venerdì, dicembre 2

Tunisia 22

 TUNISIA 2022

15 novembre 22 Casa mia Rosate

Non sono proprio carico, non è un gran  periodo, purtroppo.

Spero di un giro delle medine in cerca di qualche antica moschea e qualche museo etnografico.

Atterro in una giornata di sole. L'aereo era abbastanza malandato, ma siamo arrivati senza grandi scossoni ; hanno servito biscotti al cioccolato, una torta compatta tipo torta paradiso e un panino. Nei sacchetti duty free in coda per il controllo passaporti vedo un sacco di Ferrero Rocher. Oggi vorrei fare un giro molto rapido della Medina , comprare un paio di cose e dirigermi a sud. Giovedì mattina c'è un mercato che vorrei vedere e l'idea è essere in zona domani sera

Tra la fermata del bus e la medina si percorre un ampio boulevard con i palazzi delle istituzioni e alcuni palazzi signorili. Notevole una chiesa (penso inizialmente intitolata a San Marco, ma non è così) , i lampioni in ferro battuto e una statua a Ibn kaldoun. Un paio di Mezzi militari apparentemente nuovi e tecnologici fanno bella mostra circondati da transenne lungo il boulevard.

Il rapido giro per la medina, a parte per il gran numero di gatti, non ha impressionato. Ho notato un paio di moschee antiche(in una sono riuscito ad entrare). una bella moschea del XII secolo, con minareto a più colori e sala di preghiera a pianta quadrata. Il mirhab è in bianco e nero, incorniciato da colonnine nere e bianche e iscrizioni in corsivo. Le colonne hanno capitelli corinzi.

Con il pullman per kairouan inizia la mia discesa verso sud.

Arrivo in hotel dopo una passeggiata di un paio di km. Avevo pensato di fermarmi a mangiare qualcosa per strada, ma temevo chiudesse la reception e non mi sono fermato; devo dire che a parte un paio di posti che vendono spuntini e dolci è tutto chiuso. L'addetto al ricevimento parla un po' di inglese. Per la serie "mai una gioia" dato che tutto sta chiudendo gli chiedo dove posso trovare una birra;mi risponde che non c'è birra a kairuan. In effetti è città santa per l'islam e potevo immaginarlo. La camera in compenso non è affatto male, tanto di TV (con cavi staccati e senza decoder),lavandino con sapone e asciugamani, cestino vuoto e la scelta di più cuscini. Domani vedo cosa riesco a vedere e valuto cosa fare. Ho visto per strada fuori città degli arrostitori di ovini, domani attacco con la gastronomia locale: fino ad ora ho mangiato i panini (benedetti) che mi ha preparato mia madre.

16 novembre hotel  kairouan

Sveglia intorno alle 8 ; colazione con pane,burro e marmellata di mela cotogna. Ho visitato la medina e le sue antiche moschee. Ci sono anche iscrizioni kufiche in città. La medina ha il suo fascino, anche se di antico non è rimasto molto a parte il tracciato delle strade, i monumenti e le entrate dei palazzi nobiliari. A pomeriggio vorrei visitare le cisterne, un paio di zauwia (complesso funebre decorato) e poi puntare verso sud. Ci sono delle oasi e vorrei vedere se trovo dei fiori particolari (non è maggio, per cui magari vado a vuoto).

A mezzogiorno ho mangiato una sorta di panino fritto ripieno di insalata e carne. Ho visto anche una banca dal nome parecchio fatalista : la AMEN bank. La raccolta della spazzatura porta a porta la fa un signore con un carretto a spinta e un fischietto, quando lo sentono le persone portano giù la spazzatura. La raccolta differenziata la fanno i meno fortunati all' interno dei cassonetti. Dopo mangiato ho visto le cisterne (a cielo aperto) e la tomba cosiddetta "del barbiere". Si chiama così perchè apparentemente sugli abiti del defunto sono stati trovati 3 capelli del profeta; è Un bel complesso in stile andaluso con tetti dipinti e con decorazioni in stucco a stampo. Ci sono 26°. Sulla strada per arrivare in stazione per il bus ho visto un ragazzo che legava una grossa pecora ad un palo. Ha fatto la spesa in un negozio per poi riprendere la pecora e rientrare nella via da dove era venuto.

Il bus verso Tozeur sarebbe partito 5 ore dopo il mio arrivo in stazione e quindi mi sono diretto a Sousse. La strada attraversa una depressione che in teoria declinava in un grosso acquitrino. La mia esperienza riporta una spianata ocra completamente secca. Ci sono piccoli uliveti (per lo più di ulivi giovanissimi) recintati da siepi di fico d'India.

Ottenere informazioni sui trasporti dopo le 16 pare impossibile e non ci sono riuscito. La medina di Sousse non è enorme, ma piacevole. Le parti coperte da volte a botte seguono le tortuosità delle strade lastricate in pietra chiara. La camera di oggi è meno bella di quella di ieri ( e  anche delle ultime 20), ma ha la vista sulla medina e sul faro. Segnalo che il fascio di luce del faro illumina le facciate di 2 alti palazzi , chissà che rottura vedersi illuminata la casa tot volte al minuto!! Sono stato 20 minuti buoni a scegliere il ristorante , mi presento alle 19.45 e lo trovo chiuso! Ripiego per un ristorante meno sostenuto. Mangio una zuppa di pesce e una piccola orata arrosto con insalata. Mi portano anche una insalata di peperoni arrostiti e uovo: piccantissima! Al 2' boccone gli occhi mi si sono sbarrati e la tempia pulsava. Mentre mangiavo attorno a me si sono accumulati una mezza dozzina di gatti aspettando le lische.

Dopo cena ho passeggiato per il lungomare di Sousse. Un bel marciapiede ampio, lungo e illuminato. La sabbia della spiaggia al suo fianco ha una grana finissima e un colore uniforme giallo chiaro, non c'è nero, grigio o marrone tra i granelli.  La sera c'è qualcuno in giro.L’idea per il giorno successivo è visitare la casa di un  ricco mercante,la moschea del venerdì e fare un po' di foto alla piazza di entrata alla medina, poi proseguire verso sud.

Sveglia alle 11.30. inizialmente penso di fermarmi, ma poi esco col bagaglio.

Visito con la luce la piazza di entrata alla medina ,la grande moschea che aveva funzioni difensive (mi cazziano pure oggi perché entro fuori orario) e il monastero fortificato. Passo dal ristorante e mi confermano che chiude alle 6.

La casa del mercante è molto bella , si ha un'idea della vita del secolo scorso. Ci hanno un po' ammassato oggetti "vecchi", ma gli arredi sono originali. La casa ha anche una torre con funzione astronomica, serviva a individuare l'inizio del Ramadan.

Approfitto con gran soddisfazione del bagno del museo. Dopo la visita mi soffermo a parlare con mhamed; lavora metalli e mi dice che vorrebbe lavorare in Italia.

Dopo la visita mi accompagna in un ristorante popolare. È una bella passeggiata nella parte residenziale della medina. Arrivato lì mangio agnello al sugo con piselli.

Anche qui mi servono una insalata di peperoni arrostiti come antipasto, ma non è piccante come quella di ieri. È tutto molto buono e il posto è molto semplice.  Volevo viaggiare di venerdì (so che tutto sarà chiuso) però la curiosità mi porta a prendere un altro mezzo. Questa volta è un luage, un taxi collettivo tipo furgoncino,  che parte quando è pieno e fa l'autostrada. Lo si prende in un capannone con appesi i nomi delle destinazioni.  Sulla strada per sfax ci sono uliveti dopo uliveti. La terra è di un colore ocra più scuro di quello visto venendo da kairouan.

L'idea è andare a tataouine e arrivarci in una notte in assenza di luna per godere di un bel cielo stellato. Probabilmente stasera mi fermo a sfax e domani valuto cosa posso fare per aspettare il momento buono.

Appena arrivato a sfax ho cercato una bibita; trovo una Fanta a base di colorante e manco troppo fresca. Nella medina mi fermo in un alberghetto dove al check in trovo Teo Vasquez. Un muralista spagnolo apparentemente anche famoso (cercate teo v per vedere i murali). La medina alle 6 appare buia e poco sicura. Con lui c'è un migrante giovanissimo che arriva da più a sud. È ottimista e sorridente (pur mancando qualche dente).il prezzo del passaggio pare più o meno fisso varia da 2000 a 4000  dinari a seconda della barca. Con Teo siamo entrambi rasserenati dell'altrui presenza e facciamo un giro ; è presto,ma la medina a pelle pare poco sicura. L'hotel è abbastanza tremendo e aiuto Teo a cercarne un altro. Lo troviamo nella parte  nuova della città. Nel frattempo arriva la chiamata alla preghiera, ma questo imam pare un ultrà, dall' intonazione pare un coro da stadio

La piazza centrale di sfax è una zona pedonale di fronte alla porta principale della medina chiusa da una rotonda. Entriamo in un hotel lì vicino a bere una birra.

La celtia, la birra locale non è male. Non ha etichetta di carta, le scritte sono stampate sul  vetro verde.

Nella elegante lounge, al tavolo vicino al nostro un signore sui 55/60, stilista, prova ad attaccare bottone, ma il nostro francese fa parecchia acqua. Passiamo anche in un supermercato abbastanza grande e noto che alla cassa c’è scritto che ogni acquisto può avere massimo 1 confezione a persona di zucchero,latte,burro e farina.

Mangio un panino e torno in hotel.

Quando scendo a fumare una sigaretta alle 11 circa la porta è chiusa e fuori ci sono dei ragazzini .  Non aprono la porta e mi dicono che è pericoloso (me lo dissero anche a Sousse di  stare attento ai ragazzini della medina di Sfax). vado a dormire alle 12 circa nel mio sacco lenzuolo.

 

Ven 18 hotel El medina, sfax

 

Sveglia alle 9. Vado nell'hotel di Teo e ne approfitto per fare la doccia (segnalo che nel mio hotel è previsto un extra, mi era successo poche volte)e facciamo colazione. Il giro della Medina subito dopo dà soddisfazione . Con la luce il centro storico cambia completamente aspetto.beviamo un tè alla menta, vedo un paio di caravanserragli e un paio di moschee antiche con minareto interessante. Entro anche nella grande moschea. Ha un bel minareto a cubi sovrapposti decorati,un piccolo riwaq(zona di riposo porticata) con pozzo e sala di preghiera con tante colonne.La pietra che delimita il pozzo è consumata dallo sfregamento delle corde utilizzate per prendere l’acqua. È in una pietra marrone chiaro molto porosa(tipo tufo). Teo (che è di cadiz) mi porta nella promenade che da sul porto. Qui chiacchieriamo un po' con dei giovanissimi studenti, poi andiamo verso la stazione dei minibus. Prendo un minibus verso Tozeur.

Ora il paesaggio è leggermente ondulato con qualche serra e ulivi a perdita d'occhio.  Il paesaggio cambia spostandosi ad ovest: compaiono dei rilievi brulli dai contorni arrotondati.

A sud sono isolati, per poi diventare una catena, a nord si presentano da subito in forma di unico fronte che sbarra la spianata.

La strada oltrepassa dei torrenti secchi di un color ocra tendente al marroncino, su ponti a raso.

L' autista (che si ferma a metà strada) riesce a farmi andare su un altro mezzo che arriva a Tozeur, evitandomi di rischiare di restare bloccato a Gafsa.

L'autogrill vende soprattutto acqua,caffè e dolci al miele. C'è un ristorante , ma non vedo nulla di particolare.

I cessi non sono messi male, questo un po' mi lascia con delle aspettative da colmare.

Sorprendentemente prima di Gafsa ricominciano a vedersi alberi (eucalipti ed ulivi) e anche qualche campo coltivato.

Nel sottosuolo c'è acqua. La posizione della città ne è una prova inconfutabile. La città sorge in un avvallamento che la ripara dai venti e appena prima di arrivarci si passa nell'ampio letto (circa 70/80 metri) di un fiume sotterraneo. Probabilmente prima del massiccio utilizzo dei pozzi artesiani c'era anche un occasionale flebile rigagnolo.

