venerdì, aprile 29

13 aprile royal GH mandalay

Sveglia comoda e lezione di yoga da parte di Andrea ed ely. Mi insegnano il saluto al sole. Si tratta di uno streching dolce dei muscoli. Di fatto e' abbastanza faticoso se non si coordina con la respirazione e lo si fa con tempi allungati. Un concetto chiave e' che la respirazione va concepita in 4 tempi. Oltre a inspirazione ed espirazione vanno aggiunte pause in cui il fiato si trattiene. Andrebbe ripetuto 3 volte per lato del corpo, ma io gia' alla fine della 1 gamba sono sudatissimo ed affaticato. Mi fanno vedere alcune posizioni ideali per il dolore di schiena o di altre parti del corpo.Andiamo in stazione a prendere il biglietto per il giorno dopo e leggiamo un volantino dell'unicef abbastanza shoccante: si invitano i turisti a non andare negli orfanotrofi. Le ragioni indicate sono fondamentalmente 2: i bambini non sono come animali da zoo da fotografare e poi si indicano queste istituzioni come negative e lucrative; c'e' scritto che molte volte le donazioni ricevute finiscono nelle tasche di chi lucra sui bambini e non servono per la supposta istruzione o benessere degli stessi. Compriamo i biglietti con qualche intoppo, serve il numero del passaporto e noemi non lo ha. Risolviamo velocemente chiamando la gh e facciamo i biglietti. Mangiamo un samosa prima di buttarci nella mischia e in men che non si dica siamo gia' nuovamente e completamente bagnati. Ci fermiamo in un baracchino improvvisato, condividiamo una lattina di birra e proseguiamo.I ragazzi bevono whisky misto ad acqua e me ne offrono in parecchi. Uno addirittura in un biberon (penso che sia anche per evitare che entri acqua nella bottiglia: bere non e' sempre facilissimo sotto numerosi getti d'acqua). Ci sono anche le prime vittime del'alcohol, nell'aiuola in mezzo allla strada, riversi si vede cio' che resta di chi ga ecceduto con il bere). Restiamo vittime della nostra foga e finiamo l'acqua nelle pistole. Ricaricarle non e' difficile, ma i gruppi piu' agguerriti hanno grossi blocchi di ghiaccio dove tengono l'acqua e sono ben contenti di farci vedere che la loro riserva di acqua e' bella fredda. Ci riproviamo con il ristorante e finiamo nuovamente a mangiare nel ristorante li' di fianco. L scelta e' ampia e cosi' proviamo vari curry differenti. Chiediamo al gestore di illustrarci come si usa il tanaka, la crema antiscottature locale. Il tanaka e' una pianta i cui rami e radici, se sfrergati su una pietra ruvida con acqua, si polverizzano e la crema che ne risulta fa da schermo al sole. Ne mettiamo un po' e ci ributtiamo nella mischia. Veniamo invitati su vari mezzi a ballare e salendo su questi mi si rompono i pantaloni sotto il cavallo ; sara' l'inizio di una serie di riparazioni. Sento chiaramente un pericolo per i miei occhiali, li ho appesi alla maglietta e ci metto la mano sopra tante volte per verificare che siano ancora li'. I getti di acqua sono forti e il continuare a saltare ahime' porta ad una prevedibile conclusione. Purtroppo li perdo e perdo anche la pistola ad acqua. Per dimenticare mi butto su un cocktail di whiskey e una bevanda tipo gassosa. Noto un signore che sanguina dalla testa. Nomi mi dice di aver visto un diverbio e un ragazzo che gli spaccava la bottiglia in testa. I locali sono estremamente tranquilli, ma l'alcohol da' alla testa anche da questa parte del globo. Siamo stanchi e bagnati da varie ore e scrocchiamo un passaggio. Un furgoncino pieno di donne infreddolite segue parzialmente il percorso che ci tocca fino alla guesthouse (piu' di 6 km). Nonostante la presenza di un bambino di pochi mesi il furgone di donne e' una autentica calamita!! ci bagnano tutti e nel traffico congestionato abbiamo di fianco un gruppo con dell'acqua congelata!! ad ogni sorpasso (sono stati almeno 15) ci buttavano addosso acqua molto fredda. Dal canto loro ci sono gruppi che con pompe alimentate da motori a benzina buttano un sacco d'acqua del canale su chi passava. Alcuni di questi aprono gli abitacoli e sparano dentro acqua in grande quantita!! Ad un certo punto la pacchia finisce; il furgoncino devia dal percorso a noi comodo. Ci fermiamo in un bar per strizzarci e bere una birra, ci danno anche dei fagioli secchi tostati e passati nell'olio. Usciamo che e' buio e i gavettoni sono momentaneamente sospesi. Il ritorno prevede circa 4 km a piedi. Ci fermiamo a mangiare del riso fritto in un baraccio che serve anche birra alla spina.Ci da delle porzioni enormi e non riesco a terminare quella che noemi (come spesso accade) non riesce a terminare)Visitiamo anche una pagoda sulla strada verso l'hotel. Un signore all'interno ci fa notare che e' parecchio antica, ma non specifica quanto. Tornati in hotel andiamo in camera, dato che il treno e' molto presto abbiamo chiesto di condividere la singola. Non e' stata una buona idea, fa un caldo atroce e fatico un po' a prendere sonno e noemi anche, tanto che preferira' domire in terra.

12 aprile royal GH mandalay

Noemi arriva alle 5 da Inle. Avevo chiesto se poteva stare qualche ora in camera mia fnche' non si liberava quella che avevo prenotato per lei , dato che si erano dimostrati disponibili (come faranno anche in seguito), sta per qualche ora nella mia camera. quando la sua camera e' libera ci chiamano, facciamo check in e siamo pronti ad uscire. Esco e mi bagnano completamente usando dei secchi sia all' uscita e sia all'entrata dell' ostello. Comunque sia agguerritissimi, pistole ad acqua e segni neri di fuliggine sul volto. Beviamo una mandalay prima di buttarci nella mischia. Sulla strada che fa il giro del recinto reale e del relativo canale ci sono tanti palchi e da ognuno chi e' sopra letteralmente inonda i festaioli che ballano di fronte ad esso. La musica e' tendenzialmente la stessa, tecnopop con ogni tanto un po' di rock. Le nostre pistole d'acqua possono poco con chi ci butta addosso secchiate d' acqua, ma comunque ci rendono parte integrante del gioco e ci permettono di "attaccar briga" coi presenti (anche se non serve, visto che comunque ci bagnano senza ritegno). Cerchiamo di andare a mangiare il riso alle foglie di te che tanto mi era piaciuto, ma troviamo chiuso e andiamo li' di fianco. Ci danno dei piatti di riso con 3 curry 2 di carne e uno di verdure. Aspettiamo bevendo birra che il sole scenda un po' di intensita' e si ricomicia!!! Devo risultare molto simpatico, date che tanti (uomini, purtoppo) mi prendono per i polsi e mi invitano a ballare sotto il getto scrosciante e ininterrotto che arriva dai palchi. Le ragazze ci sono, ma, tranne qualche caso, sono sempre accompagnate (da amiche o dal ragazzo). In molti tratti la strada e' letteralmente allagata. Torniamo in hotel ad asciugarci un po'. Poi torno nel posto di fiducia e stasera mangio curry di manzo e fagioli, accompagnato a riso(ovviamente).

