giovedì, gennaio 4

22 dicembre mango drift ,likoma island

Mi sveglio abbastanza rinco. Il dormitorio non è pieno di persone, ma l'umidità non mi fa dormire bene. Faccio un bagno e la cosa inizia a funzionare meglio. Inizio a conoscere   un pò meglio i ragazzi che ho conosciuto qui, oltre a Tobias e Johanna l' altra ragazza svedese bruna, ci sono 2 sud africani, 1 australiano e 1 irlandese. Facciamo colazione, il piccolo bollitore da tazza ci consente di avere una bevanda calda e poi usciamo praticamente tutti insieme, tranne i 2 sud africani, che vanno a pesca. Percorriamo la costa ovest fino ad un villaggio di pescatori. Ci ero già passato ieri, sulla strada per visitare la cattedrale. La costa è rocciosa ed è un susseguirsi di baie di medie e piccole dimensioni. C'è qualche saliscendi con relativa vista panoramica, ma la costa termina ovunque bassa e rocciosa, con una bagnasciuga di sabbia . Una sabbia a grani molto irregolari, sono grossi, tipo un millimetro di grandezza/diametro. I grani più grandi sono chiari , tipo quarzo e arrivano fino a 3 millimetri di grandezza. In prossimità dei paesi ci sono reti per essiccare il pesce. Il pesce viene ritirato la sera, per poi essere riesposto al sole la mattina dopo. 
Si vedono varie nuvole sulla superficie del lago, ma non sono nuvole di fumo. Non c'è terra sotto di esse. Sono colonie di insetti , tipo libellule. Ce ne sono di molto grosse e se ne vedono diverse che si muovono sulla superficie del lago.
Sulla strada ci carica un furgoncino che sta recuperando sacchi di pesce secco. L'indomani c'è la barca per l'entroterra e grossi sacchi bianchi al lato dlla strada finiscono per essere parte prevalente del carico. La cattedrale di culto protestante , visitata il giorno prima, è sorprendentemente grande. E' stata restaurata di recente. ha mura di pietra rossa e tetto in lamiera. All'interno c'è un bell'altare, una vasca battesimale , la via crucis con le definizioni delle fermate in lingua locale e vari santi. Tra i vari sant'agostino, san tommaso etc, c'è anche una figura di uomo santo dalla pelle nera. C'è un piccolo portico con delle torri agli estremi. Sulla porta della libreria, in una delle torri, riporta la data del 1911. Arrivati in città facciamo un pò di spesa e ci facciamo indicare dove si trova l'albero cavo. Pare ci si possa anche dormire dentro. L'albero in realtà non c'è, o meglio, ciò che rende l'attrazione una attrazione è un parassita che ha resistito al tempo ed è durato più dell'albero. E' un intrico molto complesso, che omai ha solidità propria. all'interno è cavo. Ha un diametro di circa 2 metri ed è alto in maniera compatta fino a 5 metri, poi diventano rami singoli più che un reticolo. La parte alla base è molto bella, ricorda in parte il tronco del glicine, ma è di colore più scuro. Mangiamo riso e fagioli, accompagnato da dei pikles. Dopo mangiato beviamo una birra ghiacciata, sto per finire i soldi, ma se si trova la birra alla temperatura giusta bisogna approfittare. Mi separo dai ragazzi, voglio salutare il gestore del museo e fare il bagno lì dove l'acqua è più profonda. Arrivato lì trovo la troupe televisiva. Stanno congedandosi e andando nel estremo nord dell'isola a fare delle riprese di danze tradizionali. La cosa ovviamente mi interessa e mi aggiungo a loro. Sulla strada troveremo un campo con una partita in corso. Il pubblico è numeroso, molto numeroso; fin troppo numeroso. Quando arriviamo sul luogo delle danze ci dicono che i ballerini stanno guardando la partita. Mi fanno fare una sorta di spot del malawi e poi torniamo. In realtà tornerò da solo, a piedi. La jeep ha una ruota bucata e non voglio rischiare di arrivare col buio, dato che dovrò comunque fare un pezzo a piedi.
Questo mi permette di percorrere praticamente l'intera costa  e di ammirare il tramonto. Oggi non ci sono nuvole e il grande lago riflette la luce del sole rendendo la superficie abbagliante. Trovo particolarmente bello un tratto che percorro poco dopo. costeggia una piccola penisola. Sulla strada grandi baobab interrompono la luce rossa del sole. Le sagome degli alberi monumentali diventano sempre più scure e il marrone lascia il posto a marrone molto scuro e infine al nero. Quando chiedo ai locali se la direzione è giusta mi mimano la corsa, raccomandandosi di affrettarmi, per arrivare prima che sia buio completo.
Ci riesco, a costo di una gran sudata, la maglietta e la zona delle ginocchia dei pantaloni sono completamente bagnate. Arrivato faccio un bagno.
Per cena proviamo a fare una pasta, ma la cosa si rivelerà parecchio complicata, non riusciamo a far bollire l'acqua. Proprio non c'è verso. soffio su quei dannati carboni per diverso tempo, ma nulla, non bollisce.
Mangeremo il sugo col pane.



Nessun commento:

Posta un commento