giovedì, marzo 31

28 marzo mowlamyne aurora GH

Sveglia abbastanza presto, Oggi, per la serie "le dimensioni contano" il programma prevede di esplorare la zona a sud di mowlamyne. In localita'Win Sein Taw Ya un budda disteso lungo 170 metri e li' vicino un monastero del 1400 presso un piccolo villaggio. Noemi, che a quanto pare apprezza i postacci fa colazione nella casa da te' sotto la GH. E' un posto rivestito i legno con il tetto alto e alcuni tavoli quadrati. Al centro del soffitto un ventilatore che gira lentamente. Pare annoiato, lo fa per spirito di routine piu' che per il prezioso compito che gli compete. Ad ogni modo per colazione qui ti portano tante cose, poi , a seconda di quel che mangi, paghi. Io raramente faccio colazione e stamattina la ho gia' fatta con 3 piccole banane. Bevo una tazza di te' verde e usciamo. Scopriamo che per arrivare alla stazione dei bus a sud della citta, (che dista 3km e 1/2) esiste un mezzo pubblico collettivo , il numero 8. Con quello raggiungiamo la stazione e da li' si prosegue verso sud. Il mezzo per Mudon parte quasi subito. Sopra ci sono signore con lo chinion tenuto insieme dal pettine. Una di loro ci fa assaggiare delle bacche , grosse piu' o meno come una ciliegia, di colore marrone/rossiccio, hanno la buccia un po' rugosa e il picciolo molto piccolo e corto. Arrivati al nostro punto di arrivo scendiamo e ad indicarci la strada c'e' un arco con delle panchine subito sotto. Imbocchiamo la strada e una nuvola ci facilita le cose. Poco dopo aver oltrepassato l'arco, inizia una lunga serie di statue di monaci in piedi con in mano la cesta delle offerte Danno le spalle all'inizio di questa via. E' stata pavimentata per facilitare il transito dei pellegrini (soprattutto di quelli motorizzati) e dei materiali da costruzioine. Dopo questa serie di statue (direi una 70ina) tutte praticamente identiche, se non differenti nelle pieghe degli abiti e nell'altezza. Si passa un secondo arco e il colossale budda inizia a vedersi nella sua interezza. E' lastricato di bianco dove la pelle e' esposta, il copricapo e' color oro e la veste e' rosso acceso. All'interno ci sono tre piani con diorama. La mia impressione e' che al 1 piano ci siano rappresentazioni di inferno e paradiso, al 2' storie legate alla vita di budda e al 3' la storia del paese. Una passerella porta sul versante opposto della minuscola valle. In costruzione' di fronte a quello esistente, c'e' un budda ancora piu' grosso. Qua e la' spuntano stupa e statue. Dopo aver bevuto un succo di canna da zucchero con un moto taxi raggiungiamo il paesino Thanbyuzayat. Sulla strada su uno scosceso affioramento roccioso vediamo Kyauktalong taung, un piccolo stupa. Sul mototaxi iniziamo a salire una increspatura del terreno, che pero' offre belle visuali. In particolare una volta oltrepassata la piccola collina ci si para davanti una omogenea macchia verde acceso. Il fatto chr sia tanto omogenea mi fa pensare che sia una cultura, piu' che un bosco spontaneo. Arrivati a destinazione andiamo a vedere il monastero. E' una struttura abbastanza grande, di legno verniciato verde e oro. Appaiono come vari tetti uno sopra l'altro. All'interno, intorno alla sala con la statua un corridoio piastrellato. Nella sala un budda di circa 5 metri in una posizione insolita. E' seduto. All'interno del complesso monastico anche vari altri templi. Fa veramente molto caldo e siamo entrambi stanchi per cui facciamo una siesta di circa 40 minuti. Dato che ci hanno fotografati in tantissimi appena arrivati, con tanto di cambi per fare piu' foto con persone diverse immagino che esistano varie foto che mi ritraggono durante il breve sonno. In particolare un ragazzo dirigeva le operazioni facendo cambiare gli amici e utilizzandoci come scenografia fissa per le foto. Mangiamo di fronte al monastero in una ampia struttura in legno.Durante il pasto accade l'imprevedibile. Carri con sound system potentissimi trasportano giovani che si agitano al suono di musica tecno. Sono tre ognuno con la propria musica. Il suono e, assordante. Sono letteralmente stercofatto non me lo aspettavo nemmeno lontanamente!! Vari partecipanti alla festa vengono al ristorante cercando acqua , birra o anche solo refrigerio. L' idea di agitarsi sotto ub sole tanto forte non smette di allibirmi. Non sono solo giovanissimi a partecipare alla festa e ad invitarci. Dopo una 20ina di minuti fermi nello spazio antistante il monastero, i camion se ne vanno con il loro carico tecnologico assordante. La gestrice ci informa che e' la festa del monastero e nfatti vedremo un palco e vari altri preparativi prima di andare via. La passeggiata nel villaggio (quasi del tutto silenzioso) e' piacevole, ci sono tante case in legno e immagini di vita quotidiana. Resto colpito da una ragazza che utilizzando una corda fa roteare un recipiente cilindrico di metallo in uno piu' grosso in legno pieno di ghiaccio. Mi ricorda il modo con cui fanno le granite in Messico. Quando chiediamo che cosa stesse facendo dice solo "ice tea". La presenza di noemi mi consente di relazionarmi con il mondo femminile locale, che alle mie domande in precedenza si era dimostrato reticente, per lo piu' per apparente timidezza. Un signore (in lizza per il titolo di personaggio del giorno), bello allegro per la festa(e verosimilmente per il whiskey) mi prende per mano incrociando le mie e le sue dita e facciamo insieme tipo 300 metri. Appena puo' chiama gente per farsi vedere con lo straniero. Mentre sto pensando come venir fuori da tale situazione incrocio l'autobus, apparentemente l'ultimo), per Mowlamyne e lo prendo al volo. Arrivati in citta' raggiungiamo i templi sulla sommita' della collina che percorre la costa, a distanza piu' o meno costante dal longomare. Camminiamo per 3 km circa. Per chiedere indicazioni ogni volta prendevo la guida. Noemi, molto piu' praticamente, chiedeva della pagoda...e tutti sapevano di c parlava. Arriviamo alla pagoda U Zina. Si chiama cosi' perche pare che tale u zina, ispirato da un sogno si mise a cercare pietre preziose proprio qui. Col ricavato ha costruito il tempio. Immancabile grosso stupa dorato con campanelline sulla sommita' e statue del santo. vicino alla cima dello stupa c'e' un effetto ottico decisamente particolare. Ad occhio nudo non appare nulla, mentre l'obiettivo della fotocamera mostra un volto. La vista spazia fino oltre il fiume. Si vedono anche le isole che affiorano a causa del basso livello del fiume, che tanto hanno spaventato i conducenti di battelli il secolo scorso. Un monaco un po' insistente ci illustra il volto che ad occhio nudo non appare e ci dice almeno 5 volte che in serata andra' a yangoon e da li' al suo monastero. Mi faccio lasciare l'indirizzo e si prosegue verso Kyaikthanlan paya. Un antico stupa reso famoso dall'incipit di road to mandalay di Kipling. In teoria dovrebbe esserci un camminamento coperto per scendere in citta', ma non lo troviamo. Ad ogni modo il tramonto da qui e' molto bello. La citta' con i suoi edifici coloniali si estende sulla costa, punteggiata di palme e avvolta in quella foschia che rende tanto esotici questi posti. Forse e' proprio la mancanza di visibilita' che spinge a immaginare chissa' cosa quando si e' davanti ad un panorama del genere, in foto o dal vero. Tutto viene avvolto da una alone di mistero. Razionalmente ci si chiede "cosa sta circolando nell'aria?" Sono le preghiere dei locali che aleggiano come il fumo dei loro incensi? Gli spiriti che convivono con la religione monoteistica e che popolano le leggende locali? Potrebbe essere solo afa, ma e' bello farsi cullare dal pensiero che altro popoli questi paesaggi, per noi cosi' distanti. La letteratura ci tramanda viaggi massacranti per arrivarci; mesi su barche a forte rischio di malattie o a cavallo di animali che potevano decidere di non voler piu' andare avanti; regnanti che per lasciar passare chiedevano umiliazioni o prove di fedelta' difficili da superare. L' atmosfera ha un che di magico, e durante la discesa chiedo di fermarmi ancora un po' a guardare la citta' che cambia volto al rapido mutare della luce. Compaiono decine di lucine, e' buio. Mawlamyne mi e' proprio piaciuta. Le 6 sono passate "il lavoro e' finito" dico a Noemi, "vamos a beber" mi risponde. Il baraccio di fiducia e' aperto e Spidia,il giovanissimo gestore , e' contento di vederci. Il padre non si vede e la madre sta facendo i compiti con il fratellino piccolo. Chiediamo un oje un cocktail di ( caffe,whiskey e acqua). Vedo i'l ragazzino entra in postazione e con un gran sorriso lo compone. Da' l'impressione di divertirsi, certo e' che se a 11 anni fosse in strada a giocare sarebbe meglio. Con le sue infradito di plastica nera, pantaloncini mimetici sotto al ginocchio, maglietta rossa dei new york figher e nagal(crema solare locale) in viso porta va casa il titolo di personaggio del giorno. Condividiamo un oje e andiamo via. Quando gli chiedi di fare una foto si mette impettito a lato di un tavolo, con la mano sul piano di legno. CLICK! Tornando in hotel cena leggera, del pollo in pastella e poi a dormire. Sono stanchissimo.

