venerdì, dicembre 2

16 novembre taxi dakar-touba

Il piccolo zaino verde con le cose di paco mi fa da cuscino e quando mi sveglio sono abbastanza attivo. Il paesaggio non è eccessivamente arido. Secco, con arbusti bassi e qualche albero ad alto fusto. Vedo anche i primi baobab.  la parte di terra coltivata è minima. Le capre scorazzano un pò qua e un pò la. La strada di entrata a touba sembra disegnata col righello per quanto è dritta.  Entrando in città ci sono dei posti di controllo e vari dossi. Il festival è un evento molto importante per la città. Si commemora il ritorno di sheick bamba dall'esilio imposto dai francesi. In una città di 500.000 persone ne arrivano 2/3 milioni!! Decido di starci una notte, mentre il grosso dei pellegrini sono in arrivo, sperando di evitare sovraffollamento di strade e mezzi di trasporto (oltretutto, mi dicono in molti, dato che gli autisti si fermano in città, poi c'è scarsità di mezzi che escono dalla città stessa). Per darvi una idea di come sia sentita la festa, a Milano viene celebrato questo festival.
Arrivati a Touba constato che la situazione in stazione è già abbastanza caotica. Da lì con un altro mezzo arriviamo a Mbacke. Sede dei pellegrini aderenti a Beje Fall. Questa confraternita segue un islam peculiare: respingono categoricamente l’uso della violenza; aborrono l’individualismo e l’ostentazione; vivono in comunità e in sobrietà, senza possedere beni immobili. Conducono una vita semplice e distaccata (un link https://gruppoindacosenegal.wordpress.com/baye-rassoul/la-figura-del-bayefall/). In quel paese mangiamo, compriamo delle sigarette e iniziamo a cercare la casa dei familiari di paco. La troviamo dopo una ricerca non proprio breve, aiutati da un paio di persone. Attraversiamo la città e si coglie che questa è in pieno fermento. Bancarelle vengono alzate ad ogni angolo e ci sono tante persone per strada. Alcune trovano riparo dal sole seduti sotto i rimorchi dei tanti camion fermi a scaricare merci.
 Passiamo davanti alla grande moschea. C'è una zona antistante molto ampia ricoperta di marmo bianco. Sulla moschea svettano 4 minareti a testa tonda. Da lì prendiamo un ulteriore  mezzo che punta a nord. Una signora in un abito blu indica più o meno la direzione una volta scesi da questo secondo furgone. La casa è in un zona residenziale. Le strade sono sterrate,  e coperte di sabbia, tranne la principale che ha invece asfalto. Le  case hanno recinzioni in mura di cemento con la porta in ferro. Il bagno è separato dal corpo centrale e il cortile è in sabbia. Nella casa vera e propria varie camere affacciano su un corridoio interno. Arriviamo nel primo pomeriggio. In casa ci sono praticamente solo donne. 4 donne 2 ragazze 3 ragazzine e 4 o 5 (non sono riuscito a capirlo) bambini più piccoli che si presentavano e poi sparivano, per poi ripresentarsi. Colpisco una bambina piccola. Avrà avuto 3 anni. Mi fissava spesso, mi toccava i piedi mentre scrivevo. Era molto stupita in generale. C'è di buono che con tutto lo stupore non piangeva. Dopo un pò mi dicono che la famiglia mangia e partecipo anche io al pasto. Sediamo in terra e prendiamo dal grande catino in metallo con all'interno il piatto nazionale, riso con verdure e pesce. il piatto (il catino, verrebbe da dire) è speziato e leggermente piccante.Dopo mangiato paco riposa un pò e io faccio un giro nella zona. vedo una ragazzINa che sistema i capelli (molto crespi) ad una amica. Delimita con un uncinetto le zone e intreccia i capelli che via via delimita procedendo dalla  fronte alla nuca. Ne escono delle trecce molto piccole attaccate al cuoio capelluto. Trovo molto curiose le bambine per strada con i capelli intrecciati alla belle meglio, e ancora di più quelli con il lavoro a metà. Metà testa con le trecce e metà coi capelli in piedi che sparano da tutte le parti. Mi fermo a parlare con loro. Arriva uno stuolo di bambini e un paio di signore. Le signore dopo un paio di domande mi chiedono del denaro, io faccio vedere che ho le tasche vuote e dopo un pò, dato che la comunicazione non decolla, decido di tornare a casa. Sveglio paco e andiamo in città. Mi porta alla gran moschea di Touba. La moschea ha un grande spazio esterno ricoperto in marmo bianco e 4 minareti alti. Durante la preghiera del Maghal questo spazio si riempie completamente. In questa occasione è possibile vedere il Marabutto. All'interno archi polilobati fanno da entrata ad una vasca con acqua miracolosa. Per i morabiti questa acqua ha la stessa sacralità della fonte da La mecca, in arabia saudita. Paco mi ci porta e il "gestore", che ditribuisce acqua a piene mani mi chiede se sono musulmano. Io ( dato che concretmente ho avuto il battesimo musulmano 2 volte viaggiando) gli dico di sì. Mi da da bere l'acqua, che io sorseggio. Poi Paco vorrebbe farmi parlare col marabutto, ma non mi viene concesso. L'interno della moschea è interamente decorato con archi policromi. Hanno piccole decorazioni tipo mosaico, con colori delimitati da sottili linee in cemento. Usciti dalla moschea passiamo il mercato.Compro una collana di beje fall e proseguiamo. Ci aiutiamo con la bussola e prendiamo la strada verso il paese vicino. In Touba non è permesso portare tabacco o alcolici, quindi paco , tabagista, deve spostarsi per fumare. lì compra delle sigarette e io faccio un giro. Finiamo a bere in un parchetto. Mangiamo capra cotta e cipolla, poi torniamo a casa dei suoi familiari. Arriviamo parecchio tardi, tanto che a causa della stanchezza parlo molto poco con suo zio , che è stato in italia vari anni e parla italiano.

lunedì, novembre 28

15 novembre quicksilver surf camp ngor(dakar)


La supposta ed opportuna sveglia mattutina non si realizza. l'ambizioso programma del giorno prevede (in teoria e nell'ordine):
- passare dall'ambasciata per sapere come modificare il visto e se serve un visto di transito
- visitare il museo IFAN
- cambiare tutto il contante dato che fuori Dakar non è detto che riesca
- andare a goree island
- arrivare prima delle 20 da Paco.
Programma impegnativo, ma realizzabile.
Nella dura realtà mi sveglio appena in tempo per fare colazione, esco alle 11 passate e col traffico di Dakar arrivo al museo alle12 passate. di fatto arrivando a fine orario le brioches sono finite, ma riesco comunque ad approfittare delle marmellate di frutti esotici, ieri era  un melone locale, oggi è il turno del mango, c'è un miele d'acacia veramente molto buono: profumato e denso. C'è anche una torta lievitata a base di cacao, pan di Spagna e uvette, la ho vista anche un molti bar. Ha base quadrata. Il museo è interessante per quanto le descrizioni sono stringatissime e solo in francese. Tutto sommato la collezione è abbastanza limitata. La guida parla di una raccolta disordinata, ma numerosa. Quel che resta è una raccolta di maschere(soprattutto della costa d'avorio) legate a vari momenti della vita rurale , circoncisione, riti di fertilità per le donne, funerarie e legate alle cerimonie di fertilità della terra, piuttosto che abbondanza della pesca e della caccia. Un video mostra scene da uno di questi riti. ci sono personaggi con sembianze di animali e il personaggio principale con una maschera che sembra cugino it della famiglia Addams, solo che non è di pelo,ma è di paglia. Nella cerimonia, durante la quale qualcuno lancia reti da pesca, non ci sono personaggi negativi, ma ci sono solo riti e circostanze con valenze positive (guardando io video avevo capito poco), immaginavo ci fosse la maschera della siccità da scacciare o cose simili. Invece il personaggio attorno a cui facevano festa rappresentava l'abbondanza delle messi. Al piano superiore, invece una raccolta legata ai tessuti tradizionali. Uscito di lì cerco di cambiare denaro, ma le banche mi fanno offerte poco vantaggiose e decido di andare al mercato. Lì conosco   un ragazzo che poi mi accompagnerà nel  pomeriggio. Segue la confraternita mouridite di baje fall. Questi hanno una visione  molto permissiva della religione musulmana. Bevono alcohol, fumano marjuana, non praticano il ramadan. Vestono coloratissimi e molti portano dreadlocks. Cambio da un suo amico, mi fa vedere il suo negozio(ovviamente) e con lui vado a cercare di arrivare a goreee. Purtroppo per me arrivo al porto giusto 15 minuti dopo che parte la barca. quella dopo è alle 16 e torna troppo tardi per arrivare alle 20 da paco. Mi mangio le mani. ieri ero qui e non ho preso gli orari! che pirla!Comunque con    torniamo in centro cercando l'ambasciata. scopriamo che ora è all'aereoporto e ci sediamo a bere un caffe touba. Il caffè touba è caffè misto a una spezia locale )che pare un piccolo fagiolo), non è fortissimo e ha un sapore che mi piace.  Mentre siamo lì, seduti su una panca di legno a lato strada, mi dicono che si mangia e che sono invitato (come molti passanti). Sono abbastanza sorpreso di come chi ha portato la grossa marmitta in metallo inviti i passanti e della naturalezza con cui questi vengano, mangino e se ne vadano.Andiamo in un african bar con l ragazzo che sta con me. Ha pareti dipinte di verde fino circa 2 metri, poi cambia.l'entrata è tipo vecchio west. La variante è che ci sono due strisce di camere d'aria di bicicletta per far chiudere le "porte".beviamo una birra di cui tengo il tappo e rendo un trasport en commun. Nasce come una sorta di cooperativa di trasporto, ma ora è parte del circuito dei mezzi. Sono furgoni molto colorati. Hanno colori scuri come sfondo. in una striscia laterale bianca c'è il nome. Con il furgone raggiungo casa di paco. al telefono risponde un suo amico. arriva poco dopo di me. il taxi è alle 2!  facciamo un giro al mercato, beviamo qualche birra. Stiamo finiamo in una camera di beje fal. sul materasso a terra dormiva uno, e gli altri 3 guardavano la televisione 14 pollici, che era a terra.faccio anche un pisolino.Andiamo alla stazione dei taxi e lì ci sono 2 capre, una bianca e l'altra scura, che andavano a touba. Erano curose perché erano chiuse in 2 sacchi. Ne usciva solo la testa. Ogni tanto tiravano qualche belato. Le fotografo. Un militare lì vicino mi ha fatto cancellare la foto. Le capre andavano a touba, e potevamo andarci anche noi, mi sa. praticamente abbiamo dormito nel taxi e la mattina dopo siamo partiti con un'altra auto....alle 6!!

sabato, novembre 26

14 novembre quicksilver surf camp ngpr (Dakar)