martedì, aprile 26

11 aprile royal GH mandalay

Sveglia abbastanza presto, oggi vogli vedere se riesco a procurare un programma della festa. Probabilmente ci sara' teatro di strada, balli tradizionali o spettacoli di marionette (penso io). Faccio colazione e vedo ely che comincia a fare stretching nel corridoio dell' hotel, io mi faccio la doccia e salgo un po sulla terrazza ad asciugare, mentre leggo. Quando scendo la trovo a testa in giu' poggiata in equilibrio sulla sola nuca' con le gambe incrociate e le braccia distese alle spalle. Resto un po' sbalordito, come anche le signore delle pulizie. Non pare affatto in equilibrio precario e infatti le signore delle pulizie le passano di fianco e lei non cade. Esco ancora mezzo sbigottito e con il mezzo pubblico n 5 raggiungo l' ufficio turistico statale; statale appunto, e quindi chiuso. Mentre sono li' davanti ad inveire sulla organizzazione turistica si avvicina un ragazzo che parla inglese e mi da qualche informazione (di cui una fatalmente sbagliata). Mi indica i luoghi di incontro della festa e mi indica l palco del conto alla rovescia di fine anno(sbagliato). Noto tanti perai al lavoro e grossi preparativi: vari palchi in giro per la citta, operai che chiudono le fogne a cielo aperto, numerose zone a lato strada delimitate da pali per farne parcheggi o ristoranti improvvisati. Fa parecchio caldo e mentre mi dirigo verso una statua di budda (dove non arrivero') ho la fortuna di fermarmi a mangiare nel posto giusto. Mi danno riso al te verde, fegato di pecora , verdure tipo fagioli ni e zuppa. Il tutto ad un prezzo veramente ridicolo. Il riso è molto buono nel composto ci sono anche vari tipi di frutta secca e ortaggi tagliati fini. Esco dalla copertura del ristorante e il sole e il caldo ballano il samba insieme al ritmo di cacao meravigliao. L'afa li' di fianco tiene il tempo coi bastoncini e la luce abbagliante del sole sembra pesare sul mio corpo e appesantire i miei passi, pare quasi che i raggi invece che di luce siano di pesante metallo. La statua e' ancora lontana e allora ripiego per una destinazione ombreggiata, raggiungibile in autobus: la stazione. Mi servono informazioni per il treno per Hsipaw e per il bus diretto per Tamu dura tipo 20 ore, escludo di farle tutte di seguito, inoltre la parte divertente sarà fermarsi a fare tappe; e' una tratta aperta da poco e immagino di trovare qualcosa di interessante. Sul percorso ci sono città abitate da etnia kaikin. Vedremo che succede. Prima pero' vorrei andare a nordest in direzione cina. C'e' un treno che parte alle 4 AM e il biglietto va preso il giorno prima. Scopro che il teatro delle marionette non costa 25$ come mi era stato detto, ma 10000 kyat; l'addetto dell'ufficio turistico mi dice dove e' il teatro (di fronte all'hotel sidona) e mi illude sul fatto che magari lo trovo aperto. La sera ci andro', ma sara' chiuso. Comunque in stazione mi vedo con claudio e confrontiamo i nostri piani di viaggio. Potremmo vederci a Hsipaw , lui pero' ci andra' dal giorno prima. Torno in hotel per riposare un po' e riprendermi dal gran caldo. Mi sveglio appena in tempo per essere in teatro alle 8. Anzi in ritardo e corteggiato da tany ju prendo un rick show. Questa del rick show e' una cosa che quasi mi infastidisce, ma poi con il signore (che mi dice essere di strada per andare a casa, infatti mi porta piu' in la del pattuito) abbiamo una conversazione su come e' cambiata mandalay da 40 anni a questa parte e tutto sommato e' stato interessante. Arrivati li' gli do' anche qualcosa in piu' del pattuito. E' veramente costernato perche' il teatro e' chiuso, lo rassicuroe gli dico che non e' un problema; non fa caldo e posso tornare a piedi tranquillamente. Tranquillamente direi proprio di no! La festa incombe e i palchi sono pronti. I ggggiovani hanno gia' i motori caldi e la situazione situazione si scalda parecchio. Dai palchi la musica tecnopop e' gia' sparata ad alto volume i i ragazzi ballano sotto modesti getti d'acqua. Ma di contro vola un sacco di acqua dai balconi e da bambini con pistole d'acqua grosse la metà di loro. Vedo una fila presso un palco e mi avvicino. Sono le prevendite dei biglietti. Nel palco al quale mi affaccio la giornata intera costa 70.000 kyat. E' una piccola fortuna. Tornando verso l' hotel mi hanno bagnato da un balcone. Mangio al mercato, ormai ho un posto di fiducia. Stasera manzo e fave.

10 aprile royal GH mandalay

Sveglia intorno alle 7. Compero un boccione di acqua. Se comprata a 20 litri alla volta e con il contenitore su cauzione 20 litri di acqua costano meno di 2 bottiglie da un litro. Dato che idea di razionare l'acqua con questo caldo non mi sfiora mi alzo e mi cario l'acqua' ma almeno so di averne in quantita'. Inoltre, riempiendo le stesse bottiglie, non si produce plastica, cosa che chi mi conosce sa che e' una cosa che detesto. Con Claudio avevamo concordato di prendere una moto. Ci sono un sacco di persone che noleggiano moto. Sono per lo piu' 125cc a 4 marceNe trovo uno in buone condizioni, lo provo e si parte. La moto funziona bene e claudio mi via libera. Ho la possibilita' di scannare un po' il mezzo. Lo faccio con gusto! Si voleva arrivare a Mingun, ma il noleggiatore ci ha detto che non avremmo fatto a tempo a tornare e in effetti il ricco programma (saigang,anwa e amarapura)ci ha riportati in citta' giusto in tempo. Percorriamo il lungofiume. Qui si. che ci sono alberi monumentali, alcuni sono anche nel bel mezzo della carreggiata, ma qui loi colorano per renderli evidenti, ci attaccano una ruota, ma non li tagliano. Lungo tutti i 15 km di lungofiume ci sono porticcioli e attracchi. le barche lunghe dal fondo piatto si alternano a chiatte per il trasporto delle merci. Dall'altra parte del fiume le colline di saigang, puntellate di templi e stupa. Dopo la caduta di Bagan nel periodo di relativo caos che ha seguito il vuoto di potere, Saigang e' stata capitale del regno locale dal 1316 per una 50ina di anni, dopo di che la capitale fu spostata a inwa. Per passare il fiume si percorre awa bridge, un ponte di 16 campate in metallo. Ci fermiamo sul ponte per fare qualche foto, poi proseguiamo. Il ponte e' stato distrutto nel 43 per evitare la avanzata delle truppe giapponesi ed e' rimasto interrotto fino al 1956. In cima alla collina ci sono 2 stupa con annesso monastero da cui si hanno delle ampie vedute sulle zone circostanti mandalay. Ia pianura deve essere di tipo alluvionale, data la assoluta mancanza di qualunque rilievo. Tutta la zona e' coltivata e s riescono a distinguere gli appezzamenti di colori differenti. Il pezzo forte e' shin pin nan kain, uno stupa con delle decorazioni vitree interessanti. Da li', a piedi, percorrendo scalinate coperte si arriva ad un'altro monastero. Come quello visto a Bago, anche presenta una galleria interna allo stupa principale dove sono presenti varie statue di budda. Bruciandoci i piedi andiamo a vedere la sala di preghiera piu' in alto. La statua qui e' veramente molto bella, con decorazioni complesse, e l'immancabile led intermittente circolare dubito dietro la testa dell'illuminato. Scendendo sul versante ovest della collina sappiamo esserci delle caverne con dipinti antichi. Seguiamo delle indicazioni che ci portano ad un monastero in legno. E' l'ora piu' calda della giornata e utto e' fermo. Un monaco dorme sotto il piano di calpestio del monastero e ci sono dei sentieri che si inerpicano sulla montagna. Dato che fa molto caldo e on vogliamo fare strada per nulla cerchiamo un altro monaco. Lo troviamo e ci dice che servono le chiavi, e che il guardiano sta nel monastero da dove stiamo scendendo, decidiamo di passare oltre. Entriamo comunque in una piccola grotta per riprenderci dal gran caldo. Dentro ci sono 2 monaci giovanissimi (tipo 7/8 anni) che stanno li' a scappare del caldo. Nella citta' ci sono anche vari edifici coloniali, i resti ( praticamente nulla) di un vecchio forte e sul lungofiume una pianta colossale. Con claudio lo misuriamo, servono 15 persone per abbraciarlo. Restiamo li' in po', io sono stupefatto. Poi ci mettiamo un po' a riprendere il ponte, oltretutto finiamo di fronte ad un traghetto che decidiamo di non prendere, faremo il giro Tutto sommato la strada e' buona, ma la deviazione ci fara' affrontare 2 imprevisti. Mangiamo una zuppa leggera, myanma soup la ha chiamata la ragazza, giovanissima, ch ce l a ha servita in una capannetta di bambu. Beviamo una birrra e ci rimettiamo in marcia. Subito dopo essere partiti, buchiamo; anzi per essere precisi salta la valvola dello pneumatico. il mecccanico sara' molto rapido a cambiare la ruota e ripartiamo alla volta di inwa. La strada per arrivare a Inwa e' costeggiata da mura basse. Inwa (o awa) e, stata capitale per un periodo abbastanza lungo: dal 1364 al 1841. In effetti sulle carte geografiche antiche la birmnia appare come regno di Awa. Della citta' restano delle rovine. incuria e terremti hanno lasciato pochi edifici, ma questi hanno uno stile complesso che denota un lungo periodo di affinazione dellla tecnica e capacita' delle maestranze. Oltre alle mura, basse della strada di accesso si trovano le mura vere e proprie del recinto reale. Sono in mattoni rossi, alte circa 4 metri e spesse 3. Sono circondate da un fossato, ora utilizzato dalle capre per pascolo .All'interno una torre su tre piani retta da colonne relativamente sottili e maha aungmye bonzan Un monastero reale, in mattoni e ricoperto di stucchi. Ha ampie volte, una cripta fresca ma soprattutto gli stucchi che lo ricoprono interamente indicano una certa maestria e tecnica avanzata nella realizzazione. Fuori dalle mura un monastero in legno scuro , del 1834. Siamo andati li' carichi di speranze, ma l'ingresso era a pagamento e la solerte addetta ci ha fatto capire che senza biglietto ci saremmo dovuti accontentare di vederlo da fuori. E' molto bello, in legno scuro, ma per vederlo se ne parla la prossima volta (bisogna sempre lasciare qualcosina). Mentre siamo li a chiedere strada dove c'era parcheggiato il motorino, due carri di buoi che tornano dale risaie. Qui di acqua pare ce ne sia pure troppa, campi allagati e risaie verde chiaro chiaro, quel verde chiaro che a inizio maggio, dalle nostre parti indica chiaramente che ormai la stagione invernale e' passata da tempo e la natura sta per raggiungere il punto in cui e' piu' rigogliosa. La tappa successiva e' Amarapura. Per raggiungerla prendiamo una strada veloce e noto una spia che si accende e si fa sempre piu' frequente. Costeggiamo un lago e arriviamo ad Amarapura, altra capitale, per un periodo piu' breve, appena prima che venisse sposata definitivamente a mandalay. L'attrazione qui e' un ponte di legno in teak lungo poco piu' di 1 km e 600 mt. Il materiale per costruire l u-bein bridge arriva da cio' che restava dei vari palazzi reali. Una volta trasferita la capitale, infatti, il nuovo regnante smontava e trasferiva il trasferibile anche dei palazzi reale e della corte. Ora che la stagione e' secca il ponte sovrasta uno specchio d'acqua per soli 500 metri circa e almeno 5 metri piu' in basso. Subito dopo la stagione delle piogge l'acqua lambisce il ponte. Vicino all'acqua ci sono capanne e baretti che poi vengono smontati quando il livello dell'acqua sale. E' il tramonto e il ponte e' molto frequentato dai turisti. Lo percorriamo interamente e , arrivati dall'altra parte ci beviamo un succo di canna da zucchero. Il tramonto non e' dei piu' spettacolari, ma la giornata e' stata comunque molto intensa. Prendiamo la strada del ritorno, che e' ormai buio pesto.Quella spia si fa viva con sempre piu' frequenza. La benzina pare non sia, l'indicatore non e' ancora manco alla riserva.... finche' il motore si ferma del tutto e non ne vuole proprio sapere di ripartire. Lo facciamo raffreddare mentre beviamo una birra. Anche a motore piu' freddo la situazione non cambia. Un ragazzino si mette ad armeggiare e , dopo aver aperto il serbatoio , emette sentenza definitiva. Siamo rimasti a secco. Compriamo mezzo litro e il mezzo, come per magia, riprende a funzionare. La sera mangio nel mercato notturno. Riso, ceci e cipolle e pollo. I curry sono scarsini per non dire minuscoli, ma tutto sommato bastano e vado a dormire soddisfatto.

