giovedì, marzo 31

28 marzo mowlamyne aurora GH

Sveglia abbastanza presto, Oggi, per la serie "le dimensioni contano" il programma prevede di esplorare la zona a sud di mowlamyne. In localita'Win Sein Taw Ya un budda disteso lungo 170 metri e li' vicino un monastero del 1400 presso un piccolo villaggio. Noemi, che a quanto pare apprezza i postacci fa colazione nella casa da te' sotto la GH. E' un posto rivestito i legno con il tetto alto e alcuni tavoli quadrati. Al centro del soffitto un ventilatore che gira lentamente. Pare annoiato, lo fa per spirito di routine piu' che per il prezioso compito che gli compete. Ad ogni modo per colazione qui ti portano tante cose, poi , a seconda di quel che mangi, paghi. Io raramente faccio colazione e stamattina la ho gia' fatta con 3 piccole banane. Bevo una tazza di te' verde e usciamo. Scopriamo che per arrivare alla stazione dei bus a sud della citta, (che dista 3km e 1/2) esiste un mezzo pubblico collettivo , il numero 8. Con quello raggiungiamo la stazione e da li' si prosegue verso sud. Il mezzo per Mudon parte quasi subito. Sopra ci sono signore con lo chinion tenuto insieme dal pettine. Una di loro ci fa assaggiare delle bacche , grosse piu' o meno come una ciliegia, di colore marrone/rossiccio, hanno la buccia un po' rugosa e il picciolo molto piccolo e corto. Arrivati al nostro punto di arrivo scendiamo e ad indicarci la strada c'e' un arco con delle panchine subito sotto. Imbocchiamo la strada e una nuvola ci facilita le cose. Poco dopo aver oltrepassato l'arco, inizia una lunga serie di statue di monaci in piedi con in mano la cesta delle offerte Danno le spalle all'inizio di questa via. E' stata pavimentata per facilitare il transito dei pellegrini (soprattutto di quelli motorizzati) e dei materiali da costruzioine. Dopo questa serie di statue (direi una 70ina) tutte praticamente identiche, se non differenti nelle pieghe degli abiti e nell'altezza. Si passa un secondo arco e il colossale budda inizia a vedersi nella sua interezza. E' lastricato di bianco dove la pelle e' esposta, il copricapo e' color oro e la veste e' rosso acceso. All'interno ci sono tre piani con diorama. La mia impressione e' che al 1 piano ci siano rappresentazioni di inferno e paradiso, al 2' storie legate alla vita di budda e al 3' la storia del paese. Una passerella porta sul versante opposto della minuscola valle. In costruzione' di fronte a quello esistente, c'e' un budda ancora piu' grosso. Qua e la' spuntano stupa e statue. Dopo aver bevuto un succo di canna da zucchero con un moto taxi raggiungiamo il paesino Thanbyuzayat. Sulla strada su uno scosceso affioramento roccioso vediamo Kyauktalong taung, un piccolo stupa. Sul mototaxi iniziamo a salire una increspatura del terreno, che pero' offre belle visuali. In particolare una volta oltrepassata la piccola collina ci si para davanti una omogenea macchia verde acceso. Il fatto chr sia tanto omogenea mi fa pensare che sia una cultura, piu' che un bosco spontaneo. Arrivati a destinazione andiamo a vedere il monastero. E' una struttura abbastanza grande, di legno verniciato verde e oro. Appaiono come vari tetti uno sopra l'altro. All'interno, intorno alla sala con la statua un corridoio piastrellato. Nella sala un budda di circa 5 metri in una posizione insolita. E' seduto. All'interno del complesso monastico anche vari altri templi. Fa veramente molto caldo e siamo entrambi stanchi per cui facciamo una siesta di circa 40 minuti. Dato che ci hanno fotografati in tantissimi appena arrivati, con tanto di cambi per fare piu' foto con persone diverse immagino che esistano varie foto che mi ritraggono durante il breve sonno. In particolare un ragazzo dirigeva le operazioni facendo cambiare gli amici e utilizzandoci come scenografia fissa per le foto. Mangiamo di fronte al monastero in una ampia struttura in legno.Durante il pasto accade l'imprevedibile. Carri con sound system potentissimi trasportano giovani che si agitano al suono di musica tecno. Sono tre ognuno con la propria musica. Il suono e, assordante. Sono letteralmente stercofatto non me lo aspettavo nemmeno lontanamente!! Vari partecipanti alla festa vengono al ristorante cercando acqua , birra o anche solo refrigerio. L' idea di agitarsi sotto ub sole tanto forte non smette di allibirmi. Non sono solo giovanissimi a partecipare alla festa e ad invitarci. Dopo una 20ina di minuti fermi nello spazio antistante il monastero, i camion se ne vanno con il loro carico tecnologico assordante. La gestrice ci informa che e' la festa del monastero e nfatti vedremo un palco e