto avere una minuscola altura. Arrivato sull'isola faccio un giro nel villaggio. Case con muri in mattoni o fango e tetti prevalentemente di paglia. Quando vedo un mango grandissimo ritorno verso la costa. Mi si para davanti un paesaggio bellissimo. Quasi mi metto a piangere per quanto è bello(o forse è la fame?). Le montagne ammantate della costa, verdissime, pezzate dell'ombra delle nuvole sono circondate dal il blu del lago sotto e l'azzurro del cielo, che ospita nuvole bianchissime, di sopra. Da questa parte della visione, la spiaggia rossa si mescola con il colore dell'acqua, sempre più blu. Sono in visibilio. quando prendo cerco di raggiungere l'altura seguito dai soci del "musungu!  fan club", una decina di bambino sotto gli 80 cm. Sulla strada arrivo in un posto con una sorta di appello e relativa consegna di fogli. Inizialmente penso sia la posta poi capisco che è la consegna delle pagelle (sono in una scuola). Conosco il capo villaggio che mi mette a fianco i barcaioli. Raggiungiamo la sommità dell'altura dove lo spettacolo è ancora più impressionante!Parlo per monosillabi per una decina di minuti e poi scendiamo. Torno nel posto della prima visione e lì gioco un pò con bambini e fotocamera.
Finalmente la barca , col suo carico istituzionale , torna indietro. Ho una fame tremenda e qualche vertigine. Arrivati in porto chiedo ed ottengo un passaggio per il centro abitato. Lì mi mettono a guida un bambino per trovare un pasto, ma la ricerca è totalmente infruttuosa. Trovo il mercato, ma è minuscolo e decisamente poco fornito. Pomodori, cipolla, minuscole melanzane è tutta la verdura  offerta. Noto che vendono olio di  palma. Nella pentola di alluminio dove sta  presenta come un olio  denso , giallo e abbastanza trasparente in superficie, mentre più in basso assume colore rosso acceso, pare tanto denso da sembrare crema ed è totalmente opaco . Mangio frittelle, bevo una fanta e torno in ostello. Cena con ncima (polenta) , fagioli e verdure tipo spinaci. Con un pò di olio sistemo la cosa, poi scrivo di oggi.
Appena dopo mangiato inizio ad avere prurito diffuso un po' in tutto il corpo sopra la cintura. Faccio una doccia, ma il problema persiste. Compare anche un Rush sull'avambraccio. Il gestore mi porta alla guardia medica ( che stava guardando la partita). è un signore sui 60 abbondanti con qualche problema alle gambe. Mi dice che se voglio mi fa del cortisone intramuscolo. Decido di aspettare e vedere se migliora. Nel frattempo il Rush si è riassorbito.

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