Si cominciano a vedere persone (molto abbronzate) con il turbante.

Appena dopo la città (sede universitaria) , a parte la massicciata del treno e i pali della luce , tra la strada e le montagne ci sono solo bassi arbusti.

Le basse montagne, nella loro integrale mancanza di vegetazione,sono molto belle. Profondi calanchi le percorrono dalla vetta fino ai piedi e il sole gli dà via via colori più caldi.

Ad un certo punto compaiono le prime Palme. E appena prima di arrivare a Tozeur, passata l'ultima altura si ha la vista sul grande palmeto.  L'autista del secondo mezzo, Ismail è molto simpatico e di tanto in tanto durante il viaggio mi chiama e cerca di comunicare. Mi offre anche del cibo che però io rifiuto . Una volta in città  aiuto un signore Algerino di passaggio a cercare un alloggio dato che il mio per lui è caro . La ricerca non da frutti torniamo al mio hotel. È buio, ma esco a cercare la caratteristica peculiarità degli edifici di Tozeur: i mattoni a rilievo che creano disegni sulle facciate di case e palazzi. Si costruisce ancora così e ci sono anche nuove costruzioni con questa decorazione. Sulla strada principale ci sono mercati e bancarelle prevalentemente di frutta. faccio anche un giro a Carrefour , ma è venerdì e non c'è vendita di alcolici. mi dicono di tornare il giorno dopo. Per cena mangio un lap lap e devo dire che mi è piaciuto molto. Per arricchirlo mettono dentro un uovo appena bollito. Per non rischiare di non prendere nulla ne prendo 2, entrambi con uovo semicrudo. Mi fermo un po' a parlare con i ragazzi della bancarella e poi torno in camera. forse è un po' presto . Il cielo è bello, ma non eccezionale, ci sono alcune nuvole. La cintura della costellazione di Perseo è molto alta, almeno a 45° sopra l'orizzonte

 

19 novembre hotel Karim

 

Sveglia alle 9.30. c'è una luce strana.  Appena uscito capisco: c'è vento e fa volare la sabbia. Mi viene in mente quel che mi dissero quando volevo andare nella vicina Algeria, ad in Salah (anche stavolta qualcuno me lo ha detto) : "che ci vai a fare lì? C'è solo vento che fa volare la sabbia negli occhi " . In parte era vero , e in parte è vero anche ora. Uscito vado al cambiavalute e poi punto il Carrefour. Lungo la strada faccio colazione in una pasticceria. i dolci della tradizione locale sono a base di miele , sesamo e frutta secca. Mangio anche un fetta di torta al cioccolato. Entro in un negozio di miele e chiedo se ci sono fiori spontanei nell'oasi. mi rispondono che ce ne sono tanti e che il periodo per vederli è da  da marzo a maggio. Arrivato a Carrefour noto che la produzione di vini locali è variegata : ci sono tante etichette di vini bianchi , rosati e rossi. I rossi sono base di Syrah. C'è anche un vino che avevo bevuto nell'aereo anni fa (e mi era piaciuto). Uscito da Carrefour punto La Medina. Si caratterizza per l'utilizzo di mattoni per decorare le case, le svolte ad angolo retto in vie strette e i tanti passaggi coperti. Tutte  caratteristiche che fermano i venti e la calura. Visito un piccolo museo. Ci sono tratti della Cultura berbera e del sahel a me noti. Mi colpisce un setaccio in fibra di stomaco di capra ,la maniera di lavorare la palma per evitare che marcisca (viene tagliata in quarti e sotterrata nel vicino lago salato) e  una serie di codici un tempo utilizzati per comunicare senza parlare :le ragazze che sputavano a terra per farsi seguire o il braccialetto alla caviglia destra o sinistra per far sapere che sono libere o impegnate. Il colpo di tosse fuori dalla porta aveva una funzione e  c'era anche una risposta.il Signore mi dà delle dritte su cose da vedere e poi esco e vado a vedere L'Oasi. Vedo anche una esposizione di foto degli anni 20/40. La città appare proprio una città carovaniera. Prima di entrare nel palmeto c'è la statua dell' inventore del sistema per la divisione delle acque. È un matematico e poeta del XIII secolo ed è di Tozeur. Ha creato una clessidra ad acqua e grazie a questa clessidra e un sistema di smistamento o a 3 o a 7 periodi era riuscito a fa arrivare a tutti l'acqua necessaria. Quel sistema è ancora in uso e tiene conto di ore di luce ed esposizione. la guida dice che diverse persone provato modernizzarlo o modificarlo, ma  quello in uso resta quello in quanto il più efficace. Il Palmeto è abbastanza fitto : ci sono qua e là tracce di incendio. Ci sono piccoli canali di d'acqua a vista  e frequenti Pozzi con acqua subito sotto il livello del suolo. Vedo un fiorellino viola e bianco dai grandi pistilli in una pianta dalle bacche rosse. L' Oasi è coltivata a strati:sopra le Palme ,poi i fichi e gli alberi da frutta più alti e sotto ancora i melograni e gli alberi da frutto più bassi, infine il livello del suolo (ad ora ho visto solo le carote) . C'è abbondanza di melograni e olive.

tornando dal palmeto vedo un uccello grigio e bianco, grande più o meno come un merlo. al limite estremo dell'oasi, vicino all'hotel noto una piccola qubba, guardo dentro e c'è la tomba. la sera vado in bel ristorante e mangio un antipasto a base di rissa e della carne di cammello alla Giara . viene cotta in una piccola Giara tagliata ,chiusa con della pasta di pane. quando il cameriere taglia la pasta la pietanza ancora bollisce . c'è carne di dromedario in una salsa con pomodoro , patata, peperone e erbe del deserto. mi piace. Poi torno dagli amici e con loro andiamo nella cucina di saleh a bere qualche birra. Mohammed mi mostra un materasso e dice che lui dorme lì. passo in camera e poi torno al chioschetto . sto lì un po' a guardare la vita locale seduto sui gradini: i ragazzi sono molto indaffarati. parlo con un ragazzo che è stato in Italia.  Dice di essere stato due anni a Porto Marghera e che faceva lo spacciatore , pare truccato. oltre  a lablab il banchetto offre uno stufato di zampa di manzo e omelette. quando finiscono di lavorare torniamo nella cucina. Salah mi invita il giorno dopo a pranzo da lui, dice di trovarsi per le 10, che lui inizia a cucinare. tutto rigorosamente a gesti. da lì vado via alla 1 circa , cazzeggio un po' in camera e vado a dormire alle 3:00.

 

20 novembre hotel Karim Tozeur

Mi sveglio alle 9:30. Sul tetto ho visto i pannelli del solare termico e pregustavo una doccia calda.  la doccia non è per nulla calda e quindi mi lavo a pezzi. provo a prelevare , e ci resco solo al quarto bancomat. Compro due vini (pensando di berlo con Salah, ma lui non beve vino e il primo non mi piace granché) poi dei baklava . stiamo un po' nella cucina aspettando che la moglie chiami. scopro che Fatima, la moglie di Salah è egiziana ascoltando una domanda di un suo amico in arabo! a casa di salah ci sono anche i figli dei vicini per un totale di un gran numero di bambini . nella camera da pranzo c'è un tavolo basso,un divano in fondo e 2 materassi a terra ai lati, il tutto su una stuoia. mangiamo bric con verdure e uovo, una frittellina verde e una gran ciotola di cus cus.sia Salah sia Fatima mi passavano pezzi di carne. poi mi hanno detto di addormentarmi senza problemi. io non ho proprio dormito, ma sono stato un po' li steso a guardare la TV. poco dopo ho aiutato Salah a fare la rissa. Pensavo  che all’interno ci fosse olio o pomodoro, ma non è così. si mettono a bagno peperoncini secchi, quando si sono un po' ripresi li si frulla e si aggiunge aglio tritato e una manciata di finocchio in polvere; non si cuoce né si frigge. anche oggi c'è vento e fa fresco, ma non vola terra e c'è un bel cielo limpido. il sole, basso sull'orizzonte, fa un gran bagliore.

La sera sto praticamente sempre in camera, esco solo  a salutare i ragazzi e prendere l'acqua.

Al ritorno chiedo se è possibile farsi svegliare alle 8. La signora mi dice che già alle 8 è tardi per spostarsi. Mi sa che In altri periodi dell'anno qui alle 9 fa già caldo e la gente si sposta poco.

 

21 novembre hotel Karim Tozeur

Mi sveglio alle 8.30, ma sonnecchio un'altra ora. Alla stazione dei louage ho conferma delle parole della signora: c'è poco movimento di persone. L'attesa si prospetta lunga. Mangio un dolce di pasta fritta con frutta secca e miele. È buono, ma un po' ostico a farsi masticare. Pur di partire prendo un mezzo per kabili. Si passa davanti alla statua di un fennek abbigliato da supereroe.

La strada si allontana dalle montagne e attraversa per qualche decina di km il grande lago salato secco. Ci sono parti con sale a vista, altre con bassi sterpi. In lontananza pare ci sia acqua, ma so non esserci. è il tipico miraggio africano nel deserto. Percorrendo la strada che attraversa l'alveo del lago si passa per una zona più spazzata dai venti. Ci sono barriere di foglie di palma in parte coperte di una sabbia beige chiara, e anche gli arbusti appaiono come mucchietti di sabbia da cui spunta qualche foglia. Noto anche dei mucchietti con in cima bandiere e pali. Potrebbero essere tipo mausolei. L'inizio delle piste a volte è così, ma secondo me ricordano una battaglia o similia.

A sud di gabes la terra si increspa un po', c'è qualche leggero saliscendi e qualche rilievo all' orizzonte ovest della strada. Più vicino minuscoli altipiani resi piatti dal vento cedono passo a scarpate color ocra. Il paesaggio è punteggiato di alberi. Si iniziano a vedere i tipici granai, formati da un parallelepipedo e un mezzo cilindro subito sopra. Ulteriormente a sud i profili dei colli si fanno più morbidi e la vegetazione più rada. I cartelli con l'indicazione di Tripoli mi ingolosiscono

Arrivato a Tataoune  Riadh, un tassista sui 40anni mi propone tour dei villaggi trogloditi. Sono parzialmente interessato all'offerta,mi propone quattro siti residenziali berberi mentre io voglio vedere anche i depositi fortificati arabi. E al contrario di quello che pensavo a tataouine ci sono diversi turisti e viaggiatori:in giro non li si vede, ma trovo posto al terzo hotel che visito (è un postaccio, ma la camera non è messa male).  È il tramonto, faccio un giro nella strada principale e noto tanti studenti. Nelle tante caffetterie  ci sono tanti uomini interessati alle partite dei mondiali. mango in un posto semplice. Una chorba (zuppa) e un piatto di agnello arrosto con insalata. Il cibo non è male,ma le portate un po' striminzite. Accuso un po' di stanchezza tanto che vado in camera e esco solo per prendere l'acqua. In questa occasione parlo con due ragazzi di un negozietto. Mi dicono che vogliono andare in Italia. Da loro scopro che il traffico navale di migranti stranieri è gestito da un stessa persona da circa vent'anni e che questi non ha la minima intenzione di lasciare il suo business così Fruttuoso. Per loro ,mi dicono , è più facile è più sicuro volare. Il loro passaporto gli permette di arrivare in Serbia facendo scalo a Istanbul e da quel punto cercare di arrivare in Francia o Germania. Tornando in hotel cerco di assoldare un altro tassista. Mi rendo conto che l'offerta di riagh non era male e quindi lo ricontatto via Wazzup. La sera si alza un forte vento. Si sentono distintamente rifiuti differenti rotolare per strada: bottiglie, tappi e lattine rotolano indisturbati sotto la mia finestra. La chioma di una palma che sbatte contro una insegna in metallo copre anche questi rumori; insomma di silenzio non se ne parla. La camera vince il premio "pet friendly", c'è un piccolo scarafaggio ,ma la caccia, tutto sommato, dura poco.

