martedì, marzo 29

27 marzo aurora hotel mawlawmyne

0Alle 7.30 siamo gia' svegli entrambi. Il programma di oggi prevedeva il museo mon al mattino e raggiungere la Naw La Bo pagoda a pomeriggio; ma il museo apre(in teoria) alle 10 e decidiamo di invertire l'ordine delle visite. La tradizione vuole che le reliquie (spesso capelli., ma non mancano denti, dita etc, variamente distribuiti) che si trovano in dei ghedi costruiti su massi in bilico siano la forza che li tiene li' a dispetto di tempo, intemperie e forza di gravita'. Vicino a Kyaitko, nella pagoda kiaitkhtijo ce ne e' uno blasonato e famoso, allora optiamo per questo altro, un po' meno noto e piu' complicato da raggiungere. Il divertimento premiera' generosamente l'audacia. Tanto per iniziare bene finiamo sull'autobus sbagliato. Scesi da quello ne prendiamo uno la cui dirigente commerciale (la donna del pilota, che tanto per cambiare ne era il capo) riempie all'inverosimile (anche il tetto riempie per bene, non solo il cassone del furgone). Arrivati a destinazione Noemi mi fa"mi sa che c'e' uno sul tetto". Me scendono 5 e nella foto, fatta da terra , ce ne sono una decina. Arrivati alla base della salita bisogna aspettare che si riempia il retro del camion che sale. Siamo gli unici turisti tra i circa 50 seduti su legni montati trasversalmente nel cassone del piccolo camion. Il percorso e' divertentissimo!! Bruschi cambi di direzione, salite ripide e discese ancor piu' ripide sballottano i pellegrini (in gran parte donne). La signora al mio fianco mi prende fermamente sotto braccio e la bambina che ho dietro, mi dice Noemi, pareva andasse in moto per come era attaccata alla mia schiena. La vista durante il tragitto e' spettacolare, ma lo spasso maggiore sono questa specie di montagne russe e le risate delle pellegrine. Lasciare la presa per il tempo di una foto suscitava risate immediatamente, per il successivo e immediato bisogno di riaggrapparsi. Arrivati a destinazione si lasciano le scarpe direttamente nel cassone e si va nel santuario. I pellegrini hanno momenti di preghiera supportati da bastoncini di incenso e poi vanno in un ambiente coperto dove un monaco tiene una funzione religiosa ad hoc. Io e Noemi intanto facciamo foto al panorama, che spazia per vari chilometri, fino al fiume a fondovalle. La nebbiolina presente in tutte le foto che ritraggono questi luoghi e' parte del paesaggio. La roccia e' proprio in bilico, verniciata d'oro' con un piccolo stupa in cima. Subito a valle della roccia altri stupa e ghedi dove i pellegrini hanno realizzato composizioni mettendo in equilibrio precario una sopra l'altra delle delle piccole pietre. Dopo 45 minuti si scende. Altro spasso memorabile. Inizialmente sia la signora che la bambina erano estie ad attaccarsi, ma a fine percorso erano entrambe saldamente aggrappate a me. Ricordo distintamente che qualcuno ripeteva una parola in lingua locale (verosimilmente "aggrappati!") e la bambina mi stringeva la cintola. Sul mezzo per tornare in citta' c'e' il personagio del giorno; lo definirei "il pratico". Maglietta verde pisello con scritto "happy" in blu sul pettorale destro, il pratico non perde occasione per mostrare il sorriso, che posso tranquillamente definire rossorriso. I denti, infatti, a causa del betel sono consumati e rossi piu' delle gengive. Tanto per aggiungere colore, il pratico ha anche parte dei capelli tinti di rosso. Avra' sui 24/27 anni e tanto dinamismo in corpo. Lavora sul retro di un camion che fa da autobus per brevi distanze. Quando il camion accosta per prenderci, gli dico che voglio andare a malwlamyne, ci dice che lui ci va e praticamente ancora prima di essere saliti urla al pilota che puo' partire.Il pilota, che