martedì, marzo 29

27 marzo aurora hotel mawlawmyne

0Alle 7.30 siamo gia' svegli entrambi. Il programma di oggi prevedeva il museo mon al mattino e raggiungere la Naw La Bo pagoda a pomeriggio; ma il museo apre(in teoria) alle 10 e decidiamo di invertire l'ordine delle visite. La tradizione vuole che le reliquie (spesso capelli., ma non mancano denti, dita etc, variamente distribuiti) che si trovano in dei ghedi costruiti su massi in bilico siano la forza che li tiene li' a dispetto di tempo, intemperie e forza di gravita'. Vicino a Kyaitko, nella pagoda kiaitkhtijo ce ne e' uno blasonato e famoso, allora optiamo per questo altro, un po' meno noto e piu' complicato da raggiungere. Il divertimento premiera' generosamente l'audacia. Tanto per iniziare bene finiamo sull'autobus sbagliato. Scesi da quello ne prendiamo uno la cui dirigente commerciale (la donna del pilota, che tanto per cambiare ne era il capo) riempie all'inverosimile (anche il tetto riempie per bene, non solo il cassone del furgone). Arrivati a destinazione Noemi mi fa"mi sa che c'e' uno sul tetto". Me scendono 5 e nella foto, fatta da terra , ce ne sono una decina. Arrivati alla base della salita bisogna aspettare che si riempia il retro del camion che sale. Siamo gli unici turisti tra i circa 50 seduti su legni montati trasversalmente nel cassone del piccolo camion. Il percorso e' divertentissimo!! Bruschi cambi di direzione, salite ripide e discese ancor piu' ripide sballottano i pellegrini (in gran parte donne). La signora al mio fianco mi prende fermamente sotto braccio e la bambina che ho dietro, mi dice Noemi, pareva andasse in moto per come era attaccata alla mia schiena. La vista durante il tragitto e' spettacolare, ma lo spasso maggiore sono questa specie di montagne russe e le risate delle pellegrine. Lasciare la presa per il tempo di una foto suscitava risate immediatamente, per il successivo e immediato bisogno di riaggrapparsi. Arrivati a destinazione si lasciano le scarpe direttamente nel cassone e si va nel santuario. I pellegrini hanno momenti di preghiera supportati da bastoncini di incenso e poi vanno in un ambiente coperto dove un monaco tiene una funzione religiosa ad hoc. Io e Noemi intanto facciamo foto al panorama, che spazia per vari chilometri, fino al fiume a fondovalle. La nebbiolina presente in tutte le foto che ritraggono questi luoghi e' parte del paesaggio. La roccia e' proprio in bilico, verniciata d'oro' con un piccolo stupa in cima. Subito a valle della roccia altri stupa e ghedi dove i pellegrini hanno realizzato composizioni mettendo in equilibrio precario una sopra l'altra delle delle piccole pietre. Dopo 45 minuti si scende. Altro spasso memorabile. Inizialmente sia la signora che la bambina erano estie ad attaccarsi, ma a fine percorso erano entrambe saldamente aggrappate a me. Ricordo distintamente che qualcuno ripeteva una parola in lingua locale (verosimilmente "aggrappati!") e la bambina mi stringeva la cintola. Sul mezzo per tornare in citta' c'e' il personagio del giorno; lo definirei "il pratico". Maglietta verde pisello con scritto "happy" in blu sul pettorale destro, il pratico non perde occasione per mostrare il sorriso, che posso tranquillamente definire rossorriso. I denti, infatti, a causa del betel sono consumati e rossi piu' delle gengive. Tanto per aggiungere colore, il pratico ha anche parte dei capelli tinti di rosso. Avra' sui 24/27 anni e tanto dinamismo in corpo. Lavora sul retro di un camion che fa da autobus per brevi distanze. Quando il camion accosta per prenderci, gli dico che voglio andare a malwlamyne, ci dice che lui ci va e praticamente ancora prima di essere saliti urla al pilota che puo' partire.Il pilota, che ci lavora insieme' sa' che il pratico e' un po' precipitoso e non parte immediatamente. Il pratico in un paio di occasioni ci da' lezioni di rapidita' di azione coi clienti pur senza dare mai impressione di trattarli male. Corre a piedi nudi sull' asfalto rovente per chiedere dove va questa o quella persona a lato strada, per poi farsi raggiungere dal camion se il carico pesa. Aggrappato al bordo del camion si sporge per cercare clienti e ha le parole giuste per far comprimere quelli seduti. Un difetto lo ha, purtroppo la comunicazione per gesti e la lettura delle cartine topografiche non sono proprio il suo pane... Gli chiedo, facendogli vedere, se alla rotonda ll'inizio della citta' va a destra o a sinistra, mi indica sinistra. Dobbiamo scendere, dobbiamo andare a destra o dritto. poi invece va a destra. Poco male si prosegue a piedi. Vedo una lucertola dalla testa azzurra, inizialmente penso sia il sole. Poi ne vedo un'altra e mi convinco che non ho avuto allucinazioni. Ilmuseo chiude alle 16.30 (in teoria). Mangio velocemente e vado al museo. Noemi resta in hotel, e' parecchio stanca. Io attraverso il parco, arrivo davanti al muse ed e' chiuso!! Il sole preso oggi ha stancato molto anche me. Torno in hotel# scrivo un po' e vado a dormire. Mi sveglio un paio di ore dopo e con Noemi, cercando di raggiungere la pagoda in cima alla collina' andiamo a vedere una parte differente di citta. Passiamo per un'altra chiesa con crocifisso supportato da strobo-aureola a led (gia' la avevo vista intorno alla testa delle statue di budda, ma vederla dietro ad un crocifisso m ha fatto un certo effetto). Proseguiamo in ditrezione di un complesso bdi edifici con un grande stupa e  un tetto molto alto ed elaborato. Scopriremo che si chiama Taito Bokuda. A fianco dell' area prettamente dedicata al culto  e alla preghiera (con interessanti dipintii, che pero' non ho del tutto capito ) un a monastero del 1800. Un signore ne sta facendo manutenzione al pavimento. Il tetto, in legno e dipinto di rosso acceso e' decorato con scritte scolpite e colorate in oro. Nella sala centrale, poco sotto il tetto su due lati opposti, ci sono aperture verso l'esterno intagliate nel legno di forma simile ad onde. Sopra questa sala vari tetti sovrapposti, paraleli la suolo ed un pennone centrale. Tutto in legno. Torno verso Taito Bokuda. Un monaco sta tenendo buna lezione ad una 20/25 bambini che sono seduti a terra e cantano con un piglio grintoso, che non assocerei immediatamente alla pacifica tradizione buddista locale, ma, indubitabilmente, era il monaco a farli cantare. Nel fratempo si e' fatto buio pesto. Parafrasando l'avvocato che interpreta Adriano Celentano ne "il burbero", mi diverte dire a Noemi. "E' buio (lui diceva, sono le 6) il lavoro e' finito". Lei capisce e dice "andiamo a bere". Il postaccio di fiducia e' chiuso. beviamo una birra per strada e poi andiamo in un ristorante molto ben recensito per l pranzo di pasqua (anche se e' per cena). Ordiniamo l'immancabile riso con - insalata di bambu' - curry di melanzana - curry di vitello - curry di gamberi le insalate sono sempre incluse e in questo caso c'era anche delle sfoglie di zenzero fresco. Tutto molto buono. Oltretutto Noemi ha mangiato poco e io ho fatto doppia porzione di tutto.. Tornando sul lungofiume vediamo una delle poche, se non pochissime panchine che ho avuto modo di vedere e abbiamo approfittato bevendo una birra li' , contando i ratti che venivano su dal fiume. Tutti  di dimensione apprezzabile, devo dire. Noemi sta un po' passando coi puiedi quel che ho passato io prima di utilizzare i calzini, quindi abbiamo fatto un, altra sosta e poi siamo andati in hotel.

26 marzo parami hotel hpa-an

mi sveglio alle 6.30. Una nebbia abbastanza fitta copre la citta'. Ovviamente tutte le cose che ho steso, complice l'umidita' non si sono asciugate. Torno a dormire, ma dopo meno di un'ora sono ancora gia' sveglio di nuovo. Decido allora di uscire e visitare il mercato del mattino. Compero delle banane e mi guardo un po' intorno; non vedo cose eclatanti. Il mercato e' colorato, ci si vende dal cibo ai chiodi in piccole casupole aperte sulla strada. Ci sono dei riscio' particolari che permettono a 2 persone di sedere sul lato della bici. Cio' che uniforma tutti sono le pistole ad acqua utili per la festa dell'acqua che arrivera' a breve. A movimentare un po' la situazione ci pensa una piccola, ma rumorosa, processione religiosa. Sono tre carri. Attorno ad essi con dei contenitori riconoscibili si raccolgono offerte. Il primo porta una statua, il secondo dei monaci e il terzo, un po' piu' caratteristico, ha al seguito una piccola banda composta di strumenti molto molto semplici. Ci sono piatti di metallo, un gong e delle fruste fatte di bambu'. I musicisti sono 6 o 7 di eta' molto differenti, ogni tanto si danno il cambio con altri cosi' la musica puo' continuare. Li seguo per un pezzo brevissimo, poi mi infilo in una seconda zona di mercato. Questa e' un po' piu' divertente. Ci sono tanti prodotti di cui non capisco l'uso. Mangio dei dolci a base di riso e arachidi, e riso e fagioli(con relativo mal di stomaco subito dopo) e assisto al fallimentare tentativo di fuga di un pesce gatto dal catino in cui e' rinchiuso. In un'altra zona del mercato trovo pane per i miei denti. Un fiore commestibile (giallo, se ne mangiano anche le foglie, assomigliano alle foglie della primula), e un fiore che si usa come spazzolino(di colore viola). Tra le venditrici una signora con un piccolo tatuaggiol volto che fuma una specie di sigaro grosso quanto un pollice. Inizia a fare parecchio caldo e torno mella GH. Visito 2 templi che si trovano nelle immediate vicinanze della GH. Uno e' parecchio piu' decorato. Ha ingressi con entrate in legno scolpito verde e oro e passaggi coperti dalle strade intorno al tempio centrale fino alla sala di preghiera. L'altro tempio, dalla parerte opposta della HG di trova nel mezzo di un bacino artificiale. Anche lui ha delle passerelle coperte per raggiungerlo. Quella in uso ora e' in cemento, ma si vede ai lati quella precedente in legno. Il complesso e' abbastanza grande e ci sono varie zone in cui si sta lavorando e rimodernando. La barca che mi portera' a hpa-an parte alle 13 e prima del taxi collettivo delle 12.30 vorrei riuscire a mangiare e farmi una doccia. Benjamin ha gia' mangiato e quindi vado a mangiare in un posto che avevo visto particolarmente affollato di locali durante una passeggiata a mattina stessa. Oltre al riso mi portano un sacco di pietanze in altrettanti piattini metallici. - curry di pesce - zuppa di pesce ( arrivata dopo la foto) - zuppa di verdure (con verdure intere) - brodo di verdura - insalate con condimento.
Il tempo inizia a scarsseggiare e praticamente mangio il tutto molto' molto in fretta. inoltre devo fare check out prima delle 12, cosa di cui mi ero totalmente scordato. Torno in hotel, vedo benjamin con lo zaino in spalla e mi rendo conto che sono appena in tempo per uscire in tempo. Rocambolesco check out e doccia, e vado a prendere il taxi collettivo per prendere la barca. La barca e' molto allungata, con 4 sedie una dietro l'altra e una copertura per il sole.I bordi sono alti, per cui il rischio di schizzi e' molto basso. Sulla barca con me 2 giovanissime francesi e un ragazzo svizzero. Il viaggio procede molto tranquillamente, i rilievi, ad inizio viaggio carsici e repentini, poi assumono sembianze di catene collinari, arrotondate e continue. Sul bordo del fiume si vedono vari luoghi di culto, a volte subito sopra al livello dell'acqua, a volte spuntano dalla vegetazione sul bordo visibile delle colline. I segni sul bordo del fiume evidenziano che il livello dell'acqua e' almeno 2 metri piu' basso rispetto alla stagione umida. Le radici dei grandi alberi che vivono sulla riva sono esposti al sole, sono dei grovigli affascinanti, spesso sono saldamente aggrappati alle rocce che affiorano dalla terra della riva. In determinati punti varie barche dragano il fondo del fiume. Il sottosuolo del paese e' ricco di minerali preziosi e pare che il letto dei fiumi si presti a tale estrazione. Arrivati a Mawlamyne attracchiamo la base di una zona dove sul fiume si affacciano tante case su pali. ' sono molto particolari. Ci sono anche altre barche, su una di esse noto dei sedili di automobile. Condivido un tuc tuc con le ragazzine francesi e raggiungiamo una guesthouse. Una ragazza vorrebbe 3 camere, ma non ha i dati dei passaporti degli amici e il proprietario deve inviare entro le 7 i dati all'ufficio immigrazione, e quindi non puo' far altro che consigliarle un'hotel di categoria superiore, con reception 24 ore. Poco dopo il mio check in arriva una ragazza spagnola, Noemi. Ha un anno a disposizione ed e' al suo 2' visto per la Birmania. Aspetto che faccia check in e facciamo un giro insieme. Prima che faccia buio facciamo a tempo a vedere una chiesa di mattoni rossi di fine '800 Una targa informa che lo studio di progettazione ha sede a Londra. In citta' ci sono varie chiese battiste.Nel 1827 Adoniram Judson arivato a Mawlamyne dopo aver perso la rotta pe l'India e convinto che la propri a religione fosse quella giusta per i locali, gia' buddisti da millenni, ha iniziato la sua opera come missionario. Oggi il 4% dei Birmani e' cattolico. Missionari inglesi, commercianti portoghesi e qualche esule giapponese hanno contribuito a questo dato. Nelle zone tropicali le giornate sono di lunghezza costante e il buio segue molto velocemente il tramonto. Proseguendo la passeggiata troviamo un baraccio e ci infiliamo. Anche Noemi pare apprezzare i locali di categoria molto bassa o ulteriormente inferiore. Beviamo un bottiglia di chenchen couni, ma non capimo di che si tratta. E' una bevanda zuccherina, con del fondo bianco. Cerchiamo di capire come lo usano i locali, concordiamo che non e' alcolico. Pensiamo che lo usino per allungare il whiskey o il rum, ma no; lo agitano e lo bevono puro. Il bar e' apparentemente gestito da un ragazzino di 11 anni che raccoglie gli ordini e i soldi, fa i cocktail, svuota(per terra) i posaceneri e lava i tavoli. Il padre , che ci da' il benvenuto e poi torna a sedere e' in gran parte tatuato e pare non alzarsi troppo spesso da dove lo vediamo seduto. Tornando verso l'hotel mangiamo al mercato notturno una zuppa di pollo. Concordiamo le visite per il giorno dopo e torniamo in hotel. Beviamo una birra sul balcone ci diamo appuntamento al giorno dopo.