 

22 novembre hotel belmaharem tataouine

 

mi chiama il tassista alle 7:00 circa . Ci accordiamo per le 10:00. Mi sveglio alle 9:50 e con lui provo il dolce tipico di tataoine: le corna di gazzella È un dolce simile a quello ostico mangiato a Tozeur. Un impasto di frutta secca in una sfoglia fritta e poi intinta nel miele.sono buone e anche tenere . Si segue una strada in buone condizioni verso sud ovest per una mezza oretta. La strada è abbastanza panoramica .c'è qualche saliscendi in un contesto di deserto roccioso/sassoso . La roccia viva è striata di varie tinte di rosso. Per strada fotografo un piccolo dai petali spessi: è viola e cresce su un arbusto molto piccolo. Il villaggio troglodita di Douiret è molto interessante e trasuda abbandono in ogni pietra. Si compone i una serie di case-caverna scavate nella roccia. Sono affiancate alla stessa altezza lungo la strada che percorre il versante per circa 800 mt. Alcune hanno una parte anteriore a più piani costruita con pietre e pali e piccola entrata. Dietro di questo una sorta di patio e poi le vere e proprie Grotte ,che hanno altezza variabile tendenzialmente sotto i 180 cm. Entrando ci sono  due o tre ambienti.  stranamente la cucina e il posto per il fuoco è nell'ultimo ambiente. C'è parecchio vento e avanzare a volte non è semplice. Spesso devo girarmi per evitare che la terra mi entri negli occhi.  Il paesaggio è lunare. non si vedono altro che rocce e bassi arbusti. Il villaggio è disabitato, ma in alcune caverne pare viva gente: c'è un asinello e qualche gatto in giro . non incontro nessuno. Da lì andiamo a vedere ksar ouled soltane. Uno ksar è un magazzino fortificato per viveri. Sono piccoli magazzini attorno ad un cortile posti uno sopra l'altro, con porte di entrata molto piccole. Sono in pietra e calce. In questo ksar ci sono fino a 4 magazzini uno sopra l'altro. Ogni famiglia aveva fino a 3 di questi, uno sopra l'altro. serviva come magazzino fortificato per olio e cereali. Anche questo ambiente è molto particolare e ci hanno girato qualche scena di Guerre Stellari. Il tassista mi fa vedere una scritta su un muro che diceva "io e io te se stavamo bene, poi qualcuno ti ha parlato e mi hai lasciato". Anche qui, nel piccolo bar poche persone, tutte molto interessate alla partita. il mio autista è molto credente e dice che siccome per i musulmani le donne devono arrivare vergini al matrimonio sta diventando difficile per i devoti trovare moglie. Il fidanzamento con la sua attuale moglie è durato 6 anni e diceva che non hanno mai fatto sesso prima del matrimonio. hanno avuto un bambino voluto, poi l'anticoncezionale ha fatto cilecca e ora i figli sono 2. Come coppia sono un po' in difficoltà,ma lui è ottimista. Nel minuscolo paese vedo diverse persone in coda davanti ad un  negozio. Riadh mi dice che manca latte e che non è affatto facile procurarsi questi generi per i bambini, tant'è che lui se lo fa portare da un'altra città (ci eravamo fermati anche per strada a cercarne). Ricordo che nel supermercato che c'era scritto che ogni persona poteva comprare una sola confezione di cereali, latte ,farina e burro . Faccio un po' di shopping ( datteri , sesamo,te e noci sgusciate).  Si avvicina il momento della partita della Tunisia: le caffetterie si assiepano di spettatori. Mangio una sorta di pane con ripieno di cipolla, pomodoro e rissa. la strada per arrivare a djerba è piana e abbastanza monotona. ci sono ulivi a perdita d'occhio. La variante è un lungo condotto che arriva fino a l'isola e la sabbia che spinta dal vento attraversa la striscia di asfalto che stiamo percorrendo. l'isola è collegata alla terraferma da un passaggio rialzato ( in corso di raddoppio) con un unico ponte per fare passare le barche (e dare un posto ghiotto ai pescatori). arrivato in città la vocazione turistica del centro è lampante, ma  architettonicamente è comunque interessante. c'e una parte di mercato coperto e tutta una serie di caravanserragli riconvertiti come negozi o come hotel . dormo in uno di questi con tanto di piscina e bar che serve alcolici. Le moschee presenti sono interessanti: c'è una moschea turca dal caratteristico minareto a punta di matita e un paio di moschee  ibaditi . Tutte hanno il tetto a cupoline e non a navate.  La Chiesa cattolica invece è a navate. A cena vado in un ristorante . mi danno del brick, cipolle alla curcuma ,un po' di rissa e taijin di agnello. torno in hotel e provo il vino rosso. non è male. Vado a dormire alle 11:00 circa

 

23 novembre hotel arischa houmt essouk

 

mi sveglio alle 9:00 colazione con pane burro marmellata e latte.  Oggi vado all'hammam. Il  Signore che mi gratta mi gratta per bene , pure troppo esco con un capezzolo in fiamme. Avrei voluto fare il massaggio , ma gli addetti erano occupati e sono tornato in hotel. Faccio check out e vado a vedere il forte Aragonese. il forte è una bella costruzione in blocchi di pietra porosa gialla e pare totalmente integro. È stato teatro di un massacro ad opera dei pirati. Questi, inizialmente cacciati dagli spagnoli sono tornati con i  rinforzi e hanno sterminato tutti quanti i 6000 uomini della guarnigione. Per far capire bene che ora nel forte erano cambiati gli occupanti il capitano turco-ottomano ha fatto spargere sulla costa diverse teste di soldati uccisi e ha fatto costruire una torre di teschi non lontano dal castello.Nello specchio di mare antistante il castello ci sono dei  fenicotteri rosa. sono un po' indeciso sul da farsi penso che andrò a vedere cap bon. L'autista del furgoncino che prendo è autista per passione. Con il suo  furgone tedesco assettato , la testa del cobra con occhi rossi sopra la leva del cambio e anellazzi spessi va spesso oltre i 110km orari.

Arrivato a sfax vado a dormire nel postaccio della volta scorsa.

Il gestore è stato contento di vedermi. Come la volta scorsa quando sono uscito mi ha detto di tornare immediatamente dopo mangiato in hotel. Purtroppo esattamente come la volta scorsa ho dovuto mangiare un cattivo panino nell'unico posto che ho trovato aperto. C'è di buono che ho trovato un bar di un hotel brutto abbastanza per piacermi e che serviva birra . Mi sono bevuto 2 celtia mentre guardavo il 2' tempo della partita. Le bottiglie sono da 0,3 LT . La prima nei primi 40 minuti, poi mi hanno detto che non potevo portare via la bottiglia e la 2' la ho bevuta nei rimanenti 5+recupero. Nel bar c'è una gran fumera. Si fuma ad ogni tavolo, a volte 2 per tavolo, inclusi i tavoli con cibo servito. Esco di lì con addosso una gran puzza di fumo. Abbiamo anche avuto a che fare con il bagno tremendo. Ieri sera sono andato in quello del piano di sotto (meno male che c'era). Tra oggi e domani vorrei vedere la costa sud di cap bon e domani in giornata andare verso Tunisi

La capra purtroppo si trova poco; va parecchio l'agnello.

Vorrei provare una preparazione di pesce, ma finora me lo hanno sempre proposto solo grigliato.

Ho chiesto anche per il polpo, ma non lo avevano. Eppure nelle pescherie penso di averlo visto

24 novembre hotel El medina sfax

Mi sveglio con calma e vado alla stazione dei louages. Per strada compro dei dolcetti che poi regalo ad un mendicante (distinto nel vestire, sui 65). Nabeul è una città moderna, non piccola con un grande mercato il venerdì (un tempo era anche mercato di cammelli). Il centro storico ha  una medina tirata a lucido con varie zone porticate. Qui partivano e arrivavano le carovane con i prodotti del porto. Oggi arrivano moderni bus carichi di turisti dalla vicina Hammamet, la Rimini di Tunisia. Le città qui non sono sulla costa, i pericoli che arrivavano dal mare hanno spinto a costruire le città fortificate a un paio di km dalla costa. A pomeriggio vorrei andare a vedere le lagune costiere della costa sud di cap bon. Quella più estesa è però troppo distante per riuscire ad arrivare con la luce, e quindi punto quella di Tazarka, un po' più piccola.

Scendo a korba e inizio la mia passeggiata sulla spiaggia. La sabbia è a grana fine, di un colore molto chiaro, tra giallo e grigio. Incontro vari pescatori che usano differenti tecniche di pesca. Ci sono quelli con la rete,quelli con la canna, quelli che lanciano il filo a mano. Per tornare sulla strada passo da un albergo enorme. C'è anche un teatro all'interno. Arrivo alla laguna e ci trovo un grande stormo di fenicotteri rosa, qualche papera,garzette e una papera nera dalla fronte bianca. Per raggiungere la laguna devo passare delle zone a giunchi e bassi cespugli: ci devo camminare sopra per quanto sono fitti.al crepuscolo resto lì in zona e vedo tanti uccelli arrivare in piccoli stormi e radunarsi ai bordi della laguna. Arrivato in città cerco un bar per qualche birra. Poi ne cerco un altro. Mangio in uno di questi carne arrosto e insalata. Finisco a girare per la città con un ragazzo di 22 anni e il suo Pitbull di 3 mesi.

25 novembre pensione des Roses nabeul

 

Sveglia alle 9 circa. Sono un po' provato dalle birre del giorno prima. Il programma di oggi prevede shopping ( compulsivo ) efferato e ritorno nella capitale. Il mercato non sorprende più di tanto, pur essendo colorato e vivace. Le bancarelle più interessanti sono quelle degli speziali e dei rimedi naturali. Pietre ed erbe secche si affiancano a piccole boccette con dentro non si capisce bene cosa.il mio francese non mi consente di  chiedere nello specifico (più che altro sarebbe difficile capire le risposte). Compro spezie,una teiera,un colino,un paio di borselli,un quadretto per la casa di mio cugino,un tagliere in legno di ulivo (?!?), una borsa in palma intrecciata, dolcetti e del tè. Alleggerito nel portafoglio e appesantito nella borsa mi metto in viaggio verso Tunisi. L'hotel che ho scelto ha la vista sulla piazza di accesso alla medina. Faccio una lunga passeggiata pomeridiana nella medina . le strade a tratti sono asfaltate togliendo un po' di atmosfera all’ambiente, ma i passaggi coperti, i profumi e i prodotti dei negozi aggettanti sui passaggi danno comunque un tocco al tutto, e poi perdersi è facilissimo!

La mia camera prima ha il riscaldamento acceso e poi si rompe la serratura (poteva andare meglio). La sera la città è viva! Ci sono gruppi di giovani che percorrono le vie vicine alla strada dello struscio. Seguendo della musica arrivo ad un gazebo. Scopro che si tratta di un matrimonio. Mi pare di capire che il ballo locale prevede:

Gamba a terra

Si muove il bacino

Altra gamba

Altro movimento del bacino.

Gli strumenti musicali sono :narbuca, tamburello, tamburo e flauto (il suonatore di flauto è un vecchietto molto arzillo).

Contratto un tassista per la mattina dopo e torno in hotel, dove però praticamente non chiudo occhio.

Atterrato! A Malpensa mi colpisce la temperatura: ci sono 4°. Provo a fare l’autostop, ma mi sa che perdo fascino: non ho trovato passaggio.

