venerdì, dicembre 2

16 novembre taxi dakar-touba

Il piccolo zaino verde con le cose di paco mi fa da cuscino e quando mi sveglio sono abbastanza attivo. Il paesaggio non è eccessivamente arido. Secco, con arbusti bassi e qualche albero ad alto fusto. Vedo anche i primi baobab.  la parte di terra coltivata è minima. Le capre scorazzano un pò qua e un pò la. La strada di entrata a touba sembra disegnata col righello per quanto è dritta.  Entrando in città ci sono dei posti di controllo e vari dossi. Il festival è un evento molto importante per la città. Si commemora il ritorno di sheick bamba dall'esilio imposto dai francesi. In una città di 500.000 persone ne arrivano 2/3 milioni!! Decido di starci una notte, mentre il grosso dei pellegrini sono in arrivo, sperando di evitare sovraffollamento di strade e mezzi di trasporto (oltretutto, mi dicono in molti, dato che gli autisti si fermano in città, poi c'è scarsità di mezzi che escono dalla città stessa). Per darvi una idea di come sia sentita la festa, a Milano viene celebrato questo festival.
Arrivati a Touba constato che la situazione in stazione è già abbastanza caotica. Da lì con un altro mezzo arriviamo a Mbacke. Sede dei pellegrini aderenti a Beje Fall. Questa confraternita segue un islam peculiare: respingono categoricamente l’uso della violenza; aborrono l’individualismo e l’ostentazione; vivono in comunità e in sobrietà, senza possedere beni immobili. Conducono una vita semplice e distaccata (un link https://gruppoindacosenegal.wordpress.com/baye-rassoul/la-figura-del-bayefall/). In quel paese mangiamo, compriamo delle sigarette e iniziamo a cercare la casa dei familiari di paco. La troviamo dopo una ricerca non proprio breve, aiutati da un paio di persone. Attraversiamo la città e si coglie che questa è in pieno fermento. Bancarelle vengono alzate ad ogni angolo e ci sono tante persone per strada. Alcune trovano riparo dal sole seduti sotto i rimorchi dei tanti camion fermi a scaricare merci.
 Passiamo davanti alla grande moschea. C'è una zona antistante molto ampia ricoperta di marmo bianco. Sulla moschea svettano 4 minareti a testa tonda. Da lì prendiamo un ulteriore  mezzo che punta a nord. Una signora in un abito blu indica più o meno la direzione una volta scesi da questo secondo furgone. La casa è in un zona residenziale. Le strade sono sterrate,  e coperte di sabbia, tranne la principale che ha invece asfalto. Le  case hanno recinzioni in mura di cemento con la porta in ferro. Il bagno è separato dal corpo centrale e il cortile è in sabbia. Nella casa vera e propria varie camere affacciano su un corridoio interno. Arriviamo nel primo pomeriggio. In casa ci sono praticamente solo donne. 4 donne 2 ragazze 3 ragazzine e 4 o 5 (non sono riuscito a capirlo) bambini più piccoli che si presentavano e poi sparivano, per poi ripresentarsi. Colpisco una bambina piccola. Avrà avuto 3 anni. Mi fissava spesso, mi toccava i piedi mentre scrivevo. Era molto stupita in generale. C'è di buono che con tutto lo stupore non piangeva. Dopo un pò mi dicono che la famiglia mangia e partecipo anche io al pasto. Sediamo in terra e prendiamo dal grande catino in metallo con all'interno il piatto nazionale, riso con verdure e pesce. il piatto (il catino, verrebbe da dire) è speziato e leggermente piccante.Dopo mangiato paco riposa un pò e io faccio un giro nella zona. vedo una ragazzINa che sistema i capelli (molto crespi) ad una amica. Delimita con un uncinetto le zone e intreccia i capelli che via via delimita procedendo dalla  fronte alla nuca. Ne escono delle trecce molto piccole attaccate al cuoio capelluto. Trovo molto curiose le bambine per strada con i capelli intrecciati alla belle meglio, e ancora di più quelli con il lavoro a metà. Metà testa con le trecce e metà coi capelli in piedi che sparano da tutte le parti. Mi fermo a parlare con loro. Arriva uno stuolo di bambini e un paio di signore. Le signore dopo un paio di domande mi chiedono del denaro, io faccio vedere che ho le tasche vuote e dopo un pò, dato che la comunicazione non decolla, decido di tornare a casa. Sveglio paco e andiamo in città. Mi porta alla gran moschea di Touba. La moschea ha un grande spazio esterno ricoperto in marmo bianco e 4 minareti alti. Durante la preghiera del Maghal questo spazio si riempie completamente. In questa occasione è possibile vedere il Marabutto. All'interno archi polilobati fanno da entrata ad una vasca con acqua miracolosa. Per i morabiti questa acqua ha la stessa sacralità della fonte da La mecca, in arabia saudita. Paco mi ci porta e il "gestore", che ditribuisce acqua a piene mani mi chiede se sono musulmano. Io ( dato che concretmente ho avuto il battesimo musulmano 2 volte viaggiando) gli dico di sì. Mi da da bere l'acqua, che io sorseggio. Poi Paco vorrebbe farmi parlare col marabutto, ma non mi viene concesso. L'interno della moschea è interamente decorato con archi policromi. Hanno piccole decorazioni tipo mosaico, con colori delimitati da sottili linee in cemento. Usciti dalla moschea passiamo il mercato.Compro una collana di beje fall e proseguiamo. Ci aiutiamo con la bussola e prendiamo la strada verso il paese vicino. In Touba non è permesso portare tabacco o alcolici, quindi paco , tabagista, deve spostarsi per fumare. lì compra delle sigarette e io faccio un giro. Finiamo a bere in un parchetto. Mangiamo capra cotta e cipolla, poi torniamo a casa dei suoi familiari. Arriviamo parecchio tardi, tanto che a causa della stanchezza parlo molto poco con suo zio , che è stato in italia vari anni e parla italiano.