domenica, marzo 27

25 marzo pyaetung guest house myawaddy

Faccio uno strano sogno, sono a Rosate e dopo una nevicata enorme la neve si scioglie e c'e' acqua in giro fino alle caviglie; col mio mezzo affidabilissimo faccio 2 incidenti nel giro di 60 metri. Mi sveglio con un po' di mal di stomaco, esco e trovo un passaggio fino a pha an su un'auto Con me non ho abbastanza soldi, concordo con l'autista che cambiero a pha an e si parte. Siedo davanti. La prima impressione e' che le foreste che coprono la zona montuosa che atraversiamo siano decisamente piu' fitte che in thailandia. Inizialmente la strada e' ampia e si vedono i lavori per allargare la strada.
Dopo un po' la strada si stringe. Si circola a destra. La cosa curiosa e' che , dato che le auto vengono generalmente comperate usate dalla thailandia, hanno la guida a destra. Il risultato e' che i sorpassi sono estremamente difficili, perche' l'autista non vede il centro della strada. Questo rallenta di molto i percorsi, e spesso sono i passeggeri che dicono all'autista quando uscire per un sorpasso. Usciti dalla citta' mi controllano il passaporto. Un'altra cosa che rallenta ulteriormente i percorso e' che all'entrata e uscita dalla citta' i mezzi devono pagare un pedaggio di 500kiat; il pilota tende la mano con i soldi, da terra li prendono al volo e sempre al volo l'autista prende la ricevuta. Tutti gli uomini che fanno queste operazioni sono in borghese. Le montagne non sono particolarmente scoscese, ma sono di un bel verde intenso, acceso.Il pilota lascia la strada principale per andare in un paesino a consegnare cio' che abbiamo sul tetto, mobili in bambu'. Il paese di chiama Dar mar mue. Non e' proprio piccolissimo, ma le case qui sono praticamente tutte solo ed esclusivamente in legno. Passiamo una zona di jungla fitta e la temperatura e' sensibilmente piu' fresca. Davanti a noi abbiamo un minivan e ho la netta impressione che lo spostamento su tale mezzo e' piu' economico e piu' veloce, ne terro' conto in futuro; inoltre essendo il mezzo nuovo e non usato probabilmente ha la guida a sinistra. La auto che guida il pilota ha il cambio automatico e alcuni sorpassi non vanno proprio lisci. Ad ogni modo, rispetto alle 6 ore indicate sulla guida ne impieghiamo meno di 3 e 1/2. La rete viaria sta venendo migliorata molto velocemente. Arrivati pha an provo a cambiare, ma c'e' un po di coda, per congedare il tassista gli propongo dei dollari e cosi' puo' proseguire con gli altri passeggeri. Quando finalmente e' il mio turno mi dicono che in quella banca cambiano tagli di dollaro superiore ai 50 solo nei giorni pari(!?!?) e quindi mi manda in un'altra banca. Nel tempo di cambiare e mettere al sicuro il denaro vedo che arrivano parecchi turisti a cambiare valuta, nel paese sta letteralmente entrando un fiume di valuta pregiata. La cartamoneta che mi danno, infatti, e' nuova di pacca. LHo la sensazione che la banca di stato deve stampare moneta nuova per poter dare ai turisti tutto il contante che viene richiesto. La forte presenza di turisti oltre che in citta' si vede negli alberghi. Il primo dove vado e' completo e nel secondo c'e' una sola camera. A cercare alloggio con me altre 3 persone. Benjamin, francese di Nantes, e' disposto a condividere la camera. Con lui nel pomeriggio visitero' anche la grotta Saddan. Per arrivarci bisogna prendere il minibus per Endu. Il pilota ci propone di andare sul tetto. L'idea diverte entrambi (anche se il sole e' molto forte) e accettiamo. Da endu, con una motoretta a 3 ruote con copertura arriviamo alla caverna. La caverna e' luogo di culto, si entra a piedi nudi. Un tempo era gratuita con eventuale accensione della luce a pagamento, ora costa 1000 e la luce e' gia accesa'. C'e' un camminamento in cemento, mi sa che dopo aver recuperato turisti ammaccati si e' deciso di fare cosi. La caverna ha degli spazi molto ampi, varie statue di budda e grandi stalattiti di vari colori e qualche buco. Ci sono molto pipistrelli, si ha l'impressione di udire sghignazzare, ma sono i versi dei pipistrelli. Gli stessi pipistrelli rendono la passeggiata un po' piu' scivolosa, ma piu' morbida al tatto. La temperatura e' decisamente piacevole e avvicinandosi all' uscita dall'altra parte della montagna si sente come la temperatura progressivamente aumenti. Usciti dall'altra parte c'e' un laghetto e un' altra caverna (stavolta senza luce). Dei monaci stanno lavorando ad un passaggio sopraelevato per quando durante la stagione delle pioggie l'accesso a questa seconda grotta e' impedito dall'acqua. La seconda grotta (che vedo grazie alla luce di benjamin, la mia e, veramente troppo fioca) e' composta di materiali diversi e riflette la luce in alcuni punti, ci sono stalattiti molto belle e una veramente enorme nell'ultimo ambiente raggiungibile. Attorno a questa hanno fatto degli altari. La grotta si presta veramente molto bene alla meditazione, e' totalmente oscura(niente senso giorno/notte), ha temperatura costante ed e' assolutamente silenziosa( a parte i pipistrelli). Non mi stupisce cher abbia preso valenza di luogo sacro nel corso del tempo perche' e' veramente un ottimo riparo dal caldo opprimente delle ore centrali del giorno. C'e' la possibilita' di tornare in barca, ma noi torniamo attraverso la grotta. Chiedendo per un passaggio finiamo per contattare un gruppo di insegnanti in vacanzae si offrono di portarci a hpa an dopo che hanno fatto il loro giro. Approfittiamo di questo tempo per fare una passeggiata nelle campagne coltivate a riso; restiamo entrambi colpiti di come ci sia un netto simultaneo distacco tra le zone secche e quelle verdi chiaro coltivate e irrigate. Ci godiamo il sole rosso del tramonto dietro la sagoma molto particolare della roccia carsica in cui si sviluppa la grotta. tornati a hpa an. Andiamo a cena in un ristorante. Benjamin mangia curry di pollo, io di pesce, con riso a parte una piccola zuppa, base di ogni pasto locale. In camera provo a rovare un rimedio per lo zaino che pare reggere sempre meno, vorrei riuscire a tenerlo la posizione delle tasche mi e' molto comoda. Con benjamin condividiamo un carrot, un sigaro locale. All'interno non c'e' solo tabacco. E' un mix di polveri, legni pregiati e aromi per dare sapore al piccolo sigaro. E' arrotolato in una foglia verde e il filtro e' in foglia di mais. I pantaloni durante il tragitto sulla motoretta si sono sporcati veramente tanto. Li lavo, ma con risultati un po' deludenti. Vado a letto.