9 aprile hotel kuong kuong myngyan

Faccio colazione e esco. vicino all'hotel la mia mappa segnala il monastero di soon lu kyaung. Mentre mi ci avvicino toun toun, un ragazzo che mi aveva mostrato la posizione dell' hotel, mi raccoglie con il motorino e mi ci accompagna. Il monastero e' stato fondato da soon lu kyaung. In origine agricoltore, una volta ispirato dal buddismo libera le bestie e inizia la sua predicazione, per poi fondare il monastero. Curiosamente per questa zona, i discepoli ne hanno mummificato il corpo e ora sta li' sottovetro. I locali pare ne abbiano una certa devozione, dato che si susseguono per pregare al lato della salma. Il complesso monastico non e' enorme, ma e' abbastanza esteso; circa come 2 campi di calcio. C'e' il monastero vero e proprio, una sala di ordinazione(curiosamente simile ad un battistero)un tempio al centro di un laghetto artificiale, una altra struttura in muratura, e una colonna con un pappagallo verde in cima. Il pappagallo sta li' perche' a quanto pare il monaco in una vita precedente era un pappagallo. Una monaca mi regala una bottiglia di acqua fresca, si vede che e' evidente che sto accusando il caldo. Ci sono dei bambini e mi chiedono di fre una foto. Noun noun mi propone un giro nella zona circostante la citta' (into the woods") per una birra. Fa parecchio caldo e accetto. Passiamo da casa sua, e' costruita in legno e muraturapareti esterne sono in muratura, mentre la soletta tra i piani e' in legno. Into the woods praticamente e' la campagna. Di foresta se ne vede poca. La campagna e' assetatissima e alla prima bava di vento si solleva la terra, molto leggera per la mancanza di acqua. Ci fermiamo in un baracchino, beviamo una birra, poi lui ne chiede altre. Il fatto che non chieda la bottiglia(piu' economica) , ma le lattine onestamente mi secca un po'. Dopo averle bevute letteralmente perdo i sensi per il caldo e mi appisolo. Dopo 20 minuti circa mi sveglio e andiamo verso la citta'. recuperiamo il bagaglio e andiamo alla stazione dei bus. Un autobus e' appena partito e sta facendo fermata appena prima di uscire dalla citta'. Lo raggiungiamo. Prendo delle samosa (frittelle vegetali) al volo prima di salire sul bus, non so se è perché le ho mangiate in fretta(e lo spero) ma accuso. L'autobus sobbalza parecchio e potrebbe essere quello, di fatto quando scendo dal mezzo sto meglio. Trattasi di furgone iveco con dentro tanti posti quanti se ne riescono ad immaginare piu' 5 o 6. Sono seduto nell'ultima fila e la strada non e' messa bene. La terra e' assolutamente piatta, non si vedono rilievi neanche in lontananza. C'e' qualche albero ad altofusto in piu' ma anche qui i campi sono assetati forte. Quando ci fermiamo per far mangiare l'autista si svela l'arcano: le sospensioni posteriori sono praticamente assenti, tra la ruota e il parafango ci saranno 15/20 cm e il furgone e' vuoto. Arrivati in citta' vedo dal finestrino andrea ed ely. Mi faccio lasciare e mi faccio dire da loro dove stanno, so che hanno avuto tempo per cercare. In effetti il posto dove stanno e' economico e mi fermo li'. Ci accordiamo per mangiare insieme. Contatto anche Claudio e staremo insieme a cena e anche dopo. Le strade a mandalay sono praticamente tutte ad angolo retto e non hanno nomi, per cui gli indirizzi sono tutti del tipo 25' 81/82 (hotel): sulla 25' tra la strada 81 e la 82. Gli isolati non sono enormi tipo 100/150 mt tra una strada e l'altra. A cena andiamo in un posto che si chiama shan mama, gode di buona fama e in effett la scelta e' ampia e il cibo pare tutto fresco. I ragazzi sono vegetariani per cui prendiamo piatti senza carne. La pietanza che piu' mi sorprende e' una insalata di bambu' fermentato. Tornati in hotel abbiamo una lunga chiacchierata. Ely viaggia da 5 anni, mentre andrea da 12. Io e claudio cerchiamo di carpire come facciano,ma on riusciamo a cogliere il segreto del sostentamento dei due. Ely mangia solo crudo o fermentato. Quando il giorno dopo le chiedo se ha con se' un fornello , giustamente, mi guarda con una faccia abbastanza stranita. Si parla di un po' di tutto, poi andrea si mette a suonare la chitarra e noi seguiamo con delle percussioni improvvisate. canta un mantra in sanscrito. Durante la canzone tuona, fa vento e arriva anche qualche goccia, nessuno si scompone e andiamo avanti nonostante qualche goccia (poche, ma benedette)ci raggiungono. Si fa la 1 passata e decidiamo di andare a letto.

lunedì, aprile 25

8 aprile hotel Iris III nyaung u

Oggi l'idea e' andare in autostop o autobus a Myngyan e cercare di dormire li' , per poi arrivare a mandalay il giorno seguente. Mi do' appuntamento con Claudio in mattinata, ma poi non ci si vede. Resto in hotel piu' che posso ad approfittare dell'aria condizionata. Sonia prendera' una moto, per cui le chiedo se mi porta al limitare della citta'. Mi dice che va bene e che mi passera' a prendere alla 1. Faccio un giro del mercato, mi compero il pranzo e bevo una birra di saluto con noemi, lei va ad Inle. La birra no e' proprio fresca, ma lo standard qui e' questo. Sonia mi porta al limitare della citta' e mi lascia sotto un albero. Fa un caldo porco, chiedo ad una famiglia se mi presta una ciotola per mangiare i i noodles. La signora mi da ciotola' postate, acqua fresca, mi offre la sigaretta per dopo e mette il figlio a fare da vedetta se dovesse passare il pullman. Gente veramente deliziosa. L'autobus passa e non me la sento di rifiutare, e cosi' lo prendo. Il tragitto non e' affatto male, come mi dira' il giorno dopo un ragazzo, la strada e' stata rifatta da poco. Nessun rilievo neanche il lontananza e terra assetata. Arrivo alla stazione dei bus e informo per i bus il giorno successivo, faccio un po la pallina da ping pong, le informazioni scarseggiano. Inizia poi la ricerca del posto dove dormire , ne giro 3. Solo il primo accetta stranieri ma vuole un sacco di soldi, proseguendo la ricerca ne trovo uno economico, ma e' un po' lontano dal centro. La sgnora dell'hotel mi chiama un taxi, ma dopo 20 minuti che lo aspetto, la ringrazio, le dico che capisco che non e' colpa sua, ma mi finiscono le ore di luce e le dico che vado a piedi. La citta' a me e' piaciuta . Case prevalentemente di legno e ritmi rilassati (da queste parti, tranne a yangoon e' una costante). C'e' un artigiano che cuce teli impermeabili e tessuti. Ci metto un po' a farmi capire (realizzo un'altra volta che il dizionario che ho preso e' praticamente inutile), ma il ragazzo fa veramente un bel lavoro; rinforza i fianchi e il fond dello zaino. Proseguo la mia passeggiata verso il centro. Ci sono 4 signori che giocano con la palla di bambu'. Sono veramente bravi e si prodigano in autentici virtuosismi. Uno in particolare riesce spesso a saltare, far girare una gamba intorno alla palla e ripassarla agli altri con l'altra gamba, prima di appoggiare il piede a terra, poi colpi di tacco, lo" scorpione"(colpire la palla con la suola alle proprie spalle), e altri virtuosismi simili. si divertono molto. Il piu' giovane avra' 45 anni, 2 dei 4 hanno i capelli bianchi. Proseguo in cerca di una birra, sono le 6 passate: il lavoro e' finito. Trovo un posto che trovo carino, li' ho trovato un vecchio che parlava inglese. Penso abbia il morbo di parkinson, non mette mai di agitare la mano destra. Ha capelli bianchi cortin grosso neo sulla guancia destra e una manciata di baffi, di cui qualcuno piu' baffo lungo, sempre sul lato destro del volto. Porta dei pantaloncini e una maglietta. Mentre bevevo 4 birre ' abbiamo parlato di varie cose. Tra le altre cose mi diceva che a causa della piogge irregolari e via via più scarse da 20 anni le città si ingrandiscono velocemente, circa del 25% durante questo periodo. Specialmente negli stati chin e rakan. Gli chiedo dell'acqua e del rapporto con i nuovi materiali/tecnologie. La plastica e' arrivata nel 1966 e la televisione nel 1985, la radio da parecchi anni prima. Le auto prima del 1988 erano tassate tantissimo e praticamente non se ne vedevano. Fino a 5 anni fa, a causa della forte alcalinita' dell'acqua la si bolliva e poi si aggiungeva del cloro. Faccio notare che praticamente non si vedono donne nei luoghi di aggregazione. Mi dice che quelle delle classi basse non escono , mentre le donne di condizione sociale piu' elevata hanno luoghi di incontro differenti, ma escono. Mi dice che durante il regime militare era vietato parlare ai turisti, ma quando gli chiedo la pena (se carcere, botte,ritiro dei documenti o simili) non mi risponde. La birra e' diffusa da 20 anni circa (ma la birra mandalay sulla bottiglia ha scritto che viene prodotta da 100 anni circa). Il liquore locale si chiama tody. Ho chiesto a vari se e' buono e tutti mi hanno detto mal di testa garantito. Per farlo , dalla sommità di un tipo di palma si raccoglie un liquido zuccherino. Si bollisce fino a ridurlo di 2/3. Si ottiene una gelatina. La si mette al sole finché ne esce una sfoglia croccante di pochi millimetri. Questa sfoglia viene frantumata a mano( si ottiene gegery) A gegery si aggiunge acqua e si fa fermentare. Poi si distilla e si ottiene tody. Nacional spirit mi continuava a dire il tizio. Dopo un po' mi pare stanco e smetto di fargli domande, anche se lui mi dice piu' volte che risponde con piacere. Tornando noto una statua. Il ragazzo alticcio che sta sui gradini subito sotto mi dice che e' di aung san, il padre di aung san su chii, eroe nazionale durante la guerra di liberazione, ucciso dai suoi stessi compagni per prendere la sua posizione di potere. Cortesie simili nella storia birmana pare che siano all'ordine del giorno. Un altro grupo di ragazzi, giovanissimi, sobri e ben vestiti per il venerdi' sera sono sulle stesse scale. Si offrono di darmi un passaggio. Accetto volentieri e arrivo in hotel. Penso che questa camera definisca bene il concetto di "caldo porco". Il fatto è che da queste parti si ostinano a costruire coi mattoni rossi pieni, che accumulano calore e gradualmente lo rilasciano.