 


mercoledì, dicembre 22

Colombia 21

 22 novembre casa mia, Rosate

 8:30 arriva arriva a Edo, poi arriva mia madre a salutarmi. Arrivato a Milano in autobus trovo christos e con lui stiamo a Famagosta e faccio un po' di spesa. Ho trovato cristos a Famagosta; contavo di lasciargli qualcosa, ma invece me ne ha date lui. Come da programma ho perso il treno che volevo prendere, arrivo in aereoporto su quello dopo. In aereo mangio il panino preparato e arrivo a Sabiha Gorgen.  Atterraggio un po' divertente, nulla di memorabile . A giudicare dal controllo passaporti per gli stranieri il turismo Internazionale in Turchia gode di buona salute. In aereoporto (che trovo differente da come lo ricordavo) parlo con due ragazze sudamericane. Una  prenderà il mio stesso aereo per Bogotà. Ci salutiamo e  prendo l'autobus per beyoglu. .C'era il diretto aereoporto-aereoporto , ma ho preferito venire fare un giro a kadikoy, mangiare un panino, interagire con i locali per info e biglietti  e vedere un po' di gente e un po' di disagio (decisamente non molto, ne ricordavo di più).  Qualche cane, un paio di closhard (che non mi hanno approcciato) ,per lo più gente normale che esce la sera. Coppie di ragazze siedono a chiacchierare davantio a tazze fumanti, con davanti il canale del bosforo e sulthanamet. Da qui prendo la barchetta , mi piace l'idea di passare da un continente all'altro in barca e vedere Istanbul e le sue moschee avvicinarsi. Il tragitto è olto piacevole e io ho parecchio tempo: penso anche di rifare un paio di volte il tragitto avanti e indietro. Invece arrivato a Besiktas scendo. Mi fermo in un bar dove trovo dei ragazzi. Uno di loro è molto espansivo mi abbraccia, mi bacia: è ubriaco. Gli chiedo una sigaretta e lui la accende e me la passa accesa. In tempi di covid ci penso bene, ma non posso rifiutare e quindi l'accetto e me la fumo. Dopodiché vado in aeroporto. .  Mi sa che i turchi sputazzano alla grande. In aereoporto tanti addetti con schermo protettivo, e gli altri addetti con occhiali per proteggere gli occhi. L’aereoporto di istanbul è mastodontico, con grandi campate sostenute de gran colonne. trovare da dormire si rivela meno facile del previsto. Cerco un posto, stendo il cappotto e ci provo

23 novembre aeroporto di Istanbul

faccio check-in alle 4:00 e vado alla zona di Gate.  Rivedo la mia amica ai gate, però poi dopo lo perdo di vista e nonostante la cerchi sull’aereo la rivedo solo a Bogotà. Lei è di una isola e le toccherà prendere un altro aereo. Io fortunatamente per il momento ho finito . Il volo non è andato male , sulla carta non avevo  il posto al finestrino , ma il volo non era pieno e  ho potuto dormire su tre sedili. L'arrivo in Colombia è abbastanza nuvoloso però riesco a vedere che la terra coltivata è molto verde; segno di pioggia frequente. Nella zona vicino a bogotà ci sono un sacco di serre.  Arrivo in hotel con uber. Per strada vedo decine di cartelli vendesi e affittasi, segno che l’economia non sta andando benissimo. Arrivato in hotel esco a fare un giro. In zona si trova una birreria che si chiama BBC che fa birra artigianale. Non ho con me il certificato di vaccinazione, nonostante sia una birreria all’aperto non mi fanno entrare. Tornato con il certificato bevo una birraIPA . Dopo di quella trovo un postaccio che praticamente è un rivenditore di tabacco e lì mi bevo un'altra birra, club colombia , un po' slavata ma tutto sommato buona. Vado a dormire alle 10:00.

 

24 novembre hotel Best Western Park 93.

Mi sveglio alle 6:00  . Esco alle 7:00 faccio un giro del vicinato. È una zona ricca , la zona ricca di Bogotà. In effetti mi avevano detto che è sicura, mentre il centro alla sera è decisamente più pericoloso. Durante il mio giro la mattina noto i segni di una zona agiata, ci sono tantissimi dog sitter e al parco trovo anche degli addestratori di cani. Mi colpiscono i parcheggi che hanno tariffe al minuto, i cinesi all you can eat che però danno un tempo massimo per finire di mangiare e una nuova costruzione che si chiama Nuova York che propone dei monolocali di 18 m². Nella zona ci sono tanti edifici in mattoni Rossi , pare sia una caratteristica turistica del luogo. Alcuni sono monocolore altri hanno diverse tonalità di mattoni rossi e questi rendono la l'edificio un pochettino differente. Visito anche un parco devo dire ben tenuto con dei Cipressi molto alti dove c'è anche un museo. Nella zona ci sono tanti Giardini molto ben Curati e i palazzi hanno fuor guardiani con tanto di divisa. Vedo anche un'entrata di asilo privato i bambini hanno tutti la divisa , l’asilo ha comunque un alto muro di recinzione con telecamera . Altra cosa interessante che mi capita di vedere è il negozio esoterico ambulante di Ismael, vende una serie di prodotti che portano fortuna, lavoro o soldi. Sono tendenzialmente dei saponi o degli unguenti in base più o meno grandi da aprire in casa per fare in modo che il la fortuna esca da questi vasi e porti fortuna alla casa. Torno in hotel e faccio colazione. Dopodiché mi sento al telefono con Marta e cerco l'ufficio della riserva naturale Palmari. Non trovo con chi parlare, però fortunatamente dentro alla portineria dell'ufficio c'è una ragazza che si chiama Lai. Anche lei sta andando in centro e quindi mi fa vedere un pochettino la strada. Il transmilenio è la “metropolitana di superficie” di bogotà. Pullman a 2 o 3 moduli con corsia dedicata. Per utilizzarla serve una tessera su cui caricare i biglietti. Non avendo la tessera bisogna  comprare un passaggio da qualcuno che ha la tessera. Mentre siamo per strada mi dice che il servizio è buono, però secondo lei è troppo caro; non tanto per il servizio che è valido, ma dovrebbero garantire più sicurezza: sostiene che capiti che ci siano degli assalti da parte di ladri tipo assalto alla dirigenza. Salgono sull'autobus e fanno una rapina collettive. Sulla strada (la carrera 7) passiamo vicino ad un parco con una tendopoli di grandi dimensioni. Lai dice che sono dei nativi e sono lì da oltre un mese per protestare e avere risposte dal governo. La legge impone che la pubblica sicurezza non sgomberi questi accampamenti finche chi protesta non abbia le risposte richieste. La piazza centrale di Bogotà ha ai suoi lati il palazzo del governo e il palazzo del governatore. Alcuni di questi palazzi hanno sopra un telo verde: serve per evitare che ci siano delle dimostrazioni e che la gente usi spray contro i palazzi. Al centro della piazza c'è il la statua di Bolivar.

C'è un grande palco al centro della piazza ed è un palco per celebrare i cinque anni dell'accordo di pace con le FARC. Nella zona noto tantissimi negozi di articoli militari. Penso che siano dovuti al fatto che  l'esercito è in stato di smobilitazione e quindi ci sono un sacco di materiali militari che vengono venduti (oppure il gran numero di gruppi di guerriglieri presenti in Colombia necessitano di zone di rifornimento).  La zona del palazzo presidenziale è abbastanza ampia tutta recintata e quindi per fare il giro serve un sacco di tempo. Nella zona storica di Bogotà c'è la chiesa della candelaria e la placeta del chorro de quevedo. Questa piazzetta  è nota anche per la per la movida notturna. In zona si beve la ciccia che è un fermentato di mais. La si aromatizza con dei frutti tropicali, senza aromi esterni è acidognola e dolciastra. Trovo un ristorante e chiedo un piatto locale mi danno la bandeja paisá. È una scarica di proteine! Maiale fritto, salsiccia fritta, del manzo a pezzettini tipo tritato con carota , riso e fagioli. Uscendo dal ristorante noto uno strano movimento di persone. Un assembramento tipo in quei posti dove la gente sta lì ad aspettare qualcosa in una situazione non del tutto legale, vengo a scoprire che una sorta di mercato parallelo a quello ufficiale di pietre e smeraldi. Ci sono anche venditori di pietre che non sono smeraldi. Tanti di questi ti passano davanti, ti aprono davanti i loro pacchettini mostrandoti quel che hanno e passano oltre , se vuoi li compri. Dopodiché visito il museo dell'oro. Il museo d'oro è estremamente interessante. Non tanto per la parte sulla lavorazione dell'oro (a fiato)quanto per i vari siti e stili delle popolazioni precolombiane. Una parte riguarda l'esoterismo e gli sciamani. Quella più interessante è quella che riproduce una particolare Laguna. In caso di condizioni climatiche particolarmente avverse i locali pensavano che il forte fenomeno climatico fosse una punizione Divina e quindi partivano e andavano in queste lagune tonde e profonde(ce ne sono tre): probabilmente sono dovute cadute di asteroidi; Immagino così perché sono estremamente circolari. Buttavano dentro oro per ringraziarsi la divinità. L’oro era usato come paramento in tutte quante le società colombiane pre colonizzazione ( sono 7 e 8) e servivano per riprodurre il colore del sole considerato la fonte della vita. Uscito da lì entro nella chiesa di San Francesco che effettivamente è molto decorata, molto più decorata nella cattedrale che ho visitato prima. Per tornare riprendo un metro millennio. Avrei voluto fermarmi al parco per sapere quali sono le richieste, ma il cielo minacciava pioggia e stava facendo buio, così sono tornato in hotel. Dato che la cucina locale non mi aveva esaltato la sera entro in un negozio peruviano dove mi mangio un cevice. Mi danno anche un cocktail per accompagnare decisamente alcolico.z

 

25 novembre best Western Park Hotel 93 Bogotà

Sveglia alle 5:20, ricontatto David, lo stesso uber che mi aveva portato in hotel il giorno prima. Con lui porto le cose che non mi servono all'albergo dove starò al ritorno da Letizia e prendo l'aereo per arrivare a Letizia. Dimentico di fare check in online e il check in mi costa più del volo stesso. Lo prendo per un pelo, mi tocca correre in aereoporto e sperimento la scarsezza di ossigeno dei 2600 mt di bogotà. Letteralmente mi manca l’aria e pur inspirando a pieni polmoni non mi passa l’affanno. Durante il volo è nuvoloso tutto il tempo, però quando arriviamo a Letizia e si  passa sotto le nuvole e si vede foresta a perdita d'occhio. È la prima volta che vedo una cosa del genere dall’aereo, alberi fino all’orizzonte, senza interruzioni. In aeroporto cerco l'operatore che avevo cercato di intercettare via email, ma non lo trovo. Inoltre ci sono molti operatori con nomi molto simili. Invece di intercettarlo io, vengo intercettato da “Jorge della giungla” operatore che mi dice il suo piano. Dà un passaggio in città a me e ad un altro turista, però non mi convince. Saluto e vado Allora all'ufficio di Amazon Tours (quello contattato in precedenza), dove conosco di persona Antonio e decido di andare con loro. Partirò il giorno successivo. Sono già 12:00 e partendo prima posso utilizzare anche la mattina. Prendo un hotel e faccio una gita gastronomica in Perù (la cucina colombiana non mi sta impressionando). C’è una strada piena di cambiavalute. Il cambio peso colombiano/real brasiliano/sol peruviano è pressochè fisso e senza commissioni, quello di euro e dollaro invece più volatile. Qui il cambio non è difficile, ma segue dinamiche proprie. Il prezzo dei carburanti, ad esempio, influenza di molto i tassi di cambio.  Vado nella  peruviana isola di Santa Rita per mangiare del pesce fritto ( caraguazu) . Tornato in Colombia vado a vedere il museo etnografico locale. Ci sono delle tavole con la vita delle farfalle e una parte sulle tre etnie che popolano la zona. C’è anche un complesso schema che riguarda l’uso delle risorse della foresta (quando abbondano e quando scarseggiano) legato alla stagione secca o a quella delle piogge. Al tramonto faccio un giro oltreconfine in Brasile, a Tabatinga. Tabatinga è più grande di Leticia, e non ha una gran fama. Si nota che qui non arrivano i soldi del turismo. Col tuc tuc passiamo per  zona nota per essere un hub nel commercio delle scarpe in zona,  entro in un supermercato (dove non noto nulla di interessante) e bevo una birra in un posto panoramico; si vede il fiume che serpeggia verso ovest, gli attracchi delle barche a più piani per Manaus e quel che resta del mercato. Tornato a Leticia ho la fortuna di assistere ad una giornata del “pirarucù de oro” 32° festival internacional de musica popolar amazonense. Ci sono vari gruppi musicali folk dei paesi della zona di Leticia. Hanno costumi tradizionali sontuosi con piume a profusione. Uno in particolare mi fa ridere, ha una sorta di criniera di piume. Tanto un paramento simile era bello portato da una bella ragazza il gruppo prima quanto mi faceva ridere quello portato dal chitarrista del gruppo dopo. I gruppi sono molto numerosi e i tecnici hanno il loro daffare per riuscire a micro fonare tutti. Ci sono soprattutto strumenti a percussione e corda, ma anche qualche flauto. Provo qualche specialità: la salsiccia di piracurù (in un budello resistentissimo), il liquore alle 7 radici, la chuchuaza (un distillato casalingo) e la zuppa di formica culona. Quest’ultima è deliziosa, c’è un po’ da spupazzare, ma ha un sapore molto buono. Durante il concerto c’è uno scroscio d’acqua, ma il pubblico non si scompone affatto. Dal palco si invitano gli spettatori a non sporcare e devo dire che il mattino dopo la zona era pulita. Torno in hotel e  vado a dormire.

