venerdì, gennaio 11

20 dicembre hotel tangama, dalaba

Mi sveglio alle 8.30 circa. Oggi è giorno di mercato a Ditinn. C’è anche una cascata nelle vicinanze del paese, ma mi è stata sconsigliata in quanto la centrale idroelettrica a monte ne ha ridotto di molto la portata. So che è meglio partire presto, ma arrivo alla stazione con i taxi collettivi già partiti.
La colazione di oggi contiene: Mais, fonio (tipo semolino), latte, zucchero e  limone. Devo dire buono.
Ci arrivo con un moto taxi. La strada impiega circa 1 ora, su strada sterrata rossiccia. Sulla strada visito anche una antica moschea. Non mi impressiona per la struttura. Il signore quasi totalmente sdentato che ci indica la direzione forse è più memorabile. Ci lasciamo alle spalle la moschea nuova, piccola, ma con 4 minareti e proseguiamo. A ovest di dalaba l'altopiano ha creste montuose. Sono molto più aspre di quelle a nord viste verso Labè, che avevano carattere collinare.I versanti, non altissimi, ma decisamente ripidi, non sono interamente coperti di  vegetazione. Ci sono parti importanti evidentemente vittime di incendi. La terra è coperta da arbusti bassi o erba verde.
Avvicinandosi al mercato, dopo aver costeggiato versanti ripidi, la strada si fa pianeggiante e si incontrano persone che ci si dirigono a piedi. Hanno merci sulla testa e spesso portano capre al seguito.
Arriviamo in una situazione abbastanza caotica. Lo zaino è coperto di terra rossa. Il mercato  è bello. C’è una piccola parte in muratura , ma per lo più sono coperture in legno sui “banchetti” improvvisati. Sono in realtà teli a terra su cui vengono poggiate le merci, prevalentemente non fresche e solo in parte commestibili. Sulla invece strada principale i sono venditori di cibo pronto, verdura, bibite e pesce secco.  Fare foto è difficile, i venditori spesso rifiutano, e se accettano loro, sono i vicini che si alzano. Ho familiarizzato un pò con i venditori di cola e con i calzolai. Ho comprato un rimedio per il mal di gola : condencorse. Si presenta come una polvere gialla ed è da prendere col riso. La signora non aveva resto e mi sono fatto dare del piccante. Fa parecchio caldo. Proseguendo il giro mangio una polpetta di pesce. E poi cerco del miele. Il venditore lo porta nella tanica da 20lt e io non ho il contenitore. Torno con una bottiglietta vuota e con del pane. Lo condivido col signore che vendeva il miele e con le persone sedute accanto  a lui. Il miele mi piace. Evidentemente non è filtrato, c'è parecchio materiale in sospensione.Pare che il francese lo parlino in pochi. La giornata prosegue tra spuntini di pasta fritta (ce ne sono di varie dimensioni e croccantezze).Mi informo distrattamente sul prezzo di una capra: Le trattative sarebbero lunghe. Non mi ci metto, ma sono curioso del prezzo.Una capra costa circa 40/70 eur; a parità di grandezza il maschio vale di piu.
L’attesa che l'auto  sia piena per partire dura più del previsto. Nel frattempo parlo con un signore che andrà a Conakry e che probabilmente prenderà la stessa auto che prendo io. Nell’attesa il mercato smobilita, molte auto (non la mia ) stanno partendo. C'è parecchia terra che vola e tante persone che spostano merci. E’ partito pure il camion che doveva partire alle 5, nel rimorchio ci sono tante persone e vari animali.
L’ auto che prendo si candida per il premio pet friendly! Oltre alle 9 persone ci sono 3 capre nel bagagliaio.Anche il vetro davanti non è male, è in pezzi, attaccati tra loro col silicone.
Arriviamo a Dalaba dopo varie soste. Il signore incontrato al mercato m aiuta a “trattenere “ l’auto in partenza. La conseguenza di ciò è che il mio zaino, aggiunto per ultimo alla consueta montagna di bagagli sul tetto, è facilmente raggiungibile. Poco dopo la partenza ho appena provato una nuova situazione: la salita era ripida e l'auto arrancava. L'autista ha candidamente chiesto a tutti di scendere e spingere in salita. Nel frattempo lui sgasava e ci inondava di un fumo denso e nero. Il signore del mercato  (nella foto accanto alla macchina) ci ha messo 5 minuti di orologio per riprendersi. Per Fortunata la strada da qui è fondamentalmente in discesa .