Mi alzo per fare colazione e poi torno a letto. Mi sveglio alle 14 passate. Vorrei arrivare in città e comprare il biglietto della barca per ziguinchor, in casamance. Prendo un mezzo urbano, passiamo sotto l'enorme monumento in stile sovietico regalato dalla corea del nord (più grande della statua della libertà e statua più grande di tutta l'africa) e mi avvicino al centro. sul bus una signora parla inglese. Mi dice che la casamance è molto bella emi consiglia caldamente di andarci. Come molti dei senegalesi che incontro è stata  in Italia, a bassano del grappa e mi dice che era rimasta impressionata da venezia e da roma.Le chiedo come regolarmi per le foto alle persone. Mi suggerisce di chiedere volta per volta, lei,pere esmpio, non gradisce che la si fotografi. Ha un bell'abito blu, rosso e giallo a tinte forti. Gli abiti delle donne sono sempre molto molto colorati, con gonne che stringono nella zona delle ginocchia e le acconciature sono spesso complesse, le trecce vengono attaccate ad altre trecce o a vere e proprie corde con cui si relizzano chinion di  varie dimensioni. Sceso dal bus i si "attaccano" un paio di ragazzi, mi vedere la strada, poi, immancabilmente, mi propongono, mi fanno la proposta di vedere questo o quel negozio, o anche chiedono denaro per del cibo. Non sono affatto aggressivi e al rifiuto non insistono, ma al terzo un pò mi secca perdere tempo in convenevoli.Arrivati al porto mi dicono che la barca è piena!!mi segno in lista d'attesa questo imprevisto mi rende la vita un pò diffile, mi servirà un secondo visto per il gambia e devo ripensare il giro.Di sicuro potrei andare a touba a inizio giro e godere dei preparativi della feta invece di andarci alla fine, dato che comunque intenzione di vedere la città sacra dei mouriditi. Praticamente tutti quelli che incontro (incluso un ragazzoche parlava italiano) mi invitano ad andare a touba e ad essere ospitato. Comunque uscito dal porto decido di passeggiare lungo il lungomare ovest e avvicinarmi all'hotel percorrendo quella strada. L'ora del tramonto è prossima e i sono veramente tanta tante persone in spiaggia a fare attività fisica. Tanti giocano a pallone, altri giocno a pallone, chi fa esercizi a corpo libero approfittando della resistenza della spiaggia,  poi c'è chi si cimenta nella lotta (mi guardo lo scontro tra 2 di questi, entrambi enormi). Mi soffermo nel tratto di lungomare vicino ad una moschea con dei minareti terminanti con dei globi, molto particolari, su base quadrata. Nelle vicinanze c'è la statua di una donna on un corpo. Se ricordo bene lessi che i questa statua sono rappresentate 3 porte e la donna ha ruolo di annunciatrice. A me sembra che stia fumando una pipa enorme più che suonare uno strumento, ma magari sono io che cerco sempre spiegazioni poco lineari. La statua ,curiosamente per come intendo io i coopi di stato, è stata per celebrare un colpo di stato degli anni 90, verificherò questa informazione. Noto una scritta contro l'importazione dei mobili dalla cina senza dazi. Resto un po' perplesso, am poi proseguo e tutto è più chiaro. Passo una zona piena di falegameri con relativi artigiani (che usano strumenti a mano) al lavoro; qualcuno legato a questi artigiani ha portato avanti gli interessi della categoria.La zona è decisamente interessante, bambini per strada a pascolare, ogni tanto passa una capra, negozietti e la vita quotidiana che ti aspetti in una metropoli africana. Opto per una birra gazelle, ma curiosamente non ne vendono nei negozi. Proseguendo la mia passeggiata incontro Paco, lo trovo appena fuori da casa sua. Lavora all'aereoporto e parla un discreto inglese. Con lui parliamo un po', ovviamente mi invita a touba a casa sua, e mi porta dove potrei trovare della birra (gliene offro una). Mi mette a conoscenza che per comprare alcoholici bisogna andare in negozi specifici dal nome illuminate: almentacion. Ma come, dico io, gli alimantari, dove si compra cibo, si chiamano boutique e chi vende alcohol invece si chiama alimentacion!?!!?!? E' proprio così. Con lui decido di non prendere la barca (ammesso che la lista d'attesa sia foriera di buone notizie), ma di andare a touba insieme l'indomani sera.Torno in camera e noto che sono arrivate 2 persone, faccio cambiare l'aria, vado in bagno e poi a lett

mercoledì, novembre 16

13 novembre cheers hostel istanbul

sabato, novembre 12

12 novembre rosate

mia madre si offre i portarmi in aereoporto e accetto di gusto. non sono molto soddisfatto per il bagaglio, ma me lo farò andare bene. All'ultimo secondo lascio la collaudata felpa per un pile, più leggero nello zaino, e decido di non portare la giacca. La strada erMalpensa ha le alpi proprio davanti  e devo dire che è proprio panoramica; le alpi sono innevate. In entrata in aereoporto la polizia ci ferma, non ho la patente,ma per fortuna non mi multano. Mangio un panino e vado all'imbarco. Vedo dei personaggi interessanti all'imbarco, qualche africano decisamente scuro. Intravedo un paio di carte di imbarco per bamako e cerco di memorizzare qualche volto, forse li trovo domani sul volo per dakar; se sono fortunato condivido il taxi per la capitale senegalese. Non ho da leggere, compro la settimana enigmistica più per abitudine che altro. Dubito che la userò. In aereo ho di fianco un signore che va a tel aviv. Parliamo di varie cose. Dice che se si guarda intorno la vede molto grigia. In casa sua , con i suoi gatti, invece sta benissimo. Arrivato a istanbul, individuo ilmercato di strada visto la volta precedente a bakirkoy e mangio a aksaray. Poi arrivoa piedi all'ostello, me lo indica un signore che mi ferma per strada. L'ostello, di cui ricordo il nome (ma che non avevo scritto da nessuna parte) ha una bell aterrazza con vista, ma ad organizzazione siamo messi maluccio. ora che scrivo (mezzanotte passata), ancora non ho un letto. In ostello conosco dei ragazzi messicani,una canadese ,un iraniano e un altro paio di ragazzi. Pare vogliano stare in ostello e quindi esco da solo.Mi procuro una birra (i negozi che vendono alcolici sono vicino all'hotel empire palace) e cerco una panchina che si presti allo scopo. La trovo oltre il ponte di galata. Passato il ponte , sulla destra si percorre una strada che puzza di pesce e si arriva ad un lungomare con delle panchine. Bevo la mia birra con vista su sulthanamet. La moschea di solimano domina la vista, illuminata da una gran luna. Il vento porta il suono dei vari locali da ballo che si trovano sotto il ponte di galata. Eà un miscuglio di tecno e musica cantata. Ci manca solo il karaoke. La situazione i fa fresca e riprendo la strada del ritorno. Sul ponte ci sono tantissimi pescatori, tipo 3 ogni 2 metri. Per 2 o 3 mesi ci saranno pesci dal buon sapore e con poche spine. I pescatori stanno qui e si danno il cambio tra amici per mantenere la posizione. Dopodichè, dopo un periodo poco favorevole, ci sarà un'altra "mirazione", ma di pesci peggiore qualità; meno gutoso e con più spine. Queste informazioni me le da Mehmet, tassista curdo di dyarbakir, che è qui con un amico. Quando gli chiedo fino a che ora starà sul ponte , mi risponde che starà qui finchè la moglie non chiama, dopodichè scatta la corsa a casa. Quando passa la polizia minacciando di rimuovere le auto parcheggiate a lato carreggiata sul ponte, mehmet mi accenna al fatto che pochi giorni fa c'è stata la maratona di istanbul e che il ponte era bloccato. In effetti i sono tante auto e furgoni parcheggiate sulla carreggiata del ponte. Mi dice anche che 2 mesi fa circa ci sono state manifestazioni di piazza molto partecipate (2 milioni di persone, mi ha detto), ma poi è intervenuto l'esercito e manu militari ha riportato la quiete in città. Gli chiedo se ,da curdo, ha velleità territoriali sulle terre che verranno(si spera) strappate all'Isis. Mi dice che non ha di questi pensieri, che i curdi integralisti del Pkk o simili, non sono troppo dissimili da altri integralisti e che per ottenere la concordia come si chiama la terra abitata da questo o quel popolo cambia poco. Intorno alle 23.30 prendo la strada verso l'ostello.Attraverso la collina di sultanameth su strade deserte. Ho con me tutti i soldi e non sono troppo tranquillo, ma la città si conferma super sicura, nessuno mi rivolge la parola (in realtà ho incontrato solo 1 persona in 40 minuti di strada). Arrivato in ostello trovo i messicani pronti ad uscire. La discoteca è ad 1 ora a piedi, ma sono motivati ed escono. Io scrivo e poi provo a farmi dire dove devo dormire.

martedì, agosto 2

8 luglio my home homestay leh

Sveglia lle 7.30 . Spengo la sveglia e resto a letto fino alle 9.30. E' una giornata di riposo. mangio sul tetto la marmellata di albicocche rimasta, un po'di pane , il the alla menta della casa con del miele. Esco per andare dal'ottico, ma non ha le lenti che cerco. Ne giro 3 ,ma nessuno ha le lenti offertemi a kohima. In giro per leh incontro marco e benjamin. Mangiamo insieme.Sono stati al palazzo e , come mi aveva anticipato anche claudio, non e' nulla di che. poi marco va in camera e io e benjamin andiamo verso il centro. Compero dei calendari buddisti. uno ha sul retro un segno di buon augurio e lo voglio regalare a mio cugino. poi mi separo da benjamin. Vado al museo, che trovo chiuso e li' riesco a cadere. Parlando con dei ragazzi cima ad una scala non ho visto un piccolo canale. Cado in piedi ma do' col ginocchio e col calcagno. Da li' cerco di arrivare a tsemu fort, situato subito alle spalle del palazzo. Ci si arriva con una assolata scalinata di gradini alti almeno 30 cm. Ad un certo punto un tronco posto di traverso invita a sedere. arrivato in cima riesco ad entrare senza che mi chiedano il biglietto.E' minuscolo All'interno unpiccolo tempio, con dipinti antichi. Ci sono 3 statue. Incontro una coppia di spagnoli, lei dice di soffrire un po' per l'altitudine. Lui e' buddista e si sofferma a pregare. Io raggiungo la sommita' del piccolo castello con delle scale a pioli di legno presenti sul posto.Dalla terrazza si ha una vista su tutta leh e sulla zona circostante. Il paesaggio e' praticamente desertico. Da leh la terra sale, rossiccia, in tutte le direzioni, e in cima ad alcune dellemontagne ci sono i ghiacciai. Il sole e' molto forte e rende questo contrasto piu' vivo, piu' palpabile. Dal castello si vede il palazzo. Il palazzo di leh e'una icona del posto. 9 piani, squadrato seguendo lo stile tibetano, e' fatto di mattoni di fango. Sta li' dal 17 secolo, ma e' stato accuratamente ripulito dai regnanti locali quando, spodestati, si sono spostati a stok nel 1846. In effettil'interno e' spoglio e spesso oscuro. L'appartamento reale e' composto di un salone e 3 stanze minuscole, con un grande terazzo. E' divertente pensare di guardare la citta' come faceva il regnante, ma a parte un paio di decorazioni, una mostra fotografica sui restauri e la cappella reale in effetti non c'e' molto. Parecchio piu' interessanti i 2 templi posti vicino all'enttrata, di epoca medioevale hanno dipinti a tema religioso. in uno dei due e' rappresentatoil pantheon con 1000 budda. Scendo attraverso la citta' vecchia. Sono vicoli nonlarghi, e nemmeno in piano. Le case hanno balconi e terrazzi. Le finestre non sono grandi. Ci sono anche delle case che passano sopra la strada creando dei tunnel. Arrivo al campo di polo , parcheggio dei bus e dei taxi, se la partita non c]e]. Fumo una sigaretta guardandomi il palazzo e vado a comperare la montatura degli occhiali.Compero anche una schiscetta di metallo, un dipinto, delle albicocche secche e una sporta con cerniera. Rivedo i ragazzi e mi do' appuntamento per cena. Il quadro non e' proprio quel che cercavo, ed e' un po' rovinato, ma mi piace e lo prendo. In camera mi rendo conto che spostare il quadro non sara' facile e potrebbe rovinarsi ulteriormente. Passo nello studio di un medico per far vedere i puntini, ma c'e' tanta gente e mi consigliano di andarci il giorno dopo. Incrocio nuovamente i ragazzi, sono in cerca di una pizza. ci diamo appuntamento a piu' tardi. La sera c'e' un concertino di un cantante tibetano. Io mangio del dal fry e poi vado verso l' home stay. La cicatrice sul ginocchio e' abbastanza estesa e anche il calcagno mi fa un po' male. Riesco a far comunicare telefono e tastiera e scrivo.