26 novembre hotel santa helena, Leticia

Sveglia alle 7. Caffè locale (che viene chiamato tinto). Lavo e vado al mercato del pesce di Tabatinga. Pare che le leggi brasiliane siano meno restrittive con la caccia nella selva (regolata ferramente in colombia) e capita che arrivino cacciatori con armadilli,formichieri,roditori o pipistrelli. Arrivato lì non ne vedo. Vedo però sezionare un piracurù lungo quasi 2 metri e qualche pesce dell’amazzonia. Quasi tutti hanno lunghi baffi per “vedere” nell’acqua torbida e denti molto sviluppati. Mi colpisce la mascella di alcuni di questi: non chiudono la sola bocca, ma serrano la parte finale della testa, un po’ come se la nostra bocca iniziasse da dietro le orecchie. Fuori dal mercato coperto nel mercato all’aperto vedo altri pesci, qualche maiale attaccato alla corda e venditori di cibo pronto. Risulta evidente che in altri periodi l’attracco delle barche è molto più in alto (una decina di metri almeno) di dove è adesso. Alle 9 circa si parte su una piccola barca con un motore potente. Il rio delle Amazzoni (ora + o - al culmine della stagione secca) è torbido ed enorme. Ci infiliamo nel yavarì, un affluente grande più o meno come il Ticino. Noto una draga (la sabbia del yavarì pare essere ottima per le costruzioni), un pescatore che lancia la rete e delle case all’asciutto su pali. Arrivati faccio un giro nel lago subito dietro l’albergo in kayak. Fa molto caldo. Per pranzo mi danno da mangiare riso, insalata, succo di frutta e un trancio do pesce che si chiama el dorado, è il preferito della guida e in effetti è molto buono. Nel pomeriggio giro a piedi nelle vicinanze. Vediamo le prime formiche rosse (ce ne sono di varie specie) un nido di vespe, delle scimmie cappuccino,un uccello dal petto rosso acceso e varie specie di piante parassite (tra cui la liana che ha all’interno dell’acqua potabile). A fine giro facciamo il bagno. L’acqua è molto torbida, già con l’acqua al livello del gomito non si vede la mano. Dagli affluenti minori arriva acqua nera. Quel colore scuro deriva dalla marcescenza di alcune foglie, che lasciano un colore molto scuro. Dopo un po’ “si fanno vedere” a distanza di pochi metri dei delfini rosa e dei delfini grigi. Quando il livello dell’acqua sale tutte queste zone finiscono sott’acqua. Il delfino rosa, che nuota anche con asse ruotato riesce a cacciare tra gli alberi, quello grigio resta sempre con la pinna dorsale in alto e non si infila tra gli alberi. Fanno un verso particolare e sbuffano dal buco che hanno sulla schiena. Bel tramonto su uno dei laghi accanto al corso d’acqua principare. Noto la posizione di Venere, molto alta nel cielo. Dopocena uscita notturna in barca, andiamo a cercare dei piccoli caimani. Lo troviamo quasi subito. Gli occhi del caimano riflettono la luce delle torce. Sarà lungo 25 cm, ha squame definite e rigide sul dorso, mentre sul ventre ha una pelle più morbida e senza squame. Ci sono anche tante rane. Qui hanno le ventose sotto le dita. Basta che una di queste ventose sia attaccata e la rana tutta resta attaccata (alla pagaia, in quel caso). C’è un gran bel cielo  stellato. Le costellazioni sono spostate a causa del fuso orario e quindi orione non è a sud eccetera. Pur essendo sotto l’equatore (4° sud) si riesce a vedere Cassiopea. Tornati in hotel vedo la “cabina telefonica” della guida: un albero. Da una decina di metri dal suolo si riesce a comunicare con Leticia e la guida aggiorna Antonio (il capo) delle attività svolte. Vado a letto.

27 Novembre  , Zacambù rainforest lodge , qualche km da leticia, Perù

Sveglia alle 6.30. Un gallo si mette a cantare proprio a qualche metro dalla stanza. Esco a rifare la passeggiata fatta il giorno prima. Sotto il lodge (su pali) noto un cane senza coda. Pensavo di uscire dal sentiero, ma senza macete non è molto facile: ci sono varie piante tipo liana e avanzare non sempre è possibile.  Tornato in hotel faccio una ricca colazione:succo di frutta,caffe,latte de-liofilizzato,pane, marmellata. Faremo un giro in una zona differente. Vediamo un guscio di lumaca grosso più di un pugno, un nido di tarantola (con una pelle cambiata), delle formiche grandi quanto 2 falangi di un mignolo, una farfalla azzurra grande, un topo nella sua tana su un albero, vari uccelli tra cui uno con la corona e un tucano dal becco blu e tra gli avvistamenti c’è anche un bradipo. Il bradipo qui si chiama perezoso, che vuol dire pigro. Non è facile da vedere perché sta immobile ed è nell’intrico di rami che gli garantisce ombra per il sonno diurno. Vediamo anche la reina victoria. Questa è una pianta particolare che cresce nei laghi sconnessi dal fiume. I laghi sono di 2 tipi: quelli che mantengono contatto con il fiume e quelli che quando il livello dell’acqua scende restano isolati. La reina victoria cresce in questi ultimi. La pianta nasce sul fondo. Quando arriva in superficie fa un grande fiore bianco dai petali carnosi (tipo fiore di loto, ma con più petali, forse più simile ad una magnolia, ma tondeggiante). Quando sfiorisce resta una palla. Questa si apre, e la foglia circolare che c’è dentro aumenta di dimensione fino a diventare di 3 metri di diametro. Dopo di chè marcisce. Sotto la superficie dell’acqua ci sono delle spine per evitare che i pesci mangino la foglia. Proseguendo vediamo un albero di caucciù. Si mette a piovere ed escono gli insetti, un millepiedi e altri coleotteri colorati. Uno di questi mangia solo uno strato delle foglie a terra; guardando la foglia non si nota, guardandola controluce si vede che parte della foglia è mangiata creando un disegno molto particolare. La guida mi dice che in questo tipo di foresta (semisommersa, che sta 6 mensi l’anno sott’acqua) non crescono alberi enormi perché dopo un po’ le radici marciscono e gli alberi cadono. Cio nonostante gli alberi sono grandi e molto alti. Salgono rapidi senza rami per cercare la luce e poi si aprono. Dai loro 20 metri circa scendono le liane, che prima salgono attaccate all’albero e poi scendono per riattarsi al suolo. Molte le liane sono letali per gli alberi, arrivate alla luce si aprono e gli tolgono luce oppure strozzano l’albero. Impressiona pensare che alberi tanti grandi possano essere uccisi da un’altra pianta, molto meno grande, che gli toglie la luce o ne ostacolano la crescita.Prima della fine del giro vediamo un albero tagliato e fatto a travi e una tarantola viva.  Tornati in hotel mangio pesce al sugo con una coppia di tedesche. Con loro a pomeriggio faremo la pesca dei pirana. Per pescare i pirana si usano pelli di pollo. La loro voracità è impressionante. Un pezzo di pelle di pollo di 5x5 cm dura meno di 30 secondi e l’amo riemerge spoglio dalle acque torbide. Ci sono 2 specie di pirana. Quello biano e quello rosso. Quello rosso è più aggressivo. Ne pesco 3. Anche quando sono fuori dall’acqua continuano ad addentare l’amo e si sentono i denti che battono sul metallo. La guida ci mostra i denti e una cicatrice che gli hanno fatto. La mandibola del pirana è fatta per staccare di netto il pezzo di carne che addenta. La guida con un legnetto stimo,la il palato del piragna.ad ogni morso il legnetto si tronca di netto (accompagnato da rumore di denti).  Purtroppo sono molto spinosi e praticamente non hanno carne addosso, niente cena a base di pirana. Inizia a piovere e una delle ragazze teme per i fulmini. Torniamo in hotel e faccio il bagno davanti al resort. L’acqua è molto calda e , nonostante mi abbiano detto che il pirana morde solo obiettivi immobili non sono proprio tranquillissimo. Dopo il bagno vado a visitare i vicini brasiliani , sento che c’è una partita e voglio andare a vedere. C’è la finale della coppa libertadores e i ragazzi supportano uno dei 2 team (che poi perderà). Nel retro dell’edificio (ovviamente su palafitte)ci sono molti nidi di uccello. Sono nidi particolari. Sono delle sacche intrecciate di liane e piccoli arbusti appesi agli alberi. E questa una razza molto bella, dal piumaggio nero scuro e giallo acceso. Ci sono 2 tipi e li si riconosce dal becco. Il loro canto è estremamente particolare. Quello dal becco chiaro sembra come se una goccia cadesse nell’acqua. A cena consumo la mia vendetta con il gallo, si mangia pollo. Sono sempre più convinto che ,oltre che per le uova ,il consumo di pollame sia una vendetta (meritata) per il canto dei galli a prima mattina.  Dopo cena giro notturno! Fondamentalmente si cercano insetti e ragni. Vedo il ragno granchio (con le chele), un millepiedi bianco, un grillo dalle antenne molto lunghe, una lucertola verde e un geco. Vedo anche diverse tarantole. Ne conosco la rapidità, ma ogni volta che ci soffio sopra il loro movimento molto rapido mi fa spaventare.

