giovedì, gennaio 4

18 dicembre pensao naula ,metangula

Stamattina sveglia intorno alle 7.40 e ricerca del chapa per cobuè. So che la strada è malmessa e quindi il mezzo di trasporto sarà un camion. Per colazione compro del pane e cerco delle frittelle con farina di mais che avevo mangiato il giorno prima. Non le trovo e così decido di mangiare delle frittelle molto simili alle pittole. Durante l'attesa, la lunga attesa della partenza faccio un pò di giri del mercato. Alla fine ieri ho prelevato, ma ho fatto un pò troppo il brillante e anche oggi ho un budget limitatissimo. Devo pagare il chapa e la barca e tengo da parte giusto i soldi necessari per pagare queste cose e una bottiglia d'acqua. Avevo messo per tempo le mie cose nella cabina del camion, ma il poliziotto impiccione conosciuto la sera prima si dimostra decisamente arrogante e pure razzista. Alla fine sta lui nell'abitacolo. Partiamo alle 12.30 circa. Se era per l'autista avrebbe aspettato ancora, ma le urla di una passeggera preoccupata (giustamente) per la pioggia riescono a farci partire. La strada si dimostra subito malmessa ma poi peggiorerà ulteriormente. La vegetazione è tendenzialmente rigogliosa, ma bassa. Il viaggio non è confortevole, sono seduto su delle casse di birra che non sono proprio stabili, ma poi , quando inizia a piovere mi siederò sul fondo del cassone. Quando inizia a piovere viene steso un telo sopra i passeggeri, solo che il telo ha diversi buchi e inoltre il telo non è proprio impermeabile. Il risultato vede una collaborazione di diversi passeggeri per evitare di bagnarsi  contatto co telo e per evitare accumuli di acqua. Piove forte  per almeno 1 ora e  finiamo quasi tutti zuppi. Io ho il mio daffare per tenere all'asciutto (o almeno meno bagnato) tecnologia e documenti. Il mio culo, però , finirà bagnato e con lui pantaloni, capelli, maglietta e mutande. Il telo resterà un pò anche dopo che la pioggia è finita per proteggerci dal freddo e per fare effetto stalla. Passiamo da tratti con alture anche scoscese. La vegetazione è rigogliosa e differenziata, ci sono anche alberi ad alto fusto. Man mano che procediamo il mezzo accumula persone , tanti bambini e tanti sacchi. Una signora ne ha forse 8. Assisto anche ad una separazione famigliare. Una ragazza che lamentava di venire picchiata dal marito è stata caldamente invitata dai passeggeri(sotto la pioggia) a salire sul camion col bambino e lasciare il marito nel villaggetto. Lui inizialmente si è opposto, ma i passeggeri la hanno aiutata a riuscire a salire sul mezzo, nonostante la fisicità del marito, che era presente e non voleva. Alla fine saremo tipo 35 persone e un gran numero di sacchi e fagotti. Io sono preoccupato di arrivare dopo che chiude l'ufficio immigrazione di cobuè.          Vorrebbe dire pagare una multa salata e oltretutto io non ho valuta locale con me. La parte finale del percoso,con il camion carico è la più snervante. Non trovo appigli o posti per fare presa, ovunque intorno a me un groviglio di piedi, braccia e gambe di varie dimensioni, inoltre l'intero fondo del camion è occupato dai bagagli.
Riesco ad arrivare a tempo e scongiurare la multa. Il funzionario, molto giovane, mi dice che in teoria dovrebbe multarmi, ma di fatto non lo fa e mi aiuta a trovare una soluzione al fatto che non ho denaro con me. Un emporio gestito da un bengalese (coetaneo, tra l'altro) mi cambia dei dollari e riesco a mangiare e prendere una stanza. Mangio polenta bianca e un sughetto di capra e pomodoro. Mi era stato anticipato che da queste parti abbinano una parte minima di condimento alla polenta bianca, e ,in effetti, mi viene servita parecchia polenta e poco , pochissimo condimento. L'altro commensale riesce a mangiare tutto, io devo chiedere dell'altro sughetto. La polenta si mangia con le mani anche quando è fumante. I locali ne prendono un poco e  se la passano parecchie volte tra le mani per far andare il sugo in profondità. Dopo cena faccio un giro nel paesino. I bambini  quando mi vedono urlano e scappano, anche 2 ragazzine hanno una reazione di sorpresa e scappano (senza urlare).

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