7 luglio My home Homestay leh

Giornata di shopping e poco piu, sveglia alle 9.30. Faccio sistemare il sandalo destro al calzolaio. Il calzolaio ha tratti del rajastan. Mi conferma che e' quia fare la stagione(e a scappare dal caldo). Ce ne sono vari con gli stessi tratti somatici. Non solo calzolai ma anche alcuni artisti di strada ( ho visto contorsionisti e uno con una scimmietta). Ho fatto colazione con una treccia di cioccolatao e pasta dolce. Nella via centrale di leh donne anziane vendono verdura e frutta. Compero delle albicocche fresche (deliziose) e dei piselli. I piselli pensavo di farli fuori subito invece stanno durando un sacco; li mangio crudi come snack. Sono croccanti e mi fanno scorregiare. Mi procuro una memory card per il telefono e riesco a scambiare il caricabatterie comprato qui (e con la presa grossa per l'italia) con una memoria usb. Poi entro in un negozo di miniature. ci sono pagine di testi moghul con disegni molto belli e dai dettagliaccuratissimi. Si distinguono facilmente le carovane reali (queste spesso esconodal riquadro per omaggiare il committente, o perche' troppo lunghe), le scene diharem, ma ce ne sono di vari tipi. Fortunatamente per me il gestore ha delle fotocopie e me le regala. Passo dal museo che trovo chuiso. Ci trovo pero' un albero caro alla tradizione sikh. Piantato da tal sigh e ora ultracentenario. Sono affamatoe tornando verso l'horel mi faaccio un panino con formaggio di yak.Il formaggio ha i buchi timo emmenthal, ma piu' piccoli ed e' di pasta giallo chiaro. Me lo servono con a fianco una insalata secca quanto il paesaggio, non uin filo d'olio(che qui non usano, ma ci sta e mi manca ) o un po' di sale. Faccio abbastanza fatica a finire il panino.e poi mi entra una forte sonnolenza. Torno in camera e faccio una pennica. Alle 8.30 mi trovo con gli altri. Do' a claudio quel che penso gli possa servire (e che a me non serve) e vado a dormire. Prima mi guardo allo specchio per capire se i puntini aumentano o diminuiscono

2 luglio alpine hut parkacik 3000 mt

sveglia naturale. Mi faccio fare una omelette per fare cifra tonda,pago ed esco. Mi incammino lungo il fiume suru. Il paese successivo, mi dicono e' a 10 km circa. I bambini anche oggi vengono apposta da dove sono seduti e chiedono soldi. Durante la passeggiata chiedo a varie persone e risulta che il 1 paese e, a 8 km, lo zaino e' a 22 km. La mattina ci sono pochi camion noprmalmente partono dall'altra parte del passo a 7 ore di percorrenza. passa un veicolo disposto a caricarmi.E' un furgoncino bianco. Nei tre posti centrali siedono 5 ragazze, studentesse. Scenderanno alla spicciolata. Recupero il bagaglio a paikhar e ripartiamo. Il piccolo mezzo percorre anche strade secondarie per passare dai paesi. Io cerco di rimettere tutto nello zaino, ma mi costera' un po' di lavoro. La strada ci riporta khargil. Scendo al ponte sperando di procurarmi un passaggio, ma non funziona. faccio a piedi la strada fino al centro. Non compero le albicocche, il mio fornitore di fiducia era via. Trovo un passaggio, e' caruccio, ma l'auto pare confortevole. La strada e' panoramica, Si sale subito fuori da khargile e con una strada tutta curve si arriva a lamayuri. Le montagne qui hanno forme arrotondate, non ci sono massicci che sbarrano la vista. Ne vedremo, e ci infileremo pure a fianco, ma tendenzialmente sono spazi ampi contornati da colli con sullo sfondo le vette innevate. Si vede anche Kun (o Nun, non si distingue da qui). Questi colli sono composti di rocce di tanti colori, prevalentemente color ocra chiaro, ma anche grigio e colori di ossido di metallo come verde e ruggine. Su questo fondo colorato la natura ha piazzato delle erbe qua e la'. Un po' come fa lo spazzolino bagnato col vetro se ci passi sopra il dito. I miei compagni di viaggio sono accomodanti e sorridenti, uno di loro parla inglese e ha con se 3 grosse bacinelle in alluminio, 1dentro l'altra. E' molto devoto. Giunge le mani davanti alla fronte in prossimita di monasteri o statue(che mi indica). Ad un certo punto estae il rosario e ininterrottamente recita i suoi mantra, scorrendo le pallette del rosario. Prima di iniziare a pregare mi racconta la leggenda legata al monastero di lamayuri. Non e' molto differente da quella del pakistan. l' intervento di una divinita' asciuga il lago. Qui pare che dopo la semina le nuove piante abbiano preso forma di svastica e il luogo ha accresciuto la sua sacralita'. Qui c'e' un antico monastero che segue il buddismo tantrico. Notissimi maestri hanno transitato da qui. E' in una bella posizione panoramica. Alla base della valle ci sono campi coltivati. Il monastero e' subito a monte del minuscolo villaggio (18 famiglie + i turisti). trovo una camera grande, con letto matrimoniale e moqquette blu. Lavo gran parte delle cose che ho. Dovro' mangiare e uscire con i vecchi pantaloni tutti strappati e rattoppati. A cena nella gh parlo con dei ragazzi ungheresi, Sono qui come volontari per un progetto vicino a padun. Percorreranno la stessa strada dei miei amici, ma alla rovescia. Cercano un mezzo per poter accorciare la strada, ma non hanno molta fortuna. La cena e' buona, ma scarsina. Riso, lenticchie e verdure bollite. Chiedo anche il bis, ma arriva ancora piu' piccolo del precedente, e penso seriamente di uscire a cenare una seconda volta. Si sente del movimento in paese. C'e' un festival e oggi e' l'ultima sera. L'assembramento, non poteva essere differente, e' vicino alla guest house. Ci vado con uno degli ungheresi. C'e' un minuscolo palco con un disegno del monastero come sfondo, e ai lati teli colorati. All'inizio c'e' una ragazza che balla su musica registrata, poi una sorta di commedia. 4 personaggi siedono vicino ad un focolare e parlano. Il pubblico e' attento e divertito. Io non capisco nulla e guardo un po' le persone. E' evidente che ci stiamo riavvicinando a zone popolate da etnie di origine mongola/tibetana. I visi sono spesso tondi con zigomi molto alti. Le ragazze sono carine e non per forza accompagnate da ragazzi. C'e' una strana situazione nei paesi buddisti piu' devoti. Il fumo o l'alcohol sono quasi vietati o non concepiti. I fumatori di sigarette, anche di eta' avanzata, fumavano in un punto oscuro fuori dal luogo di ritrovo. Molti erano ubriachi, ma di alcohol in paese pare che non ce ne fosse(ho cercato una birra). Uno di questi e' un turista di manali. E' qui con la moglie , ma si annoia a morte. Io torno in gh, ma poi riesco. Vorrei vedere ancora un po' di "festa". Esco tardi e mi gurdo come lucina alla mano ognuno varca l'oscurita' che lo separa da casa. Seguo un gruppetto per cercare un posto scuro, ma non lo trovo. Torno in gh. Davide mi scrive che la partita con la germania e] finita male per gli azzurri. Racupero le cose stese e vado a letto.

giovedì, luglio 14

3 luglio lamayuru seiniknl gh

Sveglia con tutta calma, pullman e' alle 14 e devo solo visitare il monastero. Nella contrattazione della camera riesco ad infilare la colazione, e mi danno un uovo fritto con 2 chapati. Sul tavolo c'e' della margarina e un barattolo di marmellata. E' riutilizzato, spero: l'etichetta riporta per scadenza marzo 2015... la colazione e' abbondante ed esco energico. Compero un paio di souvenir e vado a vedere il tempio. C'e' una evidente atmosfera di attesa. Turisti appostati e monaci pare attendano lo stesso momento. Sento parlare di una cerimonia e dopo aver visitato i templi mi apposto pure io.

1 luglio alpine hut parkachik

Il ragazzino mi sveglia alle 7 circa, e poco dopo le 8andiamo verso il ghiacciaio. Nel paese ci sono case di pietra, e un po' dappertutto merda di vacca a seccare. Sara' combustibile una volta secca.Fuori da qualche casa si vede una slitta da carico, una sorta di cariola per quando c'e' la neve. Il villaggio conta 140 famiglie. Esco col ragazzino che per strada recupera anche un amico. Fiancheggiamo fino al ponte il fiume sempre molto impetuoso, poi iniziamo la salita. Il ghiacciaio, si intravede gia'. Piu' a monte una parete di roccia edisce la vista.Il baldanzoso sedicenne , in ciabatte, va su che sembra un treno e io fatico un po' a stargli dietro, e glielo dico pure, ma quello si buttava sulle scorciatoie, piu' ripide. Fortunatamente il sentiero va attorno alla parete di cui sopra e noi invece andiamo verso l'interno.Alla base si vede un grande semicerchio si sabbia e ghiaia, evidentemente creato dal ghiaccio ora ritirato. Qualche metro piu' a monte inizia il grosso ammasso di ghiaccio. Scende dal canalone tra la famosa parete e il fianco della montagna. Si vede anche del ghiaccio azzurro (diventa azzurro col passare del tempo mi dissero una volta). Il ragazzino mi dice che una volta era piu' grande. Troviamo una pietra da seduta e stiamo li' un po'. poi resto solo e mi godo il panorama. Si vede una grande montagna alla base della quale passano, minuscoli e lenti, dei camion. La strada resta visibile finche' la valle gira, stretta tra alte pareti color marroncino e grigio. Li' in fondo, dopo un passo inizia la zanskar valley con padun alla fine. Me lo tengo per la prossima volta.Mi gusto il mio relax ossrvando come la massa di ghiaccio scenda da monte compatta, prendendo la forma delle rocce che ne concedono il passo. Tornato a valle faccio caso che i bambini, subito chiedono soldi, o cioccolata. Non sono molto incuriositi. La sera prima uno era spaventato e i bambini piccoli mi vedono e piangono; mi sa che e' il momento di farmi la barba. Passo una zona coltivasta con sparute case e il ponte. ci sono 2 turisti ggggiovani con una royal enfield, la moto che si trova qui a noleggio. Io noto che vedo di piu' la cima del monte e inizio a salire sul versante di fronte. Trov varie pietre da appoggio e mi gusto il panorama finche', incuriosito, punto verso un villaggio.Mi fermo a metra' strada e mi sdraio, c'e' erba verde e campi terrazzati da muretti .Su uno di questi si poggia un uccellino marrone. Il becco e' piccolo, ma canta come fossero 4. Noto anche il movimento del collo' anche se non sono vicinissimo. Da qui o piu' in alto e si vede meglio il ghiacciaio.dedcido di salire ulteriormente. Qui vicino c'e' anche un passo. E' a 4400 mt. Salgo entusiasta, ma per prendere una strada meno ripida finisco per perdere la strada del passo. La parte superiore della montagna di fronte divebnta sempre piu' grande e si vede la cima interamente e anche oltre la famosa parete. Alla base della cima 2 masse enormi di ghiaccio confluiscono nel canalone di cui ho visto la base. Il ghiaccio e la cima sono di un bianco splendente e immacolato. Io pero' ora sono piu' alto del passo e la cima pare altissima. Ogni volta ne compare un altro pezzo. La flora sui versanti vede piante pioniere verdi e ispide, ma anche fiori di vari colori e taglie. Sono tutti a petali e foglie piccole. Alcuni sono piccolissimi, sono grandi come germogli, ma sono in fiore. Solo un fiore rosa ha i petali grandi, non ne ho visti tantissimi qui, ma e' una pianta diffusa da queste parti. Alcuni fiori sono simili alla lavanda(presente) ,ma con stelo piu' corto e colori differenti. Sulle rocce ci sono una gran varieta' di licheni. Ne ho contati 7, dal verde chiaro ad un rosso ruggine scuro.Vedo anche un animale selvatico. E' grandicello. Quanto un cane di razza medio grande. Ha una coda grossa di pelo. Penso ad un cane di montagna, o una volpe oppure ad un lupo. Questo ultimo pensiero mi fa valorizzare lo sforzo fatto, mi fa deliziare con la vista del ghiacciaio e mi fa pensare che forse e' meglio se cerco il sentiero per scendere. Sono salito di piu' di 1400 mt e sono stanchetto. Scendendo vedo una marmotta anche lei grossa con coda molto pelosa, varie mucche, qualche capra e un sibilo (di serpente, penso) Trovo il modo di rimanere in alto e trovo la via per ilil passo!! inizialmente sbaglio di nuovo, ma poi riesco ad arrivarci!.Dall'altra parte lo stesso fiume percorre una valle piu' bassa e verde. II profili sono morbidi. Su una roccia c'e' un pastore che mi viene incontro. Avra' 16 anni. Ha 2 occhi verdi verdi e u cappellino grigio. Stanno per andare via. Si fa fare una foto ,ci salutiamo e prima di andare via butta una pietra nel mucchio ch c'e' in mezzo a ps.Ci sono anche dei piccoli monoliti. Sono stati piantati nella terra. saranno 5 o 6 alti poco meno di un metro. Prendo il posto del pastore, tiro via le scarpe e godo della natura. Scendo fin troppo presto, sono allla gh alle 7. Mangio nella guesthouse alle 8 circa. Oggi c'e' anche del dal. Mangio vicino alla finerstra, la corrente va via varie volte. Oggi , in ombra la vetta pare piu' rosina di ieri.domani c'e' il bus alle 7 per khargil, ma penso che lo perdero' deliberatamente. Ne sto mancando parecchi ultimamente. Al calare del buio (la corrente alle 10 viene staccata) mi attrezzo di coperta e sedia ed esco. C'e' pure un po' di vento e mi sposto un po'. Le stelle sono molto belle, tante e lucenti. Riconoco u paio di costellazioni e aggiungo lo scorpione(penso sia lui) torno in camera e vado a dormire.

