venerdì, gennaio 11

21 dicembre hotel le mariador, linsan

Sveglia alle 7.30. Per colazione mangio il frutto selvatico che ho comprato a Labè.Si chiama bodo. La buccia è rigida, non è facile da pulire. Pur essendo sottile si spezzetta. La polpa è verde e sottile, non si riesce ad addentare, attorno al nocciolo ci sono un groviglio di fili rigidi:praticamente la polpa va succhiata. Ci metto un pò a mangiarlo. Se si agita il nocciolo si sente il seme all’interno. Esco e vado verso il paese. Ai lati della strada ci sono canali profondi mezzo metro circa. Non capisco se siano per lo scolo delle acque piovane o fogne a cielo aperto. Dentro non mancano rifiuti plastici e organici, ma non mi pare siano fogne. Lungo la strada verso il paese sono stato in una moschea: la moschea Mariador. alle spalle della Moschea c'e una scuola. Non mi consentono di entrare, ma posso fare delle foto dalla porta. I ragazzini scrivevano sulla tavoletta in legno. La tavioletta è estremamente liscia, squadrata in basso e tonda in alto. Non sono riuscito a fotografarli bene, forse usando meglio la macchina fotografica sarei riuscito.
 Il paese si sviluppa lungo la strada principale che va da Mamou a Kindia. E’ fondamentalmente una lunga serie di ristoranti e servizi per gli automobilisti camionisti lungo la strada. Fortunatamente ci sono anche altri servizi. Tra questi uno a me molto utile.
I pruriti notturni iniziano ad essere un problema. Sono andato a farmi vedere. Mi accompagna dal medico un ragazzino con cui avrò a che fare per tutta la mattinata. Mi accompagna fino a che troviamo una persona sui 60 anni, che si presenta come il dottor keita, la persona che sto cercando. E’ una bellissima persona. Mi ha visitato a voce nel suo studio. Lo studio è una veranda che dà sulla strada, separato da questa da una rete metallica. Dopo avermi visitato mi ha confermato che la vita qui è dura e senza prospettive, non a caso i suoi tre figli, sono emigrati tutti e tre: uno negli USA e 2 in Europa ( 1 in Germania e uno in Francia) . Quello che ora è in Francia è partito da qui quando aveva solo 11 anni!! tutti i passaggi di frontiera che il ragazzino ha riportato al padre sono stati notturni e clandestini. Quando era in Libia ,siccome era piccolo e non era considerato pericoloso, invece di stare nelle carceri dove stanno gli altri migranti , lavava gli abiti. Mi prescrive una lozione per la pelle e un antistaminico. Esco da lì gonfio di ottimismo e visito il piccolo mercato. Mangio banane fritte e faccio un pò di shopping compulsivo al mercato di Linsan. ho comprato del pepe , del sumbaran e del blu indaco. Provo a fare delle foto, ma spesso l’obiettivo della foto esce dal campo visivo della macchina non appena gli chiedo se posso fare la foto. Mi colpisce un tritaverdure: un signore che con un tritacarne a manovella attaccato ad un tavolo trita delle verdure tipo spinaci. Mangio ancora qualche snack, uno di carne di pollo e uovo, provo lo yoghurt locale , un formaggio semi- acido molto acquoso che loro definiscono lait(latte). Però poi non ho resistito e ho mangiato capra arrostita. Per praticamente tutto il tempo è stato con me il ragazzino che mi aveva portato dal medico. Ho condiviso con lui quello che mangiavo e poi gli ho comprato un arancia. Appena prima dell’hotel assisto all’incaprettamento di un vitello. Tornato in hotel, mentre aspettavo, 3 capre sono entrate nel cortile e, minuziosamente, hanno mangiato i fiori della siepe. Mentre guardavo il lavoro certosino effettuato dalle capre mi sale una grande spossatezza, probabilmente è il caldo. Con mia sorpresa, sul tetto a controllare i bagagli c’è il ragazzino che mi ha accompagnato la mattina! I paesini hanno questo grosso vantaggio, si rincontrano le stesse persone.
Sulla strada per kindia si scende di quota. le colline si fanno sempre più  morbide e scompaiono le rare rocce a vista. il paesaggio si fa pianeggiante ed è sempre meno ricco di alberi e sempre più caratterizzato da grandi prati ingialliti dalla secchezza. Dopo una Sosta per la preghiera e una per il radiatore, dopo un tratto sterrato su terra ocra finalmente arriviamo a Kindia.
L’hotel petit buffet de la gare è in un edificio coloniale, le camere sono grandi, con anticamera, camera da letto e bagno. Si trovano intorno ad un cortile interno con lucertole di buona  grandezza (tipo 30 cm). Mi precipito in farmacia dove il farmacista condanna a 10 giorni di astemia (proprio qui che  la città è famosa per i locali notturni). Ho anche una lozione. Dopo averla applicata devo vestire di pulito.Quindi dovrò lavare tutti i giorni. Uscito dalla farmacia passo dal mercato: è molto colorato e caotico. C'è abbondanza di frutta e verdura. Avevo letto di questa cosa, ma, trovarmi davanti pomodori, cetrioli , carote, cipollotti e gli altri ortaggi è stato un po' uno shock. Ormai mi ero abituato alle sole banane e cipolle. Fare foto non è gradito , ma non si dà  troppo nell'occhio, i cittadini sono meno impauriti dalla macchina fotografica. Ho fotografato alcuni al lavoro alla macchina da cucire . C'è anche varietà di frutta, mele,mandarini,papaja e ananas. In particolare ananas profumatissimi. Ho parlato col gestore, se ne compro uno  lui me lo mette in frigo. Oltre alla zona con le verdure passo dove trovo persone al lavoro alla macchina da cucire. Tornando ho passato un po' di tempo anche coi venditori di cola. La cola, se  mangiata , ha un sapore tra l'aspro e l'amaro, diventa sempre più forte, fino a diventare difficile da gestire. Ho cercato di evitare di sputare quanto mi era stato offerto, mentre i venditori ridevano per le mie espressioni. 
La conclusione del giro mi ha fatto incontrare delle feste di matrimonio. Proprio nella piazza vicino all’hotel, nello spazio antistante quella che era la stazione dei treni. La piazza è dominata da un albero molto grande, senza foglie. I due matrimoni hanno partecipanti esclusivamente femminite, ad eccezione di bambini,fotografi o musicisti. Sono organizzati in cerchi di sedie al cui vertice ci sono piccoli baldacchini coperti sotto cui sta la futura sposa. Tutte le partecipanti (e i relativi figli) sono vestiti eleganti. Gli abiti e i grandi copricapi (in stoffa piegata e/o annodata) sono coloratissimi. I bambini maschi hanno invece abiti alla occidentale e sembrano dei paggetti. Le danze sono collettive e le ospiti festeggiano la sposa facendo gorgheggi e urla. Rientro in hotel per fare il trattamento. Sono un pò confuso, il farmacista ha detto di tenerlo 15 minuti, il bugiardino dice 24 ore. Opto per questa seconda soluzione. Ho una telefonata con il mio amico Cristos poi esco a mangiare. Esco direttamente in ciabatte, ho visto dei banchetti che vendono cibo molto vicino all’albergo. Dato che c’ero mi sono avvicinato alle feste di matrimonie a fare qualche foto. La cantante mi ha puntato e coinvolto. Quindi , tutte le ospiti sono super agghindate in cerchio e io ballavo in ciabatte con la cantante. Mangio del riso con una salsa moderatamente piccante e leggermente aspra a base di pomodori e legumi. C’ è un bar hardcore (perfino per i miei standard) proprio vicino all'Hotel. So che però c’è una sorta di distretto con dei locali. Ci vado con un moto taxi deciso a non vanificare il mio giorno di etilismo prima di inizare con l’antistaminico. Dopo un breve percorso arriviamo in una sorta di piazzetta con tanti bar che facevano musica africana. Ne provo più di uno. I frigo li usano per fare scena, praticamente sono poco più che scaffali chiusi: la birra è tiepida. Quando torno all’hotel la festa di matrimonio segue. C’è una chitarra elettrica che suona note molto acute e varie percussioni: ci sono anche uomini che paretecipano alla festa.  Tornato in hotel alla 1 circa trovo il reggae bar!! Quello buono lo avevo sotto il naso.Piccolo,  con volume alto e tetto basso, Sul tetto ci sono piccoli  ventilatori e luci di quelle cinesi che girano. Fa un caldo atroce.Fuori dal muro c' è scritto toilette, e nello spazio chiuso antistante l'entrata ci sono tanto di orinatoi , anzi, di alcuni c'è solo il supporto. L’ età  media è sui 30/35, ma c'è anche qualche giovane. Sto praticamente tutta sera con un certo Barì. Con lui ci offriamo vicendevolmente sigarette e birra tiepida.
Uno mi si avvicina e mi dice" je t'ame". Non penso che sia la consueta conquista omosessuale a cui ormai gli affezionati sono abituati, penso fosse un modo per darmi il benvenuto.La consueta conquista omosessuale secondo me si è consumata in un paesino in Guinea forestale. Un tizio mi fissava e rifissava. Mi girava intorno e mi fissava. Poi siamo andati via, ma ricordo il suo sguardo fisso. Passo in camera a sistemare la zanzariera, ipotizzo di bere l'ultima birra e poi andare a dormire. Torno invece alle 4 passate, ho spiegato al gestore come usare efficacemente il frigo e il freezer e di birre ne avro bevute forse 8. Una bella serata.