Annoto che ogni Volta che facciamo una curva a sinistra si sente come uno squittio cadenzato, la curva a destra offre uno sbalzellio da ruota deformata, mentre sul dritto i rumori sono variabili, sempre legati al carico eccesso. Ho limpidamente distinto il terrore di dover riscendere a spingere negli occhi del vicino. I rumori si moltiplicano. Gli sguardi dei passeggeri si incrociano varie volte... finchè , dopo che il rumore aumenta: ci fermiamo. Un po' mi mancava la "sosta tecnica". Dalla ruota sale parecchio fumo. L’autista aveva un mozzo di scorta (lo avevo notato tra i bagagli). La riparazione è impegnativa: bisogna sostituire il mozzo della ruota. Il signore del mercato si sdraia (per me sta ancora accusando la spinta di prima). Mentre prosegue la riparazione e la luce scende, la luna si fa luminosa, il canto di uccellini e animaletti si fa più vivace e passano due ragazzi con sulla testa un carico di paglia. Atmosfera bucolica. Un paio di altri taxi si fermano, scendono tutti, prendono un pò “in giro” il nostro autista/meccanico, mentre porta avanti la una riparazione importante che ha da fare, e se ne vanno. L’auto pare rimessa in sesto seppur senza il freno (non rimontato). Considerato che è tutta discesa non è il massimo. La macchina comunque pare frenare. I rumori restano, ma il pilota ostenta sicurezza. La sosta successiva è meno inspiegabile :sono andati a pregare.
Siamo al tramonto, è una piccola moschea a lato strada, con 2 minareti.Mi sa che intuisco le preghiere di stasera dei passeggeri diretti a conakry: vogliono arrivare a destinazione.
 Mentre pregavano io parlavo con un tizio lì vicino , in carrozzina. Vendeva rimedi naturali in una baracchetta davanti ad un piccolo edificio in muratura. Erano disposti sulla lamiera che faceva da tetto, a seccare. In particolare ne aveva uno per le emorroidi. Gli ho detto che ero interessato,  e lui me lo ha descritto:è una corteccia.   Si lava bene e si mette in acqua.  L'acqua diventa rossa. Si mischia al miele (immagino che sia amarissimo) e si beve. Non ha voluto che lo pagassi.
Ripartiamo: abbiamo  fatto 30 km su un totale di circa 200. Arriviamo a Mamou e chiamo Mamadou. Lo aspettiamo per un pò col tassista che freme. Arriva! Sono riuscito a recuperare la borraccia!! Arrivati a Mamou segnalo un’altra spinta in salita. La situazione è molto caotica. C’è gente che corre un pò da tutte le parti. Non riusciamo a capire che succede. Pare che una strada sia bloccata. Dato che non ce ne sono molte la situazione appare di semiparalisi. Ancora prima di uscire Mamou l'autista ha pensato bene di cercare altri pezzi di ricambio prima di proseguire. La prima fermata dura circa 20 minuti. Ripartiamo e ci rifermiamo poco oltre . Dopo 1 ora nuovamente fermi a cercare il pezzo di ricambio, ho fermato 1 auto molto meno carica, pagato la tariffa e preso il mio bagaglio (che era fortunatamente esterno alla rete) . Arrivare troppo tardi è un po rischioso: se non ci sono moto-taxi moto non so dove cercare l’hotel. Ho contattato un hotel di categoria più elevata, se sono in difficoltà  lo chiamerò.
Mancano 108 km a Kindia e ,a parte le salite (dove non serve scendere a spingere), siamo sui 50/60 km orari. Uno dei passeggeri tossisce in maniera preoccupante. La strada è asfaltata, ma decido di fermarmi per strada. La località scelta è quella che offre un hotel noto al tassista: Linsan.
Una buona sistemazione, ho scelto bene. Bella camera, con tanto di ventilatore.Ho lavato i pantaloni al chiaro di luna.

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