7 aprile stazione degli autobus Bagan

appena arrivati dato che piu' o meno tutti hanno faticato a trovare il biglietto, ci si organizza per la destinazione successiva. Per magwe ci sono minibus alle 9 e bus veri e propri (di passaggio) intorno alle 10 e intorno alle 12. Alla fine siamo in 6 alla stazione e contrattiamo per un taxi. Non accettiamo. In strada ci si avvicina auto privata e su di essa il personaggio del giorno! E' amico del tassista, ha i denti rossi di betel e un alito che sa di rum alle 7 del mattino. Ci dice che facendo strade secondarie si riesce ad arrivare in citta' senza pagare il biglietto (normalmente riscosso a dei check point in entrata in citta'). Ci porta in 2 hotel differenti. La nostra camera costa 10$ a testa, ma e' ampia,pulita,bagno in camera, colazione e aria condizionata(con la quale litigheremo); tutto sommato il prezzo ci puo' stare. Decidiamo di prendere una moto e di esplorare enorme zona archeologica con quello. A Bagan hanno avuto una bella idea per limitare emissioni e incidenti dovuti alla fretta dei turisti: moto elettriche. Vanno massimo a 40 km/h, sonosilenziose e non fanno emissioni; una ottima idea. La piana di Bagan e' puntellata di piu' di 3000 templi. Quando era capitale il regno godeva di ottima salute e i templi (alcuni dei quali imponenti, ma mai smisurati) sono sparsi qua e la'. Normalmente sono di mkattoni rossi e grazie ai mattoni ottengono facciate decorate. Dalle terrazze dei templi si hanno delle belle viste della piana. Le guglie dei templi, rosse, spuntano qua e la dalla vegetazione verde. Ci sono per lo piu' alberi bassi a foglia piccola, tipo acacia. Ogni tanto qualche albero piu' grande spunta dalla vegetazione, mediamente di altezza non troppo elevata. Sulla terrazza di uno di questi incontro Andrea e Ely. 2 ragazzi italiani in viaggio da vari anni. Per caso gli chiedo se vengono dall'india e mi dicono che ci vogliono andare, ma ancora non hanno il visto. Li getto nel panico avvertendoli che la ambasciata a yangoon resta chiusa 10 giorni. So pero' avendo visto Claudio, che a Mandalay fanno meno giorni di chiusura. I ragazzi hanno gia' un volo prenotato per Calcutta il 21 e pare che siano nei guai, non hanno abbastanza tempo. Il visto che danno in arrivo a Calcutta e' di soli 30 gg e piu' caro. Gli presto il mio telefono per avere informazioni.Ottenutele ci salutiamo, vanno i citta' ad attaccarsi al telefono. Mangiamo dei noodles in una bancarella assolata e ripartiamo. Vedo anche claudio che si infila in un tempio e facciamo 4 chiacchiere In quello stesso tempio un ragazzinoci mostra una via per una terrazza superiore e abbiamo modo di confrontarci con un signore che vende disegni sulle leggi restrittive sull'adulterio. Promulgata in ottica anti-islamica la legge attuale prevede la monogamia e qualunque forma di adulterio e' punita severamente (carcere per diversi anni) sia per l'adultero/a sia per l'amante, anche se single. Questo tempio ha una aurea negativa pare che il committente, che aveva ucciso padre e fratello tagliasse le braccia agli operai che non facevano il lavoro esattamente come veniva loro richiesto. C'e' anche la pietra scanalata dove veniva praticata l'amputazione. Appena fuori dal tempio, apese ad un grande albero sono in vendta delle marionette. A mandalay c'e' un teatro ma nei giorni in cui saro' in quella citta' purtroppo sara' chiuso.Ci guardiamo il tramonto su un tempio, ma le nuvole ci rovineranno lo spettacolo, per di piu' dato che minacciava pioggia , faremo un ritorno molto spedito in citta'. Arrivati a nyang u, mi informo per arrivare a Mrauk u. Purtroppo non ci sono autobus disponibili per vari giorni e il pensiero di rimanere bloccato nella prima capitale del regno fa optare per cambiare i miei programmi. Il tempo necessario per fare ipotesi, contro ipotesi e doccia mi fa uscire alle 10.30. Il ragazzo della reception sta gia' dormendo. In strada c'e' un deserto. Con noemi mangiamo nell'unico ristorante aperto e poi si va a dormire.

6 aprile mahabadola GH yangoon

Sveglia con comodo . La brutta notizia di oggi e' che quando vado a prendere le cose stese ad asciugare la sera prima non trovo un paio di alzini(che si stanno rivelando indispensabili per poter fare lunghe camminate coi sandali). Qualcuno deve averli scambiati per propri o confusi con abiti dello stesso colore.Facciamo colazione un bar dal menu' molto lungo. Io mangio frittelle di papera e te', noemi caffe' e frittelle tipo churros. La ricerca del biglietto per lasciare yangoon si fa parecchio complicata. Spostarsi è un casino. Gli autobus sono pieni. Vorrei andare a Mrauk u; e' un bel po fuori mano. Ci si arriva da Pyay o damagwe e io opto per questa seconda. Per raggiungere magwe stanotte vado a bagan e da li torno a sud (in teoria). Il biglietto che ho trovato costa 22.450, considerando che un pasto economico costa 500/700 e' una piccola fortuna(inteso come salasso). La mattinata prevede una passeggiata nel centro storico di yangoon, architettura civile di tipo coloniale lasciata dagli inglesi. L'ufficio del telegrafo, la corte suprema, l'ufficio postale e l'autorita' portuale si trovano in palazzi di un certo fascino, anche se sono decisamete decadenti. Al momento c'e' un programma di recupero, ma il restauro della sola city hall costa uno sproposito e questi fondi difficilmente verrano recuperati. La visita prosegue con il Yangoon heritage. Una non impressionante esposizione fotografica dei tempi che furono e d momenti storici della storia del paese. Quelle che piu' mi impressionano sono: gli abiti della delegazione che va in inghilterra a trattare i confini dopo la prima guerra con gli inglesi, la resa dei giapponesi nello stadio di yangoon e la recente marcia dei monaci contro la dittatura militare. Mangio 2 piatti di riso e verdure in un posto dietro la ambasciata e poi aspetto con noemi il visto all'interno della stessa. Fa un caldo ignobile e l'aria condizionata da' un po di sollievo ad entrambi. L'idea e' vincente, dopo di me entrano 4 famiglie con uno stuolo di bambini; l'attesa si sarebbe protratta di parecchio. Ho il visto indiano sul passaporto, non è ad ingresso multiplo, per cui se vado in Nepal (al momento non in programma) dovrò fare un altro visto. Con un po' di fatica troviamo il servizio di taxi collettivo e si va in stazione. Li' conosciamo Sonia, una ragazza giovanissima e un po' svampita(mentre scrivo e' in ospedale a Bangkok per una infezione intestinale) con la quale condivideremo la stanza a Bagan e la giornata successiva a Bagan. Chiedo 4 volte all'addetto se ci danno da mangiare o se devo procurarlo, mi dice che ci daranno del cibo. Ho 10 ore di bus davanti e spero di riuscire a scrivere qualcosa. Il bus ha piu' o meno le stesse amenities di un aereo; tavolino, schermo personale con films e giochi. Parte una sfida efferata con noemi ad un gioco in cui bisogna collegare la centrale elettrica alle case. Ha un vantaggio molto forte, lotto per non stare di 10 livelli sotto e ci riesco ma alla fine non ho scritto niente. Il bus ferma ad una zona di servizio e mi mangio del riso fritto. Poi prendo sonno, ovviamnente nel bus ci sono tra i 5 e i 7 gradi centigradi