30 giugno gh a lato do hptel international khargil

La macchina arriva alle 6, ma non ci accorda di stringerci in macchina per pochi km. Mi saluto coi ragazzi, mangio qualcosa e torno a letto. Il pulmman parte alle 7.30, ma e' alla fermata dalle 7.Arrivo li' che e' quasi pieno. prendo posto in cabina e partiamo. Il pullman porta a , che non e' la mia destinazione finale. L' c'e una gh dove lascio le mie cose. e aspetto il bus delle 3. Faccio anche una siesta dopo aver mangiato riso e verdure bollite.la camera e' carina,, ma senza vista. la valle del fiume ha un profilo abbastanza ampio e ha erba sui versanti. Dall'altra parte del passo c'e' un'altra gh con vista migliore. l'idea e' attraversare a piedi il passo con uno zaino leggero. La cosa risulta difficile perche' nello zaino piccolo non ci sta tutto. l'ideale sarebbe stato lo zaino piccolo e una borsa. Opto per l'altro e finisco per portare anche cose inutili. il pullman si riempiranno parecchio. Nel primo , che passa da e , parlo con un giovane della invidiabile media di 5 figli a famiglia, nel secondo con un ragazzino di 16 anni che mi prende in simpatia. Sta tornando per il ramadan a casa. studia a shrinegar e torna al paese 1 volta l'anno. E' ovviamente esaltato all'idea di arrivare a casa. Il 2 autobus si infila in una valle stretta e curva. La strada e' messa decisamente maluccio. sono in piedi per buona parte del tempo e non vedo molto, colgo che le cime vicine sono alte. 1 km prima di entrare in paese il pullman si ferma. l'autista sparisce per 10 minuti buoni. Siamo in un bel posto ma io sono un po' impaziente.Vorrei trovare un posto e poggiare le cose. L'autista torna decisamente sollevato e con il sapone in mano, non ho capito se si e' fermato per pregare o per cacare. Arriviamo al paese e il ragazzino mi mostra la GH. Prendo la camera e mi godo il panorama. ci sono 2 vette molto alte qui vicino num e tak. A guardarlo bene num "fuma". In realta' nuvola' non fuma affatto. L'aria che colpisce la cima ffreda si fa nuvola. Questo particolare mi ricorda un film in cui l'amico dello scalatore seguiva la scalata con un piccolo telescopio da un rifugio. L' immagine della cima nel film aveva questa forma e questa stessa forma e caratteristica. Il giorno dopo resto d'accordo col ragazzino per andare a vedere il ghiacciao.sono alloggiato in un dormitorio, dove sono solo. il letto matrimoniale e' sotto la finestra e si vede la cima da appoggiato al muro. il cuoco hibraim e il gestore inizialmente sono amichevoli e accondiscendenti, poi il gestore mi pare cambi atteggiamento. Al tramonto spero di vedere rossa la cima innevata di num, ma non succede, va in ombra. La nuvola che genera non e' piu' bianca candida, ma prende note di giallo , ma poi va in ombra. La sera dopo, in ombra, parra' leggermente rosa.A cena patate e sugo speziato e riso. Entrando in cucina per l'acqua ,chiedero' anche un uovo, di cui avevo sentito l'odore. mi daranno un te' nero (lipton) al limone dopo cena. Il sapore mi riporta a quasi 30 anni fa,quando nella stagione fredda dopo gli allenamenti di pallone ci davano del te' caldo al limone. Scrivo un po' nella sala. I gestori dormno e sono solo. Inizia un black out e corro fuori a vedere le stelle. E' fresco e resto poco.Quando la luce va via sto un po' con la candela(che ho con me) e vado a letto.

28 e 29 giugno royal hotel sonmarg

Sveglia con calma alle 9 circa. Colazione con miele, parte di un dolce preso a Shrinegar,mango e te. Fumo una Gudan garang e di corsa al bagno. Cacata non dolorosa, ma con strana propulsione, non sono ancora a posto. Nei pressi della hill station c'e' il ghiacciaio khajiar. Si raggiunge con 3 km di cammino. Usciti dal minuscolo centro abitato si passa a fianco di una postazione militare con parecchi camion parcheggiati. Ogni volta che chiedevamo ai locali ci dicevano che mancavano gli stessi 3 km. Comunque arriviamo dopo una breve salita a fianco di un torrente raggiungiamo il ghiacciaio. La nostra marcia viene spesso rallentata da insistenti venditori di servizi (tipo guida o gita organizzata) che rifiutiamo. Un bambino e' particolarmente insistente e mi faccio aiutare da due anziani a fargli capire che non c'e' trippa per gatti. Marco ha invece un approccio diverso, porta auricolari e finge di non sentire, se riesce rifiuta, se no con pezzetti di cioccolata riesce a sbolognare i piccoli. Altra cosa sono i mendicanti, che sono parecchi. Qui vengono indiani danarosi e con questi i mendicanti hanno vita facile. Questi turisti noleggiano cavalli, o si fanno trainare a monte a spalle su slittini di legno .La valle in cui si insinua il ghiacciaio(la ha disegnata il ghiacciaio) ha forma di S. Siamo intorno ai 3000 metri slm. Avvicinandosi al ghiaccio perenne compaiono ai lati della valle e su fin vicino alle vette cumuli di ghiaccio. Nella valle la pietraia evidenzia come il ghiaccio in inverno ricopre tutto. C'e' un bel panorama. Camminiamo per un po' sul ghiaccio, ma poi ne usciamo, se si bagnano le scarpe siamo fritti. La brezza si fa decisamente fresca. Io indosso jeans, maglietta, camicia ,pile e cappello. Il ghiacciaio segue risalendo il corso della valle , ma noi ci fermiamo e riprendiamo la strada per tornare indietro. Beviamo 2 chai nei ristorantini improvvisati lungo la valle. Il primo e' un normale te' nero con latte. Lo beviamo proprio all' inizio della morena. Veniamo circondati da bambini curiosi e interessati che chiedono biscotti. il secondo, detto kaskmiri tea, lo beviamo invece all'inizio della salita, appena fuori dalla pietraia. Siamo sotto teloni in plastica su strutture di legno, intorno a questi c'è un prato disseminato(come tutta la zona) di lasciti organici di poni e capre. Il tea si presenta giallo. Si fa con zafferano e cardamomo. Mentre beviamo questo secondo te' inizia a piovere, l<a temperatura cala, ma smette poco dopo. Decidiamo di tornare facendo una strada differente dall'andata. Si cammina a mezza costa con belle viste sulle montagne. Ci fermiamo per una sigaretta in punto panoramico. Le creste delle montagne sono assolutamente spoglie ed aguzze. Nei crepacci c'e' anche della neve. Proseguiamo il nostro ritorno e dopo aver perso e ritrovato  il sentiero un paio di volte incontriamo un autoctono. Ci facciamo spiegare la strada per scendere a valle e proseguiamo. Mi regala un bastone, non e' proprio facile trovarne qui, gli alberi sono pochi e ci sono un sacco di nomadi che lo usano per cucinare e scaldarsi. Da queste parti vengono a passare l'estate nomadi dalle zone vicine. Finiamo nella tenda di due di questi, della etnia punc rudguori. Sono persone avanti con l'eta' hanno un permesso di 6 mesi per le 50 capre e i 2 cavalli. Sono in una tenda sostenuta da 2 pali. A terra rami di pino su cui sono poggiate stuoie. All'ingresso della tenda(in cui si entra scalzi) una lastra di argilla. Con lo stesso materiale e' fatto il focolare. Un buco e un sostegno per la pentola. L'entrata della tenda e' aperta e composta da triangoli cuciti tra loro e permette al fumo di uscire. La signora ha il capo coperto da uno scialle, abiti colorati e intravedo delle trecce, il signore veste di colore chiaro e ha un turbante in cotone. Sono dello stato di  jammu. Hanno entrambi occhi verdi e rughe profonde. Ci offrono del te', ma e' particolare: tra le pochissime informazioni che riusciamo a fare passare ci dicono che il te' e' fatto con latte di capra. La passeggiata prosegue  solitaria, soddisfatto dell'incontro Marco prende la strada dell'hotel. Arrivo poco lontano. Il fiume ha solo un ponte e superato quello non lo si puo' attraversare. La valle che   prosegue e' ampia e contornata da creste aguzze , spoglie di vegetazione, ma innevate nei crepacci. Passo da un farmacista a fargli vedere i puntini che mi sono comparsi e mi dice che non e' nulla di preoccupante. Piu' preoccupante e' quello che mi dicono alla stazione dei taxi. Ci sono pochi clienti per kargil e l'intera auto costa 5500. Mi sa che faremo autostop. Entra anche in un piccolo ristorante a chiedere informazioni sul kasmiri wazwan. Un piatto a base di capra. Costicchia, ma mi dicono che e' possibile avere riso e un pezzo di capra a prezzo ragionevole e staser mangio li'.mangia li' anche benjamin, anzi lui soggiorna li'; il ristorante ha dellle camere(come il nostro). Mangiamo riso e capra (1 pezzo) con sugo indefinito, speziato, ma non troppo.Marco prova anche il kebab(carne macinata sullo spiedo). Mentre ceniamo scopriamo che benjamin e altri 2 ragazzi fanno il nosro steso percorso. Sono ispanofoni, lei enezuelana e lui spagnolo, vivono ad alicante e staranno in india 40 giorni. programmiamo il giro e ci diamo appuntamento alle 9 del giorno dopo. Marco contrattera' il prezzo e poi si parte. La sera non riesco a prendere sonno, non capisco. Alle 2 sono ancora sveglio  Mangio 2 manghi e mi addormento. Era fame, abbiamo cenato molto presto.

29 giugno royal hotel sonmarg

sveglia abbastanza traumatica. Marco ha trovato un'auto per 500 rupie a testa, ma il tizio aspetta massimo mezz'ora. Ci prepariamo in tempo e partiamo. La strada e' forse la piu' impressionante mai percorsa finora, meritatamente molto in voga tra i motociclisti ed e' anche ben asfaltata (tranne alcuni tratti). Lasciataci alle spalle la valle da dove arrivavamo, la strada costeggia il fianco della montagna lasciando la valle parecchio in basso. Durante la salita passiamo un tratto con terra finissima. Ci sono, inoltre, lunghe file di camion, ci sono 2 passaggi a senso unico alternato. Gli addetti, tutti imbacuccati per evitare la terra che volava, si coordianvano con dei fischietti. Mentre siamo in colonna ci superano 3 motociclisti, hanno una bandiera dell'india. Saliamo ancora costeggiando ormai un baratro. La roccia si presenta in lunghe fasce verticali, scure .Anche dal lato della strada. Attorniata la montagna ci si infila in valli strette, attorniate da montagne enormi, pareti di roccia verticale grandi quanto vari campi da calcio(forse pure una piccola pista di atterraggio), ghiacciai che spuntano dai crepacci o coprono tratti del corso dei  torrenti, cascate e vette innevate. Nel punto piu' alto della strada, 12400 piedi , rivediamo i motociclisti. sono appena arrivati e stanno togliendo i caschi. Sono donne!!! Saltano e lanciano un urlo di soddisfazione per la meta raggiunta.Il torrente che scorre  a fianco della strada e' molto impetuoso. Non e' diritto e ad ogni curva un' altro scenario impressionante. Si vedono enormi e scuri massicci seguirsi seppur immobili e le cime parzialmente innevate aiutano a distinguerli. Altra curva, altro spettacolo, ne compaiono altri e ancora e lo stupore e' collettivo. Ci sono anche degli alpeggi. Ad un certo punto si scende e ne troviamo uno, con relativo gregge, che bruca, in piano. Il paesaggio cambia, le valli si allargano ricompare la vegetazione. Passiamo da brass, uno dei punti abitati piu' freddi del pianeta, il cartello dice il terzo, ma e' un po' arrugginito. Si sale ancora e si lascia il verde kasmir per il ladak, piu' alto di quota e meno verde. In alcune valli e' proprio visibile come arrivata la quota cambia la vegetazione, anzi praticamente scompare.Piu' a monte e' una vegetazione di sole piante pioniere; punteggiano i versanti se trovano terra e hanno gusto a farsi cucinare dal sole e sferzare da vento e gelo. La sfida a chi si fa vedere di piu' a queste altezze e' tra roccia viva e pietre. Nella fattispecie le pietre qui sono di un ocra pallido e la roccia viva anche lei chiara, sul ocra.