24 marzo guesthouse phisanulok

Mi sveglio con calma e ragiono su cosa potrebbe servirmi in Birmania e che potrei comprare in thailandia coi bath rimasti, si contendono il premio la permetrina(con cui dovrei ritrattare abiti e saccolenzuolo) e la crema da culo(per le emorroidi che spero non avro'). Scaramanticamente mi butto sulla permetrina. Ne trovo un composto con una concentrazione 10 volte quella che ho spruzzato e molto molto piu' economica che in italia La compero con la idea di usarla il prima possibile. Pesa un sacco. Di fronte al negozio c'e' un carrettino che frigge te tawn. Il te tawn, mi spiegano, e' un composto di olvere di riso e rapa bianca. Si mangia fritto da solo, o, come faro' io, insieme a noodles. Lo trovo buono, ha un sapore simile alla barbabietola. Tornando verso la guesthouse (che da qui chiamero' gh)mi fermo in un negozietto di ravioli al vapore. Ne scelgo uno, la ragazza lo prende dal frigo, lo porta dietro al muro , lo atomizza nel microonde e me lo da. Non e' quel che volevo, ma il ripieno mi piace. Sono fili di carne di maiale fritti e messi nel raviolo. Vado in stazione e da li' a Tak e da li' a mae sot. Qui la montagna inizia a farsi piu' scoscesa con versanti via via piu' ammantati. Ci sono grossi lavori e grosse aspettative su questa strada. Ora che la Birmania e' attraversabile stanno arrivando soldi financo dall'india per fare in modo che esista una autostrada, o per lo meno strada veloce, con 2 corsie per senso di marcia, per far viaggiare le merci verso i porti della costa sud dell'Asia. Vedro' di questi lavori anche in Birmania. Arrivato a Mae Sot ho la netta impressione che 2 ragazze scendano dove devo scendere io, ma aspetto la fine della corsa, e infatti mi sarebbe convenuto scendere al bivio prima della citta'. Comunque mangio qualcosa e pago un moto taxi er arrivare al confine. Stupidamente immagino un posto di frontiera senza servizi, ne, rivendite di sigarette , mentre ovviamente non sara' cosi'. Il tassista mi lascia, spendo i pochi bath rimasti in sigarette e mi avvio alla frontiera. Entro dogana e sono le 6. in thailandia, nelle stazioni, nei mercati(non tutti) e nelle strutture statali, alle 6 suonano l'inno nazionale e tutti si alzano in piedi e si bloccano. Non cantano, ne' si mettono la mano sul petto; semplicemente si alzano in piedi e ascoltano l'inno. Ancora questa volta non mi era successo, sono stato contento, e' stato un modo carino di salutare il paese. Imbocco il ponte dell'amicizia al tramonto. Sul ponte incrocio un altro viaggiatore(con tenda) a cui offro uno scambio di sim card, ma lui mi dice che non ne ha di Birmane e tutto sommato non pensa di utilizzarla. Ci salutiamo, ci auguriamo buon viaggio e buona fortuna e proseguiamo ognuno sulla sua strada. Il ponte dell'amicizia va tra Mae Sot in Thailandia e Myawaddy in Birmania. Se si chiama ponte della amicizia e non con un toponimo normalmente è che la amicizia è "costruita" esattamente come il ponte. Ad ogni modo superato un piccolo ruscello(che ha un nome differente a meno che non o si indichi dalla Thilandia o dalla birmania) sono in territorio birmano!! Al cartello a meta' del ponte , dato che la circolazione e' a destra in Birmania e a sinistra in Thailandia le auto e i camion devono cambiare lato della strada e assisto ad un cambio di carreggiata abbastanza impacciato e macchinoso di 2 camion e 3 auto. Anche io dovro' cambiare lato della strada , sul marciapiede dove sono entrato ora si esce dalla Birmania. Gia' dal ponte si notano le prime differenze, gli uomini portano il sylongy (mi pare si chiami cosi') esattamente come le donne, sono di carnagione piu' scura e in generale c'e' meno pulizia per le strade. Entro nella frontiera birmana. L'addetto e' sorridente, mi fa 4 domande, mi conferma che la frontiera di more con l'India e' aperta agli stranieri, mi fa la foto e mi mette il timbro! Posso stare in Birmania per 28 giorni! In realta' se si sfora non e' che ti mettono in galera, e' previsto un extra di 3dollari USA al giorno fino ad un massimo di 100 giorni. L'idea e' andare a pha-an il prima possibile, ma mi dicono che non ci sono piu' mezzi che partono per quella destinazione, e quindi devo trovare da dormire in citta'. Trovo un postaccio, pago in dollari e cerco da cambiare. Accarezzavo l'idea di cambiare al fiorente mercato nero presente prima dell'esistenza del cambio ufficiale. Ora i migliori tassi in assoluto si trovano nelle banche, ma non apriranno prima di domani alle 9. Entro in un paio di cambiavalute e, dopo un paio di prove ottengo i miei primi 8000 kyat (tra l'altro il cambiavalute sbaglia a digitare sulla calcolatrice e mi da' piu' di quel che dovrebbe). Myawaddy e' un tipico posto di frontiera, con negozi di alcoholici e sigarette per chi arriva da oltreconfine e molto poco da offrire, se non lo stupore per il nuovo arrivato per i sorrisi dei locali, i bei balconi di legno intagliato e le case sopraelevate in legno. Entro in una vietta e ne vedo varie, la casa tipica e' sollevata da terra con una ripida scala per entrarvi. Mangio in una bancarella in strada: riso e curry vegetale. sono tutti molto sorridenti, perfino in una localita' di frontiera. Durante la mia passeggiata un autista di riscio' e' un po' insistente, mi parla in lingua locale convinto che io lo capisca. Qualche suo collega lo indica e mi dice"no brain". Mi sta attaccato finche' , cordialmente ma in maniera decisa, gli spiego in italiano che non capisco perche' mi sta seguendo e che non lo capisco. Lui rimane un bel po' sorpreso del fatto che io non gli parli nella sua lingua e se ne va. Scrivo un po' e poi esco a cercare una rete a cui attaccarmi per far passare il post. Torno in hotel e c'e' un colpo di scena!!! Mi ha chiuso fuori!! faccio un po' di rumore e cerco il campanello, ma nulla. Chiedo aiuto al guardiano di una banca li' vicino e il guardiano,. con le parole giuste(quelle che capisce il proprietario) riesce a farmi aprire. Lavo i denti e vado a letto.

sabato, marzo 26

23 marzo huanum hotel mukdahan

la sveglia e' alle 7.10, ma alle 6.30 sono gia' fuori dall,hotel. Il cielo si sta rischiarando e voglio vedere l'alba sul fiume. Noto delle piccole macchie di sangue sulla maglietta, sembrerebbero morsi di cimice o di un insetto simile. Cerco allo specchio cicatrici in corrispondenza, ma non vedo segni, eppure quelle macchie sulla maglietta non paiono lasciare dubbi, e' proprio sangue. Con questo pensiero esco dall'hotel e corro sul lungofiume. Sono in tempo, il sole ancora non si vede (non e' proprio limpido). Il tempismo e, invece, perfetto per assistere alle lezioni collettive di ginnastica che si tengono prestissimo da queste parti. Il saluto al soloe viene interpretato in vari modi. Ne avevo avuto prova in vietnam, arrivati molto presto e scaricati al parco vediamo decine di persone di eta, media e avanzata fare esercizio fisico accompagnati da musica molto ritmata. Una cosa molto simile e' lo spettacolo che mi si para davanti, qui saranno una quindicina, ma sono motivatissimi e sono qui ancor prima che il sole sia visibile. Mi sposto sul lungofiume e aspetto che il fiume cambi colore, col sollevarsi del sole.Noto una cosa che avevo gia' notato una volta con Anna a Rabat, in Marocco. Il sensore della macchina fotografica del telefonino e' piu' sensibile dell'occhio umano, e quindi laddove io non vedo alcuna traccia del sole, nella foto si vede che e' gia' sopra l'orizzonte. Dopo un po' compare, rosso e tondo, disegnando una scia sulla superficie dall'acqua. Piu' o meno contemporaneamente il pescatore, che ho davanti getta la rete e inizia a muoversi disegnando un semicerchio. Il cielo cambia colore, e con esso la superficie del fiume, e' bellissimo, ma e' tempo per me di andare a prendere l'autobus.
So che il tuc tuc si prendera' per fare 3 km quanto il pullman per farne quasi 120, ma non voglio rischiare di perdere il bus e non posso aspettare l'autobus urbano che porta in stazione. Arrivato in stazione, scelgo il posto,lavo il vetro e gia' in citta' mi sono addormentato. Mi sveglio che da tre e che eravamo il bus e' pieno. Tranne qualche tratto vedre e irrigato la campagna e' decisamente secca e le piante non fanno mistero di essere ben assetate. Arrivo a Khon kaen, prima stazione di cambio autobus. In questa citta' c'e' un museo che potrebbe essere interessante, ma il caldo e' soffocante e c'e' un autobus che parte per phisanulok a meno di 3/4 d'ora e decido di restare in stazione. Per evitare la canicola mangio in un ristorante in muratura , e non in una bancarella. Mangio una zuppa di interiora di maiale, distinguo fegato,intestino, forse trippa e un pezzo di lingua. Quando ho chiesto una cosa non piccante all'inizio la signora era un po, in difficolta' ma poi mi ha dato questa zuppa e non era piccante. Si riparte!Questa volta il percorso prevede qualche curva in piu, bisogna superare un paio di rilievi, di cui uno e' anche il parco nazionale di Nam Phao. In effetti ci sono le curve ed anche le montagne,anche se la foresta che si vede dalla strada non e' molto fitta. Le viste sono comunque belle, le montagne hanno cime aguzze e non vedo traccia di paesi o villaggi. Mi rendo conto che ho lasciato in stazione(o al ristorante)la guida della thailandia.Speravo di cambiarla con una usata del nord dell'india; la comperero' , o la cambio con qualcos'altro. Fatto sta che ora sono senza guida. Decido quindi di scendere a phisanulok, e non ala citta' scelta in precedenza ad un paio di ore di percorrenza in meno. A phisanulok ricordo London Hotel, un autentico postaccio, con il ventilatore attaccato al soffitto con lo scotch e le signorine all'entrata dell'hotel. La luna e' piena, oggi in Birmania e' festa nazionale. Arrivo all'hotel, e ,ovviamente, e' pieno. Mi faccio consigliare una guesthouse e dormo li'. Sull'interno della porta c'e' un cartello con scritto di non lasciare cose di valore in camera, che loro non ne sono responsabili e di portarli al front desk. Decido di dare ascolto,porto giu' tutto, ma il ragazzo non ne vuole sapere, allora porto tutto con me. Domani vorrei uscire dal paese e ho parecchi bath con me. Voglio farmi una mangiata di pesce, qui a phisanulok il fiume c'e' spero che il pesce nomn manchi. Cercando questa seconda guesthouse noto una fontana decisamente trash. Una torre dell'orologio tipo big bang in miniatura con sotto getti d'acqua illuminati con colori alternati, blu, rosso e bianco e una palestra con un certo movimento. Vado nella palestra e scopro che si tratta di una palestra di badminton. E' il compleanno di qualcuno e vengo invitato a partecipare al buffet. Riso con curry vegetale, e maiale a parte. Mi mettono anche in mano una coca cola ghiacciata. Seduto sotto al ventilatore mi guardo una paio di partite e mangio. Il curry e' veramente buono, ha un che di dolce che lo rende molto particolare.
Esco e mi soffermo davanti ad una bancarella di pesce secco, il venditore ne passa parti in una pressa per poi venderlo agli avventori. Mi compero una birra e vado al mercato notturno a cercare del pesce arrosto. Lo trovo!! Pesera' forse piu' di un chilogrammo, me lo da con dell,insalata e delle salse, una verde e una rossa. Vado nella vicina stazione per cercare da sedere e , cominciando dalla testa pian piano e lo mangio. Non riesco a mangiarlo tutto.
Chiamo allora un signore che ha tutta l'aria di non avere casa, qui in stazione a phisanulok ne ho notati piu' di uno che gironzolavano mentre mangiavo. Lo faccio venire, mi faccio aiutare a prendere il sapone dallo zaino e glielo faccio chiudere. poi vado a lavarmi le mani. Torno da lui e gli faccio capire che puo' mangiarsi quel che resta. Lui pare un po' seccato perche' ho mangiato senza salse. Mi mostra a piu' riprese, descrivendo cio' che fa in una lingua a me incomprensibile, che la foglia di insalata si passa nella salsa verde e poi va in bocca, che invece la rossa va versata sul pesce e poi bisogna aspettare un po'. Sono curioso. ma sono veramente sazio. Si avvicinano altri compari, un ragazzo dalla faccia e dagli abiti puliti, e una ragazza che avevo visto dormire a terra. Lei invece puzza di alcohol e infatti, poco dopo attaccano a chiedere se gli compero del whisky. Gli dico 2 o 3 volte che non ne ho intenzione e dopo un po' vado via. Non erano aggressivi e non mi sentivo minacciato, ma la comunicazione era arrivata a termine. Li saluto, vado via e vado a letto.