lunedì, aprile 18

5 aprile Agga GH yangoon

mi sveglio alle 8 circa. Trovo un messaggio sms della tizia dell'uffico turistico. E' gia' in ufficio. Vado e pago il mio premesso. Il 22 il mio passaporto avra' il lasciapassare per frontiera di Tamu!! In quell'ufficio conosco Claudio, di quartoggiaro, che fa la stessa pratica. E' via di casa da circa 2 anni, e' stato in australia e passero' con lui parecchio tempo in seguito. Uscito da li' con Noemi cerchiamo un modo per raggiungere Bagan. La cosa non sembra affatto semplice. Alla stazione dei treni ci danno posti disponibili dopo 4 giorni e dobbiamo optare per autobus molto caro per la notte successiva. Nel pomeriggio gita a 2 paesini nelle vicinanze di yangoon: Thanlyn e Kyautlan. Nel primo c'e' vita di paese e un mercato interessante da li' , proseguo da solo per Kyautlan. Questo secondo vanta una pagoda costruita su una isola sul fiume, un mercato in legno e una pagoda sulla terraferma che offre belle visuali sul fiume. Cerco da dormire, ma non trovo nulla. Mi faccio tagliare la barba in un barbiere il cui negozio era grande 1 m x 2,50 (tra lo stupore divertito dei passanti) e poi vado su un molo a guardare le barche che oltrepassano il fiume. Ci sono un sacco di gabbiani che contornano queste barchette e anche sul molo ce ne sono tantissimi!! ne individuo 4 razze diverse: bianchi, con testa nera e becco rosso, con collare nero e becco giallo e con becco rosso. I locali gli lanciano delle frittelline di pesce vecchie. Fanno praticamente il giro e si ripresentano a lato del molo e prendono al volo le frittelline. Fanno un discreto baccano. Prendendo bene la mira si puo' far mangiare il fortunato prescelto. Rido un sacco!! sono veramente tantissimi! Oltre a quelli che fanno il giro vicino al molo, i tanti che volano vicino alle barche quando queste si allontanano praticamente ne occultano la vista e si vedono solo macchie bianche che attraversano il fiume. Sto un po' li al vento, vedo un pescatore che riavvolge su un rocchetto la lunghissima lenza che utilizza per pescare e inizio il mio ritorno in citta'. Arrivato a Thanlyn vedo un ingorgo epico, dopo una mezzora passiamo l'imbuto e ci muoviamo verso yangoon. Questa notte optiamo per un ostello tremendo, ma confortevole. La camera e' piu' grande dell'altra e tutto sommato ci si sta bene, anche se i proprietari non spiaccicano una parola di inglese. Mangiamo nel baretto sotto l'ostello parlando con uno spagnolo, tassista di Madrid un po' pieno di se'. Poi a dormire.

4 aprile day to day GH pathein

Sveglia alle 5.20. L'autobus parte alle 6 dalla stazione fuori città. Ad aspettare, prima che faccia luce troviamo una decina scarsa di persone. Alcune di loro "siedono" sulle caviglie. Una posizione in cui si vede spesso gente attendere da queste parti. Pianta del piede completamente poggiata a terra e ginocchia piegate. Prendiamo l'autobus e dopo aver attraversato il delta del fiume si arriva a yangoon. Dalla stazione a ovest della città, invece di aspettare il 39, chiediamo ad un'altro autobus se va in citta'. Ci dice di sì e lo prendiamo. Fa un giro lunghissimo e ,ad un certo punto, ci fa pure scendere e prendere un'altro mezzo!! Oltretutto questo fa delle strade ingorgate di traffico. Volevo mangiarmelo! Tutto sommato ci permette di fare un giro nei sobborghi di yangoon (che non stupiscono, palazzi non troppo alti, ma nulla di memorabile). La guida dell'autista del secondo mezzo, invece, colpisce. Manca poco che passi pure dalle aiuole. Tatuato in varie parti, mastica betel con espressione imbronciata e manco usa troppo il clackson, sa che il piu' grosso passa per primo e sa anche che lui e' alla guida del mezzo piu' grosso. Arriviamo in centro, giusto dietro la ambasciata. Ho notato dei baracchini che vendono cibo in zona. Mangio del riso con verdure e faccio pure il bis, era molto buono. Dato che il caldo e' insopportabile andiamo in ambasciata ad aspettare, confortati dall'aria condizionata. Ci chiedono di mettere i telefoni nelle borse, ma all'interno ci sono persone che lo usano con naturalezza. Un primo assaggio dei "divieti" indiani, ad ogni modo L'aria condizionata fa il suo lavoro e ci ritempriamo un pò. In ambasciata c'è anche quel ragazzo(secondo me nordafricano) che si era visto rifiutare il visto sul passaporto thailandese (illibato il passaporto) quando portai il mio in ambasciata. Il visto e' pronto!! Faccio le foto, lascio le impronte digitali e mi ridanno il mio passaporto. Sulla strada verso l'ostello compriamo del riso take away e della birra. Arrivati in ostello facciamo check in. Sono talmente assetato che lascio letteralmente tutto il denaro che ho con me sul tavolo della reception e mi attacco alla bottiglia fresca. In ostello hanno disponibili solo camere doppie. La prendiamo, ma la camera e' piccolissima; senza finestre, non dico che mi aspetto il tavolo,ma almeno il cestino... 2 letti incolonnati con aria condizionata. Faccio il trattamento alla permetrina al lenzuolo dove dormo e tutta la guesthouse per 2 ore sa di piretro. Metterò a stendere il lenzuolo in una camera vuota vicina alla mia per evitare che l'odore diventi ancora più forte. Usciamo e andiamo a vedere il pezzo forte di mandalay: la shewdagon paya, una pagoda molto grande situata in un complesso di edifici religiosi. La si vede da varie parti della città. Si presenta come un grande imbuto dorato rovesciato. Per arrivarci da sud si passa un grazioso parco affollato di coppiette. Tutti gli accessi alla pagoda sono coperti da portici sormontati da belle cupole birmane. Le "volte" sono parallele al suolo e sormontate da guglie molto decorate. I colori più utilizzati sono il verde e l'oro. All'interno ci sono vari dipinti e sono affollati di venditori. I controlli per entrare sono abbastanza rigidi. E' un po' tardi per entrare e decidiamo di affacciarci alle entrate , ma di non fare il biglietto. All'interno si vedono vari edifici di culto, campane ed edicole votive. Usciamo dal lato est (quello opposto all'ostello) e poi ci dirigiamo verso l'hotel. La zona immediatamente alla base del complesso è affollato di venditori. Proviamo anche il betel, (nella foglia, oltre a betel c'e' un po' di calce e dei semi di lime) aspiravamo alla foto coi denti rossi, ma il sapore e' talmente disgustoso che lo sputiamo subito. La camminata (circa 4 km e per nulla panoramici) si rivela molto stancante. Mangiamo in strada del riso e arrivati in hotel andiamo a dormire.