28 novembre, Zacambù rainforest lodge, non lontano da Leticia ,Perù

Sveglia alle 6 e mezza grazie al solito Gallo. Colazione con le ragazze tedesche e poi andiamo con i due guide a fare un giro che durerà tutto il giorno. Sulla barca c'è anche Jordan. Jordan mi dice che c'è una moda nel suo paese di chiamare i bambini con i nomi dei grandi sportivi. Suo fratello Infatti si chiama Michael. Percorriamo un pezzo di affluente fino ad arrivare in un punto dove c'è un rigagnolo( in questa stagione) che invece quando l'acqua è più alta diventa un torrentello che arriva più a nord fino a Rio delle Amazzoni, isolando quella che è l'isola dove sta il resort. Dopo la pioggia ci sono decisamente più zanzare. La foresta è bella. La foresta è fitta con tante liane. La guida mostra la castagna delle scimmie.  E’ un frutto che mangiano solo le scimmie, ma è tossico per gli uomini. Successivamente un tunnel di termiti: praticamente le termiti si creano con la terra un passaggio  al riparo dai predatori. Il cosiddetto albero del miele è un albero che se colpito rilascia una linfa gialla dolciastra che attira molto le vespe; troviamo poi ai piedi di un albero molto grande un uovo di tarantola. l'uovo di tarantola è grosso più o meno come l'ultima falange del mignolo e ha un coperchio. Cercando lo troviamo : è marrone e appare abbastanza rigido. Successivamente la guida Individua Una tana di tarantola che è un grosso ammasso di ragnatela. Spezza un rametto e lo infila dall'altra parte dalla parte (in basso) , piano piano da questa tana esce una tarantola di grande dimensioni molto pelosa e che se ci si soffia sopra si muove rapidissima. Un albero che perde completamente la corteccia e un fungo enorme ( penso di averlo visto da piccolo sulla rivista “natura oggi” come il fungo che diventa più grande in tutto il pianeta che è proprio di queste zone).  Troviamo un punto per il pranzo un po' assolato per evitare le zanzare. Vorrei vedere qualcos'altro, quindi proseguo .Vado avanti una decina di minuti finché Quando arrivo vicino al famoso rigagnolo che stavamo costeggiando sento quello che è il canto dei pappagalli Rossi. È un verso molto forte e abbastanza terrificante. Tant'è che prendo paura e decido di tornare. Tornato vicino al campo mi capita di vedere una cosa molto particolare: c'è una cavalletta e allora per passare tempo mi metto a seguirla pensando di provare a prenderla. Questa salta sulla foglia, poi su un'altra e , ad un certo punto, da sotto una foglia viene fuori una piccola tarantola! La cattura e torna sotto la foglia. Provo a spostare la foglia per vedere come se la mangia. La foglia è attaccata! Praticamente quello non era un punto casuale, ma la piccola tarantola aveva attaccato due foglie con la propria tela per fare gli agguati. Per pranzo mangiamo una fetta di pesce e della farinha. La guida utilizza il legno per fare la graticola. Dopo pasto Jordan torna alla barca. Io e micai andiamo avanti andiamo avanti un bel po'. Vediamo un tucano, dei pappagalli di quelli rossi che fanno un verso terrificante, delle scimmie urlatrici (che sono rosse grosse e molto veloci),  c'è anche un bradipo che si riesce a vedere abbastanza bene . Il discorso è che è appeso di spalle e quindi fondamentalmente si vede il culo. Vediamo un piccolo uccellino colorato, un pappagallo e prima di tornare alla barca anche un piccolo serpentello. Arrivato alla resort faccio il bagno davanti alla al fiume. Tornato al resort noto che c'è movimento dai vicini brasiliani, mi avevano invitato a bere una volta e quindi ci sono andato. Purtroppo però non ho trovato il movimento che c'era durante la partita, c’è il simpatico e panciuto signor Josè. E’ a torso nudo e si sta guardando una telenovela messicana. Oltre la mezza parete di legno, anche il resto della numerosa famiglia si sta guardando la stessa telenovela. A me interessa poco, per cui dopo 2 minuti ringrazio e vado via. Tornato al resort mostro a Michael un paio di funzioni della fotocamera , come utilizzare le mappe stellari e lo invito a utilizzare il cannocchiale anche per guardare il cielo. Poi vado a dormire.

 

29 novembre, Zacambù rainforest lodge , qualche km da leticia, Perù

Sveglia e colazione. La gita di oggi prevede di andare dall'altra parte del fiume e quindi in territorio brasiliano. La gita da quelle parti vede una vegetazione simile a quella vista in perù, vedo qualche Colibrì ,un grosso favo di vespe e qualche fiore. Tornato di qua pranzo e sto sull'amaca fino all’ora del ritorno. Durante il ritorno ci prende un grosso acquazzone. Ad un certo punto non si vede assolutamente nulla per la pioggia.Riusciamo ad arrivare in città, saluto il capitano (che si è preso un sacco d'acqua) e vado  all'ufficio della compagnia a pagare il giorno extra. Scopro che non c'è internet in tutta la città (a quanto pare è una cosa che succede abbastanza spesso). i pagamenti con carta di credito non sono possibili e sono anche preoccupato per il check in online. Fortunatamente WhatsApp funziona e riesco a farlo fare da remoto. Nelle ore che mi restano vado al mercato. Nei pressi del mercato incontro Carlos. Carlos è una persona abbastanza singolare. Dopo che sa che sono italiano mi dice che i suoi bisnonni sono italiani e che vorrebbe sapere qualcosa in più sulle sue origini. Purtroppo non ha praticamente nessuna informazione: porto di partenza, data di arrivo o città di partenza. Dice che il fratello però sa qualcosa in più;  Gli do la mia email e gli dico che ci sono associazioni di persone che hanno gusto a ricercare negli archivi, ma che deve procurare qualche informazione in più. Quando gli dico che sto cercando un Liquore locale, solleva un pezzo di carta che ha nel casco e sotto ha una bottiglia di cachaza!! La Cachaza è un superalcolico brasiliano.  Lo vendono in bottigliette di plastica da mezzo litro e costa decisamente poco. Carlos mi porta da Omar. Omar ha il suo “ufficio” appena prima dell'entrata del mercato. Ci si entra attraverso una piccola porta di legno Azzurra. Dietro la porta c’è una stanzetta di 3 metri per uno. Dall'oscurità esce Omar:  è un tizio piccolino, decisamente magro che offre prodotti naturali a base di prodotti della giungla. Prepara per me una bottiglietta con una corteccia e una radice: cumasera e parapara. Chiedo a Raul se ha miele della foresta. Nella foresta ci sono due razze di api che fanno il miele: quella nera e quella gialla. Sono entrambe senza pungiglione e fanno un miele molto particolare e difficile da trovare. Lo ho chiesto anche al vicino brasiliano, ma decisamente non è facile da trovare. Raul mi dice che ne ha un po', però è un po' caro. Decido di non comprarlo lì in zona. Riesco a comprare un po' di cachaza per fare il refill alla bottiglia che mi da Raul con le radici. Tornato nell'ufficio di Antonio gli dico dei miei acquisti e mi dice che lui ha un po' di mele e me lo fa assaggiare! Il miele si presenta totalmente liquido, chiaro, molto dolce e molto buono. Un po' per le temperature loro lo bevono e non non lo mischiano. Viene usato Puro e soprattutto viene bevuto in quanto a stato liquido. Scoppia un acquazzone e la strada per l'aeroporto è praticamente un fiume. Prendo il volo per tornare a Bogotà. In aereo soffro la fame di brutto. Arrivato Vado nell'albergo che avevo prenotato e prendo un panino preconfezionato da un supermercati aperti 24 ore vado a dormire.

 

30 novembre Hampton hotel aereoporto Bogotà

Sveglia 8.30. Ricca colazione decisamente panoramica. L’hotel ha 12 piani e la hall è proprio all’ultimo piano. Ci vuole un po’ di tempo per arrivarci, ma l’effetto ottico è notevole. Noto dei quartieri colorati nella zona nord, li vedrò dall’aereo e da più vicino quando tornerò  a Bogotà. Chiamo Marta e vado verso l’aereoporto. Altro aereo, stavolta per Cartagena. Noto che ci sono decine di piccoli aereoporti, si notano dall’aereo e ancora più sulle mappe. Chiedo informazioni una volta arrivato a terra: sono fruibili, ma bisognerebbe noleggiare un intero piccolo aereo; non chiedo nemmeno quanto costa. Arrivato in strada faccio un pezzo a piedi per poi prendere un taxi compartido. La spiaggia è lunga, ma nulla di eccezionale (infatti troverò un gran mercato per il trasporto alle isole). Lo spagnolo di qui è differente da quello di Bogota e di Leticia, faccio parecchia  più fatica a capire (si mangiano le finali, un po' come a Cuba). Arrivo alle mura e cerco il mio hotel. Sto approcciando l’alloggiamento in maniera differente dagli altri viaggi. Cerco un bell’hotel e gli faccio la proposta a bruciapelo, devo dire che ha funzionato.  Il centro storico di Cartagena è molto curato e anche pulito. Ci sono fiori ovunque, veramente bello…pure troppo: si vede che è artificiale ad uso dei turisti. Dopo poco risulta noioso, ci sono praticamente solo turisti. I locals si limitano a  offrire  cappellini o gadget. Devo dire che rispetto ad altre volte non mi è stato offerto sesso o droga (non varie volte, per lo meno), probabilmente paio più filosofico e meno fisico (oppure non capisco quando mi fanno le proposte). Ad ogni modo ci sono tanti ambulanti ,ogni 3 passi ti si offrono gite alle vicine isole , ti spalmano (senza richiedere, a volte anche dopo esplicito rifiuto) creme miracolose per abbronzatura strabiliante, etc. All' interno delle mura, a parte qualche edificio ,la architettura coloniale è pressoché ubiquitaria e ci sono diversi cantieri di manutenzione. Ovviamente mi scappa l’ora di pranzo, si fa tardi. Mangio allora una arepa con queso. La arepa è un piatto di strada , una sorta di pane di farina di mais. A seconda di dove si compra è più o meno appetitoso. Io sono stato fortunato, ne prendo uno al formaggio e burro (queso e mantequilla) e vado in hotel a fare una siesta.  La sera sono andato nel quartiere di Getsemani appena fuori dalle mura, un po' più decadente e con gente locale. Finisco in una piazzetta dove c'era gente che ballava salsa (ininterrottamente dalle 9.30 alle 11 , applaudita dai presenti) e beveva in strada. In giornata ho anche chiesto ad un poliziotto, per strada non si può bere (a noi pare strano, ma parrebbe che poter bere serenamente in strada non è proprio comune). Fuori dal centro sono comparsi vari  mendicanti e raccoglitori di rifiuti da vendere. Ci sono anche tante coppie di  "rapper da serenata": fazzoletto in testa, canotta, catenazza al collo e occhiali da sole. Con una base hip hop (tendenzialmente old stile, tipo cypress Hill) si mettono davanti ai locali o alle coppie sedute e prendono in giro/adulano chi hanno davanti. Ho fatto pace col cibo colombiano, restano piatti semplici ultraproteinici accompagnati da riso, ma per lo meno gustosi. Vorrei andare a Santiago de Tolù, a 3 ore autobus, se domani il tempo lo permette e c'è sole (oggi ho preso una discreta secchiata di pioggia) ci vado se no resto qui. A dirla tutta non mi farebbe male un giorno a fare nulla, a Letizia ho fatto ore e ore di camminata nella selva. Gratificante, ma molto stancante.