giovedì, marzo 24

22 marzo mukdahan huanum hotel mukdahan

mi sveglio 9.30 e non sapendo se mi fermo anche la notte successiva faccio check out. in citta' di interessante c'e' qualche interessante templio budddista, il mercato indocinese e una torre con un museo etnografico con tempio in cima. Gia' alle 11 fa parecchio caldo. Siccome la torre e' all'estremo sud del paese mi sposto un po' a nord per percorrere il lungofiume, dato che i templi sono tutti sul lungofiume. Ci sono anche un paio di templi cinesi, sembrano abbastanza recentiegno che la comunita' cinese e' in citta' da tempi abbastanza recenti. I templi buddisti invece sono abbastanza antichi, e lo si capisce anche dagli alberi monumentali che sono nel giardino o nella zona subito antistante i templi. Il fiume qui è proprio grande: largo tipo 300\350metri, proprio impressionante. Anche qui ogni tempio ha una sua peculiarita', c'e' quello con la statua grande, quello coi dipinti, quello decorato dalla comunita' vietnamita e uno 3 chilometri fuori citta',  in cima ad una collina (tempio che non ho visto) con una statua enorme in costruzione. L'ufficio turistico locale vorrebbe fare di questo ultimo una attrazione turistica legata ad un punto dove vedere il tramonto. Gli alberi in corrispondenza dei templi sono proprio grandi, con stoffe colorate attorno e qualche offerta alla base. Il mercato indocinese e' stato istituito durante il protettorato francese e ha la particolarita' di offrire merci da tutte quelle terre attraversate dal grande fiume. C'e' una parte sopra il livello della strada e uno sotto il livello della strada, per essere precisi sotto il lungofiume. Questa parte coperta, che ho percorso per scappare dal sole' e' lunga almeno 600 metri ed e' un susseguirsi di bancarelle piu' o meno interessanti che vendono dalle tende da campeggio(ne avevo vista una a 350 bath), a quelle che vendono legna, frutta e foglie essiccate, ingredienti di ricette farmaceutiche per rimedi naturali o talismani(ce ne sono con anello tipo portachiavi), oltre alle diffuse bancarelle di cibo salato e dolce. Io non devo comprare nulla, ma l'ombra mi fa parecchia gola. Non e' un caso che , appena uscito mi riparo in un tempio e mi metto a scrivere per aspettare che la canicola si faccia meno opprimente. Nel giardino del tempio wat si buneang noto un gran numero di giochi per bambini. Noto che a lato c'e' quello che parrebbe un asilo ma soprattutto ma mia vista viene magnetizzata dalle pale che girano appena sotto la copertura. Un ventilatore!! Gira con un moto perpetuo e regolare... ne vengo attratto come un bambino da un vaso di nutella da 5 chilogrammi, come da un  benzinaio per un motociclista a secco, come un negozio di biancheria intima femminile da 2 amiche in giro per la citta'... Ci sono 2 signore, presumibilmente maestre, mi avvicino pensando di dire "anche mia sorella e' maestra di asilo", ma non servira' saranno loro a salutarmi e a invitarmi ad entrare e a sedere, anzi, mi mettono pure in mano un bicchiere di acqua con ghiaccio. La comunicazione non va troppo oltre come ti chiami e da dove vieni, ma loro devono finire dei lavori e io pure per cui sto un po' li', finche' non devono chiudere e spegnere la ventola, facendomi capire che la pacchia e' finita e che devono chiudere il piccolo cancello con me fuori di esso. Proseguo ulteriormente a sud e arrivo alla fantomatica torre-museo. Una colonna di circa 60 metri, a base ottagonale, con in cima una palla che immagino teoricamente dovesse  riflettere la luce e renderla molto visibile, ma una volta coperta di terra e' diventata opaca e lucidarla e' praticamente impossibile. Ci pensera' il padreterno(che da queste parti chiamano Budda) quando mandera' un po' di pioggia. Il museo etnografico e' al primo e al 2' piano. La parte piu' interessante(quella con le spiegazioni in inglese) e' al secondo piano e fa una panoramica delle 8 gruppi etnici che compongono la popolazione locale. A parte una etnia di origine birmana stanziatasi qui come testa di ponte per rapporti commerciali, questi gruppi etnici, originari della riva est del grande fiume sono stati spostati in questa zona da Rama 3 per non lasciare manodopera ai francesi che arrivavano da est con intenzioni "commerciali", espandendo il proprio dominio coloniale, in parole povere. Quindi ha organizzato lo spostamento di etnie dalla sponda est(all'epoca Thailandia) a quella ovest. Facendo così aveva anche più gente  a disposizione se c' era da difendersi con le armi o organizzare rifornimenti ai combattenti in prima linea. Questo e' il motivo d tanta varieta' etnica e perche' qui ci sono etnie originarie di quel lato del fiume. Il fatto che entrambe le rive del fiume fossero sotto il dominio thailandese e' dimostrato dal fatto che su entrambe le sponde del fiume c'e'  monumento alle due principesse, figlie del regnante locale, annegate questo tratto di fiume. Salgo a piedi i 5 piani che mi separano dalla vetta sperando di trovare una finestra che mi permetta di fotografare il panorama senza il vetro a fare da schermo riflettente, l' idea e' valida, va a buon fine, ma la prossima volta direi che salgo in ascensore e scendo a piedi, invece di fare il contrario. Si parla anche delle feste locali e delle parate sul fiume. A gennaio fanno un festival di amicizia tra i popoli delle 2 sponde e se le suonano, uno alla volta, da un lato all'altro del fiume. Esco soddisfatto dal museo. Tornando verso l'hotel vedo due ragazzi a pesca con le reti in un piccolo canale. Decido che stasera mangio pesce ed entro in un paio di ristoranti per vedere cosa offrono. Tra i ristoranti c'e' anche la cosiddetta Morris Boat, un mercantile francese che trasportava le merci per il mercato indcinese, ne hanno fatto un ristorante, avrei voluto fare un giro su un pezzo di storia galleggiante, ma purtroppo non lo ho trovato. Fortunatamente non ho soldi con me, perche, torno in hotel a prendere i soldi necessari e trovo un biglietto lasciato dal kite , l'amico della florida con cui avevo parlato la sera prima. Mi invita a mangiare fuori. Lo chiamo e mi dice che stanno per uscire. Doccia velocissima e sono pronto. Com lui c'e' sua moglie malese, un altro americano che insegna nella stessa scuola e la sua ragazza cinese. Il padre della ragazza cinese fa l'indovino, fa  i calcoli su come e quando fare i matrimoni, dove costruire le case e cose del genere. Durante la serata emerge che i cinesi sono pronti a spendere un sacco di soldi per avere tali previsioni. Entro in auto e raleigh, il  ragazzo giovane che insegna, mi accoglie con un "buonasera", io rimango pietrificato e gli rispondo in italiano, ma conosce solo qualche parola di italiano avendo studiato a Stoccarda e avendo frequentato per un po' degli italiani. Il menu' e' stato composto da: -Insalata di papaya -Pesce in spezie piccanti -Pesce bollito con verdure -Lap ( carne scottata con spezie) -Insalata di mais -Zuppa ai funghi -Gelato di piselli verdi e latte di cocco Gia, alla 2' portata avevo la bocca in fiamme. Si parla delle caratteristiche del popolo thailandese, di religione e superstizione in generale, e poi Raleigh mi esprime la sua preoccupazione per il fatto che trump sta andando molto bene nei sondaggi. Quando gli dico che in Italia la disaffezione per la politica e' forte e che ormai forse meno del 60% della popolazione va a votare, mi dice che per gli stati uniti il 50% viene considerato un ottimo risultato. Non mi permettono di pagare la mia parte, ne' di offrire un alcoholico dopopasto, Prima di congedarci gli regalo la stecca(fluida, a causa del calore) di cioccolato che ho da quando sono uscito di casa. Per poterla mangiare senza che mi renda lo zaino un campo di battaglia dovrei mangiarla tutta insieme, e poi cosi' proponendogli di condividerla tra loro, avranno modo di ricordarsi di me. E' stata proprio una bella serata. Prima di dormire faccio un giro sul lungofiume in cerca di sigarette. La notte il lungo fiume non è illuminatissimo. Chiamo Martino e mi informa degli attentati a bruxelles. Cerco e trovo il monumento alle due principesse, si chiama chao mae song nang phi nong shrine, e' semplice e non lo avevo notato. Purtroppo se non si hanno informazioni dettagliate tante volte passano inosservate cose anche molto interessanti. Torno in hotel e vado a dormire.