3 aprile day to day GH pathein

sveglia alle 7 1/2 e ci prepariamo ad uscire. Entrambi ci aspettiamo sogghignando di trovare il mototassista fuori dal'hotel, ma non lo troveremo. Chi invece ride apertamente e' un ragazzino che fa parte dello staff dell'hotel. Mi trova veramente molto comico. Sta sulla porta, mi indica a Noemi e ride, senza manco fare finta di star ridere per altri motivi. Avra' sui 12 anni, capelli nero corvino poco piu' corti che "a caschetto" e maglietta, in fondo mi sta simpatico, anche se ride di me a prima mattina. Bisogna scegliere la spiaggia, ce ne sono 2 raggiungibili. Una, chaung tha beach, e' sensibilmente piu' bella, bianca e lunga 18 km ,ma meno frequentata dai locali, l'altra , ngwe saung, e' di sabbia grigia, ma ci sono piu' locali per il degradare piu' lento del litorale. Usciamo e ci dirigiamo verso il bus per ngwe saung. Per colazione ci fermiamo in un posto con dei tavolini bassi,ovviamente, sulla strada. Notiamo che il cameriere non pare proprio al settimo cielo. Valutiamo che e' domenica, stara' lavorando da 4 ore e si vede passare davanti tante persone che vanno ad una o all'altra spiaggia. Comunque ci vede e prepara il tavolo: rovescia in terra il te' che e' nei bicchieri, ecco: il tavolo e' pronto. Noemi beve un caffe' e una frittella allungata tipo churros. Io prendo una tooman, una torta a base di pasta di riso con arachidi e una sorta di sedano candito(pew yan yo). Andiamo a prendere il bus. I posti rimasti sono minuscoli, davanti a sinistra. Il posto per le gambe e' proprio poco e sono preoccupato che con le buche queste sbattano sulle parti di metallo. Fortunatamente non ci sara' questo problema. Quando il bus e' pieno si parte. Il copilota gia' da principio fa capire di avere i numeri per stupire, appeso fuori dalla porta fa fare spazio a chi arriva di fronte. Non so se e' perche' l'autobus e' grosso e il primo autista (che chiameremo il proprietario) non devia dalla strada per nessun motivo o per le sue grida, ma e' molto efficace, si spostano praticamente tutti e arriviamo al punto di cambio pilota. Il proprietario scende e il copilota prende il suo posto. Poco prima di ripartire il proprietario, da terra infila la mano del finestrino lato guida per recuperare i suoi betel. Il copilota intuisce la situazione, sposta il sacchetto appena prima che la mano del proprietario inizi a cercare il suo sacchetto, posto appena sotto il finestrino. Prende un betel per se, mentre la mano del proprietario continua a cercare tentoni il sacchetto dove lo aveva lasciato , dopo averlo preso lo rimette dove la mano del proprietario lo trova. Si scambiano i ruoli e si parte. l'autobus e' messo maluccio, ovviamente non c'e' un indicatore che funziona: tachimetro, contagiri e contachilometri non vanno. Ci sono 6 levette con indicazioni in cinese. Continua a salire gente, anche se il bus e' partito gia' pieno. In un paio di occasioni, su salite impegnative il bus arranca vistosamente e il copilota non pare avere molta cura del mezzo, da parte sua il proprietario (il nome e' venuto fuori in questa occasione) gli urla qualcosa che non paiono solo consigli su come affrontare la strada. Il paesaggio vanta qualche saliscendi, ma purtroppo la deforestazione ha colpito anche questa parte di paese. Piantagioni di alberi della gomma lasciano al sole gioco facile e la terra, color marrone chiaro/rossiccio, e' secca e polverosa. In zone difficilmente coltivabili tipo curve particolarmente strette o versanti scoscesi resta traccia della vecchia vegetazione. Alberi ad alto fusto, banani e arbusti hanno colori ben differenti tra loro, lungi dal verde unifrme delle piantagioni monocultura. La spiaggia, come detto, non e' paradisiaca, l'acqua e' anche torbida sottocosta. Pero' ci sono tanti bagnanti.Entrano in acqua tutti vestiti. Il sole da queste parti si evita, non si prende, neanche in acqua. Ci sono famiglie con bambini e cibo al seguito. Percorriamo un pezzo di litorale, arriviamo vicino a dove arrivano le piccole barche da pesca. Sulla spiaggia ci sono centinaia di piccoli granchi. Hanno un chela molto piu' grande dell'altra. Mi sa che serve a mangiarsi i propri simili. Seguiamo i pescatori che scendono dalla barca pensando di riuscire a comprare pesce a buon prezzo. Il pesce una volta arrivato viene diviso per taglia e il piccolo e medio viene essiccato sui tetti delle case, la taglia dai 8/10 cm in piu' segue altre lavorazioni. Noi cerchiamo di contrattare per 2 da 20 cm circa ma ci chiedono piu' di quel che vale gia' cotto con riso a fianco e proseguiamo. Passiamo una zona di acque nere e rifiuti. Rientrati nell'abitato troviamo da mangiare delle frittelle. Io vorrei del pesce e faccio un giro, ma non trovo nulla di particolarmente conveniente e/o interessante. Andiamo quindi in spiaggia per un bagno. Lo faccio prima io. Come prima ci sono famiglie che si bagnano sottoriva. Gran parte delle persone si bagnano completamente vestite. In spiaggia , sotto gli ombreloni, la upper class birmana, camicette candide e orologi. Mentre noemi fa il bagno io approfitto per prendere frutti di mare arrostiti e del pesce ; e' diventata una questione di principio. Una signora vende vongole, granchi e pesce, tutto arrostito su spiedini di legno. Mangio i granchi e le vongole. Poi mi avvio verso la stazione dei bus. Arriviamo alle 3.40 e sappiamo che il bus parte alle 4. Manco arriviamo e l'autista ci mette premura. Mi tolgo il sale di dosso nello stesso ufficio degli autobus e quando alle 4 meno 10 salgo sul bus (con pesce arrostito sulla bacchetta e sacchetto con la salsa) il copilota, alla guida, parte a razzo. Non cado per miracolo e fatico a sedermi. La entrata rocambolesca fa ridere tutti i presenti. Sara' che non siamo seduti davanti, ma l'autobus sobbalza un sacco!! SALTANO ANCHE DEI SEDILI!! In tutto questo la mia voglia di mangiare il pesce non si sopisce e riesco, con parecchia difficolta,' e facendo cadere gran parte della salsa, a mangiarmi il mio pesce arrosto. Dopo un po' il bus si ferma e carica del legname. Si riparte sempre con gran foga (io ipotizzo che il copilota abbia la scopata pronta a patheing). Il percorso prosegue tra sobbalzi esilaranti. Con tutto questo, l'ombra dell'autobus rende evidente che sul tetto c'e' una persona!! Oltretutto durante il tragitto il copilota gli passa un betel. Arrivati in citta' vado a prendere i biglietti del bus e un ragazzo si offre di darmi un passaggio; parla un buon inglese e facciamo 4 chiacchiere. Tornando noto dei begli edifici in legno. Vorrei arrivare in tempo per godermi il tramonto dal balcone dell'hotel, ma mi coglie per strada e cosi' me lo guardo da li'. In hotel parliamo con un nigeriano che sta lavorando nel delta dell'irrawaddy, e' veramente enorme, soprattutto a lato dei frequentatori dell'hotel. Dice che lavorare coi locali e' difficile, non danno la minima importanza alla soddisfazione del cliente e mangiano un sacco di volte al giorno. A cena mangiamo pesce arrosto in un posto dove finalmente si beve birra fredda, normalmente e' fresca, se non meno che fresca. Poi a letto presto, l'indomani sveglia prima dell'alba.

lunedì, aprile 11

2 aprile agga GH yangon

sveglia con comodo e colazione con jordan. Poi vado a cercare l'ufficio per il permesso. E' sato spostato e trovarlo non risultera' molto semplice, anche se si e' spostato di una manciata di metri. Ad ogni modo l trovo e la signora Ee che ci lavora e' molto preparata. La agenzia turismo statale di Yangoon con 100$ mi procurerebbe il lasciapassare, ma sono troppo stretto coi tempi. Il rompicapo della situazione è questo: - Il passaporto è in ambasciata e me lo danno mercoledì alle 15 - l'ufficio a cui fare richiesta lavora 2h dalle 13.30 alle 15.30 - martedì già è al limite per fare la richiesta ( da fare 20 GG prima del passaggio) - la mia referente che parla inglese lunedi non lavora - tale Peter , che pare potermi aiutare, non spiaccica una parola di inglese per telefono - In aeroporto e un paio di frontiere con 3$ al giorno si può sforare i 28 giorni. questo potrebbe essermi di grande aiuto, ma pare che a Tamu non sia possibile. C'è inoltre il rischio che la pratica ( che viene gestita in un ulteriore altro ufficio ) non sia pronta alle 15.30 martedì , per questo lunedì devo presentare i documenti, cosi martedì manca solo 1 timbro e i soldi e la pratica si considera completa. In tutto questo manca la copia della pagina del passaporto col visto birmano che è in ambasciata indiana e non è detto che me lo diano. Soluzione: - Lunedì vado in ambasciata e chiedo di poter fare le fotocopie, che invio a Peter e lui istruisce la pratica, cosi - Martedì pago e la cosa parte in tempo e ho il mio lasciapassare - mercoledì ritiro il passaporto e posso lasciare yangon. Con tutti questi appuntamenti e una buona dose di ottimismo torno in hotel. Faccio check out e con noemi prendiamo la via della stazione dei bus. Destinazione Pateing. Sara' la base per andare in spiaggia a vedere come i locali passano una domenica al mare. La stazione ad ovest della citta' e' addirittura dopo il casello autostradale, ci va il bus numero 39. La stazione dei bus e' abbastanza grande e dei ragazzini ci aiutano a trovare la compagnia che serve per andare a Pateing. Per arrivarci si attraversa il delta dell Irrawaddy. Tante braccia dello stesso fiume in una pianura assolutamente senza rilievi. Nonostante i tanti corsi d'acqua il paesaggio, verde e non brullo, non e' comunque lussurreggiante. Le piogge si stanno facendo aspettare anche in questa parte del paese. Sul bus l'aria condizionata e ovviamente accesa e la temperatura dai 27, della partenza si abbassa sempre piu' alla fine ci sono 16 gradi. Scendo con un discreto mal di schiena. Arriviamo in stazione che e' buio e rifiutiamo l'offerta dell'unico tassista, abbiamo zaini leggeri e 4km non ci spaventano. Dopo circa 1km e mezzo la strada (a scorrimento veloce) pare peggiorare per i pedoni e optiamo per dei moto taxi. Si fanno avanti 2 personaggi comicissimi. Anzianotti, belli allegri (ubriachi, appureremo), che ci offrono il servizio ad un prezzo abbordabile. Uno ha occhiali piccoli con uno scooter con cestino metallico, l'altro non ha il cestino e porta una piccola anguria tra le ginocchia. Questo secondo , che ci dice decine di volte che il giorno seguente e' disponibile a farci da tassista vince mani basse il titolo di personaggio del giorno. Arrivati in hotel ci segue praticamente fino in camera. In hotel si sente della musica in lontananza. Quando usciamo a mangiare, circa 20 minuti piu' tardi, il tassista e' ancora li' e si ripropone nuovamente!! Ad ogni modo non e' eccessivamente insistente e risulta comico e simpatico. Prendo il numero di telefono e riesco a farlo smettere. La musica arriva da un camion illuminato con sopra figuranti in costume tradizionale che ballano coreografie molto molto semplici. Ci dicono che e' una sorta di anticipazione della festa dell'acqua prevista per la settimana successiva. Mangiamo in un ristorante dalle sedie minuscole e dai tavoli bassissimi. Ci danno dei piatti abbondanti, ma dal sapore non indimenticabile, abbastanza scialbo tutto sommato. Tornando passiamo davanti ad un paio di pagode ,ad un pennone senza bandiera nella piazza principale e ad un paio di edifici in legno con bei balconi decorati.