Raggiungiamo Kargil dopo che il torrente si butta nel fiume L'autista era motivato, sui 45 anni, parlava poco. arriviamo a punte di 70 km orari!!Prendiamo unastanza in 5 . kargil e' stato crocevia di rotte carovaniere anche molto lunghe. Il museo che visito fotografa l'ultimo caravanserraglio , gestito dall'abile commerciante e dai carovanieri in transito. Molti di questi si sono stabiliti e in kharghil restano tuttora famiglie di varie origini (8) afghana, tibetana, fin mongola. Prima dell'arrivo dei veicoli a motore si trovavano prodotti che venivano dal giappone o dall'europa. Nel piccolo museo una raccolta di cappelli, attrezzatura da carovana,articoli di varia origine degli anni 40. A pranzo con marco e benjamin capra e riso. Non troppo speziato, mi e' piaciuto. C'e' una bella vista da questa parte del fiume sulla citta'. Il sole e' molto forte, e qualche nuvola aiuta.  visitiamo anche una madraza , di recente costruzione. E' a piu' piani attorno ad un patio quadrato. Il cantro e' una strada con negozi. Ci sono tanti venditori di albicocche secche. Io ne sono ghiotto e scelgo il mio venditore. Ci sono vari manifesti inneggianti ed esercizi commerciali che portano il nome di komeini. Prima del buio faccio una passeggiata oltre il fiume vorticoso. Passato il ponte di ferro la strada e' leggermenta in salita, ci sono sia case che negozi. Alcune case sono di pietra.La sera i ragazzi contrattano un trekking da padul, capitale di zanskar, 6 giorni. Sicuramente uno spettacolo. Grand himalaya e' piu' alto come cime, ma ho sentito parlare benizzimo di zanskar. 6 giorni pero' sono troppi, io non sono in gran forma e 6 consecutivi non li gusterei a dovere. Io vorrei contattare claudio lo informo che c'e' questa opportunita' per me. Lui e' in viaggio per manali e il 4 dovrebbe essere a leh. Domattina vediamo se c'e' un passaggio per raggiungere padum. Dubito ci sia, ma tentare non nuoce. Dormiamo in 5 in una

27 giugno shrinegar

Ci svegliamo con calma, colazione dei campioni (miele , un dolce locale che sembra un piccolo turbante,pane te, succo di mela, mango,pesca) e finiamo per uscire molto tardi. Mi sveglio energico, ma sono un po' frastornato. Sul marciapiede cambiamo del denaro e preleviamo, temiamo la svalutazione dell'euro dopo l'uscita della gran bretagna dalla zona euro.Arriviamo alla stazione dei bus che e' mezzogiorno passato e l'autobus a cui chiediamo dice che parte 2 ore dopo. Va direttamente a sonmarg (92 km,4 ore scarse). Ne parte uno alle 12.30.Prendiamo quello e prevediamo dei cambi (sempre 92 km, 6 ore abbondanti 2 autobus e un furgoncino). La strada e' piana e liscia, ma il 1 pilota va ad una velocita' minima. Ci mettiamo piu' di un'ora ad uscire dalla citta'. Dallo specchietto gli facciamo segno di accelerare il passo mimando il piede sull'accelleratore. Il paesaggio abbina le risaie terrazzate di colore verde chiaro a fondovalle ai colori scuri dei versanti. Gia' ai piedi delle montagne, salgono, pezzati del verde scuro degli alberi e dell' erba. La roccia, che si mostra nuda prima della cima e' di un colore marrone scuro. Alla fine della linea scendiamo in fretta e aggiungo un'altro pezzo alla lista dei non tornati a casa. Un pezzo che speravo di riportare :la macchina fotografica. Fortunatamente per me la macchina fotografica era da cambiare e nella scheda ci sono posti dove sono andato con marco. Ma molte moschee o le foto di kangra o nurpur le ho perse. Poco dopo essere scesi arriva il bus. E' strapieno. Ci fermiamo a mangiare e comprare cibo e sigarette. Prendiamo poi un secondo mezzo (sul quale mi rendo conto di non avere con me la macchina fotografica) che iniziando la salita va a Tulan. Si percorre una strada a lato di un fiume impetuoso e di color bianco torbido.Si sale e dalla vegetazione si capisce che stiamo salendo. Le creste si sposgliano e le pietre la hanno vinta sull'erba. Passiamo anche di fianco a del ghiaccio , neve che ancora non si e' sciolta del tutto. A Tulan ci informano che lo stesso giorno non ci sono piu' autobus. Sono 15 km. Ci avviamo e poi riusciamo a fermare un furgone. E' un fugone che va da shrinegar a leh. Decisamente il mezzo migliore per spostarsi. Somnitag ( 2700 mt slm) e' in un punto in cui la valle e' aperta ed entra il sole. E' una hill station, per cui e' poco piu' di una striscia di hotel e ristoranti. Troviamo da dormire in una stanza anche carina, con la vista. Marco va a dormire poco dopo arrivati. Io ado a mangiare in un negozietto squallido il giusto. Omelette 2 uova e pane tipo pan carre' chiuso e schiacciato dentro. Dopo aver pero sia telefono che macchina fotografica mi decido a comperare un borsello. In hotel scrivo con i componenti dello staff che mi grano intorno. Ora sono qui di fianco a me che guardano le lettere che digito sulla tastiera comparire sullo schermo del telefono. Poi arriva il capo e mi dice che e' mezzanotte e visto che ho appena finito, vado a letto

26 giugno

Sveglia alle 9. Marco mi propone colazione con pomodoro e uova fritte con pane locale. Dopo colazione stiamo in casa fino alle 13. Io sistemo lo zaino e dovo averci peso un sacco di tempo decido che piuttosto il telefono lo svendo e ne prendo uno con bluetooth meno capriccioso. Andiamo a vedere varie moschee. Cerchiamo quella di legno. Shai am dan. E, veramente molto bella. Imponente, molto decorata (con balconi intagliati e dipinti) e totalment di legno!!! la parte centrale e decisamente piu' alta e ai lati ci sono 2 ordini di balconi. All'interno non si puo' entrare, ma si possono fare fotografie da una finestra sul lato destro della porta. L'interno, come l'entrata ( e come un'altra moschea che vedro' a tarda sera) e' completamente colorato. Una caratteristica che vedo praticamente per la prima volta. Ci sono moschee colorate, ma questi colori accesi che coprono interamente le mura , il soffito e le colonne e' la prima volta che li vedo. All'intern della mosche grade c'e' la prima moschea costruita in kashmir. Dal retro e' permesso entrare per poterne vedere l'esterno. Oltre il fiume c'e' un'altra moschea abbastanza grande, Sitoun mosque. E' in marmo bianco e stile moghul. La sala di preghiera e' rettangolare, col lato lungo parallelo al muro della quibla. Il giardino non ha parti con porticati, e' recintato e ombreggiato da alberi Passando un altro ponte .Visitiamo anche il mausoleo di dshan. E' la tomba della madre di un sultano. Ha pensato bene di far demolire un tempio indu' e utilizzarne le fondamenta. Non e' grandissimo, ma ha varie piccole cupole, un po' come le cattedrali bulgare. E' costruito in mattoni rossi.Sccessivamente vado a vedere un'altra moschea antica. E' alla base del forte che campeggia sopra la citta'. Ha grosse pareti color giallo, che spiccano alla vista.E' stato utilizzato per tanto tempo e fortificato da akbar. Pare che il sovrano del punjab , durante il suo dominio su queste terre, preferisse restare qui invece della capitale amrizar. Tornando compero dei manghi e delle pesche. Speravo doi venire impressionato dalle pesche, sono molto profumate, ma quella che ho mangiato non e' eccezionale. Quelle che seguiranno, invece sono molto buone. Torno in riva al lago e dopo trattativa serrata concludo per un passaggio a 20 rupie. In HB marco non c'e'Arrivera' piu' tardi, si e' fermato a parlare on delle ragazze, che lo hanno invitato in casa per una chiacchierata (in presenza del padre).La sera viene un signore a mostrarci lane, annessi e connessi. La pashmina e' il piu' pregiato. Si ottiene con la lana del mento della capra. Sono molto belle, ma costano parecchio. Compero uno scialle e 2 grammi di zafferano.sono confuso sul da farsi. Mi stanno comparendo dei puntini pruriginosi. Immaginavo fossero punture di insetti. Se continuano a comparire devo valutare dove farmi vedere sul percorso. Domani si va via e non sono riuscito a riordinare le idee, come invece avrei voluto fare qui a shrinegar. La jeep fino a zanskar un po' mi spaventa.

25 giugno srinegar

sveglia con calma e visita della 2' parte del museo. Il giorno prima ero riuscito ad ottenere l'ingresso anche per il giorno successivo, proprio perchè volevo vedere i dipinti e la galleria etnografica. La galleria etnografica ancora non e' stata manco allestita. Siamo comunque molto fortunati , la galleria dei dipinti è nel vecchio edificio, a cui sono molto interessato.  Il vecchio edificio e' il palazzo reale costruito nel XIX secolo. Ha una torretta centrale che copre un piccolo patio. Su questo affacciano 2 balconcini interni in legno. I balconcini si affacciata da alti stanzoni ai lati del patio. E' tutto decorato con disegni a motivo floreale. Il colore prevalente delle decorazioni varia da camera a camera. Il rosso e il verde sono decisamente quelli più utilizzati.  All'interno ci mostrano una mostra di dipinti e miniature. Sono di due scuole Karga e Pahari. Molte ritraggono in battaglia da dea Durga a cavallo della sua tigre, con fino a 16 braccia che in battaglia fa strage di nemici. Un, altro tema e' la visita di Sudhama a Dewarika. Una raccolta di corani (il piu' antico del XIII secolo), alcuni scritti su foglia del VIIII secolo e grandi quadri di raja locali completano la sala.In quella a fianco animali impagliati tra cui una tigre,una volpe grigia e gatto delle nevi. Usciti di li mangiamo in un ristorante mostratoci ieri da un signore, e' molto frequentato dai locali. Mangiamo palak paneer, formaggio in crema di spinaci. Suppostamente e' non speziato, ma non riusciro' a finirlo. Il ristorante e' molto basic, con pareti non intonacate e pavimenti non piastrellati. Il pomeriggio visitiamo i giardini Moghul, situati appena fuori citta. Sono giardini molto curati, con tante piante differenti e fiori. Visitiamo quello piu' distante dalla citta,'. Ci arriviamo con una jeep, aspettata a lungo ad un incrocio assolato. Il giardino ha una serie di vasche tipo reggia di caserta. 2 padiglioni in stile moghul sono a cavallo di queste vasche. Ci sono grandi alberi e una bella vista sulle montagne che circondano la citta'. Le montagne cingono la città e fanno da sfondo alla fortezza che la domina e al lago.  Sono di colore chiaro, ci sono foreste in alcuni punti, ma la maggior parte dei versanti e delle cime sono coperte di ghiaia o erba chiara. Ci sono anche dei cespugli, ma sono ancora meno diffusi degli alberi. Le creste non sono aguzze, sono arrotondate. Camminare in questa citta' che ancora ha un centro storico poco violentato dalle colate di calcestruzzo e' strano. I tetti, dovendo proteggere dalla neve, sono simili a quelli che abbiamo in centro europa, e questo normalmente in Asia non succede. Il legno e' spesso materiale di costruzione, soprattutto per i tetti e i balconi. Ci sono tante bow window, ma non vedo celosie : le finestre hanno i vetri. A cena veniamo invitati dal ragazzo che mi ha portato gli occhiali. Ci porta in casa sua e ci offre riso, verdure bollite, curda e patate in un sughetto speziato, ma non molto piccante. Viene tutta la famiglia a stare con noi, ma hanno gia' mangiato staranno con noi nella stanza e cercheremo di comunicare. La stanza e' senza arredamento solo con tappeti a terra. Stendono a terra una tovaglia e li' ci servono la cena. Tornato la tastiera non funziona. Sono molto stanco e non sto granche' bene. Ho proposto a Marco un giorno di riposo assoluto. Poi andare verso kargil. C'e' una citta' che mi e' stata suggerita.