21 marzo khong chiam Apple guest house

Mi sveglio dopo piu' di 10 ore di sonno, avevo proprio bisogno di riposare. Il litigio col wi fi mi deve aver fatto proprio male; sogno una agente di viaggio rossa di capelli che fa la pazza perche' una prenotazione alberghiera ha un errore banalissimo, tipo un errore di battituira del cognome, ma siccome non c'e' modo di connettersi alla rete non ho modo di aiutarla e questa fa delle scene indicibili, nel sogno c'e' anche una collega di lavoro, Caterina, che cerca di aiutarmi, ma e' impotente quanto me. L 'errore di per se' e' facilmente correggibile, ma mancando la comunicazione tra sistemi informatici il tutto diventa abbastanza frustrante. A parte questo, l' evacuazione mattutina migliora, faccio colazione con i manghi e del caffe locale (appositamente leggero) ed esco. Girovago un po' in zona, noto varie famiglie che fanno pic nic in riva al fiume e visito quel che resta di una precedente dogana, ora sostituita da un nuovo edificio. Stabilisco la nuova destinazione, mukdahan. L'ideale sarebbe arrivarci via fiume, ma pare che non ci sia un servizio regolare di traghetti sul fiume e accarezzo l'idea di arrivarci in autostop. Opto pero' infine di andarci via ubon ratchahani, cosi' ho modo di vedere il museo che non ero riuscito a vedere il giorno prima e sono sicuro di arrivarci prima che sia notte fonda. Vado quindi alla minuscola stazione dei trasporti locali e prendo il minivan per Ubon. Sul minivan c'e' una coppia di attempati, ma arzilli danesi con cui condivido qualche informazione e arrivato in citta' mi avvicino all' universita' sede del museo. Inizialmente provo ad arrivarci a piedi , anche per vedere un po' la periferia, attraverso un paio di viette e di piazze, poi prendo un mezzo urbano. Arrivato in universita' nessuno capisce l'inglese e la signorina con cui mi mettono in cottatto per telefono mi consiglia di sentire la TAT(tourism authority of Thailand). Proprio mentre sono li' li' per gettare la spugna vedo l'indicazione per il palazzo dell'arte e della cultura!!BINGO!! E' esattamente quel che cerco. Lo raggiungo, anche se poi di fatto, a parte una parte sugli strumenti tradizionali, e una piccola sezione legata alla casa tradizionale, non trovo nulla di eclatante. Soddisfatto comunque per aver centrato l'obiettivo prendo un mezzo per una citta' intermedia, dato che il minibus diretto parte quasi un' ora dopo quello per la localita' posta a meta' percorso. L'idea non si rivelera' funzionale. L'attesa in tale localita' sara' comunque abbastanza lunga e il supposto mezzo per mukdahan mi lascia in una ulteriore terza citta', dato che l'autista considerava finito il suo orario di lavoro. Inizialmente penso di essere a destinazione e prendo la strada verso est che dovrebbe puntare il fiume, ma la strada verso est si perde nel buio vuoto della campagna thailandese. Qui veramente la stuazione si fa grigia, nessuno sa darmi indicazioni, e' buio pesto e quando torno alla stazione (con lo sportello informazioni chiuso) ci sono 4 persone in tutta la  stazione. Capisco pero' che uno di loro ha la mia stessa destinazione. Prendo una birra e non lo perdo di vista. Finalmente arriva il mezzo che mi porta a Mukdahan. Anche qui sono fortunato, un ragazzo che e' venuto a prendere la madre si offre di accompagnarmi in centro citta'. Prendo possesso della camera ed esco. Stess situazione gia, vissuta. Mercato serale chiuso e una sola bancarella vende un sugo di pesce dal preoccupante colore rossiccio; niente riso per allungare l'intingolo, niente noodles. Compero il sugo e mi metto in cerca di qualcosa che mi possa aiutare a non mangiare solo ed esclusivamente questo sugo che pare decisamente poco consono alla mia situazione. Lo trovo in un negozio di alcoholici. Il ragazzo puo' vendermi dei noodles bianchi e prepararli per me. Mentre sono li' faccio 4 chiacchiere con una persona deliziosa, un americano che vive in thailandia da quasi 20 anni. È insegnante di inglese, ha lavorato a Bangkok per parecchi anni e ultimamente si è spostato con la moglie malese a mudkahan. Abbiamo una bella conversazione. Gli chiedo dove la Thailandia si procura tutta l'energia elettrica che vedo profondere in grandi quantità da frigo, freezer e condizionatori d'aria sempre accesi,anche in negozi dall'apparente fatturato irrisorio. Mi dice che in Thailandia hanno riserve di gas abbastanza importanti, e che è una politica del governo. Esattamente come per il cibo:i prezzi sono fermi da quasi 15 anni. La mia esperienza diretta mi fa dire che in 3 anni i prezzi non si sono spostati di una virgola : identici. Mi fa l'esempio della lattina di birra che sta bevendo; 20 anni fa, 20 ANNI FA costava 28 bath, ora ne costa 32/35 dipende dove la comperi. Gli chiedo della Bangkok di 20 anni fa, con tanti più canali scoperti. Mi dice che ciò che più ha cambiato il volto della città , più che la tombinatura dei canali, sono i grattacieli, un tempo il profilo della città era parecchio più basso. Facendo riferimento al traffico gli chiedo se l'aumento dei veicoli ha portato alla città la fama di traffico infernale che ha in europa; al contrario mi dice che in questi anni la situazione è parecchio parecchio migliorata, c'era chi ci metteva anche 10 ore per raggiungere casa. Molti vivevano sul retro di furgoni, con cucine,letti,TV e financo docce!! Pagavano un autista e iniziavano a condividere vita famigliare appena dopo aver lasciato il lavoro, sul retro del furgone. Chiedo quindi delle manifestazioni di piazza che avevano contrapposto i "gialli"filomonarchici ai " rossi" filorepubblicani. Gli dico che in Italia arrivavano notizie di scarsissima violenza nelle strade, eppure vedo che sono tutti accaniti con la boxe thailandese, mi pare strano non ci siano stati scontri. Mi conferma che invece di violenza ce ne è stata e pure tanta. Circoscritta ad alcune zone, ma tra gialli™ e rossi™ se le davano. Lui ha perso volentieri diverse giornate di lavoro perché preferiva non uscire di casa. E come lui tanti altri. Le attività produttive hanno subito importanti rallentamenti se non proprio interruzioni. Alcune zone alla periferia di Bangkok erano in mano a questa o quella fazione e non facevano passare persone, nè tantomeno merci. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento al giorno dopo, se avremo la possibilità mangeremo insieme. Dopo aver eliminato il sughetto mangio la zuppa cercando di scartare il tanto peperoncino ancora presente, e approfitto della birra a 50 bath a bottiglia. Torno in hotel, chiamo mio cugino e un altro paio di persone - con WI FI la chiamata wazzup funziona una meraviglia - e , dopo aver recitato una preghiera al ventilatore , che pare fosse già li quando in Italia c'era il pentapartito, vado a dormire.