domenica, aprile 10

1 aprile wayfader's rest yangon

Mi sveglio in anticipo per essere prima delle 9 in ambasciata. Faccio colazione e parlo con un francese che aveva ipotizzato il mio stesso itinerario, ma che poi aveva cambiato idea. Arrivato in ambasciata mi dicono che emettono solo 8 visti al giorno, io sono il 6 arrivato. Mi invitano a tornare dopo un'ora abbondante. L'ambasciata e' proprio in centro. Al centro di yangoon c'e' un parco. Il parco e' stato chiuso ai cittadini e occupato dai militari per vari anni. Durante gli scontri contro il regime militare intorno a questo parco pare che se le siano date di santa ragione. Mentre sono al parco un monaco molto giovane mi chiede apertamente del denaro , resto colpito, proprio non me lo aspettavo. Si avvicina, apre il contenitore delle offerte e mi mostra che all'interno ci sono delle banconote. Si fa vivo varie volte, una pure all'esterno del parco. Vicino al parco c'e' l'ufficio che emette i permessi per arrivare via terra in India, ma non lo individuo. Cambio hotel e vado al museo nazionale. Prendo un primo autobus e vado troppo avanti. Per tornare indietro prendo uno scassone epico, con pavimento in legno, ruota di scorta(bella grossa) nell'abitacolo e sedili rattoppati. Io tra l'altro seduto fisicamente non ci sto e devo mettermi in un posto con le gambe verso il corridoio. Ho a che fare con gli assistenti dei bus urbani(il corrispondente del pratico). Praticamente prendono le persone che devono salire al volo e le indirizzano verso l'abitacolo. Il bus si ferma solo se i passeggeri sono tanti o c'e' una persona anziana. Il museo nazionale e' interessante, lo vedo con una ragazza inglese. Le faccio anche lo sguardo sexy, ma stranamente lei non si butta ai miei piedi, anzi , finisce di vedere il museo con una altra ragazza (che aveva un ritmo piu' veloce del mio, immagino sia per quello). Nel museo ci sono vari reperti storici, oggetti di vita quotidiana dei tempi passati e riproduzioni dei palazzi della cittadella reale di mandalay nonche una rassegna delle varie arti del paese. A mio giudizio eccellono senza dubbio nella scultura del legno e della pietra. All'ultimo piano una raccolta etnografica da leccarsi le dita: divisi per stati sono esposti abiti tradizionali e feste popolari delle varie etnie del paese Sono proprio tante e seppur povera di spiegazioni la raccolta e' molto interessante. Il pezzo forte del museo e' il trono utilizzato dal re per amministrare la giustizia. In passato c'erano vari troni. Da ognuno di questi il re espletava funzioni differenti. Quello rimasto e' stato un po' in inghilterra, per poi essere restituito in tempi molto recenti. Altro reperto che ho avuto modo di apprezzare e' una sorta di scettro che a nticipava il regnante nelle parate e nei suoi movimenti in citta'. Ho apprezzato la cosa perche' durante la cerimonia di istaurazione del nuovo governo lo ho visto in parlamento. Tornato in hotel trovo noemi,ma non ha una bella cera; la sera prima durante la festa a Bago deve aver mangiato qualcosa che la ha disturbata. Riesce comunque ad uscire e facciamo un giro in cerca di un alloggio piu' economico. Mangio dei tagliolini in zuppa in una bancarella e torno in hotel. Qui conosco jordan, il personaggio del giorno. Jordan e' un ragazzo francese molto giovane venuto in autostop dalla francia. E' molto pacato nei modi e abbiamo delle conversazioni piacevoli. Anche lui vorrebbe andare in India dalla frontiera di Tamu, ma non ha abbastanza giorni per procurarsi il permesso. Cerchiamo una barca , ma con scarsi risultati. Bevo una birra e vado a letto.

venerdì, aprile 8

31 marzo , bago, san francisco guest house

sveglia con calma, finisco di smacchaire i pantaloni e la parte di manica della maglietta che uso per asciugarmi la fronte e faccio un giro, forse riesco a rivendere i biglietti per la cosiddetta zona archeologica. Ci riesco! i Due tedeschi a cui lo avevo proposto sono interessati e riesco a venderli a poco meno di meta' prezzo. Poi torno a letto. Quando mi sveglio trovo Noemi che sta lavando pure lei. Andiamo a fare colazione. Io bevo del caffe, del te e mangio una tortina alla crema pasticcera avvolta in pasta sfoglia. Fondamentalmente oggi devo prendere il treno per yangoon per poter fare la richiesta di visto indiano la mattina successiva , oltre a provare il brivido del treno a scartamento ridotto. Noemi mi accompagna in stazione, la biglietteria e' ancora chiusa. Apre un'ora prima dell'arrivo del treno, e se il treno e' in ritardo, bisogna spettare che il ritardo scorra fino a meno di un'ora. Li conosco dei ragazzi, 2 inglesi e 2 americani. Uno di loro fuma in stazione proprio sotto il cartello che vieta di farlo. Quando Noemi glielo fa notare, dice che lo ha gia' fatto altre volte. Purtroppo nessuno lo multa come invece accade al suo paese. Io esco a fumare. Ci sono dei ragazzini che giocano a palla. Il treno ha solo un leggero ritardo. Faccio un biglietto per la upper class e salgo. La classe superiore prevede sedili imbottiti, tavolino e ventilatori. Immediatamente mi si siedono vicino dei ragazzi molto giovani. Sono curiosi' ma una volta esaurite le poche parole a disposizione se ne vanno. Il treno a scartamento ridotto arriva a sfiorare financo i 45 km orari e dondola un po, oltre a sobbalzare sui binari roventi per il sole. La campagna, come avevo notato anche altre volte, ha un che di schizofrenico. Da un lato della ferrovia e' tutto molto secco, invece dall'altra parte c'e' il verde chiaro dei germogli che spicca tra le risaie inondate. Un paio di km dopo l'inverso. E' cosi' fino a Yangon. Io ne approfitto per scrivere. Arrivato a yangoon prendo la circolare e vado nella zona degli ostelli, tra la strada 9 e la strada 14. La ricerca si rivela una autentica agonia. Fa caldissimo e ho lo zaino. Per di piu' molti ostelli sono pieni. Noto i citofoni locali, sono molto comici. Il citofono non esiste. Legati ai balconi ci sono delle campanelle. Sotto il balcone, ad altezza fruibile dai pedoni, ci sono i vari fili che portano a questa o quella campanella. Per distinguerli c'e' un po' di tutto: compact disk di questo o quel gruppo' pezzi di tubo (con variante di materiale, piuttosto che gomito/dritto/curva) , mollette colorate, e chi piu' ne ha piu' ne appenda. Stremato, finisco in un posto che a 11$ offre dormitori di lusso. Tutto nuovo, aria condizionata , armadio con la chiave in legno e tenda ad isolare il letto. Concordo che mi dovranno aiutare con la richiesta online e farmi un paio di fotocopie. La scelta del posto dove cenare si rivela anche quello una bella sfida. Il mercato notturno di yangoon sono 400 metri con bancarelle da entrambi i lati per di piu il cibo non e' proprio economico. Decido di mangiare dei ravioli al vapore pensando di affogarli nella salsa di soia. Ovviamente la signora yha solo una salsa piccante.... Mangio li' in un angolo e vado all'internet point. lo trovo chiuso, e dopo aver provato sul cellulare uso il computer della reception. Caricare la foto si rivela cosa non facile e con il ragazzo del reception smanettiamo per quasi 2 ore, ma la richiesta e' pronta! Esco per una birra in un posto visto a pomeriggio. li' incontro dei ragazzi che mi invitano al loro tavolo, si vede che sono li' da un po' un paio sono alticci, altri lo erano un paio di ore fa, forse; sono informatici e si sono trovati per discutere alcuni temi. Mi fanno presente le 2 filosofie che dividono il mondo dei provider di servizi informatici legati al web. Cisco(americana) che vende tecnologie e corsi cari e -non ricordo il nome- lituana che propone software freeware e il cui hardware e' parecchio piu' economico. Il personaggio del giorno, Sai, panciuto e molto aperto propende apertamente per la tecnologia lituana. E' di etnia Shan e ha la risata facile, ci tiene a specificare che sta bevendo birra, ma e' piu propenso a bere whiskey. Non perde occasione per prendere in giro l'amico (un bel po' ubriaco) che ha entrambe le certificazioni e che invece tende a preferire la tecnologia made in USA. Ha un berretto della federazione italiana di sci e pochi peli di barba. L'amico ubriaco da evidenti segni di cedimento e ci invita piu' volte a concludere la chiacchierata. Ovviamente puntualmente Sai lo prende in giro dicendo che non regge. Con loro passo un'oretta, ci scambiamo le email e poi vado a dormire in hotel.