24 giugno victoria garden houseboat shrinegar

Mi sveglio alle 8 passate, e tra la scarsa colazione proposta (pane del kasmir, uovo fritto e the) , una cosa e l'altra tocchiamo terra alle 11.30 passate. Il programma di oggi vedrebbe il museo locale e la manifestazione degli indipendentisti del cachemire all'uscita dalla moschea. Qui sono praticamente tutti musulmani e molti vorrebbero un Kashmir indipendente. Pare che alcuni vorrebbero annetterlo al Pakistan, ma sono entrambi impegnati per arrivare ad una indipendenza di fatto dall'India. Prima di uscire dalla houseboat ci sottolineano che sono previsti scontri con la polizia e Marco dice che preferirebbe saltare la cosa. Io non sono molto in forma, e anche se il richiamo della piazza è forte, non potendo correre, decido di non andare . Andiamo al museo, ma è l'ora della preghiera e optiamo per un pranzo. Nell'affollato ristorante marco prende kasmiria paneer(un formaggio fresco, simile al primosale o a uno in fiocchi) e io un mix di verdure. In teoria il mio piatto (buono) dovrebbe essere non speziato, ma e' piu' speziato di quello di Marco. Il museo e' di fronte ad un ponte pedonale. Il museo un po delude perchè e' in un edificio nuovo e la galleria etnografica e pittorica sta migrando dal vecchio museo(nell'edificio storico a cui si puntava) a quello nuovo e non pare disponibile. Dentro c'e' una panoramica di storia e arte dalla preistoria ai regni legati alla zona. I primi stanziamenti a Burzahom mostrano 3 epoche. A distinguere i periodi le abitazioni. Gli abitati inizialmente erano in case semi sotterrate, per poi iniziare ad essere completamente fuori dal suolo. C'è una raccolta di monete  (gli indiani sono fissati con monete e banconote) che in unico riquadro elenca i vari regni kush , buddisti, indu', musulmani , sikh e un paio di altri.Tra questi anche monete con sopra Alessandro Magno. Una parte interessante e' quella legata alla scultura. Permette di vedere come le divinita' vediche siano state sostituite da quelle di ramayama o di altri testi sacri della mitologia indu'. In particolare Usciti dal museo Marco torna verso la barca, io prendo un bus per il centro storico. Sul pullman parlo con un signore sui 50 anni. Gli chiedo degli scontri , periodici, tra indipendentisti e polizia indiana. Pare sia un attivista per l'indipendenza del Kashmere . Mi dice che lui e altri esprimono apertamente sentimenti di insofferenza verso l'India, anche se pare che gli arresti per reati di opinione o partecipazione a manifestazioni non siano affatto rari. Mi dice che non sono movimenti mirati ad ottenere l'annessione al pakistan, ma lo scopo è una indipendenza di queste zone da entrambi i vicini. In centro punto a vedere la moschea centrale. Ha caratteristiche del tutto peculiari. E. diversa da quelle viste finora in india. Somiglia piu' a quelle viste nell'est dell'Iran o in fotografia nelle repubbliche centro asiatiche. Ha un grande cortile centrale quadrato, Attorno a questo una zona coperta . Ha un soffitto in legno alto e sostenuto da colonne di legno, e il pavimento è interamente ricoperto di tappeti. Questo spazio, grande, offre riparo dal sole e dalle intemperie. Ci sono dei tratti porticati alle estremita' dei vialetti del cortile. Al centro di questo una fontana grande, con rigagnolo di acqua che va verso il muro della quibla (il muro che indica la direzione della mecca). Ci sono dei grandi iwan(apertura con cupola) che si aprono sul cortile. All'entrata di quello principale c'è l'albero genealogico del profeta. Il tetto non è piatto e ha una guglia alta sull'iwan principale.  C'è tanta gente, di tutte le eta'. Uscito di li' visito uno dei pochi luoghi di culto interamente in legno rimasti. E' la tomba di un uomo santo. E' interamente  colorata!! L'entrata e l'interno del piccolo mausoleo in legno è decorata con motivi floreali. Anche questa caratteristica dei palazzi e' proprio di questa zona, altrove penso di non averne mai viste. Torno in hotel con del pane kasmiri. E' piatto, con tagli paralleli fra loro, e si cuoce nel forno tandoori. La sera cena on cavolfiori e zucca, e dall tutto con riso e chapati. La sera provo scrivere , ma la tastiera non si connette al telefono. Sto un po' sull'amaca e poi vado a letto. Non sto tanto bene fisicamente. Sto pensando di non andare a Zanskar, Non so se ho forze per fare 13 ore di jeep. Valutero' al giorno debito.

23 giugno ristorante del centro congressi patnitop

stamattina sveglia presto. la stanza ha l pareti di vetro ed entra il sole. andiamo a fare colazione e optiamo per le uova (le mie senza piccante). Ci sono tantissimi camion militari. una colonna molto lunga. vanno praticamente tutti a nord.Noi oggi puntiamo shrinegar 234 km (piu' o meno).patnitop e' proprio in un bel posto, con unaforesta di grossi cedri.prendiamo un autobus da li' per una manciata di km, poi un'altro per qualche altra ora e infine il treno, breve e con la sorpresa .il primo autobus siedo davanti, per godere meglio della vista. dobbiamo scendere di quota, per poi riscavalcare la montagna. La nostra fortuna e' che ad un certo punto c'e' il tunnel (meno male)! l'ingegneria civile e' una scienza ammirevole. Il secondo autobus che prendiamo praticamente lo fermo mentre stava partendo. Il bagaglio, invece, era sul tetto di un altro autobus locale(che faceva piu' fermate) e l'autista faceva storie per ridarci il bagaglio. Io convincevo a gesti in mezzo alla strada l'autista che la cosa si sarebbe risolta a breve. Questo dura parecchio di piu' ed e' ricco di sobbalzi e di cantieri. Al succedersi delle curve e al cambiare delle altezze varia la vegetazione e dalla foresta di alberi ad alto fusto, siamo passati alla vegetazione bassa con sparuti alberi, fino alla sola erba, visibile a monte della strada. Il colore della montagna che ne affiora non e' di colore scuro, e' piu' sul grigio o marrone chiaro. Il massiccio davanti a noi si fa sempre piu' imponente con valli strette e a zig zag. Noi eravamo seduti in fondo e tutte queste curve , affiancate con grazia dalle buche, non rendevano la cosa confortevole. La coa migliora un po quando affianchiamo il fiume. E' parecchio impetuoso e torbido, e disegna una valle piu' o meno dritta, per lo meno. Lodi lodi lodi a chi ha ideato il tunnel del treno. Risparmiandoci almeno 4 ore di percorrenza e un numero di curve indefinito (di 4 cifre almeno). sul treno affollatissimo la serie di mendicanti e/o ricercatori di sovvenzioni comprendeva: la giovane madre (con figlio al petto)dal canto lungo e impegnato, ma poco convinto, uno invece molto convinto che secondo me voleva costruire delle scuole, a giudicare dai volantini , un giovane padre con figlio in spalla aveva delle radiografie e le mostrava. Da sul bus e' vicino a noi un ragazzo di 18 anni di che studia a jammu, va a casa per il we(ci arriva, beve un te e torna secondo i nostri calcoli). Alle 5, dopo piu' di 7 ore arriviamo a shrinegar. Trattativa dura coi tassisti e andiamo verso la citta'. Veniamo letteralmente abbordati. Questo posto e' famoso per le house boats, le case galleggianti, C'e' un lago e le barche sono attrezzate per avere ospiti. Normalmente sono 3 camere piu' la sala dove dorme il gestore/equipaggio. Ce ne sono tante e riusciamo a portare a casa la camera a prezzo decente!! Da eliminare to somatico derivi da kashmire ed afganihan . Qui in jammu inizano a vedersi tonalita' di occhi piu' chiari, grigi o verdi. Dopo un po' il bus si riempie. Sale anche un ragazzo con problemi, distribuisce pezzi di carta a chi ha vicino. Io sono seduto sul sedile di mezzo in fondo, con gli zaini sotto le gambe e mi addormento. Quando mi sveglio il paesaggio e' totalmente montano. Stiamo per raggiungerne la cresta. Li' c'e' patnitop. Parnitop e' una localita' di villeggiatura montana; una serie di hotels. Ci propongono un alloggio molto spartano. Materasso a terra e coperta di sopra. In una stanza molto grande. in realta' e' un ristorante/centro congressi i cui spazi vengono usati a questo modo. Cercando leggermente di piu' c'erano camere chiuse , ma marco non ha il pallino della ricerca. Non c'e' un posto dove mettere le cose, dovremmo usciti di jammu di spostarsi verso la capitale shrinegar. Il logo del partito e' un elefante bardato, su bandiera blu (una e abbastanza piccola). I manifestanti consegnano le richieste ai numerosi militari presenti e levano il blocco. Si e' creata una lunga fila. Andiamo a pranzo. I ristoranti sono deserti. Mangiamo un ottimo dal fry, con chapati cucinati nel forno tandory. Il forno tandory ha piu' o meno la forma di un barile con i bordi spessi di materiale refrattario. Il pane viene attaccato al bordo interno del forno e preso con dei ganci. Usciti di li' puntiamo la sommita' della collina. veniamo invitati a sedere da una numerosa famiglia di musulmani. C'e' un buon numero di tende da campo. Raggiungiamo la vetta e dopo averci cortesemente detto che e' zona militare, ci invitano ad allontanarci. C'e' proprio una bella vista da qui. Le montagne sono verdi e imponenti. A nord est, dietro le creste , si vedono le cime innevate dei monti vicino a zanskar. Andiamo a vedere l'eltro versante. Per arrivarci passiamo dae' rimasto lo stesso (circa una 30ina di persone). Subito fuori dal parco una cosa interessante. Delle biciclette attrezzate per cucinare. Alla canna e' attaccato un fornello e su di esso una piastra di metallo piatta. Lo stuzzichino e' un piccolo panino con burro, ceci , pomodoro ,cipolla cruda,spezie, succo di tamarindo e peperoncino. Me ne faccio fare uno senza spezie ne' piccante. Il composto viene fatto stufare un po' sulla pentola piatta, poi si aggiunge la copolla. veramente buono. In hotel trovo marco e scrivo un po'. Domani vorremmo fermarci a verinang. Non e' proprio sulla strada, ma forse dae'utostop ci arriviamo. Continua la saga. Lascio dietro di me oggetti ad ogni tappa. E' un processo inarretabilke, almeno finche' non mi fermo per un po' e riorganizzo le idee. E' la volta della crema da culo. Quella che inizialmente mi era parsa poco efficace in relta' mi ha dato sollievo. Per cena mi faccio fare delle patate in salsa, poco speziate e senza peperoncino, le mangio con i chapati cotti al forno. Subito dopo un signore ci invita a fermarci a parlare offrendoci un te'. io sono stanco e sono un po' in pensiero per la mia emorroide conclamata e senza crema rifiuto e vado a dormire.