mercoledì, marzo 23

20 marzo sri esan 2 hotel Ubon ratchathani

Appena sveglio chiudo lo zaino ed esco motivatissimo, se riesco a prendere il minibus alle 2 posso arrivare a destinazione senza cambi.La citta' ha parecchio da offrire' ma la parte interessante, tutto sommato e' concentrata in una area abbastanza piccola.  Visito vari templi, ognuno con la sua peculiarita' uno ha una statua grande del budda,
un'altro una raccolta di statuine di piccole divinita' portate dai fedeli, ma il pezzo forte e' sicurmente wat thuang si muang. Ci sono 2 tempietti, non enormi, ma molto particolari. Il primo , costruito intorno al 1840, e' in legno e costruito su palafitte, ha anche tre ordini di tetti, come se fossero 3 tetti uno poggiato sopra il sottostante. Aveva funzione di deposito di testi su foglia di palma e costruirlo su palafitte in un piccolo stagno artificiale serviva a tenere lontane le termiti dalla carta e i tarli dal legno. L' interno e' decorato con pitture in stile thai stilizzato nero e oro. C'e' anche una piccola esposizione con i tre alfabeti locali in uso al tempo. A fianco in una struttura architettonicamente meno complessa ci sono pero' delle pitture murali policrome molto interessanti. Resto un po'  li a guardarle. Raffigurano scene di vita quotidiana, ma anche divinita' e regnanti. Quelle ad altezza accesssibile, purtroppo, sono  state rovinate dai curiosi che le toccavano(infatti c'e' scritto di non toccare in vari punti);anche la parete opposta all'entrata pare rovinata, ma piu' da infiltrazioni di acqua che non da curiosita' umana. Il mio giro prosegue. Visito un tempio con delle grandi palle in pietra (tipo 7) su cui i fedeli attaccano foglia d'oro, infine wat chaeng, che mi ha colpito per i portali di legno intagliato. Passo anche in un ristorante, vorrei mangiare del pesce, per essere sicuro di evitare il piccante ma non ho con me abbastanza bath. Tornando in hotel passo attraverso la piazza principale della citta',la stanno pavimentando,ma e' accessibile. Vi si trova una statua a forma di candela con decorazioni molto complesse in onore del re,
una gigantografia del re stesso e il monumento al merito. Il monumento al merito e' stato eretto dai sopravvissuti ai campi di prigionia e lavori forzati durante la seconda guerra mondiale. Principalmente si tratta di inglesi, neozelandesi, australiani e francesi, che, scappati dai campi di lavoro giapponesi, ricevettero supporto e aiuto dalle popolazioni locali, che si assumevano grossi rischi dato che le rappresaglie giapponesi erano notoriamente durissime. Mangio in un mercato coperto che si affaccia sul mun, il fiume locale. Mi oriento su della verdura, cercando di evitare cibi piccanti, ma la cosa non mi riesce affatto, anzi, vedendomi in difficolta' la ragazza mi da un pezzo di pannocchia bollita, per stemperare l'arsura delle fauci. Per non rischiare di non trovare nulla di non piccante compero dei manghi. Recupero il bagaglio e vado verso la stazione. In citta', segnala la mia guida, ci sarebbe un piccolo museo da visitare con una parte relativa alla costruzione delle case, ma non faccio in tempo a visitarla. Prendo l'autobus numero 2 e con andatura molto flemmatica arriviamo appena in tempo in stazione. Salgo sul minibus e si va in direzione Mekong! La cittadina di khong chiam si trova alla confluenza del grande fiume giallo con un piccolo affluente. In teoria, a farne una destinazione turistica e' il fatto che durante la stagione delle piogge, le 2 acque, prima di mescolarsi mantengano colori distinti con un bell'effetto ottico. So che non appeezzero' la cosa non essendo la stagione giusta, ma so anche che a me interessa il fiume e che essendo localita' turistica non mancheranno gli hotels. Salgo sul minivan stanchissimo, lettteralmente morto di sonno. Ancora non mi sono ambientato col clima e non riesco a dormire  bene. La strada verso Khong chiam non e' del tutto pianeggiante, c'e'qualche saliscendi e risaie a terrazzamento. la terra e' riarsa. C'e' qualche tratto di strada operta di foresta, ma non e' fitta, e comunque anche in questi tratti piu' ombreggiati si vede che le piante non vedono acqua da un bel po'. Durante una telefonata con Martino mi conferma che questo anno e' particolarmente secco e che gli agricoltori sono un po' in difficolta'. Appena arrivato vengo corteggiato da un autista di tuc tuc, ma rifiuto, il paesino sara' microscopico. Assistendo alla scena, un ragazzino con il motorino,si offre di darmi un passaggio; mi porta pero' in un resort con bungalow con aria condizionata, io lo ringrazio e lo saluto. Lui sorride e riprende la sua strada. Lascio lo zaino in questo hotel e giro un paio di guesthouse, finche', ne trovo una con le caratteristiche che servono a me.Anche dopo averla trovata, pero' non prendo subito possesso della camera, voglio approfittare della luce. So che c'e' un tempio in cima alla collina e vorrei aspettare la fine del giorno da lli'. Chiedo informazioni ad una ragazza, che mi indica la strada. Mentre sto andando lungo la via indicata, mi si ripresenta, sul sedileposteriore di un motorino. C'e' una strada piu' veloce e meno trafficata, una scala che sale lungo il crinale della collina. E' venuta a cercarmi apposta per dirmelo, la gentilezza di questo popolo non smette di stupirmi. In cima alla scala un signore sta caricando una ruspa su un camion. Aiutandosi con il braccio mecanico riesce a caricare la ruspa sul camion.poi si mette alla guida del camion e porta via la pala meccanica. Proseguo una strada di terra rossa fino a raggiungere il tempio. C'e' un ghedi con pinnacolo d'orato, un tempio e un gong a sfondo politico(?!?) con le bandiere dei paesi dell'ASEAN, l'unione dei paesi del su est asiatico. C'e' anche l'equivalente (piu' o meno)dei nostri campanili, una torre a tre piani dal tetto molto decorato l cui piano piu' alto c'e' un tamburo. A fianco di questo c'e' una struttura in calcestruzzo senza alcuna decorazione, serve come punto panoramico sul fiume e sulla confluenza del fiume che si riversa nel mekong. Come avevo ipotizzato non si apprezza la differenza di colori delle acqe dell'affluente di destra, ma lo spettacolo resta grandioso, il mekong scrre placido trasportando una enorme massa di acqua. Qua e la' ci sono delle secche e affiora il fondale talvolta roccioso, meno spesso sabbioso. Dall'altra parte il Laos, molto meno popolato, a vista non si vede manco una casetta. A sera inoltrata le luci e una fiamma evidenzieranno la presenza umana, ma alla vista pare proprio che non ci sia nessuno. Sul tetto di questa costruzione c'e' anche una piccola panchina, ma e' ben calda per il sole preso tutto il giorno ed e' meglio se evito di sedermi su superfici calde. Resto quindi in piedi a godermi lo spettacolo, col grande gong che riflette una luce sempre piu' rossa e con i monaci che guidano la preghiera della sera. A capo di una fila indiana fanno il giro dello stupa suonando le campane poste lungo illustri perimetro dell'edificio sacro entrandovi per primi seguiti dai fedeli che hanno chiesto di ufficiare il rito.
Torno a valle prima che faccia scuro, nelle zone tropicali dal momento in cui il sole varca la linea dell'orizzonte al momento in cui l'oscurita' e' completa passa poco tempo: una ventina di minuti, massimo mezzora. Al mercato trovo del pesce gatto arrostito. Viene infilato su uno stecco e proposto alla vendita gia' cotto. Mangiandolo sara' ancora tiepido. Affamatissimo vado nella guesthouse e letteralmente lo divoro. Mi colpisce che non e' grasso come ricordavo; il pescegatto ha normalmente una carne abbastanza grassa, tipo salmone. questo aveva la pelle abbastanza viscida di grasso, ma la carne era tipo quella di sgombro, abbastanza magraVado a recuperare lo zaino e vado un po' in riva al fiume, ad apprezzare i rumori che la natura da queste parti accorda su corde vocali differenti, il frinire dei grilli e' fondamentalmente lo stesso, ma uccelli pipistrelli e animali come il geco(che d noi proprio non si sentono) rendono il panorama ancira piu, particolare. Noto, come accennavo prima, una fiamma dall'altra parte del fiume e qualche luce lungo il corso del fiume a circa un chilometro di distanza dalla fine dell'abitato sulla sponda thailandese. Dopo un po', con rumore cadenzato, una barchetta allungata sfida la corrente e risale il fiume. ...pa pa pa pa pa pa... Il motore, apparentemente senza fretta, pare volersi prendere la ragione colloquiando col fiume; sa che appena smettera' con la lenta cantilena iniziera' ad andare a valle, ma in quel momento sara' ancorata dal pilota che gli da' voce.Tornato in hotel litigo col wifi che non pare avere granche' voglia di farmi comunicare e vado a letto

19 marzo ubon ratchathani ,hotel sri esan(2)

Mi sveglio alle 4.30, lo spazzolino è sul tavolo, ho proprio perso i sensi. La camera è bella,con un materasso duro il giusto e la ventola ha fatto il resto. Dopo essere stato in bagno riprendendo a dormire. Alle 9 iniziano dei lavori,ma io resto tenacemente a letto fino alle 10.30. Uscito dell'hotel faccio colazione con 4 ravioli al vapore. Sono verdi fuori e con carne all'interno. Li vendono infilati su uno stecchino. La stazione dei bus è a poco più di un chilometro, sulla strada passo un mercato di vestiti e un ufficio con una lunga coda. Cerco di capire di che si tratta, ma non capisco. Tutti hanno un foglietto verde, ma nessuno mi capisce e vado via con un po' di curiosità in più nello zaino. Prendo letteralmente il minibus al volo. Sta uscendo dalla stazione e un mototassista lo ferma, dopo avermi chiesto dove vado. Ho di fianco un militare giovanissimo. Militari in mimetica si vedono abbastanza spesso in giro sui mezzi pubblici, meno nei mercati o per strada.la destinazione di oggi è un tempio buddista che sorge dove c'èra in precedenza un sito kmer. Il pilota mi fa capire che non sa esattamente dove sia il tempio e una volta si ferma e mi guarda accennando al fatto che forse ha superato il punto dove dovevo scendere. Il minibus arriva intorno alle 12 e fa parecchio caldo. Due signore anziane mi dicono che abitano lì vicino e mi faranno vedere dove è. Stanno entrambe portando delle borse e mi offro di portarle per loro. Una di queste borse è pure pesante. Percorriamo un tratto di strada sterrata dalla terra rossa, che costeggia la ferrovia. Arrivate a casa saluto le signore e proseguo. Salta subito all'occhio una statua del fondatore del monastero, è enorme ed è in pietra arenaria,come quel che resta del tempio kmer, di qualche secolo precedente. Il monaco,seduto a gambe incrociate, ha una espressione abbastanza corrucciata, con le sopracciglia aggrottate. È strano, normalmente i monaci vengono ritratti o scolpiti sorridenti o comunque con espressioni che esprimono pace interiore; subito accanto un gong enorme . Nello stesso complesso, Prasat sa kamphaeng, ci sono parecchie altre strutture votate al culto. Una di esse, ancora parzialmente in costruzione è contornata da un piccolo laghetto. C'è una coppia di ragazzi sul bordo dello stagno, mangiano e buttano cibo ai pesci. La parte che mi interessa e per cui sono qui si trova in un angolo del complesso. Raffigura le pene dell inferno theravada per questo o quel comportamento. So che l'uomo col le mani enormi è la pena per chat usa violenza con i propri genitori, ma le altre statue (a parte una con un fallo enorme e sproporzionato e una con un uomo che beve alcool e nel frattempo si taglia con una grossa lama)non sono chiarissime. Una ha una testa enorme,un'altra vomita sangue. Arriva ora di pranzo e noto che dalla altra parte della ferrovia si sviluppa un'altra parte del paesino. Vado a cercare cibo. Trovo una baracca di lamiera , preticamente ,un forno. cio' che a me interessa e' che mi dia del cibo, in effetti svolge il suo lavoro egregiamente, per quanto l'offerta sia molto limitata. una zuppa con spaghetti di riso, non male come sapore. Ci sono 2 avventori con parecchi tatuaggi, si dierebbe cambogiani ,dalla statura; stanno guardando la thai boxe che passa ininterrotta sullo schermo. Io mangio e poi torno al tempio. Successivamente, nel pomeriggio torno nello stesso posto a cercare acqua fresca e mi fermo anche io a guardare qualche incontro. Gli spettacoli violenti non mi hanno mai entusiasmato tanto,ma devo dire che ,oltre al pubblico che si scalda parecchio, la sportivita' degli atleti mi rende lo spettacolo piu' guardabile. Prende le sembianze di un incontro tra atleti piu' che una lotta in cui si vince se si rende l'altro totalmente incosciente a suon di cazzotti. Tornato in citta' decido di spostarmi in treno. Ho un paio d'ore prima del treno e decido di passarle in hotel, posso usarne il wi fi e il frigo. Faccio un paio di telefonate e poco prima dell'ora giusta mi sposto verso la stazione. Mi rendo conto che sono un po' tirato con i tempi;prima di arriivare in stazione compero la prima cosa che vedo disponibile (identica a quella di mezzogiorno, ma in versione take away) e vado in stazione. Il treno ha un'ora di ritardo, ho fatto le corse per nulla, inoltre ora ho con me - un sacchetto con del brodo(rovente) - un sacchetto con verdure,carne e spaghetti di riso - ciotola di carta - posate di plastica - sacchetti con salse e condimenti aggiunto ai 2 zaini, oggettivamente sono un po impacciato, tenendo il brodo mi sono bruciato e non so dove mangiare. Mi siedo e ci provo. I noodles ,sul fondo del sacchetto si cono compressi in una palla e la piccola forchetta di plastica non mi aiuta. Riesco a mangiare rimediando un paio di ulteriori bruciature, ma in tempo per l'arrivo di un treno che mi indicano come il mio. E' molto strano, il mio treno era corto e a classe unica, questo e' lungo,con tante classi e pure il vagone ristorante. Comunque salgo; il treno corre veloce e i passeggeri li vedo un po' troppo cittadini, donne truccate, bagagli ingombranti... Il mistero si risolve quando il bigliettaio mi controlla il biglietto...questo treno va a Bangkok!!! Fortunatamente, essendo il mio treno in ritardo e il binario unico, riesco ad intercettare il mio treno e a salirci. E' semivuoto e fortunatamente ha dei sedili imbottiti. Arrivo in stazione e mi dirigo verso il centro, sono 4 km. Ad un certo punto vedo un pick up ad un incrocio, gli chiedo(sperando che mi carichi)se la strada e' giusta. La strada e' giusta(in realta' lo sapevo) ed e' giusta anche la strategia!! mi danno un passaggio fin sotto l'hotel!! sono stati molto cortesi, oltretutto nella zone c'era il mercato notturno e hanno dovuto fare un paio di giri extra per potermi portare vicino all'hotel. Ci salutiamo, entro , ma risulta caro. A fianco ce n'e' uno che piu' si adatta al mio budget. Dopo il check-in esco e vado a fare 4 chiacchiere con 2 ragazzi australiani che alloggiano nell'hotel visto poco prima. Letteralmente bevono una birra dopo l'altra. Faranno un viaggio di 10 giorni in Laos per festeggiare il compleanno di lui. La ragazza e' piu' giovane di 6 mesi e continua a ricordare al ragazzo che poco dopo il compleanno lui avra' superato i 30, mentre lei ancora no. ci salutiamo poco prima di mezzanottte, il loro autobus parte alle 6. Io faccio un giro per la citta' voglio procurarmi dell'acqua e , se possibile mangiare qualcosa. Il mercato notturno e' ormai in chiusura,avvicinandomi incrocio i carretti com le bancarelle che lasciano il luogo di lavoro. Riesco ad ottenere dei nodles saltati con verdure dall'unica bancarella che non ha smontato del tutto. Il gestore, che conosce la zona, mi chiede se voglio portare via il cibo, ma dato che si sta bene e he c'e' un bel tempio illuminato, opto per fermarmi li'. le zanzare non mi danno pace, mangio tutto velocissimo e vado via con la bocca in fiamme. Tornato in hotel lavo praticamente tutto e mi rendo conto che sto decisamente esagerando con il piccante.