20 dicembre hotel tangama, dalaba

Mi sveglio alle 8.30 circa. Oggi è giorno di mercato a Ditinn. C’è anche una cascata nelle vicinanze del paese, ma mi è stata sconsigliata in quanto la centrale idroelettrica a monte ne ha ridotto di molto la portata. So che è meglio partire presto, ma arrivo alla stazione con i taxi collettivi già partiti.
La colazione di oggi contiene: Mais, fonio (tipo semolino), latte, zucchero e  limone. Devo dire buono.
Ci arrivo con un moto taxi. La strada impiega circa 1 ora, su strada sterrata rossiccia. Sulla strada visito anche una antica moschea. Non mi impressiona per la struttura. Il signore quasi totalmente sdentato che ci indica la direzione forse è più memorabile. Ci lasciamo alle spalle la moschea nuova, piccola, ma con 4 minareti e proseguiamo. A ovest di dalaba l'altopiano ha creste montuose. Sono molto più aspre di quelle a nord viste verso Labè, che avevano carattere collinare.I versanti, non altissimi, ma decisamente ripidi, non sono interamente coperti di  vegetazione. Ci sono parti importanti evidentemente vittime di incendi. La terra è coperta da arbusti bassi o erba verde.
Avvicinandosi al mercato, dopo aver costeggiato versanti ripidi, la strada si fa pianeggiante e si incontrano persone che ci si dirigono a piedi. Hanno merci sulla testa e spesso portano capre al seguito.
Arriviamo in una situazione abbastanza caotica. Lo zaino è coperto di terra rossa. Il mercato  è bello. C’è una piccola parte in muratura , ma per lo più sono coperture in legno sui “banchetti” improvvisati. Sono in realtà teli a terra su cui vengono poggiate le merci, prevalentemente non fresche e solo in parte commestibili. Sulla invece strada principale i sono venditori di cibo pronto, verdura, bibite e pesce secco.  Fare foto è difficile, i venditori spesso rifiutano, e se accettano loro, sono i vicini che si alzano. Ho familiarizzato un pò con i venditori di cola e con i calzolai. Ho comprato un rimedio per il mal di gola : condencorse. Si presenta come una polvere gialla ed è da prendere col riso. La signora non aveva resto e mi sono fatto dare del piccante. Fa parecchio caldo. Proseguendo il giro mangio una polpetta di pesce. E poi cerco del miele. Il venditore lo porta nella tanica da 20lt e io non ho il contenitore. Torno con una bottiglietta vuota e con del pane. Lo condivido col signore che vendeva il miele e con le persone sedute accanto  a lui. Il miele mi piace. Evidentemente non è filtrato, c'è parecchio materiale in sospensione.Pare che il francese lo parlino in pochi. La giornata prosegue tra spuntini di pasta fritta (ce ne sono di varie dimensioni e croccantezze).Mi informo distrattamente sul prezzo di una capra: Le trattative sarebbero lunghe. Non mi ci metto, ma sono curioso del prezzo.Una capra costa circa 40/70 eur; a parità di grandezza il maschio vale di piu.
L’attesa che l'auto  sia piena per partire dura più del previsto. Nel frattempo parlo con un signore che andrà a Conakry e che probabilmente prenderà la stessa auto che prendo io. Nell’attesa il mercato smobilita, molte auto (non la mia ) stanno partendo. C'è parecchia terra che vola e tante persone che spostano merci. E’ partito pure il camion che doveva partire alle 5, nel rimorchio ci sono tante persone e vari animali.
L’ auto che prendo si candida per il premio pet friendly! Oltre alle 9 persone ci sono 3 capre nel bagagliaio.Anche il vetro davanti non è male, è in pezzi, attaccati tra loro col silicone.
Arriviamo a Dalaba dopo varie soste. Il signore incontrato al mercato m aiuta a “trattenere “ l’auto in partenza. La conseguenza di ciò è che il mio zaino, aggiunto per ultimo alla consueta montagna di bagagli sul tetto, è facilmente raggiungibile. Poco dopo la partenza ho appena provato una nuova situazione: la salita era ripida e l'auto arrancava. L'autista ha candidamente chiesto a tutti di scendere e spingere in salita. Nel frattempo lui sgasava e ci inondava di un fumo denso e nero. Il signore del mercato  (nella foto accanto alla macchina) ci ha messo 5 minuti di orologio per riprendersi. Per Fortunata la strada da qui è fondamentalmente in discesa .
Annoto che ogni Volta che facciamo una curva a sinistra si sente come uno squittio cadenzato, la curva a destra offre uno sbalzellio da ruota deformata, mentre sul dritto i rumori sono variabili, sempre legati al carico eccesso. Ho limpidamente distinto il terrore di dover riscendere a spingere negli occhi del vicino. I rumori si moltiplicano. Gli sguardi dei passeggeri si incrociano varie volte... finchè , dopo che il rumore aumenta: ci fermiamo. Un po' mi mancava la "sosta tecnica". Dalla ruota sale parecchio fumo. L’autista aveva un mozzo di scorta (lo avevo notato tra i bagagli). La riparazione è impegnativa: bisogna sostituire il mozzo della ruota. Il signore del mercato si sdraia (per me sta ancora accusando la spinta di prima). Mentre prosegue la riparazione e la luce scende, la luna si fa luminosa, il canto di uccellini e animaletti si fa più vivace e passano due ragazzi con sulla testa un carico di paglia. Atmosfera bucolica. Un paio di altri taxi si fermano, scendono tutti, prendono un pò “in giro” il nostro autista/meccanico, mentre porta avanti la una riparazione importante che ha da fare, e se ne vanno. L’auto pare rimessa in sesto seppur senza il freno (non rimontato). Considerato che è tutta discesa non è il massimo. La macchina comunque pare frenare. I rumori restano, ma il pilota ostenta sicurezza. La sosta successiva è meno inspiegabile :sono andati a pregare.
Siamo al tramonto, è una piccola moschea a lato strada, con 2 minareti.Mi sa che intuisco le preghiere di stasera dei passeggeri diretti a conakry: vogliono arrivare a destinazione.
 Mentre pregavano io parlavo con un tizio lì vicino , in carrozzina. Vendeva rimedi naturali in una baracchetta davanti ad un piccolo edificio in muratura. Erano disposti sulla lamiera che faceva da tetto, a seccare. In particolare ne aveva uno per le emorroidi. Gli ho detto che ero interessato,  e lui me lo ha descritto:è una corteccia.   Si lava bene e si mette in acqua.  L'acqua diventa rossa. Si mischia al miele (immagino che sia amarissimo) e si beve. Non ha voluto che lo pagassi.
Ripartiamo: abbiamo  fatto 30 km su un totale di circa 200. Arriviamo a Mamou e chiamo Mamadou. Lo aspettiamo per un pò col tassista che freme. Arriva! Sono riuscito a recuperare la borraccia!! Arrivati a Mamou segnalo un’altra spinta in salita. La situazione è molto caotica. C’è gente che corre un pò da tutte le parti. Non riusciamo a capire che succede. Pare che una strada sia bloccata. Dato che non ce ne sono molte la situazione appare di semiparalisi. Ancora prima di uscire Mamou l'autista ha pensato bene di cercare altri pezzi di ricambio prima di proseguire. La prima fermata dura circa 20 minuti. Ripartiamo e ci rifermiamo poco oltre . Dopo 1 ora nuovamente fermi a cercare il pezzo di ricambio, ho fermato 1 auto molto meno carica, pagato la tariffa e preso il mio bagaglio (che era fortunatamente esterno alla rete) . Arrivare troppo tardi è un po rischioso: se non ci sono moto-taxi moto non so dove cercare l’hotel. Ho contattato un hotel di categoria più elevata, se sono in difficoltà  lo chiamerò.
Mancano 108 km a Kindia e ,a parte le salite (dove non serve scendere a spingere), siamo sui 50/60 km orari. Uno dei passeggeri tossisce in maniera preoccupante. La strada è asfaltata, ma decido di fermarmi per strada. La località scelta è quella che offre un hotel noto al tassista: Linsan.
Una buona sistemazione, ho scelto bene. Bella camera, con tanto di ventilatore.Ho lavato i pantaloni al chiaro di luna.