22 giugno green view gh jammu

22 green vier gh jammu sveglia intorno alle 8. Piove abbondantemente. Marco va a farecolazione.io ho dei biscotti e dei manghi. Dal terrazzo osservo le cupole del complesso del palazzo reale. Hanno stile moghul con cupole simili a fiori di loto e il porticato e' sorretto da colonne sottili. Vado a piedi alla fermata sotto una pioggia battente. Da li' prendiamo un bus.la strada che si percorre per salire inizialmente e' buona, poi peggiora. Ai lati le valli si fanno via via piu' profonde. La roccia affiora , scura per le piogge,nascosta da arbusti e vegetazione bassa. Compaiono anche le prime conifere. Sul bus sih vedono anche i primi occhi chiari. Si suppone che arrivi questo tratto somatico derivi da kashmire ed afganistan . Qui in jammu inizano a vedersi tonalita' di occhi piu' chiari, grigi o verdi. Dopo un po' il bus si riempie. Sale anche un ragazzo con problemi, distribuisce pezzi di carta a chi ha vicino. Io sono seduto sul sedile di mezzo in fondo, con gli zaini sotto le gambe e mi addormento. Quando mi sveglio il paesaggio e' totalmente montano. Stiamo per raggiungerne la cresta. Li' c'e' patnitop. Parnitop e' una localita' di villeggiatura montana; una serie di hotels. Ci propongono un alloggio molto spartano. Materasso a terra e coperta di sopra. In una stanza molto grande. in realta' e' un ristorante/centro congressi i cui spazi vengono usati a questo modo. Cercando leggermente di piu' c'erano camere chiuse , ma marco non ha il pallino della ricerca. Non c'e' un posto dove mettere le cose, dovremmo uscire a turno. A me scoccia un po' questa cosa e riesco a farmi dare il frigo inutilizzato. C'e' lo spazio per un lucchetto e riesco a farci stare il mio. Ci sono dei ragazzi, mi inviatano a fumare mentre sto guardando cio' che accade alla finestra. Ci sono dei dimostranti che urlano e che a breve bloccheranno per circa 1/2 ora la strada. Sono di jammu.Protestano perche' in occasione delle elezioni il governo ha tagliato il numero dei permessi per gli abitanti di jammu di spostarsi verso la capitale shrinegar. Il logo del partito e' un elefante bardato, su bandiera blu (una e abbastanza piccola). I manifestanti consegnano le richieste ai numerosi militari presenti e levano il blocco. Si e' creata una lunga fila. Andiamo a pranzo. I ristoranti sono deserti. Mangiamo un ottimo dal fry, con chapati cucinati nel forno tandory. Il forno tandory ha piu' o meno la forma di un barile con i bordi spessi di materiale refrattario. Il pane viene attaccato al bordo interno del forno e preso con dei ganci. Usciti di li' puntiamo la sommita' della collina. veniamo invitati a sedere da una numerosa famiglia di musulmani. C'e' un buon numero di tende da campo. Raggiungiamo la vetta e dopo averci cortesemente detto che e' zona militare, ci invitano ad allontanarci. C'e' proprio una bella vista da qui. Le montagne sono verdi e imponenti. A nord est, dietro le creste , si vedono le cime innevate dei monti vicino a zanskar. Andiamo a vedere l'eltro versante. Per arrivarci passiamo dall'hotel dove i militari si fanno una lunga scarica di selfie con noi. proseguendo passiamo un bel bosco silenzioso dove ci sono altre strutture alberghiere. Nel bosco ci sono conifere molto alte e una temperatura molto piacevole. Siamo un po' li' al sole e poi marco torna verso l'hotel, io cammino ancora un po' . eravamo seduti col sole di fronte e non si vedevano bene i colori della vegetazione. Con una piccola passeggiata raggiungo un altro punto panoramico. Sulla strada per tornare in albergo ritrovo il gruppetto della manifestazione, con la loro bandierina blu. Sono in un piccolo parco. Il numero e' rimasto lo stesso (circa una 30ina di persone). Subito fuori dal parco una cosa interessante. Delle biciclette attrezzate per cucinare. Alla canna e' attaccato un fornello e su di esso una piastra di metallo piatta. Lo stuzzichino e' un piccolo panino con burro, ceci , pomodoro ,cipolla cruda,spezie, succo di tamarindo e peperoncino. Me ne faccio fare uno senza spezie ne' piccante. Il composto viene fatto stufare un po' sulla pentola piatta, poi si aggiunge la copolla. veramente buono. In hotel trovo marco e scrivo un po'. Domani vorremmo fermarci a verinang. Non e' proprio sulla strada, ma forse in autostop ci arriviamo. Continua la saga. Lascio dietro di me oggetti ad ogni tappa. E' un processo inarretabilke, almeno finche' non mi fermo per un po' e riorganizzo le idee. E' la volta della crema da culo. Quella che inizialmente mi era parsa poco efficace in relta' mi ha dato sollievo. Per cena mi faccio fare delle patate in salsa, poco speziate e senza peperoncino, le mangio con i chapati cotti al forno. Subito dopo un signore ci invita a fermarci a parlare offrendoci un te'. io sono stanco e sono un po' in pensiero per la mia emorroide conclamata e senza crema rifiuto e vado a dormire.

21 giugno amrizar tourist gh

21 tourist gh amrizar La strategia per evitare il caldo e' la seguente: spostarsi la mattina presto verso il tempio dorato per poi andare ajammu nel pomeriggio. La nostra visita del mattino al tempio dorato sara' molto pu' breve di quella della sera prima e praticamente spendero' mezza mattina a comprare un telefono nuovo.Ne compero uno indiano. Arrivati sul bus per Jammunoto che il blue tooth non pare funzionare benissimo. Sono un po' indeciso sul da fars i.Ta''che se mi rimborsavano il biglitetto del bus lo avrei riportato indietro. La strada per jammu la percorriamo in un bus sleeper con aria condizionata. L'autista non e' bendisposto e il vice ancora meno. Dopola iniziale puanura fino a Patankot si iniziano a vedere le colline e si comincia a salire. Jammu non e' in quota e fa abbastanza caldo. L'unico hotel economico che prende stranieri e' green view gh. La camera non e' enorme, ma e' pulita e ha un bagno spazioso. Per uscire a cena bisogna passare da una strada fangosa. In jammu e cachemire i musulmani sono la maggioranza e andiamo a mangiare in un ristorante musulmano. Marco prende dei fagioli in salsa piccante, io del pollo al curry. Ci danno anche un patnitopucco vegetale .e' bianco e speziato, ma non a ;base di cocco. Tornati in camera concordiamo di andare il giorno dopo a patnitop. In jammu c'e' qualcosa da vedere ma poca cosa. Ci sarebbe la sede estiva del governo e un palazzo reale ora in rovina. Lo vedremo la mattina dopo dal terrazzo della gh.

20 seinik nurpur

20 nurpur seinik Mi sveglio alle 7, sta piovendo e resto ancora a letto. All'inizio la pioggia mi fa piacere, oggi si va ad amrizar ,li' fa caldo , e la pioggia rinfresca l'aria. Poi mi ricordo che i pantaloni sono stesi sul tetto e vado a prenderli.Fortuatamente non sono fradici Alle 9 bussano alla porta dicendo che devono pulire. Questi alloggi per ex militari hanno check out molto presto e riaprono alle 17. Immagino siano venuti a farmi fare check out. Chiudo lo zaino, stendo i pantaloni e torno in camera, non la chudero' piu'. Viene a trovarmi Munis, un ragazzo conosciuto ieri, amico di aman. Con lui esco a prendere il necessario per la colazione. Faccio un errore che mi costera' carissimo.Lascio la camera aperta e il telefono dentro. Stiamo in giro un po' di piu' dei 5 minuti previsti e al ritorno non c'e' piu' il telefono! Ho il sospetto che lo abbia munis. Ha solo la sim (non ha un telefono) di ritono va a casa giusto 2 minuti dicendo che deve mangiare. Con lui e il gestore cerchiamo il telefono in camera e proviamo a chiamarlo. qualcuno lo ha spento. E' perso. C'erano pure 4 gg di cronaca sopra, e la guida india (che in realta' non mi serve piu').Sono parecchio seccato, sulla card c'erano le foto e i suoni registrati durante questo viaggio. Stavo passando troppo tempo attaccato al telefono e la cosa non mi piaceva molto, ma le per le foto mi mangio le mani. In ogni caso mi serve un supporto per scrivere e mi sa che ne comperero' un altro. Vado alla polizia con munis. L'ufficio ha 3 computer con schermo piatto e carta da tutte le parti. Fa caldo e il ventilatore sul soffitto gira con un ritmo basso, molto basso. Mentre redaggono il documento andiamo al forte. fa parecchio caldo. Stamo il tempo di una sigaretta sotto un grande albero. E' in mezzo al forte e fa ombra scura. 2 grosse scimmie girano nelle vicinanze. Munis mi dice che quando sono grosse e' meglio che stiano lontane. Prendiamo il documento. L'addetto che parla inglese(1 su 7) mi dice, ovviamemnte sudando per il caldo, che e' meglio se non lo faccio vedere all'assicurazione, che c'e' una bella differenza tra rubato e lasciato incustodito. Usciti col documento, ci fermiamo anche poco prima di salutarci. Non so che pensare di munis. Ha dei tatuaggi che non mi ispirano affatto fiducia, ma a questo punto ha pure poco senso cercarglielo addosso. Ci salutiamo e vado a prendere il bus. Alla fermata un signore strano con le orecchie a sventola mi prende in simpatia e mi da un biri. Il tempo di fumarlo e arriva il bus per patankot. Sul pullman parlo con un ragazzino . Abita nei sobborghi di Patankot. Proviamo a chiamare marco, ma non risponde. Arrivati a patankot cambio subito di autobus. Cerco un sedile un po' piu' imbottito e siedo. La strada ora e' totalmente pianeggiante e ci sono anche molte risaie All'entrata dei paesi ci sono porte con stile misto indu' e moghul. L'estetica del punjab e' molto legata a quella della religione sikh. Ha preso tratti di quella indu' e tratti di quella musulmana. la religione, di contro, non ha tratti ne' di una ne' dell'altra e infatti saranno a lungo perseguitati. Non e' un caso che i sacerdoti siano una casta di guerrieri e girano armati, e che il guru della religione, come offerta per il tempio non chiedeva cibo o oro, ma armi e cavalli. Fisicamente gli abitanti del punjab sono tra i piu' grandi di india. I sacerdoti sick sono tutti decisamente grossi. Sono alti e di corporatura massiccia. Le barbe , baffi e sopracciglia sono quelle dell'uomo indoeuropeo (siamo arrivati a pochi km dal pakistan).arrivato adamrizar contatto marco e dopo averlo raggiunto con lui andiamo al tempio dorato. Luogo sacro dei sick un luoho di pellegrinaggio: una sorta di mecca. Il luogo sacro circonda un tempio d'orato al centro di un lago artificiale quadrato. C'e' un palazzo col trono, il posto dove sedeva il guru e altri luoghi di culto legati alla religione (uno di essi e' per il santo che in battaglia si e'tagliato da solo la tesa e ha continuato a combattere)). I fedeli si bagnano nel lago sacro che circonda il tempio. Anche se oltre i primi gradini c'e' una recinzione.Ci sono maniglie per evitare annegamenti. La coda per entrare e' lunghissima e ci limitiamo a girarci intorno. A cena mangiamo naan, una sorta di pane fritto arricchito con verdure a pezzetti piccoli e burro. Tornando in hotel passiamo davanti ad una moschea. Ha pianta rettangolare ed e' piu' larga che profonda. Il colore predominante e' il verde .ci sono 3 cupole, la piu alta e' quella centrale.lasala di preghiera e' praticamente all'esterno.i minareti non sono molto alti, ma hanno in cima una sorta di ballatoio intorno alla torre. Sopra ogni ballatoio una piccola cupola sostenuta da colonne sottili.