vari altri preparativi prima di andare via. La passeggiata nel villaggio (quasi del tutto silenzioso) e' piacevole, ci sono tante case in legno e immagini di vita quotidiana. Resto colpito da una ragazza che utilizzando una corda fa roteare un recipiente cilindrico di metallo in uno piu' grosso in legno pieno di ghiaccio. Mi ricorda il modo con cui fanno le granite in Messico. Quando chiediamo che cosa stesse facendo dice solo "ice tea". La presenza di noemi mi consente di relazionarmi con il mondo femminile locale, che alle mie domande in precedenza si era dimostrato reticente, per lo piu' per apparente timidezza. Un signore (in lizza per il titolo di personaggio del giorno), bello allegro per la festa(e verosimilmente per il whiskey) mi prende per mano incrociando le mie e le sue dita e facciamo insieme tipo 300 metri. Appena puo' chiama gente per farsi vedere con lo straniero. Mentre sto pensando come venir fuori da tale situazione incrocio l'autobus, apparentemente l'ultimo), per Mowlamyne e lo prendo al volo. Arrivati in citta' raggiungiamo i templi sulla sommita' della collina che percorre la costa, a distanza piu' o meno costante dal longomare. Camminiamo per 3 km circa. Per chiedere indicazioni ogni volta prendevo la guida. Noemi, molto piu' praticamente, chiedeva della pagoda...e tutti sapevano di c parlava. Arriviamo alla pagoda U Zina. Si chiama cosi' perche pare che tale u zina, ispirato da un sogno si mise a cercare pietre preziose proprio qui. Col ricavato ha costruito il tempio. Immancabile grosso stupa dorato con campanelline sulla sommita' e statue del santo. vicino alla cima dello stupa c'e' un effetto ottico decisamente particolare. Ad occhio nudo non appare nulla, mentre l'obiettivo della fotocamera mostra un volto. La vista spazia fino oltre il fiume. Si vedono anche le isole che affiorano a causa del basso livello del fiume, che tanto hanno spaventato i conducenti di battelli il secolo scorso. Un monaco un po' insistente ci illustra il volto che ad occhio nudo non appare e ci dice almeno 5 volte che in serata andra' a yangoon e da li' al suo monastero. Mi faccio lasciare l'indirizzo e si prosegue verso Kyaikthanlan paya. Un antico stupa reso famoso dall'incipit di road to mandalay di Kipling. In teoria dovrebbe esserci un camminamento coperto per scendere in citta', ma non lo troviamo. Ad ogni modo il tramonto da qui e' molto bello. La citta' con i suoi edifici coloniali si estende sulla costa, punteggiata di palme e avvolta in quella foschia che rende tanto esotici questi posti. Forse e' proprio la mancanza di visibilita' che spinge a immaginare chissa' cosa quando si e' davanti ad un panorama del genere, in foto o dal vero. Tutto viene avvolto da una alone di mistero. Razionalmente ci si chiede "cosa sta circolando nell'aria?" Sono le preghiere dei locali che aleggiano come il fumo dei loro incensi? Gli spiriti che convivono con la religione monoteistica e che popolano le leggende locali? Potrebbe essere solo afa, ma e' bello farsi cullare dal pensiero che altro popoli questi paesaggi, per noi cosi' distanti. La letteratura ci tramanda viaggi massacranti per arrivarci; mesi su barche a forte rischio di malattie o a cavallo di animali che potevano decidere di non voler piu' andare avanti; regnanti che per lasciar passare chiedevano umiliazioni o prove di fedelta' difficili da superare. L' atmosfera ha un che di magico, e durante la discesa chiedo di fermarmi ancora un po' a guardare la citta' che cambia volto al rapido mutare della luce. Compaiono decine di lucine, e' buio. Mawlamyne mi e' proprio piaciuta. Le 6 sono passate "il lavoro e' finito" dico a Noemi, "vamos a beber" mi risponde. Il baraccio di fiducia e' aperto e Spidia,il giovanissimo gestore , e' contento di vederci. Il padre non si vede e la madre sta facendo i compiti con il fratellino piccolo. Chiediamo un oje un cocktail di ( caffe,whiskey e acqua). Vedo i'l ragazzino entra in postazione e con un gran sorriso lo compone. Da' l'impressione di divertirsi, certo e' che se a 11 anni fosse in strada a giocare sarebbe meglio. Con le sue infradito di plastica nera, pantaloncini mimetici sotto al ginocchio, maglietta rossa dei new york figher e nagal(crema solare locale) in viso porta va casa il titolo di personaggio del giorno. Condividiamo un oje e andiamo via. Quando gli chiedi di fare una foto si mette impettito a lato di un tavolo, con la mano sul piano di legno. CLICK! Tornando in hotel cena leggera, del pollo in pastella e poi a dormire. Sono stanchissimo.

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