19 dicembre camera di faisal , dalaba

Mi sveglio alle 8.30 circa  , in camera di faisal.  Imparare anche solo i saluti base, grazie e poco più in lingua locale significa imparare da capo ogni 300 km.  Anche qui
“buongiorno” e “grazie” sono la stessa parola diarama
“buonasera” hiredian
2Acqua” dnian
“per favore” mi diediu
Il francese fa da lingua comune.  
Oggi, mentre lavo i panni a prima mattina, ipotizzo un programma base. E’ un programma soft. Arrivare a Labè, prelevare , provare a vedere il museo della etnia faul e tornare indietro. Se non trovo la banca, o non prende la carta, sono abbastanza nei pasticci. A colazione mangio kanjan, lo stesso dolcetto di ieri con arachidi e farina di mais, più una fetta di patata dolce fritta. Mentre aspetto l'auto vado a vedere l'esterno della Moschea. Anche questa è piastrellata e  con più minareti. Tornando compro dei mandarini. Resto sorpreso del prezzo, vengono venduti al pezzo e non a peso. Tornato alla stazione dei taxi mi cazziano. Avrei dovuto aspettare che l’auto si riempisse rimanendo alla stazione.   Oggi lusso! Il taxi per Labè è un Mercedes, non è mancò messo male. Dalaba e anche le altre città  città  non sono eccessivamente sporche. Mi pare di capire che ammassano i rifiuti e quotidianamente  gli danno fuoco. Non è raro sentire odore di plastica bruciata (diossine a profusione nell’aria). Ho perso un po' la mano con la macchina fotografica. Durante l'altro viaggio Tobias mi aveva insegnato un po' a settare la macchina. Ora fondamentalmente le faccio tutte in automatico. Il passato di regno teocratico musulmano è visibile. Ci sono piccoli paesi con moschee grandi a più minareti. Si vedono anche più donne totalmente velate di nero che nel resto del paese. Sono comunque incontri episodici (tipo 1 o 2 ogni 100, se non meno). La stragrande maggior parte, ha capo scoperto o avvolto in teli colorati.  Doveva essere un giorno di fancazzismo spinto, ma leggendo la guida il programma si arricchisce. Banca, Posta Ristorante per provare yassa o fataya, un giardino botanico con piante officinali  locali e inoltre tintori e tessitori tradizionali ...Il tutto immaginato con la nota solerzia che caratterizza i servizi offerti dagli africani... Per riuscire a vedere i francobolli ipotizzo che ci vorrà facilmente quasi 1 ora. Proseguendo dopo Pita, avvicinandosi a Labè, le creste sono più morbide , l'altopiano si appiattisce e la vegetazione è a zone. A tratti bosco basso fitto a tratti è rada. Evidenti segni di incendio lasciano spazio a grandi distese di erba alta gialla punteggiate di alberi  da cui affiorano bassi arbusti. L'arrivo all'ufficio postale non è stato dei più promettenti: un addetto esce e accende un generatore di corrente. Mi dice che deve fare delle fotocopie ed entra. All’interno gli dico cosa voglio e vado in banca. Al 3' tentativo riesco a prelevare e torno indietro, milionario. L'addetto presente mi dice che lui i francobolli non può venderli e che il responsabile è a scuola... Io resto un po' basito, ma poi si palesa il ragazzo con cui avevo parlato poco prima. Tutto sommato poteva andare peggio. Ho comprato una serie con i colibrì e una con la piante tropicali, più 1 con una farfalla. Non sono eccezionali, ma vanno bene.  La visita al museo della cultura peul è stata un po' disturbata da una troupe televisiva che ha messo fretta al ragazzo che mi spiegava quanto esposto. Non ho potuto prendere appunti come si deve, in quanto lui parlava veloce. Di fatto dopo l’arrivo della troup televisiva la spiegazione verra' notevolmente compromessa. Comunque qualcosa ho scritto

Fouta museum, Labe' 

Il museo della cultura faul di Labe' organizza mostre a tema.  In questo momento i  3 temi erano La donna, la vacca e la fede. Il regno teocratico del fouta-djalon dura dal 1750 al1896. I capi del regno erano i marabout. I marabout erano grandi conoscitori del Corano e per questo gli veniva riconosciuta autorita' sia religiosa che temporale. Il simbolo di questa conoscenza e' il turbante. Il turbante in se' significa che la persona e' gran conoscitore del libro sacro e che e' in grado di insegnarlo. I marabout potevano indossare il turbante quando erano in grado di riscrivere a memoria l'intero corano. A quel punto potevano insegnarlo.  Questo prestigio riconosciuto dalle persone gli dava l'autorita' temporale.  Nei piccoli centri dove la gestione dei 2 poteri era possibile dalla stessa persona il potere era nelle mani do una persona sola, se non era possibile il marabout normalmente delegava la guida religiosa ad altri e amministrava il potere politico. Ad esempio la citta' di Labe' ha avuto questa sorte. Il titolo che aveva il marabout dell'intero regno era Almamy. Caratteristica peculiare di questi regni e' la continua espansione territoriale del regno. Fino a poco prima che i francesi mettessero fine al regno era attiva una campagna militare per espandere i confini del regno. Gli studenti scrivevano su tavoolette di legno con un inchiostro ricavato dalla bollitura dei semi di una pianta. Con acqua e un po' di limone (forse) la tavoletta veniva pulita .
La societa' peol nasce come gruppo nomade dedito alla pastorizia, poi seminomade , infine stanziale. Non e' un caso che il creatore (ngheno') ha creato l'uomo,da cui e' arrivata la donna' che a sua volta ha generato la vacca. Prima di essere musulmani, oltre a ngheno' i peol veneravano il sole, il fuoco e le vacche. La vacca e la sua cura sono quindi molto importanti per i peol. Va sottolineato che mentre per altre culture confinanti l'uomo e' l’unico autorizzato a mungere la vacca per i peol e' la donna che ha questo compito ( qui arriva la troupe e la cosa diventa parecchio meno chiara). Il latte viene conservato nella terracotta e con quello si fanno anche burro e formaggi. La casa tradizionale prevede una unica stanza nella quale si fa tutto. Nella tradizione peol si fa anche il miele. Tradizionalmente in un tronco cavo, ma ora si usano cilindri di paglia. E' tradizione regalare del miele alla  madre in occasione di un nuovo nato.
Nella tradizione peol la musica ha un ruolo importante. Ci sono strumenti a fiato (il flauto peol è presente in tante canzoni tradizionali), a corda (chitarra e quello con la cassa armonica sferica) e percussioni (normalmente una corteccia di zucca).  Nella musica sacra ci sono 3 categorie : luanghist , che omaggia i re, generogst, che narra storie vere successe in passato e insture ,che non sapremo mai di cosa parla. Per le celebrazioni civili il genere si chiama niamakala'.
Si circoncidono maschi e femmine, un tempo avveniva verso l'adolescenza, adesso appena nati. Il matrimonio e' un accordo tra famiglie e i due sposi hanno poca voce in capitolo. Normalmente una ambasciata della famiglia dello sposo (non il padre all'inizio) va dal padre della sposa per fare la proposta. si verifica (entrambi) che il futuro coniuge non sia troppo "vivace"(violenze, furti, contatti con la stregoneria o precedenti poco edificanti). Ci si rivolge all'astrologo(!!!) per avere conferma dell'effettiva bonta' del neoconiuge e per avere una data propizia al matrimonio. Il giorno del matrimonio la sposa non partecipa. Lo sposo se vuole puo' essere presente, ma la promessa sposa sta a casa. Normalmente intorno alle 10 il padre dello sposo, pubblicamente e davanti agli ospiti,  intreccia un particolare pacco contenente noci di cola (tra 50 e 350). Dopo di che' fa la proposta al padre della sposa (che , ricordiamolo, e' in casa e non partecipa ). Il padre della sposa accetta e c'e' un banchetto per gli invitati. Non e' previsto un "ufficiale" tipo prete, imam o sindaco. Alla sera verso le 21 la sposa entra a far parte della scena e ci sono balli e festeggiamenti. La dote che il ragazzo deve corrispondere e' di solito una vacca. Per il Funerale, se muore un parente prossimo e' previsto che si sgozzi una vacca. Sono solo i maschi ad effettuare l'interramento, mentre per piangere il morto sono separati, le donne con le donne e gli uomini con gli uomini.
  L'elemento che piu' caratteriza i foul e che e'facilmente identificabile e' un copricapo tradizionale tipo zuccotto. Anticamente lo potevano portare 3 categorie di persone:
-i capi: ci sono cucite sopre 9 stelle come 9 sono i distretti 
- i ricchi: piu' ricchi erano e piu' alto era il cappello
- i religiosi: estremamenrte piccolo rispettando la supposta umilta' che il libro sacre impone.
  Altra cosa divertente e' che dopo la cacciata dei francesi e' circolata una moneta con nomi di resistenti militari illustri sulle banconote (su una c’è che guevara) . Ora sul franco guineano non ci sono.