19 giugno seinik gh nurpur

20 nurpur seinik Mi sveglio alle 7, sta piovendo e resto ancora a letto. All'inizio la pioggia mi fa piacere, oggi si va ad amrizar ,li' fa caldo , e la pioggia rinfresca l'aria. Poi mi ricordo che i pantaloni sono stesi sul tetto e vado a prenderli.Fortuatamente non sono fradici Alle 9 bussano alla porta dicendo che devono pulire. Questi alloggi per ex militari hanno check out molto presto e riaprono alle 17. Immagino siano venuti a farmi fare check out. Chiudo lo zaino, stendo i pantaloni e torno in camera, non la chudero' piu'. Viene a trovarmi Munis, un ragazzo conosciuto ieri, amico di aman. Con lui esco a prendere il necessario per la colazione. Faccio un errore che mi costera' carissimo.Lascio la camera aperta e il telefono dentro. Stiamo in giro un po' di piu' dei 5 minuti previsti e al ritorno non c'e' piu' il telefono! Ho il sospetto che lo abbia munis. Ha solo la sim (non ha un telefono) di ritono va a casa giusto 2 minuti dicendo che deve mangiare. Con lui e il gestore cerchiamo il telefono in camera e proviamo a chiamarlo. qualcuno lo ha spento. E' perso. C'erano pure 4 gg di cronaca sopra, e la guida india (che in realta' non mi serve piu').Sono parecchio seccato, sulla card c'erano le foto e i suoni registrati durante questo viaggio. Stavo passando troppo tempo attaccato al telefono e la cosa non mi piaceva molto, ma le per le foto mi mangio le mani. In ogni caso mi serve un supporto per scrivere e mi sa che ne comperero' un altro. Vado alla polizia con munis. L'ufficio ha 3 computer con schermo piatto e carta da tutte le parti. Fa caldo e il ventilatore sul soffitto gira con un ritmo basso, molto basso. Mentre redaggono il documento andiamo al forte. fa parecchio caldo. Stamo il tempo di una sigaretta sotto un grande albero. E' in mezzo al forte e fa ombra scura. 2 grosse scimmie girano nelle vicinanze. Munis mi dice che quando sono grosse e' meglio che stiano lontane. Prendiamo il documento. L'addetto che parla inglese(1 su 7) mi dice, ovviamemnte sudando per il caldo, che e' meglio se non lo faccio vedere all'assicurazione, che c'e' una bella differenza tra rubato e lasciato incustodito. Usciti col documento, ci fermiamo anche poco prima di salutarci. Non so che pensare di munis. Ha dei tatuaggi che non mi ispirano affatto fiducia, ma a questo punto ha pure poco senso cercarglielo addosso. Ci salutiamo e vado a prendere il bus. Alla fermata un signore strano con le orecchie a sventola mi prende in simpatia e mi da un biri. Il tempo di fumarlo e arriva il bus per patankot. Sul pullman parlo con un ragazzino . Abita nei sobborghi di Patankot. Proviamo a chiamare marco, ma non risponde. Arrivati a patankot cambio subito di autobus. Cerco un sedile un po' piu' imbottito e siedo. La strada ora e' totalmente pianeggiante e ci sono anche molte risaie All'entrata dei paesi ci sono porte con stile misto indu' e moghul. L'estetica del punjab e' molto legata a quella della religione sikh. Ha preso tratti di quella indu' e tratti di quella musulmana. la religione, di contro, non ha tratti ne' di una ne' dell'altra e infatti saranno a lungo perseguitati. Non e' un caso che i sacerdoti siano una casta di guerrieri e girano armati, e che il guru della religione, come offerta per il tempio non chiedeva cibo o oro, ma armi e cavalli. Fisicamente gli abitanti del punjab sono tra i piu' grandi di india. I sacerdoti sick sono tutti decisamente grossi. Sono alti e di corporatura massiccia. Le barbe , baffi e sopracciglia sono quelle dell'uomo indoeuropeo (siamo arrivati a pochi km dal pakistan).arrivato adamrizar contatto marco e dopo averlo raggiunto con lui andiamo al tempio dorato. Luogo sacro dei sick un luoho di pellegrinaggio: una sorta di mecca. Il luogo sacro circonda un tempio d'orato al centro di un lago artificiale quadrato. C'e' un palazzo col trono, il posto dove sedeva il guru e altri luoghi di culto legati alla religione (uno di essi e' per il santo che in battaglia si e'tagliato da solo la tesa e ha continuato a combattere)). I fedeli si bagnano nel lago sacro che circonda il tempio. Anche se oltre i primi gradini c'e' una recinzione.Ci sono maniglie per evitare annegamenti. La coda per entrare e' lunghissima e ci limitiamo a girarci intorno. A cena mangiamo naan, una sorta di pane fritto arricchito con verdure a pezzetti piccoli e burro. Tornando in hotel passiamo davanti ad una moschea. Ha pianta rettangolare ed e' piu' larga che profonda. Il colore predominante e' il verde .ci sono 3 cupole, la piu alta e' quella centrale.lasala di preghiera e' praticamente all'esterno.i minareti non sono molto alti, ma hanno in cima una sorta di ballatoio intorno alla torre. Sopra ogni ballatoio una piccola cupola sostenuta da colonne sottili.

mercoledì, giugno 15

14 giugno best view GH bakso

Mi sveglio alle 10, marco alle 9 mi ha mandato un sms, non sta bene e non pensa di uscire. Io mi sveglio, faccio una bella colazione panoramica e una lunga doccia. Le ragazze sono molto simpatiche, ma sara' la differenza di eta',sara' che una e' molto bella e mi mette a disagio, non parlo molto con loro. Arriva una famiglia di indiani, abbastanza chiassosa. vedremo come va avanti la convivenza. Esco, mi fumo una gudang garan g seduto ad una panchina panoramica e poi vado da marco. Sta dormendo, gli porto del miele e vado alla cascata. Passo dal centro del paesino. Non avevo ipotizzato un centro storico cosi' carino. C' e ] anche una fontana con grandi vasche. L'ultima e' praticamente una piscina, piasterllata, anche. L'accesso e' libero, bakso prende altri punti. Proseguendo c'e' una cascata. In realta' sono tanti piccoli salti d'acqua , se sono abbastanza grandi ci si puo' anche immergere.La giornata e' nuvolosa, ma non guasta. La temperatura e' ottimale. Mi fermo ad un caffe, prendo un te e scrivo.

13 giugno best view GH bakso

Sveglia con molta calma, la sera prima ho fatto molto tardi. Sono un po' spossato e non faro' molto nella giornata di oggi. La mattina scendo al paese, provo a prelevare. C'e 1 bancomat a bakso e 3 al leo ganj(dove e' arrivato il bus), Trvo ely , una ragazza inglese molto giovane, che sta facendo la mia stessa ricerca. Andiamo insieme alla bank of india, inutilmente, poi io cambio 20$ lei si fa anticipare denaro dalla carta di credito al 6% commissione. Inizia a piovere e inizio la strada per tornare a bakso. Sulla strada compro il pane e trovo le gudam garang! sono un po' piu care che a varanasi, ma penso che le prendero' ugualmente. Quando inizia a piovere forte mi fermo in un posto dove fanno cucina koreana (e prendo del sale per l'insalata). Arrivato a bakso nel negozio prima della salita incontro gabriel , sta cercando del pane, ma lo vendono solo in pani interi. Le propongo di fare a meta' del mio e , se vuole , venire alla GH per una insalata. Gabriel e, inglese anche lei, ancor piu' giovane di ely. Mangiamo l'insalata e poi usciamo, entrambi andiamo a daramkot, ma io non scendo fino a fondovalle. Daramkot e' un paese gemello di Bakso, si trova sull'altro versante della piccola valle. Ci si arriva con un apasseggiata di 10/15 minuti. Si incontrano varie persone nel percorso . Ognuno uno col suo passo, paiono tutti concentrati. Anche a daramk, esercizi e corsi di ogni tipo, destinati all'ozio dei turisti. Torno in GH e marco mi raggiunge per una birra. Ci beviamo la birra al tramonto e poi andiamo a mangiare. Lui e' nella settimana della pizza e prende una pizza neanche troppo male. io patate bollite con 2 pezzi contati di peperone e cipolla e un uovo sopra. Se mi portavo il pane era una festa, ricordero' di portarlo, in futuro. Compro miele e biscotti e inizio la mia risalita. La sera a Bacso ci sono feste. Stasera forse e' reggae, si sentono urla di dance hall, ma sono stanco e la festa e' in alto dall'altra parte, ma una festa qui con un buon budget voglio frequentarla. Tornato ala gH sto un po' con il ragazzo americano che sta in GH da 2 mesi. Mi mangio del te' e parecchio miele. Mi riprende perche' uso il bollitore per infondere il te, mi spiega che si bollisce acqua e solo acqua. In vari mesi di GH ha visto farci il pudding o il riso e sosteneva che il metallo una volta che non bollisce acqua poi perde le sue proprieta'. Mentre scrivo arriva un ragazzo, cerca una ragazza ched sta in GH che e' un autentio bocconcino. Io non so se e' invitato o la ha seguota, e resto vago. Poi in effetti la ragazza lo aveva invitato. Vado a letto col dubbio se fermarmi qui ancora qualche giorno

12 giugno SMT dhanni devi kutiala dharamsala GH baijnat

mi sveglio alle 10, e' una bellissima giornata. Sto un po' sul terrazzo, cago, facccio la doccia e chiudo lo zaino. Voglio andare a fare foto nel tempio principale a fare qualche foto, e' domenica e ci sono parecchi pellegrini La coda fa avanti e indietro nel recinto del tempio. Faro' le foto piu' tardi, se riesco evito di disturbare la puja Passo il mercato e torno al negozio di dolciumi, ne provo anche uno a pasta traslucida, parecchio piu' dolce. Tornando mi avvicinano dei bambini. Sono 3 abitano vicini, e mi mostran anche dove sta casa loro. vorrei far sistemare lo zaino. Andiamo da piu' di un sarto, ma non troviamo chi lo riesca a fare. Mi regalano un ghiacciolo in busta. Si rompe la plastica e si beve. Torno una sconda volta al tempio, c'e' meno ressa e e ntro. Sono scolpite la parte sopra all'altare e rte dei pilastri. Prendo il bus all'uscita della fermata. E' pieno, ma non troppo. Non sono molti km ma mettiamo un paio d'ore. A dharamsala il mio bus n e' in stazione. Mi mostrano dove ferma e proprio li' attorno ci sono varie persone. E' palpabile nell'aria che e' questione di minuti. Anche i bagagli sono pronti allo scatto. mi porto dove ipotizzo si avvicinino gran parte dei presenti, donne e bambini nclusi. L'autobus arriva!! L'adrenalina sale all'apertura della porta!E' una calca di un certo spessore, in prima battuta solo maschile, poi piu' femminile e poi tocca a me. La perizia nello sgomitamento da buffet aiuta poco, qui l'apertura e' piccola e ci deve passare la gente e i bagagli. Riesco a salire.. L'auto bus pare pieno, ma vedo dei posti.Ci sono una bottiglia e un cappello. Io contesto di essere qui per primo. i stringono nell'ultima fila e salta fuori un posto . Nei 2 posti occupati la famiglia del ragazzo a cui siedo accanto. Ha 26 anni e tre figli. Viene dal punjab. Partiamo poco dopo, Ognuno col suo bagaglio in mano o tra i piedi. Subito dopo la partenza stiamo parecchio tempo fermi per strada. Il ragazzo ha lo zaino strappato e gli offro ago e filo per sistemarselo. lui accetta e fa anche in tempo a fare la riparazione (poi l'ago si spezza ). Uscendo ci salutiamo poi vado verso bakso, il paesino subito successivo. Si vede da subito una forte presenza di turisti occidentali, con atteggiamenti rilassati, come se conoscessero molto bene il posto. Vari negozi di artigianato e dedicati all'ozio. C'e' una grande offerta di corsi. Dalla musica, alla meditazione, pittura,cucina,sartoria e chi piu' ne ha piu' ne metta. La gente sta qui dei mesi. Un affittacamere mi offre sistemazione per un mese (resto colpito, ma in effetti restare qui mesi non e' difficile, a costo di ripide camminate c'e' veramente tutto quel che serve, pane e cioccolata inclusi. La birra si trova fresca nei negozi e nel paesino ce' una piscina ad accesso libero aperta e libera, cascate dove bagnarsi e passeggiate nelle vicinanze. Salendo di quota ci sono gli alberghi economici. A bakso vari esercizi commerciali hanno insegne in israeliano. In effetti ci sono parecchi giovani che vengono da quelle parti, ci sono anche alcuni in abito tradizionale, con copricapo e boccoli. Io ne incontro vari e per strada si vedono in gruppi parlare la propria lingua Trovo marco e la sua amaca dove mi aveva indicato. La sua vicina di stanza e' una donna tedesca magra, coi capelli lunghi e la fascia in testa. Qualche anno fa ha spostato la sua casa su 4 ruote, in un camion e ha un pesssimo rapporto comn la tecnologia. Ora e' in india da un po', ho incontrato una hippy. Sto li' per un te, non hanno camere disponibili e allora cerco piu' a monte. trovo una camera con bella vista a nell GH best view. Torno dai ragazzi. La non piu' ragazza balla con 2 hulahoop al tramonto, con una musica psichedelica dal ritmo lento. Poi usciamo a cena, ognuno per conto proprio io mangio del pollo arrosto all'entrata del paese, dopo parecchio tempo che non ne mangio. Ho praticamente finito i soldi. Deciso a prelevare compro birra e verdura. Vado al bancomat, ma la macchina ha solo tagli piccoli. Non prelevo, mi darebbe meno delle 10.000 rupie(prelievo massimo). Torno in hotel bevendo una birra piccola. In hotel incontro uno dei ragazzi israeliani che sta nella GH ci e' stato 2 mesi e ora sta cambiando. Fatico un po' a capire queste persone che viaggiano per un tempo indeterminato e si fermano mesi in un luogo. Sara' che io dopo 3 o 4 gg cambio citta' , a meno che non tessa qualche relazione con qualcuno del posto. E' anche vero che ho un ritmo forse troppo alto, sono spesso spossato, dovrei concedermi piu' tempo nei luoghi. La guesthouse e' in un posto proprio tranquillo e la vista da' senso a salire un po' piu' in quota, anche se poi nei giorni dopo saro' un po' prigioniero della pigrizia.