domenica, maggio 29

4 maggio treno Guwahati-siliguri

La sveglia non e' troppo traumatica, mi sveglio abbastanza riposato. Fuori dal vagone e' ormai luce e le risaie sottolineano il profilo piatto del paesaggio della valle del brahmaputra. Nubi dense scuriscono il cielo. Dopo un po' di ulteriore nero inizia la pioggia vera e propria. Non dura tantissimo, ma scarica parecchia acqua. I treni indiani hanno serie di 3 sedili per lato. Sono imbottite, ci ho viaggiato confortevolmente, la giovane coppia di indiani si sono incastrati tra sedile e tavolino. Poco prima di arrivare mi saluto con i compagni di viaggio, con altre occhiate,altri cenni e sorrisi finali. Il treno non arriva a siliguri, ci arriva vicino. Prendo un treno subito dopo essere arrivato in stazione, ma poi mi viene il dubbio se fosse quello giusto e chiedo 20 volte. Alla stazione dei bus mangio qualcosa al volo e prendo il bus per darjeeling. La terra prima piatta. prima si increspa e poi letteralmente si impenna e il bus sale e la scala come si presenta. E curva dopo curva saliamo di quota. A fianco della strada corre la linea della ferrovia. La percorre il toy-train, un trenino a vapore ancora utilizzato. Ero curioso di vederne l'arrivo, ne vedro' partire uno.Arrivo a darajellin dopo parecchie curve e aver letteralmente scalato una montagna. La stazione di Darajellin e' a 2300m circa e la citta', da quella quota sale sul costone ripido della montagna. Gli alberghi economici ovviamente sono in cima e tra scale e salite arrivo in zona dopo piu' di 40 minuti. Il primo non mi ci vuole, lascio lo zaino e vado a cercare, ma mi chiedono troppo. Dopo varie ricerche , tra cui uno che mi ha portato a casa sua dove ha delle camere, arrivo a pandim GH. Ci si arriva seguendo le indicazioni, su per una salita, percorrendo un vialetto,piccolo slalom tra edifici e in fondo al piccolo passaggio si arriva. C'e la camera con bella vista e li, sull'amaca attaccata alla balconata trovo marco. Ci presentiamo, poi vado a prendere lo zaino e mangiare qualcosa. Mangio in un piccolo ristorante, momo vegetali non indimenticabili, mi restano piu' impresse le interiore si maiale poste ad essiccare sopra la cucina. Ripercorro la strada tutta buche che mi porta alla GH e mi presento con marco. E' sloveno di bled, ha 38 anni, la barba e' raccolta in una piccola treccia e ha una filosofia tutta sua su energia e vita.Segue il ritmo del sole e si sveglia prestissimo e fa molta molta attenzione a cosa mangia. Lavora per 6 mesi l'anno e durante gli altri 6 viaggia, rinunciando alla pensione. Abbiamo una lunga chiacchierata (la prima di una serie) accompagnati da vari te' e dalla vista del versante opposto, che si fa scudo della nebbia, affacciandosi di tanto in tanto, un po' come farebbe un bambino timido dietro la gonna della madre. Alle 5 circa facciamo il giro del paese, marco mi fa vedere piu' o meno che forma ha il paese, la piazza e le strade per raggiungere le varie attrazioni. Arriviamo al mercato e mangiamo dei noofles vegetali. Ce li servono in un piattino di foglie di banana secche. Facciamo pure il bis. Mangiamo in piedi da una posizione rialzata. Si vede che c'e' fermento, siamo nell'incrocio di accesso al paese, e si sprecano i clackson. Darjeeling prima era regno del sikkim, ma a seguito di una protesta per l'imposizione di una tassa, il lord rappresentante di Londra ha semplicemente annesso all'impero britannico anche questa piccola porzione di pianeta a 2500 mt per farne un sanatorio. E il sanatorio , in effetti, e' ancora li'. In stile vittoriano fa bella mostra di se' in entrata nel paese. Ha l'immancabile orologio, col quale gli inglesi cercavano di imporre il proprio ritmo agli indiani (convinti di reicarnarsi, e per nulla pressati dal passare del tempo) e un piccolo portico. Torniamo in camera che e' buio. Condividiamo una melagrana e poi marco va a letto. Io resto sveglio un po' di piu'. In questa zona e in tutto il sikkim ci sono delle farfalle notturne di varie dimensioni , ma soprattutto di vari colori. Resto impressionato dal gran numero e dalla varieta' di colori che hanno sulle ali. Si fanno le 9 passate e la temperatura non cessa di scendere. Io ho addosso praticamente tutto quello che ho portato con me. Benedico in 4 lingue le calze di lana e il pile (che tanto trovavo inutili e superflui in Birmania). La mia camera e' piccola piccola, ma ha due coperte e ci dormiro' bene.

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