Dopo la fine della visita vado al vivaio. Lungo la strada ci sono un molte bande colorate di giallo, rosso e verde.  Vedo dei ragazzi ne stanno mettendo altre, stanno preparando la città per la visita del primo ministro. Arrivato al vivaio ho parlato col gestore del cambiamento climatico. Mi dice che i mesi di pioggia sono scesi da 7/8 a 5/6, c'è molto più vento e che le nuvole prima erano più frequenti e più spesse. Questo sta rendendo la terra secca e le coltivazioni sensibilmente più difficili. Io avevo notato che frutta e verdura sono molto cari (si pagano al pezzo e non al kg). Mi conferma che rispetto a 10 anni fa il prezzo della frutta è decuplicato, con una impennata negli ultimi 5 anni. La mattina  comprando i mandarini mi sono stupito che fossero tanto cari.  Le piante soffrono, e se soffrono non producono ossigeno. Dato che il cervello funziona ad ossigeno questo è molto pericoloso. L'uomo, respirando gas carbonico, diventa nervoso e incline alla violenza. Mi illustra varie piante, tra cui vari cactus. Mi illustra le proprietà della cannella: l'infuso di foglie fa dormire, il legno è invece eccitante, mentre le radici bollite con il limone sono efficaci contro i parassiti intestinali.  I nemici peggiori del giardino hanno le corna e sono le vacche che ci si aggirano. Si mangiano le foglie e i fiori delle piante.  Torno a piedi in centro. È il tramonto. Le strade sterrate hanno color rosso acceso e c'è parecchia gente che si muove a piedi. Noto da lontano la grande moschea di Labè. Ha quattro minareti una grande cupola nel mezzo. Uno dei minareti ha un'antenna a prolungarlo. Trovo un mercato molto fiorente di sandali. Ne compro altri e anche una borsetta. Cerco poi un ristorante, uno della guida è noto anche ai locali: si chiama la calabaza. Non c’è yassa. Mangio ris gras con pollo. Una salsa piccante fa paura!! L'altra salsa è a base di tamarindo. Alla fine quasi vado a fuoco!!! Prima di prendere il taxi trovo per strada una ragazza che vende un frutto strano. Non lo avevo mai visto prima. Si chiama bodo  ha una buccia apparentemente rigida: sottile ma rigida, di color marrone. Ne compro una e vado alla stazione dei taxi. L'incrocio vicino alla stazione dei taxi ospita un monumento simile quello che c'è a Capo Nord. Parto masticando un panino. Lungo la strada siamo stati fermi , ma senza guasto. Non ho ben capito perché. Anche Stasera incontro i Tre Signori, che mi si conferma sono dei diplomatici. Il diplomatico vero e proprio è di stazza molto grande, e  parla inglese. Gli altri due parlano francese e il terzo del gruppo, l’autita, sorrideva solo. la sera ho avuto pruriti

giovedì, gennaio 10

18 dicembre dalaba


sveglia a dalaba alle 8.30 circa. In questa zona il clima è più fresco e c'è qualche segno del passaggio dei coloni. La città  ha una posizione elevata: qui sia malaria che calura qui erano meno aggressive.
Il programma di oggi prevede la visita a delle case tradizionali qui vicino, un giardino botanico realizzato dagli europei per vedere quali piante possono crescere in questa zona dell’ Africa, e la visita di qualche moschea.
In questa zona nel XVIII secolo si è instaurato un regno teocratico musulmano,( ve lo cercate su wikipedia)
Sembrava la doccia funzionasse, ma ho temporeggiato troppo e quando ci riprovo non esce più acqua.
Noto che sulla maglietta che ho portato ieri c'è una fascia scura, tipo fascia di sindaco; è il segno della cintura di sicurezza.
Esco dall'hotel cercando le case a palabras. Sulla strada mangio il mio primo canjan. Canjan è un dolcetto realizzato con arachidi tritate e farina di mais. Quanto più si va vicino alle città, tanto più la farina di mais è tritata finemente  e si sente meno sotto i denti.
La ricerca delle case a palabras richiede un po' di tempo. Non sono assolutamente segnalate. Cammino un po' fuori dalla abitato, per poi dover tornare indietro. Provo ad ottenere informazioni dai locali, ma non riesco a comunicare.  Un ragazzo incontrato per strada dice di conoscere il custode. Va a chiamarlo e riesco ad entrare nel complesso recitato . All'interno c’è l’edificio in stile tradizionale in cui è stata discussa l'indipendenza dai francesi da Sekou Tourè nel 1958. Sempre qui ci sono stati incontri politici ad alto livello anche durante la fase di indipendenza.
L'edificio è del 1936. L' 'interno , color terra , è decorato con sbalzi . La guida durante la visita sottolinea le decorazioni di pavimento, pareti e del soffitto e mi illustra come erano sistemate le delegazioni durante la discussione dell' Indipendenza.
A fianco un altro palazzo in stile non tradizionale. Questo offre una bella vista sulla valle, un grande tetto decorato e poco più.
Merita una menzione anche la casa di Miriam Macheda la moglie di Sekou Touré. la casa ha un bel salone blu decorato come l'interno della casa palabras. Il giardino ospita vari tipi di fiori.
La grande sorpresa è l’  
esistenza di  un ufficio del turismo.  In realtà è l'ufficio di una guida che ha poco materiale a disposizione, e mi è scarsamente di aiuto. In un'ora sono quindi su un'auto per Pita. Dovrei riuscire a fermarmi a koroval-tappee andare alle cascate di Kambadaga.
Reggae music sulla macchina! L’auto è affollata, ma per lo meno non ci fermiamo per i guasti.
Arrivato a destinazione, mi aiuta un signore con il bastone per appoggiarsi è un elmetto di plastica da cantiere color giallo. Mi dice che ha un nipote che può accompagnarmi, e aggiunge varie informazioni. Mi dice che la strada per arrivare è bellissima,quasi quasi me l'aspetto asfaltata da come me la descrive. Non era messa male e  fiancheggiava una valle dai colori vividi. La terra è rossa punteggiata di alberi verdi e pezzata di erba alta,di colore giallo.
Arrivato la’ prendo la guida (decisamente evitabile). La vista migliore della cascata Kamdagada è scendendo a metà strada , sulla sinistra.
Siamo andati anche sul bordo della cascata . Subito alle spalle della cascata il fiume  è ' basso. La cascata durante le piogge è molto più impressionante, il periodo ideale per fare le foto, appena dopo la fine delle piogge è settembre. Lungo il fiume c'è anche un ponte metallico sulla falsariga di quello vegetale visto a  più piccolo. Non ho visto molti uccelli la guida mi conferma che non ci sono moltissime razze non c'è molta varietà. Nella zona della cascata mi dice che ci sono le scimmie.
Le cascate sono belle, compiono 3 salti di cui due a breve distanza. Durante le piogge l’intera bocca della cascata si riempie di acqua.
Le montagne fuori città andando verso Pita  sono meno rigogliose che la zona immediatamente vicino alla città. E’ più un altopiano con alcune creste.
Mi propongono di dormire in un campeggio nei pressi della cascata, ma non avevo cibo e la’ non ce n'era.
Tornato dal signore con l’elmetto da cantiere, vado nella vicina Pita per cercare da dormire. Anche qui trovo hotel pieni. Ce ne sono quattro di cui uno grande e mi trovo anche con un altro piccolo gruppo di persone in difficoltà.
Il corteo presidenziale (visto a N'zerekorè, tra l'altro) mi sta veramente facendo un  paio di sgambetti mica male.Oltretutto la banca del paese non ha il bancomat e non posso prelevare.
Torno quindi a dalaba con sempre meno denaro contante.
La luna mi fa da calendario. Sono arrivato con la luna nuova e quando sarà  piena mancherà una sola notte. Ora è poco più che a metà.
Stavolta Fasal parrebbe che proprio non può aiutarmi. Non hanno neanche la camera che mi hanno dato ieri. L'altro hotel della città è completo. Mi aiutano nella ricerca dei signori (immagino dei diplomatici). Li avevo conosciuti in un ristorante, a  mangiare capra arrostita. Con la loro macchina enorme e pulitissima verifichiamo l'effettiva mancanza di stanze anche nell'altro hotel. Faisal mi inviterà nella sua stanza personale per la notte. C'è un letto in più e me lo ha prestato!
    

