giovedì, aprile 13

I nomi delle località sono traslitterai dall'amarico/tigrino per cui se li cercate sulla mappa magari trovate nomi simili.

4 marzo si parte!
belle viste notturne del delta del Nilo e del cairo, cerco le piramidi, ma la ricerca va a vuoto. Durante il cambio di aereo mi informano che ii binocoli non sono ammessi a bordo sui voli che sorvolano l' Egitto. 

5 marzo -aereoporto del cairo
In aereo parlo con Antonio che mi ragguaglia sulla possibilità di cambiare denaro al mercato nero guadagnando qualcosina rispetto alle banche . Nel pomeriggio paghiamo il tour della Dancalia e visitiamo parte di Addis Abeba.
- museo nazionale :interessante il seminterrato e il 1 piano, poi scompaiono le già magre informazioni e la visita diventa piuttosto sterile)
- arat kilo e siddist kilo :obelischi eretti per onorare la resistenza agli invasori italiani e la dura repressione operata dagli stessi a seguito di un attentato ad un gerarca italiano alla università di Addis Abeba)
- trinity cathedral: Cattedrale molto importante per la vita religiosa della capitale. All'interno c'è la tomba di haile selassie e alle spalle un piccolo museo con vari manufatti legati alle cerimonie.Notevoli sono i manoscritti miniati (da notare che a seconda dell'uso sono in pergamena di capra o di cavallo).
- Entoto marian : questo è stato il primo palazzo reale stanziale vicino alla odierna capitale. Prima di questo il regnante aveva accampamenti mobili e, seguito dal suo esercito, "riscuoteva consensi" tra i sudditi che fossero consenzienti (o che non lo fossero). Il palazzo consta di un numero limitatissimo di stanze, massimo 10 considerando anche cucine,sale riunioni e altri locali tecnici. Il tetto è composto da una spirale di legna flessibile coperta di arbusti.
La sera birretta e patatine.

6 marzo Addis Abeba Olympia guest house
Sveglia antelucana e volo per macallè. In aereo scambio qualche parola con Brook, un giovane universitario che va a macallè a studiare information tecnology. Con lui parlo dei complicati rituali legati a matrimoni e funerali. In principio di vita la novità rispetto a noi è l'ampia diffusione della circoncisione.
Arrivati a makallè partiamo alla volta della Dancalia. Il paesaggio è roccioso,grigio e marrone chiaro, punteggiato di arbusti e i versanti non sono ripidi. Sulla strada ci fermiamo a raccogliere altri che seguiranno lo stesso gruppo e ci fermiamo per il pasto a Berhale (un tempo il punto di partenza delle carovane di sale).
A pomeriggio facciamo campo ad Ahmed Ela (ora la strada carrozzabile arriva qui e il sale si sposta da qui coi camion)e prendiamo confidenza col lago salato presente in dancalia. E' una distesa di bianco immacolato che si estende a perdita d'occhio. Ci si diverte ognuno a modo suo facendo foto,cercando effetti ottici etc,. Il tramonto non è proprio esaltante così come il vino locale, rosso, decisamente non memorabile. Il meteo, nonostante io aspettassi con ansia di godere di bei cieli stellati non è stato sempre accomodante, durante la notte, in uno dei posti più secchi del pianeta, ha pure piovuto :cry: 
Cena con zuppa,insalate,sugo di lenticchie piccante e bietole bollite
Birretta alla baracca dei militari a guardia della antenna e del vicino confine.

7 marzo Hamed Ela campo (nin tendato)

La mattina riesco a godere di un bel cielo stellato e di una bella alba. Partenza dopo colazione a base di uova . Incontriamo anche una carovana di cammelli e muli che rivedremo sul luogo dove lavorano il sale.
Passiamo accanto ad una formazione di sale di colore rosso, pare pietra, ma a guardarla bene è sale. é uno dei pochissimi punti di riferimento in mezzo ad una spianata bianca abbagliante. Poi siamo andati a Dallol (un posto incredibile). E' la caldera di un vulcano, i cui gas, attraverso la spessa crosta di sale colorano il sale stesso. Il gruppo è eterogeneo, c'è dal greco attempato ai giovani giapponesi. Visitiamo anche altre formazioni stratificate -tipo camini delle fate della cappadocia (ma di sale)- ed una sorgente calda la cui acqua pare olio a causa della fortissima presenza di sale.
La tappa successiva sono le miniere di sale. A lungo questo sale estratto proprio da qui è stata una forma di pagamento o riferimento per il baratto (altra forma di pagamento in uso da ancor più tempo). Il problema è che qui fa un caldo tremendo e il sale riflette la luce rendendo anche solo la permanenza da queste parti un autentica tortura. Solo gli afar riescono a stare tutto il giorno sotto la morsa degli agenti atmosferici e sono, da lungo tempo i gestori di questo traffico un tempo molto redditizio. I tigrini, geograficamente primi abitanti degli altipiani, partecipano all'estrazione e soprattutto alla commercializzazione del prezioso materiale. Esiste una strada camionabile, ma arriva solo ad ahmed ela, poi si procede a piedi o a zampa di cammello. I fuoristrada delle agenzie di viaggio arrivano anche abbastanza vicino, ma direi che il governo ha tutto l'interesse a tenersi buoni gli Afar, che controllano il confine con la vicina (e ancora ostile?) Eritrea e anche in altre occasioni direi che godono di condizioni sconosciute ad altre etnie etiopi. 
Mangiamo riso con verdure a Berhale e poi ci spostamo verso sud. Dalla cittadina di Abala raggiungeremo il giorno seguente la base del vulcano erta ale. La strada è panoramica, i monti sono punteggiati di alberi. Arrivati a destinazione facciamo un giro del paese con i ragazzi giapponesi con cui dividiamo l'unica guesthouse del paese. I bambini del luogo sono molto curiosi e ci seguono in folto stuolo. Visitiamo la parte esterna della chiesa locale dove i devoti(le devote in numero maggiore), avvolti nel caratteristico scialle bianco, cantano al tramonto una nenia che pare interminabile.
Ritorno alla guesthouse nell'ora di fine del lavoro. Nel piccolo paese c'è una certa vivacità. Uomini siedono fuori dai bar (e ci invitano a sedere) e in generale c'è gente in giro. Notiamo un locale con un televisore (il cinema locale) e varie sale giochi con biliardi o giochi analogici.
Cena abbondante e a letto nella camera molto basic (materasso a terra).