1 dicembre, casa bugo, cartagena

Sveglia alle 7. Ci sono dei lavori e mi sveglio. Colazione abbastanza posh, uovo alla coque sopra una fetta di pan carrè con formaggio e prosciutto. Prendo il trans Caribe e mi porta alla stazione degli autobus. Fuori dal centro, sulla strada per la stazione degli autobus, la situazione cambia parecchio. Tutte le finestre al piano terra e qualcuna al 1' piano hanno recinzioni con punte,sbarre alle finestre (tondini, non reti) e mura con cocci di vetro. Il prezzo dei pasti indicati per il riso  precipita: da circa  25.000 fino a 1000.  O da 3000 a 500 per la arepa con formaggio. Ci sono varie chiese confessionali, la più altisonante è quella del Ministerio profetico para la vida eterna. Arrivato in stazione parto quasi subito: il mezzo è abbastanza scassato, ma pare in grado di poter viaggiare fino a Tolù. Accanto a me siede Edwar. È un ragazzo benestante di Cartagena. E’ ben vestito, ha al polso un buon orologio e sta andando nella tenuta che la sua famiglia ha comprato da poco. Mi dice che nella stagione delle piogge non riesce ad andarci con la moto perché si impantana e deve andarci in sella ad un animale. Con lui Parliamo un po' della società, mi dice che per le cure serve una sorta di assicurazione :un fondo che ogni genitore sceglie per il proprio figlio. Faccio un esempio: cosa succede se si arriva in pronto soccorso con un taglio profondo, mi conferma che i non assicurati vengono lasciati lì, con taglio profondo e grondanti sangue. Mi conferma che i lavori che vedo nel centro di Cartagena sono legati all'arrivo della stagione turistica del Natale. Il paesaggio è estremamente pianeggiante e acquitrinoso . Ci sono monoculture di palma da olio e  allevamenti di bovini. Ad un certo punto mi addormento. Quando mi sveglio vedo una serie di lidi e mi rendo conto di essere andato oltre Tolu. Scendo e vado a vedere la spiaggia. La spiaggia è lunga , ma non eccezionale. Non è ampia e c'è qualche Palma .La sabbia è molto fina , di colore grigio e data l'umidità si stacca dalle mani a fatica. C’è una famiglia che fa il bagno sotto costa, nonostante non ci sia sole. A pranzo vado in un ristorante molto semplice, tetto di paglia , gestrice simpatica e oversize. Mangio una zuppa di pesce e manioca e un pesce fritto con riso al cocco e patacones di platano. Il riso al latte di cocco è una costante della cucina locale costiera. Torno con un moto taxi verso Tolu. Pare un paesone (con aereoporto). Il lungomare non è male e si coglie già da pomeriggio il carattere caciarone degli abitanti della Costa . Nel centro del paese c'è un parco. Nel parco c'è una statua senza una mano. E’ Bolivar e quello che è stato rubato non è tanto la mano quanto la spada che è (era)nella mano. Mi dicono che in tante altre città manca la mano e la relativa spada. Trovo un hotel semplice. Esco e si mette a piovere forte. Un barbiere mi invita a trovare rifugio nel suo negozio. I colombiani danno molta importanza al loro aspetto: Ci sono tanti saloni di bellezza e tanti Barbieri. Inoltre posso affermare di non aver visto persone con i capelli in disordine (uomini o donne). Dopo la pioggia le strade allagate riflettono il cielo che torna azzurro. Faccio una piacevole passeggiata guardando al suolo il colore del cielo che cambia colore. Incrocio un corteo di ragazzini delle associazioni sportive della città. Quello che più mi colpisce è il flauto che un gruppo di quattro suonatori suona: ha un suono stridulo. In piazza assisto ad un allenamento di pallavolo , lo noterò anche in altre città. Si utilizzano i parchi come spazi e dei “volontari” come squadra avversaria per provare gli schemi. Lo si nota dal fatto che 1 squadra è equipaggiata e l’altra no. Avevo visto lo stesso anche a Cartagena. Arriva l'ora del tramonto e vado in spiaggia a guardarlo, come in altre zone tropicali 15 minuti si va dalla luce diurna al buio completo. Mi intrattengo con un venditore di collane e con lui percorro circa un km e mezzo di lungo mare. A cena trovo un ristorante che mi interessa. Il problema è che proprio davanti staziona un risciò con cassa acustica. un Cameriere di un altro ristorante mi conferma il fatto che gli abitanti della Costa sono molto caciaroni, gli piace proprio il caos e la musica ad alto volume. Non è un caso che ci siano questi risciò con quattro ordini di sedili,luci intermittenti e un impianto stereo spaventosamente potente. Ho visto un paio di questi risciò con sopra persone , pedalano fino al bar,arrivati lì scendono, bevono, ballano un po’ e vanno oltre.  Mio malgrado mangio da un'altra parte, una zuppa di polpo , frutti di mare e latte di cocco. Insieme alla zuppa arriva anche riso latte di cocco insalata e patacones (Platano schiacciato fritto). C'è una partita dello Junior la squadra di Barranquilla che fondamentalmente è la squadra della zona della Costa. Tutti i locali hanno la televisione sintonizzata sulla partita, è fuori dai locali ci sono di sportivi da bar che guardano la partita. Chiedo a 2 differenti venditori di alcolici quale rum mi consigliano da portare in Italia, ma colgo che mi fanno proposte legate al proprio fornitore e a quello che hanno a disposizione. Negli ultimi minuti la squadra locale pareggia: Ho l'occasione di sentire in diretta esultanza da commentatore sportivo sudamericano, gooooooooooooooooaaaaaaaalllllll!! goal goal goal goooooooooooooaallllll! va avanti quasi 2 minuti con un profluvio di vocali. Torno in hotel e vado a dormire

2 dicembre, casa antillas , santiago de Tolù

Sveglia alle 8.   A colazione uova strapazzate, patacones con yogurt acido e cioccolata. La cioccolata qui la fanno mettendo nel latte un pezzo di cioccolata e sbattendo nel pentolino. Chiamo Marta. mi trova molto caraibico, sotto la capanna di foglie e con la maglia rossa. Esco con le chiavi, il gestore mi recupera nel negozio di fronte che chiedo ancora quale rum sia meglio prendere. Cerco un libro di ricette,ma non lo trovo. Nella piazza centrale c'è parecchia gente, i più caratteristici sono degli anziani che giocano a carte e un nutrito gruppo di osservatori. Arrivo alla stazione del bus con gran sole. Lo spacciatore di biglietti è decisamente grasso, con maglia e cappello rosso. Mi parla in uno spagnolo che capisco poco. Mentre aspetto passano tanti ragazzi mendicanti, ne avrò visti una decina in 30 minuti. Chiedo come mai ce ne sono così tanti. Mi dice (credo) che lo fanno perché gli piace questa vita. Io avevo visto a Leticia cartelli di ragazzini “desaparecidos” in altre parti della Colombia, ma non credo molto alla versione della ricerca della libertà: sono troppi. Scoprirò che molti di questi sono in realtà giovanissimi migranti venezuelani. Arriva il bus, e il signore in rosso dice letteralmente "este te lo vendo por trenta y cinco". Il bus è bello. L'autista ogni tanto stacca le mani dal volante e balla. Sputa ogni 5/10 km circa. Ha vicino a se una pistola di  compressore e ogni tanto si da aria. Il cartello dell' attraversamento di animali selvatici ha  il disegno del formichiere o del bradipo. Lasciata la zona super pianeggiante costiera si  passa da una zona con qualche rilievo, tra la strada e la costa. Sto contando le volte in cui l'autista si abbassa la mascherina e sputa, siamo a 13. Si vede qualcuno con carretto a mano a lato strada. La strada è liscia. La doppia linea di mezzo è gialla, ai lati è bianca. Ci sono delle pesate obbligatorie per i camion ogni tot km, ho idea che servano anche per agevolare la circolazione: i mezzi lenti si tolgono per un po' dalla strada. A nord si vedono invece i profili delle montagne. La benzina costa 8390 pesos (1.90€) al gallone. Arrivato a Cartagena faccio il giro delle mura e alla sera vado in un locale decisamente posh per vedere se merita la fama di “uno dei 10 bar migliori del mondo”. Nulla da fare, io ci provo, ma sti posti non fanno per me, troppo posh. Il cocktail a base di rum e erbe dell’amazzonia è molto buono, nulla da dire sul barman,è molto bravo. Vado a dormire.

3 dicembre hotel bugo, cartagena de indias

Sveglia prima delle 6. Oggi si va a  Mompox. Uova strapazzate e frutta a colazione. Sul trasporto verso la stazione degli autobus faccio un po' di domande al tassista. Dice che la licenza del taxi costa 50€ , bisogna fare un corso obbligatorio e  va rinnovata ogni 3 anni. Decide lui quante ore al giorno lavorare. Ha un' arma in casa, denunciata. Anche quel permesso va rinnovato ogni 3 anni , l'arma non può uscire di casa e per fare manutenzione va portata dalla polizia. Prima di fare il tassista aveva combattuto nell'esercito contro la guerriglia nella zona di confine con Panama. Sostiene che i gruppi armati sono molto frammentati, per cui l'accordo con le FARC, ha risolto solo in parte il problema. La guerriglia di stampo politico era in realtà minoritaria, questi gruppi di fatto hanno rinunciato alla rivoluzione armata "fulminea" e sono entrati in politica. Gran parte della guerriglia tuttora attiva è al soldo dei cartelli della droga (messicani e guatemaltechi in primis) che hanno interesse a proteggere i campi di coca. Sosiene che ci siano gruppi attivi che non difendono campi di coca, servono solo per distrarre l’esercito colombiano e allontanarlo da zone che invece ospitano i campi di coca. Gli chiedo degli adolescenti visti a Tolu. Mi dice che negli ultimi anni hanno visto una forte migrazione da parte del Venezuela e che questo sta generando problemi sociali. A Cartagena il sindaco pur di non vederli(e non farli vede ai turisti) investe in accoglienza,ma nella vicina Sincelejo, ad esempio, se ne vedono tanti accamparsi nei parchi. Dice che alcuni motociclisti (in 2) tagliano la strada alle auto, per cadere e poi assaltarle. Assistiamo anche ad una di queste prove. Prosegue la mia ricerca di consigli per una bottiglia di rum da comprare e , ovviamente,lui me ne Consiglia una ulteriore marca (4 opinioni, 4 differenti). Una sera dovrò fare una degustazione e decidere. Il pullman di oggi è meno divertente, la musica è bassa e la cabina dell' autista blocca la vista sulla strada. In autobus allontanandosi dalla costa si passa una zona collinare. Prima colline più morbide, più coltivate , poi via via più ripide. Non ci sono monoculture e apparentemente le zone non coperte di selva (che comunque copre gran parte delle colline visibili dalla strada)sono divise in piccoli appezzamenti coltivati. Si allevano bovini in piccoli numeri un po' ovunque. Le case sono di mattoni con tetto di lamiera. Quale Isolato tetto ha copertura di palma. Per strada si vende salsa piccante. Passata una fascia collinare il paesaggio torna pianeggiante. Mompox è nel bel mezzo di una depressione e la zona è paludosa. Fotografo varie case che hanno l’uscio che da sull’acqua e la barchetta appena fuori dalla porta. Vedo una statua che ha avuto sorte peggiore di quella di bolivar, a questa manca la testa. . A mezzogiorno vado al comedor costeno a mangiare dell’anatra. Come in ogni pasto , prima arriva una zuppa e poi la portata con riso al cocco , insalata e patacones. C’è anche una salsa bianca e piccante, purtroppo non capisco cosa sia. Mompox è una gran bella destinazione. È stato un importante Porto coloniale e ha mantenuto la architettura coloniale. Ha un bel lungofiume con alberi centenari. Il malecon è abitato da locali che escono a prendere il fresco. Un po' come macondo, il posto inventato da Marquez in 100 anni di solitudine. Mompox Sorge su una "altura" nel mezzo di una depressione riempita dal fiume Magdalena. Ci sono un sacco di acquitrini e laghi. Ovviamente ci sono un sacco di uccelli. Ho visto anche diverse specie di iguane. Una guida ci dice che la "altura" è un isola nel bel mezzo di 4 braccia di fiumi che riempiono una depressione ed è stata base logistica per gli spagnoli colonizzatori per portare derrate e materiali nell' entroterra e viceversa. Ad un certo punto il fiume magdalena ha portato sedimenti che ne hanno precluso il passaggio alle navi. E così Mompox è rimasta congelata nel tempo. Da quel momento Barranquilla ha preso importanza e oggi è una metropoli. Mompox è stata la 1' città colombiana a dichiarare indipendenza dalla Spagna ed ha fatto da base per varie campagne militari di Bolivar. Dopo mangiato percorro il lungofiume, poi torno in hotel per una siesta. La sera ci sono tante bancarelle di cibo, in tutte le città che ho visto nel nord pianeggiante del paese. Un po', penso ,sia perché non c'è una rete di gas, un po' per non scaldare ulteriormente le case in un clima già molto caldo.  La sera a Mompox mangio in una piazza. Non c'è grande varietà. Patate o fettine di wurstel fritti con straccetti di carne, oppure carne arrostita accompagnata da yucca (o patate con buccia) bollite e insalata (pomodoro, cipolla e cetriolo). Le salse sono  a base di yogurt (acido o meno). Nella piazza i giovanissimi del paese si ritrovano e si rincorrono in una atmosfera apparentemente molto serena. Il sabato sera sono comparse delle giostre molto semplici. Dei saltarelli, un piccolo risciò a pedali e una piccola giostra. La giostra aveva fondentalmente la forma di un grosso ombrellone a cui erano appese delle macchinine tipo quelle a batteria. Quando un bambino voleva fare un giro su una macchinina il titolare la staccava dalle cinghie , la poggiava a terra e la spingeva con il bambino sopra.Nel paese (oltre a rospi ed iguane) ci sono un gran numero di cani e gatti. I cani girano tra i tavolini in cerca di cibo. I miei preferiti erano 2. Un cucciolo nero con una zampa offesa e un altro soprannominato "El espresivo" . Il cucciolo ogni tanto lo incrociavo in paese. Mi riconosceva e mi faceva festa sbattendomi sui polpacci e mordicchiandomi la mano. L'altro con qualche anno addosso, poi ho scoperto chiamarsi Messi, mentre mangiavo mi guardava con uno sguardo intenso e commovente (ho addirittura pensato che avesse una tecnica).Le iguane sono facili da incontrare, la razza locale , bella nei suoi  tratti preistorici , ha le zampe di colore Marrone e sta solitamente sugli alberi. Le chiese del paese sono 7 e quasi tutte sono già decorate con abbondanti luminarie perpetrando lo spreco energetico a cui siamo abituati anche da questa parte dell'Oceano. Le decorazioni interne che ho visto non sono impressionanti, mente le pale d'altare sono complesse. Apparentemente a mompox sono arrivati componenti della setta degli illuminati e della massoneria.  In una delle chiese ce ne  sono i simboli. Altri edifici storici importanti sono il collegio e il mercato. Il collegio è stato uno tra i primi (se non il primo) della terra ferma in america latina coloniale. Di fatto qui venivano da tutta la colonia per studiare e di sicuro mompox è stata il1' paese a dichiararsi indipendente dalla corona spagnola anche per la presenza del centro culturale. Ha molto in comune con  l'università di Pavia. Un grande cortile  con 2 ordini di porticati.  Il mercato storico è minuscolo. Un unico corridoio di circa 20 metri su 2 piani, con una bella facciata barocca verso il paese e più spoglio verso il fiume. Nella piazza antistante l'inquisizione spagnola appendeva i coloni eretici. Altra chiesa di interesse è santa barbara,con facciata e campanile decorato. Nelle foto storiche tutti gli edifici sono bianchi, dipinti di calce. Oggi (grazie ai fondi UNESCO, dico io) ci sono tante case colorate. Altro edificio storico è il cimitero, non tanto per la struttura, quanto perché ci sono sepolte delle persone importanti nella storia della Colombia.