ci lavora insieme' sa' che il pratico e' un po' precipitoso e non parte immediatamente. Il pratico in un paio di occasioni ci da' lezioni di rapidita' di azione coi clienti pur senza dare mai impressione di trattarli male. Corre a piedi nudi sull' asfalto rovente per chiedere dove va questa o quella persona a lato strada, per poi farsi raggiungere dal camion se il carico pesa. Aggrappato al bordo del camion si sporge per cercare clienti e ha le parole giuste per far comprimere quelli seduti. Un difetto lo ha, purtroppo la comunicazione per gesti e la lettura delle cartine topografiche non sono proprio il suo pane... Gli chiedo, facendogli vedere, se alla rotonda ll'inizio della citta' va a destra o a sinistra, mi indica sinistra. Dobbiamo scendere, dobbiamo andare a destra o dritto. poi invece va a destra. Poco male si prosegue a piedi. Vedo una lucertola dalla testa azzurra, inizialmente penso sia il sole. Poi ne vedo un'altra e mi convinco che non ho avuto allucinazioni. Ilmuseo chiude alle 16.30 (in teoria). Mangio velocemente e vado al museo. Noemi resta in hotel, e' parecchio stanca. Io attraverso il parco, arrivo davanti al muse ed e' chiuso!! Il sole preso oggi ha stancato molto anche me. Torno in hotel# scrivo un po' e vado a dormire. Mi sveglio un paio di ore dopo e con Noemi, cercando di raggiungere la pagoda in cima alla collina' andiamo a vedere una parte differente di citta. Passiamo per un'altra chiesa con crocifisso supportato da strobo-aureola a led (gia' la avevo vista intorno alla testa delle statue di budda, ma vederla dietro ad un crocifisso m ha fatto un certo effetto). Proseguiamo in ditrezione di un complesso bdi edifici con un grande stupa e  un tetto molto alto ed elaborato. Scopriremo che si chiama Taito Bokuda. A fianco dell' area prettamente dedicata al culto  e alla preghiera (con interessanti dipintii, che pero' non ho del tutto capito ) un a monastero del 1800. Un signore ne sta facendo manutenzione al pavimento. Il tetto, in legno e dipinto di rosso acceso e' decorato con scritte scolpite e colorate in oro. Nella sala centrale, poco sotto il tetto su due lati opposti, ci sono aperture verso l'esterno intagliate nel legno di forma simile ad onde. Sopra questa sala vari tetti sovrapposti, paraleli la suolo ed un pennone centrale. Tutto in legno. Torno verso Taito Bokuda. Un monaco sta tenendo buna lezione ad una 20/25 bambini che sono seduti a terra e cantano con un piglio grintoso, che non assocerei immediatamente alla pacifica tradizione buddista locale, ma, indubitabilmente, era il monaco a farli cantare. Nel fratempo si e' fatto buio pesto. Parafrasando l'avvocato che interpreta Adriano Celentano ne "il burbero", mi diverte dire a Noemi. "E' buio (lui diceva, sono le 6) il lavoro e' finito". Lei capisce e dice "andiamo a bere". Il postaccio di fiducia e' chiuso. beviamo una birra per strada e poi andiamo in un ristorante molto ben recensito per l pranzo di pasqua (anche se e' per cena). Ordiniamo l'immancabile riso con - insalata di bambu' - curry di melanzana - curry di vitello - curry di gamberi le insalate sono sempre incluse e in questo caso c'era anche delle sfoglie di zenzero fresco. Tutto molto buono. Oltretutto Noemi ha mangiato poco e io ho fatto doppia porzione di tutto.. Tornando sul lungofiume vediamo una delle poche, se non pochissime panchine che ho avuto modo di vedere e abbiamo approfittato bevendo una birra li' , contando i ratti che venivano su dal fiume. Tutti  di dimensione apprezzabile, devo dire. Noemi sta un po' passando coi puiedi quel che ho passato io prima di utilizzare i calzini, quindi abbiamo fatto un, altra sosta e poi siamo andati in hotel.

Nessun commento:

Posta un commento