17 dicembre hotel safrik(forse) macenta

Alla fine ho pagato un piccolo hotel e ne ho approfittato per noleggiare una coperta.
All'inizio l'albergatore non era entusiasta.
L'albergatore è un altro personaggio in lizza per il personaggio del giorno:aveva un montone lungo con pelo e labbra enormi. All'inizio aveva un approccio molto duro: non voleva scendere di prezzo (non che abbia poi ridotto granché), e anche per la coperta non ne voleva sapere. Mentre mi mostrava la strada della stazione, la avevo sulle spalle e lui cercava di tirarla a sè. Siamo andato avanti un pò, alle 4.40 circa. Poi gli ho fatto vedere che con la maglietta che avevo mi sarei ammalato, e che gli  avrei fatto trovare la coperta in uno dei ristoranti della stazione e me la ha prestata.
In auto prima del crepuscolo ha fatto parecchio freddo, mi è stata molto utile.
Lungo la strada verso la stazione dei taxi c'è qualche fuocherello di guardiani notturni all'addiaccio.
Cielo stellato notevole, la via lattea si vede chiaramente.
La stella polare è appena sopra l'orizzonte.
Mi sveglio in auto sulla strada sterrata che va verso gueckedou, bordeggiando il confine con la Liberia.
Per strada  ci sono vari studenti in cammino verso la scuola. Hanno una divisa Marrone color cachi. A seconda dell'anno di scuola cambia il colore e il taglio dei pantaloni o della gonna. Abbiamo avuto  davanti 2 grossi camion che trasportavano legname. le narici erano piene di terra. E non era terra non è rosso acceso: qui è ocra chiaro con una importante parte di grigio.
L'autista è un signore sui 50 , tutto sommato giovanile. Vestito di abiti nuovi con un berretto blu e rosso.
Fuma pressoché ininterrottamente.
Lo definirei un pratico. Ieri mi ha aiutato a trovare l'Hotel e a negoziare il prezzo.
È stato estremamente chiaro: alle 5 parto, se non ci sei ti lascio qui.
È andata a finire che lo  ho svegliato io alle 4.55 per dirgli che ero quasi arrivato alla stazione e siamo partiti alle 5.20 circa
Non so se è l'erba del vicino che è sempre più verde, ma annoto che ci superano in parecchi
Arriviamo a Gueckedou e faccio colazione con mahmud. 
 Mangiamo Fonio che è una specie di semolino con due diversi condimenti. Piatto salato. Abbiamo poi tempo di gironzolare per il mercato. Ci sono i cambiavalute, vari negozi che vendono plasticame, o tecnologia .Una parte relativamente piccola legata al cibo. Al mercato parlo con Othman un ragazzo di Sierra Leone che parla inglese. Mi approccia chiedendomi che cosa sto fotografando. Gli spiego che la realtà quotidiana Gueckedou è molto differente da quella che vivo a Milano e poi mi soffermo un po' con lui a parlare di Sierra Leone e politica africana.
Mahmud abita a 1 ora da N'zerekorè e sta andando a Conakry per una visita.
Ci sono cereali differenti a seccare al sole lungo la strada
Gli autisti, alla domanda "a che ora arriviamo?"
Non si sbilanciano. "Non ne ho idea" mi ha appena risposto
Ho menzionato gli occhiali dei mototaxi? Meritano una menzione di merito. Sono occhiali tendenzialmente grandi per riparare gli occhi degli centauri. Se ne vedono quindi vari a cuore, a Stella, ovali, etc dei colori più disparati sia delle lenti che delle montature. Ne ho visti alcuni molto originali, spesso con ancora attaccato sopra l'adesivo. Secondo me quel genere di invenduto finisce piano sulle bancarelle di mercati dove hanno un utilizzo
Ci fermiamo a Kissingoudou.
Per non farci mancare nulla, l'autista si è fermato e un meccanico (forse 12enne) ha lavorato sulla macchina.
Questo ci farà arrivare più tardi e quindi beccheró ancora più sole (la direzione è ovest) dato che lo avrò di fronte.
Siamo ripartiti, mahmud quantifica in 6 ore circa il tempo necessario senza intoppi.
L'autista cazzia malamente i passeggeri che si allontanano dall'auto e che deve aspettare
a 240 km prima di mamou l'autista ha aperto il 4' pacchetto di sigarette.
Uno dei passeggeri è stato male. A principio era accovacciato a terra e tirava pugni a terra. Non capivo cosa avesse. Sembrava stesse lamentandosi in qualche modo. È risultato evidente che erano spasmi muscolari incontrollati. In seguito ha avuto delle convulsioni ,tipo crisi epilettiche (ma non paiono crisi epilettiche).
Prima ci siamo fermati, qualche volta. In una occasione lo abbiamo fatto stendere a terra è atteso.ora stiamo gestendo in auto la faccenda.gestendo le convulsioni.
Abbiamo provato a chiamare la famiglia.
Ovviamente è straniero, della costa d'Avorio.
La comunicazione con la famiglia praticamente è stata nulla, oppure pare che la famiglia non sapesse di cosa di parlava.
Fa buio quando mancano 50 km a Mamou  . 
Ho parlato con un altro passeggero , anche lui della sierra leone (che parla inglese ). Con lui parliamo dei 10 anni di guerra civile, di come varie fazioni siano alternate e supportate durante il conflitto civile. Mi dice che il turismo in Sierra Leone sta vivendo un buon periodo : viene gente dall'Europa e dall'America soprattutto per le bellissime spiagge.
Vorrei evitare di restare a mamou. città nota per essere piena di ladri, dice la guida. In teoria vorrei prelevare e andare ad un'altra ora di auto.Il tassista mi affianca ad un suo amico per evitare di girare da solo. Con lui prelievo e mi sposto verso la stazione dei taxi per Dalaba.
Lì mi rendo conto che ho lasciato in macchina la borraccia
Ho chiamato il tassista , me la manda con un taxi (spero) o mi contatta quando è a Mamou.
La strada in salita per Dalaba mi ricorda che è scesa la sera e che io insisto nel non tenerne conto:sono nuovamente poco coperto e ho freddo durante il percorso.
Arrivato a dalaba compro un quarto di pollo e cerco da dormire. Mi accompagna Iasi un noto tassista giovane,
Ci sono stati attimi di panico alla reception: domani c'è non ho ben capito cosa ed entrambi gli hotel della città sono pieni.
Fasal ,il receptionist , mosso a compassione, mi ha dato una camera che normalmente non usano.
C'è la corrente tutta notte e il bagno ha il suo perché
 N'zerekorè-dalaba 27ore.
In Europa ancora un po e vai da Roma  a Stoccolma.
vado a dormire alla 1 circa

