martedì, aprile 26

9 aprile hotel kuong kuong myngyan

Faccio colazione e esco. vicino all'hotel la mia mappa segnala il monastero di soon lu kyaung. Mentre mi ci avvicino toun toun, un ragazzo che mi aveva mostrato la posizione dell' hotel, mi raccoglie con il motorino e mi ci accompagna. Il monastero e' stato fondato da soon lu kyaung. In origine agricoltore, una volta ispirato dal buddismo libera le bestie e inizia la sua predicazione, per poi fondare il monastero. Curiosamente per questa zona, i discepoli ne hanno mummificato il corpo e ora sta li' sottovetro. I locali pare ne abbiano una certa devozione, dato che si susseguono per pregare al lato della salma. Il complesso monastico non e' enorme, ma e' abbastanza esteso; circa come 2 campi di calcio. C'e' il monastero vero e proprio, una sala di ordinazione(curiosamente simile ad un battistero)un tempio al centro di un laghetto artificiale, una altra struttura in muratura, e una colonna con un pappagallo verde in cima. Il pappagallo sta li' perche' a quanto pare il monaco in una vita precedente era un pappagallo. Una monaca mi regala una bottiglia di acqua fresca, si vede che e' evidente che sto accusando il caldo. Ci sono dei bambini e mi chiedono di fre una foto. Noun noun mi propone un giro nella zona circostante la citta' (into the woods") per una birra. Fa parecchio caldo e accetto. Passiamo da casa sua, e' costruita in legno e muraturapareti esterne sono in muratura, mentre la soletta tra i piani e' in legno. Into the woods praticamente e' la campagna. Di foresta se ne vede poca. La campagna e' assetatissima e alla prima bava di vento si solleva la terra, molto leggera per la mancanza di acqua. Ci fermiamo in un baracchino, beviamo una birra, poi lui ne chiede altre. Il fatto che non chieda la bottiglia(piu' economica) , ma le lattine onestamente mi secca un po'. Dopo averle bevute letteralmente perdo i sensi per il caldo e mi appisolo. Dopo 20 minuti circa mi sveglio e andiamo verso la citta'. recuperiamo il bagaglio e andiamo alla stazione dei bus. Un autobus e' appena partito e sta facendo fermata appena prima di uscire dalla citta'. Lo raggiungiamo. Prendo delle samosa (frittelle vegetali) al volo prima di salire sul bus, non so se è perché le ho mangiate in fretta(e lo spero) ma accuso. L'autobus sobbalza parecchio e potrebbe essere quello, di fatto quando scendo dal mezzo sto meglio. Trattasi di furgone iveco con dentro tanti posti quanti se ne riescono ad immaginare piu' 5 o 6. Sono seduto nell'ultima fila e la strada non e' messa bene. La terra e' assolutamente piatta, non si vedono rilievi neanche in lontananza. C'e' qualche albero ad altofusto in piu' ma anche qui i campi sono assetati forte. Quando ci fermiamo per far mangiare l'autista si svela l'arcano: le sospensioni posteriori sono praticamente assenti, tra la ruota e il parafango ci saranno 15/20 cm e il furgone e' vuoto. Arrivati in citta' vedo dal finestrino andrea ed ely. Mi faccio lasciare e mi faccio dire da loro dove stanno, so che hanno avuto tempo per cercare. In effetti il posto dove stanno e' economico e mi fermo li'. Ci accordiamo per mangiare insieme. Contatto anche Claudio e staremo insieme a cena e anche dopo. Le strade a mandalay sono praticamente tutte ad angolo retto e non hanno nomi, per cui gli indirizzi sono tutti del tipo 25' 81/82 (hotel): sulla 25' tra la strada 81 e la 82. Gli isolati non sono enormi tipo 100/150 mt tra una strada e l'altra. A cena andiamo in un posto che si chiama shan mama, gode di buona fama e in effett la scelta e' ampia e il cibo pare tutto fresco. I ragazzi sono vegetariani per cui prendiamo piatti senza carne. La pietanza che piu' mi sorprende e' una insalata di bambu' fermentato. Tornati in hotel abbiamo una lunga chiacchierata. Ely viaggia da 5 anni, mentre andrea da 12. Io e claudio cerchiamo di carpire come facciano,ma on riusciamo a cogliere il segreto del sostentamento dei due. Ely mangia solo crudo o fermentato. Quando il giorno dopo le chiedo se ha con se' un fornello , giustamente, mi guarda con una faccia abbastanza stranita. Si parla di un po' di tutto, poi andrea si mette a suonare la chitarra e noi seguiamo con delle percussioni improvvisate. canta un mantra in sanscrito. Durante la canzone tuona, fa vento e arriva anche qualche goccia, nessuno si scompone e andiamo avanti nonostante qualche goccia (poche, ma benedette)ci raggiungono. Si fa la 1 passata e decidiamo di andare a letto.

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