domenica, marzo 20

18 marzo

Mi sveglio alle 9 e mi dedico un po' a me.  Dopo di che esco e mi dirigo verso il centro città. Prendo un song  a too, che è un pick-up con una struttura di metallo a fare ombra e due sedili ai lati (gli autobus urbani e interurbani a corta percorrenza sono cosi) e vado verso il cuore dell'abitato. Il centro città, il nucleo storico nelle città thailandesi è molto spesso circondato da un fossato,  le ragioni sono molteplici,  aumentava la sicurezza degli abitanti, aumenta il circolo dell'aria e offriva un posto dove cercare refrigerio e allevare pesci. Anche nakhon rachasima non è da meno. Per colazione mangio un nemru,  un rotolo di materiale glutinoso a base di riso con delle arachidi all'interno. Mi viene presentato avvolto in foglia di banano. In città, ai banchetti che offrono cibo , vedo spesso questa forma di creare contenitori usa e getta pronti per essere asportati. L'eroina della città è thao suranaree.
Nel 1826 il contingente maschile era stato sconfitto dai laotiani organizzati e motivatissimi a liberarsi del giogo thailandese. La donna in questione riesce a motivare una rivolta che partendo dalle campagne e facendo leva sulla sensualità delle donne thai riesce a ribaltare la situazione in favore dei locali. In città c'è una statua e un piccolo museo con diorama relativa a questa storia (un po' romanzata, sostengono le signorine del museo). Comunque esco di là e visito un tempio molto particolare; parti di roccia, stalattiti e stalagmiti, sono stati attaccati alle pareti interne di questo ambiente, il risultato è divertente e di grandezza effetto, sembra a tutti gli effetti di essere entrati in una grotta. Proseguendo il mio giro cambio parte dei cotoni comperati il giorno prima e mangio del riso con verdure. A due tavoli di distanza c'è seduta una giovane ragazza con il bambini, immagino i figli;m i colpisce il fatto che sia tatuata in gran parte del petto e del braccio destro. La donna molto tatuata mi ha sempre messo un po' in difficoltà, non saprei, e non so ancora, se mi piace o no. Certo è che quella ragazza aveva un che di magnetico. In questa città c'è un intero festival dedicato alla figura di thao suranari e la sera prima avevo notato che stavano allestendo un palco, oggi ci sono le prove di danza thailandese. Per un po' mi godo lo spettacolo. Una donna anziana, ma aggraziatissima spiega alle giovani candidate come muoversi. Per chi non lo sapesse ogni posizione delle manifestazioni assume significati particolari a seconda della posizione. Se riuscirò a postare dei dipinti fate caso alle posizioni delle mani, che letteralmente parlano, semplicemente in base alle posizione in cui vengono ritratte. Durante le danze queste caratteristiche sono parte importante delle scenografie. C'è un ufficio turistico e chiedo a che ora parte un treno che mi vada bene. L'hotel è vicino alla stazione e treno sarebbe più comodo del bus. Il treno parte nel primo pomeriggio, un buon orario per tornare in hotel, rinfrescarsi, approfittare del frigo dell'hotel e prendere il treno. Solito caldo infernale e solite schermaglie con i cani che da soli se ne stanno buoni e quieti, letteralmente basta uno sguardo minaccioso e se ne vanno, poi se invece hanno gli amichetti prendono coraggio, gli occhi da guardare diventano troppi e conviene cambiare strada. Dopo una doccia vado in stazione e lí ritrovo Mr Sanan. Prenderà il treno il giorno dopo ed è lì ad accompagnare un amico. Il treno ha dei sedili rigidi, di plastica rigida, con colore nero rigido. Insomma sono duri forte. La mia fortuna è che ho davanti alla bambine che almeno non occupano tanto spazio, oltre che rigidi direi che sono anche stretti. La campagna segue il trend visto il giorno prima, campagna assolutamente pianeggiante, qualche lago, qualche campo giallo bruciato dal sole, qualche campo nero bruciato dall'uomo. Dormo un po', pare avere un phon puntato addosso. La bambina che ho di fronte deve trovarmi particolarmente strano, mi fissa spesso, io le accenno dei sorrisi, e lei, puntualmente, risponde accennandone anche lei. Il mio biglietto è per Si Saket, ma la stazione dove arriviamo si chiama Sri Saket, non so che fare e alla fine scendo. Faccio bene; da un'altra parte leggo Si Sa Ket. Vengo corteggiato da un mototaxi, ma immaginando che la città è piccola rifiuto. Faccio bene. Trovo un hotel molto vicino. Esco a cena e vado in un posto dove c'è sia carne che pesce. L'inglese da queste parti definisce una persona che arriva dall'Inghilterra e nulla più ;la comunicazione è difficile. Nella fattispecie faccio presente che non voglio granchio. Il cuoco ha a disposizione un frigo separato in settori. Le mani rapidamente prendono parti da questo o da quel contenitore e preparano piatti appetitosi ai miei occhi. Do' fiducia, sia quel che sia basta che non sia granchio. Puntualmente arriva granchio. Durante il pasto gli altri clienti mi fanno capire che il mio rumoreggiare per spaccare e succhiare le parti dure non li disturba, anzi mi fanno cenno di approvazione col pollice.
Il piatto è un curry con verdure. È molto buono. È pure relativamente caro, ma lo ho mangiato con molto gusto. Subito dopo chiedo dove posso lavarmi le mani, ma non scende acqua, La ragazza mi fa capire che la stanno usando dall'altra parte per le stoviglie e che quello che c'è è quel che scende dal lavandino( in pratica gocce). Sazio, vado a comprare una birra. È tiepida... Riesco a convincere la gestrice a metterla in un sacchetto e lasciarla nel freezer destinato al ghiaccio. Io intanto chatto un po' con le amicizie lasciate in Italia. Dopo aver bevuto la birra faccio una passeggiata. Noto un buon numero di locali con musica dal vivo, e tante case in legno come ne avevo notate in Laos, caratteristiche, mi si disse ai tempi, dello Yunnan regione a sud della Cina. Ma posso dire in tutta tranquillità che anche nel Isan c'è ne sono parecchie. Mentre sto camminando vengo chiamato da tale joe. È un tavolo di 5 persone d tratti somatici molto differenti ciascuno dagli altri. Nell'ordine Mr tong, Mr ton, Mr to, Mr lam e joe. L'unico che parla un po' di inglese è Mr ton. Poliziotto ha i tratti tipici del thailandese. Faccia ovale, olivastro, zigomo sporgente e occhio non troppo allungato. Joe invece (lo stesso mio modello, mi dicono, ma di 63 anni) è di corporatura massiccia, mi chiede ogni 3 minuti se parlo Lao e ha testa allungata. Mr Tong invece ha il viso decisamente tondo, carnagione chiara, zigomi non sporgenti e occhi un po' più grandi degli altri, Mr to pare giapponese : carnagione quasi gialla, viso allungato , occhi molto allungati, capelli a scodella e infine Mr lam pare cambogiano, carnagione molto scura, piccolo piccolo dagli zigomi estremamente pronunciati. Hanno mangiato insieme e hanno anche bevuto parecchio, joe è quello che più spesso si passa la mano sul capo e riesce ad impappinarsi pur comunicando a gesti. Mi bevo un paio di cocktail whiskey locale e acqua tonica, poi Mr tong insiste per portarmi in hotel. Sono 50 metri, ma non vuole sentire ragioni. Mi porta in hotel e io mi sveglio sul letto alle 5, ho preparato lo spazzolino, ma mi sono addormentato.#