mercoledì, gennaio 9

16 dicembre chez aida hotel N'zerekorè

Stamattina sveglia alle 7 circa. L'idea era fare una foto al sole, ma è uscito dalla collina già troppo luminoso.
Ho preso quindi la macchina fotografica e fatto un giro del quartiere periferico vicino all'Hotel . Un saliscendi di viette sterrate. Case di mattoni con tetto doppio coperto di lamiera. Ho incontrato un signore che intrecciava plastica e legno per fare un trasportino per le galline, una ragazza che andava al mercato a vendere noci di cola, persone intorno a pozzi e pompe a prendere l'acqua, ragazzi che giocano a pallone e varia altra umanità.
Per evitare il sole  vari lavaggi di stoffe e stoviglie si fanno alla mattina.
Sono poi passato davanti al centro artigianale e ho visitato un centro per la tessitura della rafia. Una specialità artigianale che ormai fanno solo qui è in un'altra città. La Tessitura avviene in telai verticali.
Sono venuto da questa parte perchè ero curioso di vedere la foresta sacra  Mentre stavo scrivendo seduto su una roccia al limite della foresta è venuto George con una sedia! Le persone sono veramente accoglienti.
Insieme a George, vestito e accessoriato  a puntino c' è un altro ragazzo. Hanno abiti colorati e stanno andando in chiesa. Ipotizzo di entrare nel centro artigianale e poi aspettare l'uscita della chiesa cattolica, voglio vedere i locali vestiti per la festa.
Devo dire che ,a parte qualche bambino, non vestono abiti eccessivamente consumati o rattoppati. È gente abbastanza orgogliosa e,a dimostrazione di ciò, non ho ricevuto molte richieste di denaro.
Nel centro artigianale ci sono fondamentalmente sculture in legno. Mi confermano che le maschere hanno ruoli differenti all'esterno della foresta sacra.
La maschera a occhi tondi è maschile , a occhi stretti è femmine.
Il mio acquisto è una coppia di maschere di iniziati membri della società segreta. maschio e femmina.
Le identità sono sconosciute agli esterni alla coppia, né si sa che i due abbiano una relazione
 Tornando verso la camera un ragazzino mi ha seguito per pulirmi le scarpe. Poi i ragazzini sono diventati 3 6 10! Mi rincorrevano con le spazzole. Li ho sbolognati con l'ananas. O almeno così pensavo. Li sentivo dietro il cancello...
L'acqua si compra o in bottiglia o in buste di plastica di grandezza variabile. 35/40/50 CL. Hanno sapori differenti e sono molto "locali", non si trova facilmente acqua di cittá a 50km di distanza.
Merita una menzione di demerito l'acqua bless. Il sapore di cloro è talmente forte che ho ipotizzato di poterlo vedere in trasparenza.
Oggi avrei tempo per i francobolli, anche se dubito che la posta sia aperta. Ci proverò lo stesso :il programma di oggi prevede anche la sorgente del fiume sacro/guaritore, cambiare contanti, un po' di shopping e prepararsi psicologicamente alle circa 12 ore di auto di domani per Mamou, cosciente che se trovo subito un'altra auto potrei avvicinarmi a Labè.
Uscito dall'hotel Cerco del cibo. Noto passare un carro pieno di ragazzini festanti e lo fotografo. Questa foto mi procurerà una grana
Non tanto quella dei ragazzi che ballano sul carro, quanto quella dell'edificio dietro. Nel campo della foto c'è un commissariato.
Il carretto va via. immediatamente dopo mi raggiunge un poliziotto per strada e mi ci porta. Il fondo  della piccola camera è chiuso da delle sbarre e dietro ci sono 3 tizi, in piedi.
Mi chiedono chi sono eccetera, finché la richiesta precisa "passaport".
Era in camera e non con me.
Non la hanno presa proprio bene. Specialmente quello che mi ha accompagnato lì. Mi sono parso ancora più neri, rigidi nelle uniformi e a tratti pure incazzati. Poi siamo andati insieme in hotel e la cosa di è risolta.
Non è la prima volta (e non sarà l'ultima) in cui la polizia mi chiede un documento che mi autorizzi a girare per il paese raccogliendo informazioni. La guida turistica e il piccolo libro comprato in museo mi aiutano a sbrogliare la situazione.
Il gestore dell'hotel ha detto che c'è il presidente in città e sono un po' più tesi. Uscito dall'albergo mangio in strada della manioca tritata bollita. Si presenta come un semolino di colore bianco con olio, uovo e verdure..Un buon piatto. La signora mi ci voleva mettere la banana fritta, ma ho detto no.
L'ufficio postale oggi è chiuso, peccato perché essendo una grande città ci sarebbero stati più francobolli.
Ci riprovo col programa, ma stavolta porto il passaporto, e vado in mototaxi, meglio.
La fonte del fiume pare essere distante dalla città, e il ragazzino che doveva portarmi i sandali non si vede. Decido di tornare in hotel un pò deluso dalla situazione.
Sulla strada vado dal barbiere. Nel negozio c'è un caldo tremendo, ed è anche molto umido. Provo a comprare lo shampoo per farmelo io, almeno intanto mi rinfresco.
il ragazzo capisce quel che mi serve e me lo dá.
 Sul fronte prettamente religioso il contatto con i cattolici questa mattina non è andato a frutto (ero in commissariato durante l'uscita della messa). In compenso nel pomeriggio passo davanti alla chiesa dei protestanti evangelisti. Sono tutti ben vestiti e cantano con convinzione dei canti Allegri accompagnati dal battere di mani.
Alla stazione dei taxi scopro che ci sono partenze serali.se stasera c'è l'auto mi muovo stanotte. L'auto ferma a Macenta per la notte e riparte la mattina, ma si saprà solo alle 18 se parte o no.
I hotel vorrei fare doccia , capelli e Pisolo. Dopo aver verificati per i sandali. Potrei anche cercare una maglietta di secou tourè ( che ha detto ai francesi " fuori dal mio paese") o di Thomas sankara.
Ho cambiato tutti gli euro che avevo, ma non sono più milionario anche se il mazzo di banconote che mi ha dato il cambiavalute è alto quasi 1 cm.
Decido di lasciare N'zerekorè il giorno stesso. Ho preso i 2 posti davanti. Mi è costato un po' , ma almeno sono solo sul sedile. Alla stazione incontro uno dei ragazzini incontrati la mattina.Uno di quelli che mi rincorrevano con le spazzole.
Li ho incontrati varie volte oggi e devo dire che ogni volta erano contenti di vedermi; mi davano la mano e salutavano calorosamente.
Più persone mi hanno riconosciuto e salutato , compresi i poliziotti incontrati in commissariato, ma i ragazzini erano i più entusiasti.
Parto poco prima del buio.
Non ho preso una seconda maglietta, è un errore che ripeto concontinuità. Penso che l'effetto stalla mi aiuterà, Siamo in 9 nella macchina. Se l'autista non chiude un po' avrò freddo. All'andata avevo con me lo zaino e ho indossato quasi tutto. Ora il bagaglio è sul tetto e devo ammettere che fa fresco già subito dopo il tramonto.
Ci siamo fermati praticamente subito. L'autista ha smontato la mascherina e ha armeggiato con le luci. Alla stazione di servizio aveva fatto una operazione simile. Non è affatto raro viaggiare o incrociare  auto e camion che hanno solo un faro. Per farsi riconoscere fanno accendi e spegni con gli abbaglianti o accendono le frecce.
Poco dopo aver passato  hotel Africa facciamo un'altra sosta, apparentemente per i fari., ma poi noto che l'autista sta lavorando sui freni (pure peggio). Notando che avevo freddo l'autista mi ha offerto la pezza del vetro per ripararmi.
È andata a finire che dormiamo  a Macenta, in un parcheggio. Si ripartirà alle 5.
Stavo soffrendo il freddo in auto, quindi mi sa che è meglio così.
Ho cenato con Ahmed. Io ho mangiato un panino con omelette, lui invece un piatto di pollo e patate fritte. Alla fine abbiamo bevuto un tè insieme.  Ci ha tenuto ad offrirmelo. La situazione in auto non mi pare salubre gli odori sono forti e c'è tantissima umidità.
Alla fine ho pagato un piccolo hotel. L'autista mi aiuta a trovare l'hotel e a spuntare una tariffa scontata per le poche ore di utilizzo della stessa. Vado a letto alla 1 circa.