4-5-6 dicembre Mompox, hotel bioma

 Un giorno in hotel compaiono Fredy e Melissa, sono 2 ex compagni di università di Bogotà, con loro passerò il sabato. Fredy attacca con il rum a primo pomeriggio , Melissa (proprio una bella ragazza) , invece più cauta, raggiungerà la sera cosciente. Sono molto simpatici e con loro parlo della società colombiana e di come stia cambiando ultimamente.

Buttando l'occhio nelle abitazioni private la casa ha una prima stanza, con immancabile amaca, e subito dopo un patio. Alcune case hanno le stanze da letto che affacciano sulla strada, ma sono una minoranza. L’ultimo giorno a Mompox mi sono dato allo shopping. L'abbondanza di latte ha sviluppato una varietà casearia. Ci sono 2 formaggi. Il "costegno" solido,salato, bianco con i buchi, che si può mangiare fresco o cotto alla piastra e uno filante morbido tipo mozzarella. Una specialità di mompox è quest'ultimo ripieno.  Sono andato mercato e ho parlato con il macellaio. Vedevo che rivoltava la carne in fette nel sale grosso. Gli ho chiesto se la notte la avrebbe messa nel frigo. Mi ha risposto di no,e ha  aggiunto che così dura fino ad un mese. Il mio shopping è una tormenta, vado varie volte dai rivenditori a valutare cosa comprare. Ho la piacevole idea di cercare del distillato locale. Lo trovo in casa di una signora sdentata, si chiama niek ed è simile all’anice.

7 dicembre hotel bioma, Mompox

Sveglia alle 4, il giorno prima ho cercato di avere un po’ di tempo in più, ma il signor fernando è stato intransigente: alle 4 pronti davanti all’hotel.Alle 4.20 Lo ho chiamato e dormiva! Si presenterà alle 5. La strada non è malmessa, ma c'è qualche sobbalzo. Il conducente,con un braccio saldamente attaccato al poggiatesta scanna il mezzo. Il traffico è sempre stato molto limitato, qualche auto, qualche altro furgoncino. Ci sono anche dei lavoratori che vanno a lavorare in bicicletta. Spingono la bici in salita sui ponti, per poi farsi trascinare dalla discesa. Il cielo si riflette nei tantissimi acquitrini, proprio una bella alba . È in corso una campagna per ottenere l'abolizione dei pedaggi. Ad ora ogni tanto ho visto pagare, ogni tanto no. Posso affermare con sicurezza che questo mezzo ha gli ammortizzatori scarichi. È luce piena, il profilo delle montagne è scomparso dall'orizzonte.  A sud compaiono dei rilievi che si fanno via via più aspri. Sulle alture  si alternano zone brulle a zone a bosco. Dietro ai colli compare una cima innevata. In pianura sparuti bovini sono la norma. Ad un certo punto siamo costretti a tornare indietro: c'è un blocco stradale. Non mi è chiaro se i Iocali non sono d'accordo con l'esproprio della terra o se non vogliono che con la nuova strada il paese perda il transito dei mezzi e relativi commerci. È la strada che arriva dal Venezuela,ci sono lavori per raddoppiare la carreggiata. Atterrati Bogotà inizio ad informarmi per il tampone per tornare in Italia. La musica di attesa per i laboratori  è identica a quella in Italia! Nella fattispecie quella del centro medico da cui mi capita di andare è proprio IDENTICA! Domani è festa. Qui festeggiano la vigilia del 8 con la cosiddetta festa della luce. Mettono delle candele fuori dalla porta e nelle piazze. Avevo visto che a mompox vendevano candele da tutte le parti e pensavo che spesso saltasse la corrente. Invece era per la vigilia!C'è un traffico infernale! Mi trovo nel pieno delle uscite dal lavoro e in pieno esodo pre festa. Mi hanno detto che a Bogotà ci sono le targhe alterne, ma non per il traffico, per gli ingorghi!! Non per l' inquinamento da monossido di carbonio, ma per il traffico. Nei giorni festivi e nel weekend invece possono circolare tutti. Il conducente fa anche scendere dei passeggeri per andare a piedi, molti (tra cui io) danno segni di insofferenza. Dal terminale nord si vedono i quartieri con le case colorate. Subito fuori da Bogotà si prosegue in quota e si vede a che qualche saliscendi, poi scende l’oscurità. Lungo la strada vedo diversi usci di porte con davanti tante candele e anche persone che stanno sistemando le candele davanti a casa. Arrivo a Villa de leiva dopo 8 ore di viaggio da Bogotà. Normalmente ce ne vogliono 3 e mezza. C’è tantissima gente in giro ,sono stanchissimo, ma sono curioso di vedere i festeggiamenti. Raggiungo la piazza centrale. C’è un sacco di gente! Tanti mettono a terra un pezzo di legno e ci accendono sopra delle candele. Vorrei mangiare qualcosa di particolare, ma i ristoranti sono tutti pieni. Finisco a mangiare una arepa con pollo nella grande piazza centrale e successivamente una salsiccia con patate, da un signore francese.

8 dicembre, colonial hotel, Villa de leyva

Sveglia alle 9. Colazione abbondante in hotel. Chiamo Marta e faccio una pennichella. Svegliatomi faccio un giro per il centro città. Ha un centro in stile coloniale ben conservato con edifici colorati di bianco.  Le vie sono acciottolate, forse direi più in selciato, le pietre sono grandi. La piazza quadrata centrale è veramente grande, con i suoi 120 mt di lato è una delle più grandi di tutta la Colombia. In terra ci sono i segni delle candele colorate scioltesi durante la sera prima. Per strada ci sono tante persone, anche se si coglie che c’è chi sta andando via. Decido di andare via prendendo più mezzi, vorrei fermarmi in un paio di paesini. C’è un po’ da aspettare alla stazione dei bus, ma poi si parte. La zona è famosa per i fossili: un tempo era sott’acqua, ora è a 2150 mt, ma i fossili sono lì attaccati al suolo. Un’altra caratteristica del paesaggio sono delle colline spoglie di colore rossiccio in mezzo ad un panorama verde. Queste hanno profondi tagli, tipo calanchi. Faccio una chiacchierata con Ricardo, il giovane autista. Lui era autista di camion. Mi dice che nelle zone controllate dai narcos c’è più sicurezza che non in quelle controllate dallo stato. Addirittura nelle case! Le denunce di violenza domestica , così come i furti, sono molto inferiori. Ricardo (e lo conferma anche l’autista dopo, anche lui ex guidatore di camion) dice che se colti in fallo in un territorio che lui considera suo il narcos non fa grandi processi. Chi sbaglia paga con la vita. E succede così che gli autisti di camion possono lasciare i loro mezzi serenamente in strada, mentre quando sono in territori sotto controllo dello stato devono pagare una guardia , sia per il camion, sia per il carico. Scalo a Chiquinquirà. La città è nota per una chiesa, faccio un giro. La piazza davanti è ampia, ma molto meno di quella vista a villa de Leyva. In città mi colpisce la semplicità dei divertimenti offerti ai bambini e ,appena prima di uscire dalla città, una pecora con scritto sopra “Me apuestan!” (mi estraggono a sorte). In giro per la Colombia, mi è capitato di vedere cartelli con scritto “non si vende, non si affitta, non si permuta”, o ancora case con su scritto “questa casa non si vende”. La cosa mi aveva colpito, ma non ne avevo capito il motivo. Sulla strada alle scritte appena elencate c’era in aggiunta “no se deje enganar!”(non si lasci ingannare”). Praticamente c’è chi vende proprietà altrui! Ed è anche un fenomeno abbastanza diffuso. Il viaggio verso bogotà attraversa un grande altopiano, con una sorgente. La sorgente da vita alla laguna di fuquene. Un bel posto, molto verdeggiante. Scendo dal bus al paese dopo, Ubatè. Questo paese non offre moltissimo, ma qualcosa c’è .Una chiesa in stile gotico, un’industria casearia varia, un gran bel ristorante (chiuso ovviamente) e un ragazzo con un quad che tira le macchinine davanti alla chiesa. Provo i formaggi:il queso pera è tipo una scamorza dolce, il queso ripieno è tipo una mozzarella, ma il ripieno è dolce e poi c’è il queso costiero (salato, con i buchi). Sulla strada del ritorno (con tratti a 3000mt slm), manco a dirlo , becco un ingorgo colossale. Altra cena con panino nella plastica e a dormire.

9 dicembre

Sveglia alle 6.30. Vado in aereoporto per fare il tampone e torno in hotel. Colazione e poi dormxo praticamente fino all’ora di check out. In aereoporto le procedure di imbarco bagagli si dilungano tanto che mi fanno saltare la fila al controllo passaporti. Prendo 2 bottiglie di rum (che fuori avrei pagato probabilmente meno) e mi metto in coda. Vicino a me c’è una signora bulgara che mi dice 15 volte che il suo posto è quello vicino al finestrino (poi verrà fuori che quello non era il suo posto). Il volo va verso Panama city. Noto con una certa sorpresa che panama è una distesa ininterrotta di foresta. In compenso la costa ha un colore marrone che non mi piace granchè. Passiamo sopra un paio di isole con barriera corallina e un piccolo peschereccio anche lui contornato di bianco. Stavolta il bianco è mobile:sono gabbiani che sperano di ottenere del pesce(o  provano a prenderselo da soli). Il canale si avvicina e il traffico marittimo aumenta considerevolmente. Purtroppo il canale non riesco a vederlo, ma le navi enormi portacontainer si. Scende tanta genta a Panama city. La squadra di softball torna con staff, congiunti e qualche tifoso da israele, dove si è piazzata terza. Gli atleti medaglisti scendono tronfi e festanti e sale sull’aereo un fiume di persone. Il volo è praticamente completo. Dormo poco. Da Istanbul a Milano il mio vicino di posto è un ragazzo pachistano, rifugiato, che vive a ventimiglia. Con lui noto che l’aereoporto ha un traffico notevole (siamo in una fila di 8 aerei che aspettano di decollare). Arrivato a Malpensa riesco a procurarmi un passaggio! Davide, un ragazzo di Piacenza amante dell’hip hop mi da un passaggio fino a trezzano e da lì arrivo a casa in bus.