30 marzo' bago' emperor motel

La sveglia e' tra le migliori finora. E' l'alba e l'hotel ha una finestra che da sulla grande pagoda. Mi godo lo spettacolo nel fresco della camera condizionata. Poi mi rimetto a dormire. La camera decisamente non e' messa bene, e mi sa che qualcosa mi ha pure punto durante la notte. Sul braccio sono comparsi una decina di puntini. Salgo sulla terrazza per valutare le distanze dalle pagode che si vedono. Non paiono eccessive. Dopo i check out la guesthouse ha camere sul retro e cambio hotel. Facciamo colazione on te, caffe' e frittelle. La citta' e' stata capitalke di regno e ha parecchio da offrire. C'e' la ricostruzione (molto deludente) del palazzo reale, un paio di monasteri e un paio di stupa enormi e un tempio antico che ha resistito a invasioni e terremoti. Iniziamo le visite che e' gia' mezzogiorno e ci rendiamo conto che serve una moto, fa troppo caldo anche se le distanze non sono enormi. Inizialmente pensiamo di affittarla, ma poi optiamo per offrire ad un ragazzetto di portarci in giro lui. Non dovremo cercare le strade e con un pilota piu' esperto di noi 1 moto sara' sufficiente per entrambi . Contrattiamo il prezzo e si parte. Per la cosiddetta zona archeologica di bago e' previsto un biglietto di 10000 kiat. Immaginando che il palazzo reale fosse originale spingo per prenderlo, ma e' tranquillamente evitabile. I locali sanno dove entrare per evitare di farsi controllare i biglietti e i guardiani alle 5.30 smettono di lavorare per cui posticipando le visite questi 10000 si possono evitare. Visitiamo un paio di monasteri, quello di sein ta lya e quello detto del serpente. Dentro questo secondo c'e' un serpente che si crede sia la reincarnazione di un monaco. Il pezzo forte della citta' e' il complesso di Shemadaw Paya. Qui c'e' uno stupa alto 112 metri che si ritiene contenga un paio di capelli di budda a cui si e' aggiunto un dente nel 962. Nasce di dimensioni molto molto piu' piccole, ma siccome e' crollato varie volte (una volta per il vento nel 1492) ogni volta veniva costruito piu' alto e ora e' perfino piu' alto di quello di yangoon. Di per se' non e' mperdibile, ma le costruzioni che ci sono intorno rendono il complesso veramente bello. Segnalo le numerose capannette dove gli astrologi predicono il futuro ai clienti, un paio di campane di grosse dimensioni e un pavimento rovente. Tutti si muovevano a passo veloce, anche sul tessuto steso a terra per evitare che i piedi dei visitatori si ustioninino. Nel corridoio per entrare ci sono dei dipinti con le successive ricostruzioni dello stupa. Fa veramente caldo e le macchine fotografiche hanno le batterie a terra. Proponiamo al ragazzino di passarci a prendere dopo 1 ora. Lui preferisce andare via, lo paghiamo, mettiamo a caricare le batterie e andiamo a mangiare. Io mangio una zuppetta decisamente poco sostanziosa a base di uovo. Usciti dopo una breve siesta visitiamo cio' che resta da vedere in citta'. Ci sono quattro templi ad ovest della ferrovia che meritano una visita. Prima visitiamo . Ha due targhe, una in lingua mon e l'latra in lingua kmer oltre a una serie di "dipinti tridimensionali". In pratica parte delle cose rappresentate, per lo piu' personaggi presenti nella scena escono dal piano di rappresentazione. Penso siano sculture di legno dipinte. Ne ho viste anche in altri posti. Hanno funzione di diffusione delle storie sacre anche ad un pubblico che non e' in grado di leggere le eventuali iscrizioni, un po' come gli affreschi nelle chiese nel medioevo. Li' vicino un budda di una 70ina di metri di recente costruzione ed uno un po' piu' interessante poco distante. Anche in questo caso una serie di dipinti in un bel salone in legno(a me sono piaciuti molto) narra la leggenda legata alla statua. Pare che il figlio del regnante (di religione animista) si fosse recato a caccia ed innamorato di una locale. Tornato a corte con la ragazza , questa continuava a pregare una piccola immagine di budda. Il re sapendo che i due non erano animisti li mando' a morte. Scongiurato dalla madre il re torno' sui suoi passi e concesse possibilita' ai due di vivere purche' adorassero le divinita' locali. La prima volta che la ragazza prego' per questa divinita', l'idolo ando' in frantumi davanti agli occhi del re. Impressionato dall'accaduto si converti' al buddismo, impose il buddismo ai sudditi e costrui' la statua. Questa rimase nascosta e avvolta dalla jungla per tanti anni, finche' in occasione della costruzione della ferrovia salto' fuori dalla vegetazione. A circa 1 km ad ovest un altro stupa di grandi dimensioni. E' particolare perche' la parte bassa e' a gradoni ed e' dipinto di bianco, normalmente costruzioni di questo tipo si trovano piu' a nord. L' ultima visita del giorno e' forse la piu' interessante. Oltre ad un piccolo tempio in muratura al centro di un laghetto, anche lui con questa caratteristica, una monaca ci fa vedere uno stupa che ha resisitito a guerre e terremoti. All'interno dello stupa presenta un tunnel che fa il giro delo stupa stesso. Ci sono varie statue e iscrizioni con i nomi dei beneffatori che hanno donazioni al tempio. Poco distante da li' un'altro tempio. Le divinità rappresenta te sono chiuse da gabbie metalliche. Una monaca ci dice, o almeno così capiamo, che i musulmani più radicali, esattamente come facevano i colonizzatori, distruggono le immagini sacre. È ormai buio. Sulla strada del ritorno un ragazzino si offre di darci un passaggio. Mangiamo del riso con curry e poi proseguiamo. Vediamo un palco. Il giorno successivo ci sarà " ocean music", risulterà essere tipo musica rock, per festeggiare la nuova strada. Percorrendola , risulta che la nuova strada prima era una passarella in legno e ora è un terrapieno con sacchi di sabbia ai lati. Casupole in legno si affacciano sulla nuova strada. Cerchiamo un baraccio per un oje. Il baraccio si trova ,ma offre solo whisky puro o birra calda. Li vicino la stazione ferroviaria e la strada del mercato, popolata di cani. Aspettiamo un paio di autobus per cercare di rivendere i biglietti,validi 3 giorni. Ci riuscirò il giorno dopo, fortunatamente. Lavo e vado a letto

venerdì, aprile 1

29 marzo mawlamyne aurora guesthouse

mi sveglio che e' veramente molto presto, il museo del popolo mon, il pezzo forte di oggi, apre alle 10 per cui con un adeguato movimento roteatorio del corpo prolungo la posizione orizzontale. Mi alzo alle 8 e dopo la doccia chi ti trovo? Noemi. In teoria doveva prendere un autobus per pha an di prima mattina. Ha dimenticato li' una borsa e va a recuperarla, ci si incontrera' a Bago. Facciamo colazione insieme nella cafeteria sotto l'hotel. Io mangio una sorta di tortina alla crema, una frittella e provo il caffe' locale. Non e' forte come l'espresso, che mi da' problemi allo stomaco. Lo si beve aggiungendo del latte in polvere; ne viene fuori una bevanda un po' spessa, dal sapore dolciastro. Tornato in camera ascolto un po' d statuto, un po di paola nicolazzi' chiudo lo zaino e alle 9 1/2 passo il parcho che porta al museo. Il museo e' interessante. Da' una panoramica sulla cultura mon. Abito tradizionale, artigianato, alfabeti locali, feste , strumenti musicali tradizionali, scultura e mawlaminesi illustri. C'e' anche la lettera con cui il generale dell'esercito popolare in lotta coi giapponesi mette a disposizione le sue milizie alle truppe alleate in lotta con i giapponesi. Uscito di li' con un mototaxi vado verso la stazione degli autobus. Mi saluto con i ragazzi francesi. Loro vanno alla pagoda principale, io la lascio per la prossima volta(qualcosa va lasciato, nella speranza di tornare in citta'). Arrivato in stazione un po' mi mangio le mani; devo aspettare piu' di un'ora. Mangio del riso e salgo sull'autobus. Questo autobus si ferma ad ogni angolo e raccoglie chiunque faccia cenno. Il paesaggio vede una bassa collina che corre parallela alla costa e' punteggiata di stupa e templi. Ovviamente si attraversano vari paesi. C'e' un grosso camion che fa la nostra stessa strada. Lo superiamo, poi ci fermiamo e ci supera, poi lo superiamo, ci fermiamo e ci supera, e ancora , e ancora , e ancora. Durante le 5 ore di viaggio scrivo un po'. Arriviamo a bago che e' buio. Cerco da dormire. Gli alberghi sono nei 70 metri tra 2 ponti. La situazione e' estremamente rumorosa. Mangio del riso con papera bollita, ma il rumore e' veramente molto forte. C'e' una guesthouse economica, ma il rumore dei mezzi pesanti che imboccano i ponti unito ai clackson usati con parecchia disinvoltura mi spaventa. Le camere disponibili danno sulla strada e opto per un hotel con camere che hanno vetri e non danno sulla strada. Nel frattempo arriva Noemi. L'autista non la ha avvertita ed e' arrivata a yangoon. Arrivata a Bago va a dormire nella guesthouse.