15 dicembre Hotel Africa Koulè

Stanotte l'Imam mi ha fatto da sveglia alle 4.30 circa. Esco sperando di vedere la cometa, ma nel cortile c'erano le luci (in camera al buio, il cortile illuminato ).
L'hotel abbastanza nuovo è ha 2 torrette che danno sulla campagna circostante. Da questo punto di osservazione vedo varie meteore di cui alcune molto lunghe, ma della cometa , con la sua aura verde nessuna traccia.
Ascoltando i suoni del primissimo mattino, la teoria  che ipotizza un gran consumo di galline come ritorsione ai galli si rafforza. Stasera anche io consumeró a cena la mia vendetta personale.
Sveglia alle 7:30 . Sono qui vedere un ponte di liane , e il museo di N'zerekorè. So che dovrò andare al mercato comprare delle noci di Cola, e raggiungere il villaggio vicino al ponte. Il gestore dell'hotel mi propone un autista che che mi chiede più del doppio della cifra avuta ieri come indicativa. Contatto quindi il ragazzo con cui avevo parlato la sera prima e aiutandomi da lui concordo un prezzo per il trasferimento fino al villaggio. Lungo la strada vedo un grosso camion fuoristrada. La presenza del mezzo fuoristrada era indicata da dei cespugli messi a lato strada. Arrivato al mercato al mercato di Yola, il capo villaggio non si accontenta delle noci di Cola e pago dopo contrattazione molto partecipata da parte dei locali. La strada che porta al ponte è bella. Un paesaggio collinare a tratti molto fitto, su una strada in terra battuta rossa. Vediamo caffè, cacao, ananas, la pianta di Cola e passiamo qualche fiumiciattolo su dei legni. Il ponte è veramente molto molto bello, ed è interamente in fibra vegetale. Inoltre varie liane collegano il ponte calpestabile a dei rami di alberi immediatamente prossimi al ponte. Si accede al ponte tramite una scaletta anch'essa in legno alta circa 3 metri e mezzo, forse 4.D a lì si passa su fibre vegetali intrecciate.  Il camminamento appoggia su mezze canne di bambù, mentre a lato per poco più di un metro Intrecci abbastanza regolari di liane fanno da parapetto. Lungo il parapetto vero e proprio ci sono varie liane a fare la corrimano. Dal "corrimano" partono molte corde vegetali,  liane naturali che si attaccano agli alberi immediatamente prossimi alla partenza e arrivo del ponte. Il ponte è lungo circa 20-30 metri. Lo percorro più volte e faccio diverse foto. Il ponte scricchiola e ondeggia. È regolarmente usato dai locali per attraversare il fiume. Vedo diversi passare con i carichi sulla testa. Tornando scopro che dire grazie e salutare si usa la stessa parola. Avevo notato che al momento di salutarsi i locali ringraziavano. Ho la conferma dalle parole della guida. Incontriamo persone tendenzialmente longilinee, di corporatura non massiccia: anche gli uomini non sono grandissimi nè hanno spalle o bacini eccessivamente larghi. Tornato sulla strada principale prendo una vettura per N'zerekorè.
...e anche oggi...
Fermi in campagna
Auto in panne
L'autista non armeggia nel cofano ,  enon è un buon segno.
Sono le 11.48 e sono al sole.
Mentre siamo fermi passa una auto. Essendo noi Fermi cerco un ulteriore passaggio
Stavo fotografando un'auto di fronte perché sembrava piena, quando è andata via era ancora più piena!!!
N'zerekorè si sta rivelando ben ostica da raggiungere. Siamo a soli 2 km ed èfinita la benzina.
All'entrata della città ci sono grandi teli con bacche di cacao a seccare.
La città è abbastanza vivace ed è evidente già da appena arrivato.
Ho ordinato dei sandali in pelle di montone, saranno pronti domani. Mi sposto Quindi verso il museo. Trovarlo non è molto semplice seppur Il luogo è ben chiaro sulla guida. Il motivo è che il museo è chiuso, e anche qui, non c'è una indicazione che sia una..
Ho chiamato il gestore, sta arrivando. Attendo sotto una capannetta che sta proprio di fronte al museo dove tre uomini giocano a carte. Faccio presente che mi serve dell'Acqua, e viene fatta portare. Anche in questo caso non mi permettoo di pagarla.
Il gestore arriva e finalmente entro nel Museo di N'zerekore'.
la visita inizia con la storia della citta'. Pare che il fondatore sia Goikouya , un guerriero di origine manon(una etnia che vive a cavallo tra liberia e guinea). Pare che  sia guarito miracolosamente grazie alle acque dello Zali , un fiume locale . Ha quindi chiamato la  citta' Zalikwele', che significa "vicino alla mia guarigione", successive evoluzioni  del nome  hanno poetato all-attuale N'zerekore'.
La parte successiva e' la piu' interessante e parla della religione locale,l'animismo.
L'animismo locale e' legato ad un discorso di segretezza. I non iniziati, infatti non possono sapere nulla della religione. Io ho chiesto qualcosa al gestore del museo, ma anche lui su diversi temi - tipo la cosmogonia- non ha saputo darmi risposta e mi ha detto che sara' molto difficile che io la abbia perche' le risposte sono segrete e riservate agli iniziati. Lo spirito della  foresta prande il nome di "polon"Il perodo di iniziazione prevede un periodo nella foresta sacra, dove i vecchi insegnano ai giovani. Questo periodo prima era di 7 anni, ora si tratta di 3/4 mesi. Credono negli elementi naturali e ne fanno oggetto di preghiera collettiva. Esiste l'oltretomba e si chiama  Niamataya'. Dopo la morte gli antenati sono presenti nella vita quotidiana in forma di spiriti, non hanno  di fare azioni, ma si mettono in contattocon i vivi durante i sogni o attraverso dei feticci. I maestri si rifanno e portano avanti la opera di Nyamou. Nyamou e' la maschera religiosa piu' nota nella foresta e rappresenta Polonn, controlla la formazione ed educazione degli iniziati.La sua donna ha caratteristiche diametralmente differenti . La identita' dei maestri e' segreta ed e' protetta da maschere che cambiano a seconda de ruolo che svoolgono. Ce ne sono di diverse e hanno un ruolo sia all-interno che all'esterno della foresta. Nyamgbai, ad esempio ha il compito di girare per i villaggi a recuperare cibo da dare ai giovani iniziati nella foresta e preparare psicologicamente gli iniziati, le maschere sono un buon numero e nel museo ce ne sono varie differenti. Gli iniziati (che possono essere sia maschi che femmine) nel corso del periodo nella foresta subiscono delle scarificazioni, che poi li renderanno individuabili come iniziati. Ci sono una serie di oggetti legati al periodo di iniziazione, come amuleti, e altri oggetti o feticci protettori degli iniziati, utili soprattutto nei periodi fuori dalla foresta. Ad esempio gri-gri braccialetto/amuleto di carattere positivo o simil cilindri di pietra portati dalle donne che proteggono i loro spostamenti fuori dalla foresta.
In questa zona ci sono 2 alfabeti legati a 2 etnie, 1 e' letterale (1 segno 1 lettera) l-altro e' sillabico(1 segno 1 sillaba)
Ci sono tratti simili ai kissi : il borofing esiste anche qui, ma si chiama quilivi', non si fa cenno a magia con finalita' negative, invece presente nella cutura kissi
Le cerimonie fondamentali della vita dei Bale' prevedono dei momenti pubblici (tranne il matrimonio un po' piu' privato) a cui partecipa la famiglia e il vicinato:
Alla nascita si rasa il bambino e si lava la testa con vino di rafia
5/6 anni circoncisione /escissione
tra 14 e 30 anni iniziazione e tatuaggi
30/32  anni matrimonio, e' questa una etnia che si sposa decisamente tardi rispetto alle altre
Il matrimonio ha forma relativamente privata, le 2 famiglie prendono accordi sulla dote che il ragazzo dovra' pagare, ma in genere non e' onerosa. Una volta che si trova l'accordo le 2 famiglie si riuniscono, il ragazzo dona alla famiglia della ragazza delle noci di cola e un rullo di tessuto tradizionale (bu-bu), il padre della ragazza da' il suo benestare e sono sposati.
Il funerale e' molto  simile a quello dei kissi.
Oggetti simili anche nella caccia, qui si aggiungono le campane , che venivano legate ai cani per sapere dove sta andando la preda, o una sorta di setaccio che serve a pulire esternamente il cocco.
Esco dal museo e cerco da dormire è un cambiavalute.
 Lo trovo molto facilmente alla stazione dei taxi. N'zerekorè è vicina alla frontiera e il mercato nero dei cambi è estremamente facile da raggiungere. Successivamente mi reco al mercato e gironzolo nella zona circostante. La parte esterna del mercato,  immediatamente davanti all'entrata, è estremamente caotica. Ci sono molte donne che vendono dalla verdura ai medicinali. Anche qui non sono affatto contenti di farsi fotografare. Visito un paio di mosche piccole, dopodiché Mi sposto verso quella che pare una moschea un po' più grande quest'ultima è piastrellata all'esterno e ha 4 minareti come le altre a un mihrab molto profondo e un minbar "a balcone" gli orari delle funzioni sono su lavagna, o a volte con un cartello a led. Entro poi nel mercato coperto.
Il mercato coperto è una esperienza. La parte centrale aperta, dove si dove si trova pesce e verdura fresca, è contornata da viette strette strette e semibuie dove si trova principalmente materiale inorganico dai saponi al alle retine alle spugne.
Ho comprato del formaggio semi-acido (lempulù) pensando poter fotografare la venditrice, ma ha rifiutato. La giornata volge al termine quindi esco e mi dirigo verso l'hotel. Sulla strada compero un ananas e un bastoncino che qui si usa come spazzolino. Sono deciso ad andare diretto in hotel, ma mi fermo solo per un venditore di capra arrostita.
La sala del ristorante ha fascino da vendere. Tutta in legno e c'è talmente tanto fumo che mi lacrimano gli occhi. Tornando ho visto una situazione interessante è decisamente sorprendente.
Un'auto con una cassa ENORME sul tetto che sparava musica ad alto volume, e un corteo rumoroso di motorini con gente che ci ballava sopra. 
Il tutto nella via principale della città con tutta la polvere che un corteo simile solleva.
Ho ipotizzato andassero a cercare un posto per la festa, ma non ho potuto investigare.
Galvanizzato entro in un bar e chiedo una birra. Lui la tira fuori dal frigo, mi guarda e mi fa segno se deve aprirla.
Io gli dico "mantenant!" che vuol dire adesso.

...Era calda....

Arrivato in hotel faccio una doccia e poi il gestore della albergo mi invita a cena. In una scodella di plastica del riso piccante e anche una coscia di pollo. Condividiamo il pasto.
 Dopodiché gli chiedo una bibita fresca. Una Fanta. La pagherò quanto normalmente spendo per due pasti.
Un po' indispettito per la spesa evitabile e sproporzionata esco nelle immediate vicinanze dell'hotel. C'è un bar che potrebbe fare al caso mio, ma purtroppo non c'è traccia di birra fresca. In compenso ci trovo un ragazzo giovanissimo, ubriaco e molto contento di parlare con me. Praticamente non mi lascia andare via. Resto lì almeno una ventina di minuti in più di quello che preventivo. Prima di tornare in hotel compro dell'acqua e mi viene data a credito, perché il gestore non ha il resto. Durante la notte ho qualche prurito.

