domenica, marzo 20

17 marzo phimai

Marzo Mi sveglio alle 10 circa, ma tra una cosa e l'altra si fanno le 11 prima di uscire. In reception un tizio  mi si avvicina e mi chiede  che faro' oggi. Si chiama Mr Sanam, è istruttore di mail thai e lo rivedrò anche in futuro. Gli dico che ho intenzione  di andare a phimai a vedere sai ngam , un enorme pianta di banano di più di 350 anni. Sulla strada per la stazione visito un piccolo tempio cinese e compero il necessario per la colazione in una pasticceria. Compero dei dolcetti in foglia di banana, un pezzettino di torta,  e la gestrice mi regala anche dei dolcetti a forma di frutti. Metto tutto nello zaino, lo mangerò sull'autobus. Inizia a fare molto caldo e raggiungo la stazione dei bus passando da una tenda all'altra. Arrivato in stazione un signore mi indica la strada ,ma per seguirlo do una capata notevole ad una pensilina. Vicino al bus c'è un signore sui 60 in viaggio pure lui a giudicare dal bagaglio,  lo saluto, ma non mi calcola minimamente. Scena identica sul bus con 2 ragazzi giovani. Resto un po' interdetto, ma mi mangio i miei dolciumi e penso che non mi abbiano capito. Ad una fermata l'autobus si riempie di studenti che tornano a casa da scuola.  Non hanno uniformi che li identifica di una o dell'altra scuola. In questa stagione la campagna thailandese da queste parti è apparentemente incolta e molto assolata. Una distesa di erba molto alta, gialla se non bruciata,  intervallata da palme piuttosto alte. Qualche bufalo approfitta del cibo abbondante,qualche altro si rinfresca nei rigagnoli e nei laghetti. La itticultura è molto diffusa in Thailandia e questi laghetti sono parte del paesaggio rurale in tutto il nord del paese. Arrivo a phimai. La guida fa riferimento ad una torre dell'orologio e scendo lì. Fa caldissimo. Per percorrere il chilometro circa da percorrere mi devo fermare un paio 'di volte. La prima in un tempio,  c'è un funerale. La tradizione locale prevede funerali aperti, con un monaco che legga ininterrottamente testi sacri e cibo e bevande per chi si presenta. Vengo inviato, ma declino, ringrazio, mi bagno un po' e proseguo costeggiando un laghetto artificiale rettangolare, c'è un camminamento in mattoni sconnesso dal tempo e dalle radici tutto intorno. lo seguo sicuro di arrivare a destinazione,  invece fa solo il giro del lago; un signore mi indica a gesti la strada  da seguire: dietro le case c'è una rete con un  buco, ti ci infili, passi il ponte e arrivi. Faccio quel che dice e arrivo. Sulla strada trovo un guscio di lumaca grosso quasi quanto un mio pugno. Il baniano è una pianta molto particolare.  Le liane arrivano a terra e fanno radici. Una volta che hanno fatto radici, La liana si ingrossa e fa da sostegno per il ramo stesso che può proseguire a crescere in lunghezza. Il risultato da fuori appare come un cespuglione, ma col vantaggio che all'interno ci si può camminare agevolmente ed è pure abbastanza fresco. Questo bosco è sacro e all'interno c'è un piccolo tempio. Sto un po' a guardare i frequentatori del tempio. Sono praticamente solo coppie o coppie con bambini piccoli,  più il gestore delle offerte, ovviamente. Momento mistico con offerta e preghiere per amici e parenti e poi posso iniziare la strada del ritorno. Prima di iniziare a tornare mi fermo a mangiare. Vedo 2 donne che litigano con vigore,si urlano letteralmente dietro. Una scena che non pensavo avrei mai visto. Mangio dei noodles locali.  Nel Isan, questa zona del paese, hanno una gastronomia tutta loro. Tornando attraverso un mercato e ne ho un esempio, una serie di topolini arrostiti, infilati su 2 lunghi stecchini.  Interessante, ma mangerò delle frittelle di verdure in salsa di soya. Faccio il mio primo prelievo:delle quattro macchine presenti solo una mi da dei bath. Sul pullman del ritorno noto che il signore davanti, in uniforme militare con stellette e lustrini mi tiene sotto occhio, cambia pure posto per guardarmi. ha zigomi sporgenti,la pelle molto molto abbronzata e rughe sulla pelle provocate a mio avviso dall'esposizione al sole molto forte che c'è da queste parti. Tornato in città sono un uomo danaroso e mi abbandono allo shopping e alla vita mondana. Compero ago e filo, un balsamo  cinese per le escoriazioni, e dopo un giro al mercato (mangio giusto una sorta di pasta sfoglia con ripieno salato) mi siedo in un ristorante. Dopo un po' arrivano dei tizi e il gestore li mette in un piccolo tavolo. Io ho posto e li invito a stare con me. Sono americani, un californiano, uno del South Carolina e uno di New York. I primi due sono disponibili e si sforzano di farmi capire cosa dicono. Il terzo è un autentico idiota pieno di sè. Sono in Thailandia per lavoro;devono girare un documentario sulla boxe thailandese nelle carceri. Andando via il borioso lascia una gran mancia sostenendo che il ruolo degli americani nel mondo, nonché ciò che ci si aspetta da loro sono 3 cose :che non imparano lingue straniere, che non si fanno i fatti loro in politica estera e che lasciano mance esagerate. Ho concordato con gli altri due che la diffusione di tecnologie e conoscenza poteva forse fargli più onore, ma lui insisteva sul tema. La sera cucio e poi vado a dormire

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