14 dicembre Alloggi per funzionari pubblici in transito Seredou


sveglia prestissimo. La luna è tramontata, ma non ho la prontezza di cercare la cometa nel cielo scuro. Nonostante l'oscurità i miei ospitanti sono già svegli.
 esco dall'edificio, vorrei registrare il suono degli uccellini.
Ho invece trovato un porcile. Sarà  che gli animali erano affamati , ma i maiali si sono agitati un sacco.
 Proseguo la mia passeggiata intorno all'edificio. In 15 minuti da buio pesto che era (si vedevano le stelle)  la luce è  praticamente piena e il sole è giallo.
Erroneamente valuto che il parco apre fra 1 ora abbondante e cerco una maniera per riempire il tempo.
Riprovo a dormire, faccio il bucato e la doccia e parlo un po con l'autista del colonnello (quello che mi ha caricato il telefono nella macchina).
Sostiene  che ci sono auto un po' migliori di quelle scassatissime con cui viaggio di solito.
L'idea (la speranza) è tornare da N'zerekorè a Mamou con una di quelle.
Non so se restare qui. La camera è molto economica e la posizione eccezionale per vedere la cometa. Valuterò in base alla condizione del cielo.
Dopo la foresta vorrei andare a Koulè. Lì c'è un bel ponte di liane.
L’entrata del parco è praticamente attaccata alla struttura dove ho dormito.
Sono un pò pensieroso per il percorso. Temo di rovinare gli unici pantaloni che ho con delle ipotetiche spine (che non ci saranno). Decido di coprirli con delle calze. Il punto panoramico (e sorvegliato) della zona è una antenna, so che non è possibile andare e tornare in giornata.
La parte iniziale della visita prevede un colloquio durante il quale mi si chiede cosa vorrei vedere. Gli faccio presente che so che è un pò tardi (come orario) per gli animali, ma vorrei sentire i suoni , gli odori e l’umidità della jungla. Mi consiglia di prendere 2 guide. Io non sono proprio entusiasta di pagare 2 guide, ma alla fine accetto. Sulla strada troviamo un campo di manioca. La guida ne prende delle radici e la mangiamo cruda. Non ha gran sapore, direi simile al rapanello, ma non è piccante e verso la fine lega un pò in bocca. Ha la consistenza di una carota, leggermente più compatta. il Colore è bianco brillante. Si ossida molto velocemente, in maniera simile alla mela, ma cambia colore forse ancor più rapidamente..
 Il momento non è dei migliori per godere della flora, la foresta pluviale il meglio di se durante la stagione delle piogge. La foresta è delimitata da una zona dove cresce bambù, subito dopo l’umidità aumenta. Iniziamo a risalire la collina.  I sentieri sono molto ben segnati. Quello che più mi colpisce è la altezza degli alberi. Ci sono alberi veramente monumentali. Vivono 50/60 anni, poi normalmente muoiono attaccati dai parassiti.
I parassiti delle piante sono molto vari, alcuni avvolgono gli alberi ( ci si fanno le corde) altri fanno presa sul l'attaccatura dei rami. I più diffusi erano secchi, la foresta pluviale se non piove un po' soffre, in tutti i suoi elementi. Il parassita si presenta come grandi foglie increspate. Quando la pioggia ricomincia si rinverdisce.
Gli alberi più grandi, oltre al noto ed imponente fromage, conosciuto in altre parti del’Africa, sono prevalentemente di 3 tipi. Tutti sono locali. Uno tra i più grandi ha radici aeree. Pian piano la base si alza da terra; immaginate di poggiare le punte delle dita al tavolo col gomito in alto. L’albero pian piano, crescendo allontana il “palmo della mano” dal suolo, il tronco è anche molto grande e, mi dice la guida, è molto ben saldo a terra, difficilmente questo tipo di albero cade. Mi impressiona la grandezza dell’albero definito le neree. E’ l'albero che genera sumbaran. È un frutto che si presenta come un ammasso di lenticchie e ha una forma allungata, tipo una piccola pigna. Si trita e se ne mangia la farina  insieme ad acqua o latte. Il fiore è rosso acceso e pare un soffione di bocca di leone, ma molto molto fitto. Ne troviamo uno scolorito, a terra .I fiori sono a grande altezza, da ogni fiore nascono 5 o 6 frutti.
Ci sono tante farfalle, per lo più piccole e di colore scuro, ma se ne vedono anche di grandi. La più belle sono azzurre di taglia media , o blu e nero un pò più grandi.
Le liane sono molto interessanti. Si alzano autonomamente finchè trovano la luce. A quel punto  si ramificano e poi riscendono. La pianta (quelle fortunate) vive molto a lungo, anche più di 50 anni.
Gli animali di grossa taglia che popolano la parte montuosa della  foresta sono tendenzialmente simili a  capre(gazzelle e simili). C'e Qualche scimmia nella parte più interna. Ci sono anche gatti selvatici. Lucertole e grossi ragni non ci sono: amano il caldo e la foresta pluviale è fresca.
Camaleonti ci sono ma non sono facili da vedere.
Lungo il nostro percorso incontriamo vari spillatori di vino di palma di rafia. I raccoglitori tutti hanno offerto alle guide ( che poi sono militari di stanza qui) il proprio vino di rafia. É differente dal vino di palma “classico” alcoholico provato nel sud dell’egitto. Le piante sono differenti.
Il più buono assaggiato ha un sapore dolce (appena preso) , se si aspetta un pò inizia a fermentare e diventa piccante e amaro (ne ho provati vari).  La palma al 3' anno di vita, a seguito di delle incisioni, inizia a trasudare questo liquido dolce. Trasuda per 3/4 mesi, poi la pianta muore.
Ridiscendiamo dalla collina e troviamo una zona pianeggiante coltivata a riso. La signora che abita lì ci offre il pranzo. Riso con foglia di manioca.
 La presenza dei militari mi pare molto benvoluta, pare quasi che i locali li coccolino (non ho approfondito, ma può essere che i vicini liberiani facciano delle incursioni non proprio amichevoli: so che ci sono pattugliamenti notturni della foresta).
La strada di ritorno che percorriamo è lunga 10 km circa e passa in mezzo ad una foresta non fittissima, ma con alberi veramente imponenti. Passeremo vicino ad una piccola cascata e all’acquedotto che da acqua a Seredou.
Verso la fine del percorso troviamo un baccello grosso come un avambraccio, all’interno ci sono 5 o 6 semi. Quando il baccello si apre , si sente un suono secco, e il baccello cade. Nella zona pianeggiante libera dagli alberi (coltivata a riso) ci sono anche elefanti , ma non ne ho vista traccia.
Approfondisco anche la conoscenza del macete. Qui si chiama pous pous. La differenza è nella forma della lama e nell’impugnatura.
Quello ivoriano termina squadrato e ha impugnatura in legno (ed è più apprezzato), quello del Ghana (potrei sbagliare, magari non è Ghana) termina meno squadrato su uno dei due lati e ha impugnatura in caucciù. Un buon conoscitore di machete ne intuisce la qualità sentendo il suono che fa colpendo la terra con un angolo dello stesso.
Alla fine del giro sono molto stanco, ma voglio dormire nel paese del ponte di liane. Se non arriverò domani a N'zerekorè per vedere il museo nel pomeriggio, dovrò aspettare che passi il giorno di chiusura.
Un ragazzo amico della guida mi ha offerto un passaggio per il paese. Con lui cerchiamo una birra fresca. Al 3' bar ne abbiamo trovato uno col frigo funzionante. Dopo la birra devo aspettare un mezzo per Koulè. Ce n’era uno in partenza, ma ho preferito fermarmi e bere una birra.
 Nella piazza del paese (l'incrocio) i ragazzi si sfidano a saltare le moto affiancate. Ne approfitto per mangiare qualcosa. L’offerta, nella sua semplicità è abbastanza varia: mangio spiedini di manzo (piccanti, con cipolla cruda), un sughetto molto piccante con polpette di pesce (riconosco le spine sotto i denti) e riso con una strana salsa, non ho granchè fame, ma ha un nome impronunciabile e lo provo. Parte un mezzo diretto a Iril, da lì dovrò cercarne altro per i rimanenti 25 km. Raggiungere Iril è stato facile, oltretutto l’auto non parte a spinta!Andare via da Iril non è stato così semplice. Ho trovato un mezzo, ma una volta accettato di portarmi se ne è andato e mi ha lasciato in auto al buio con gli altri passeggeri per 15/20 minuti.
Raggiungiamo comunque Koulè e l’Hotel Africa, reclamizzato per strada. Bella struttura, nuova. Inizialmente, alla mia richiesta di corrente per caricare le batterie mi viene data una batteria della macchina, poi arriva il titolare che accende il gruppo elettrogeno. Mi specifica che sarà acceso per 3 ore, se voglio più ore di corrente dovrò pagare il carburante per il gruppo elettrogeno.
Sono a pezzi, oggi ho camminato 15 km circa ma  ho visto un reggae bar di fianco all’hotel. Metto a caricare i miei aggeggi elettronici ed esco.
Arrivato sul posto constato che il reggae bar alla fine era una stazione di carica di cellulari e batterie. C'erano anche delle sorta di slot machines. Due giri di piccole lampadine verdi che giravano al prezzo di un gettone metallico. Un ragazzo ci giocava schiacciando a caso i pulsanti davanti al vetro accompagnato da musica africana a tutto volume che usciva dal “negozio”.
 Accompagnato da due ragazzi locali sui 28 anni raggiungiamo, nel buio un gran bel posto per una birra (tiepida):
Semi Buio
Pareti spoglie
Disagio sociale palpabile.
Prendo una birra per me e una per i ragazzi e torniamo al punto di partenza.
Durante il ritorno li informo che c’è una cometa che sta passandoci sulla testa e in effetti si vedono un gran numero di meteore, sono lunghe e luminose.