domenica, maggio 29

29 aprile central turisti government guesthouse wokha

Mi sveglio alle 5.30. Provo a girarmi dall'altra parte, ma poi mi alzo quasi subito. Preparo lo zaino e scendo. Chiedo se la colazione e' inclusa, mi rispondono che ci sono solo uova. Io dico che puo' andare bene, salvo poi chiedermi di pagare. Faccio presente che la mia domanda e' stata chiara ed esplicita"la colazione e' inclusa?" Alla fine non mi faranno pagare manco l'acqua presa il giorno prima (e non capisco come mai). In compenso la camera e' abbastanza cara e quindi penso abbiano trovato un accordo tra loro. Chiedo come arrivare alla stazione dei bus e passando tra qualche casa, coi galli che mi cantano di fianco, arrivo alla stazione. Ovviamente l'ora del bus e' molto indicativa e i biglietti li vendono solo dopo che il bus e' arrivato. C'e' un minuscolo mercato spontaneo. Donne dai villaggi portano prodotti della terra o raccolti nella foresta. Un insegnante di inglese mi prende sottobraccio e mi illustra i prodotti (12 in totale) che le donne hanno portato nelle loro ceste. Sono per lo piu' fogliame di colore verde o rossastro, tra loro riconosco la foglia di zucchina , il mais in foglia (lo cucinano a vapore nella foglia), e qualche ortaggio. Tra i prodotti strani c'e' qualche granaglia tonda, un composto per l'insalata puzzolentissimo (grosso piu' o meno come un portasigarette) in foglia di banana, insetti bolliti e qualche altro prodotto. Successivamente l'insegnante insiste perche' veda i villaggi, vera anima della vita del luogo. Prendiamo un tuc tuc e facciamo questo giro. Il giro sara' molto deludente. Chiedo della religione locale e mi dice che sono praticamente tutti cristiani. Speravo in qualche bella religione originale. Praticamente non scendiamo dal tuc tuc. Quando scendiamo dal tuc tuc nel villaggio veniamo invitati in una casa. Chiedo come funziona la struttura del villaggio, ma riesco ad avere solo qualche minima informazione. Il capovillaggio viene eletto e rimane in carica 5 anni. Si pregia dell'aiuto di un consiglio. Cio' che viene fatto nel villaggio viene definito in una assemblea che si tiene una volta all'anno. Mentre sto entrando nel tema l'insegnante mi mette fretta dicendo che c'e' ancora parecchio da vedere e devo lasciare il discorso. Pero' gia' dopo 2 minuti torniamo in citta'. Recupero lo zaino e vado alla stazione dei bus. Li' cucio la spalliera dello zaino, carico il telefono e metto definitivamente il sigillo su quelle che per me sono le ragazze piu' belle del Nagaland. La donne della mia etnia preferita e' la ragazza Lotha. I ragazzi di kohima mi avevano detto che le ragazze piu' ambite sono quelle di etnia chiang, magari se le vedo cambio idea... Mentre sono alla fermata mi informano che il pullman sta facendo fermata li' vicino. chiedo se passera' davanti a dove sono e mi dicono di si. Il bigliettaio non c'e'. Dopo un po' butto l'occhio e vedo che il pullman sta percorrendo la salita per uscire dal paese. E quindi allarmato ,scena alla James bond. Salgo di fretta sul tuc tuc e gli dico" segui il pullman!!!" in italiano. Il tuc tuc parte con gran fragore. Alla curva , salita leggera, e il tuc tic quasi si ferma. Ma il pullman lo si vede, anche lui arranca in salita. C'e' un solo autobus al giorno. Se lo perdi sei fatto. Il l'inseguimento a 15/20 km orari e' stato emozionante!!!le buche ovviamente non mancavano e il piccolo tuc tuc rimbalzava tra una e l'altra. In salita poi rallentavamo pure!! Il pullman non era sempre a vista, le curve e la vegetazione spesso lo occultavano, ma eravamo vicini. In realta' il tuc tuc driver sapeva che c'era un'altra fermata poco dopoSalgo e prendo posto. Il vicino mi si addormenta praticamente addosso. Lo scuoto un po', lui si rende conto, e si addormenta sul vicino dall'altra parte. Passiamo dei bei boschi , le montagne hanno vallate rigogliose , non eccessivamente ripide. Arriviamo a Mokockchung alle 2 circa. Vorrei trovare da dormire vicino alla stazione, l'indomani il bus e' alle 6, e ovviamente ce ne e' uno solo. Lascio lo zaino in un negozio e inizio a cercare. Ne trovo uno con camere economiche, ma quando torno interessato alla camera la reception e' chiusa. Lascio un biglietto e vado a vedere il villaggio. So che poco distante dalla citta' anche a mokochung c'e' un agglomerato urbano che non viene definito paese, ma villaggio. Ci si arriva facilmente a piedi (in salita, ovviamente). In cima al colle si trova il villaggio. Una buona parte delle case sono in legno, e molte sono su pali. Noto anche un posto auto su pali. A parte il fatto che le case sono di legno e che le vie paiono piu' pedonali che carrabili non vedo grandi differenze. Il paese e' diviso in piccoli settori, scopriro', su base etnica. Nelle piazze c'e' il capanno di cui parlavo a kisana. Vengo avvicinato da piu' di una persona. salgo su quello a due piani di questa parte del paese. C'e' una bella vista. I monti qui hanno creste morbide e profili non ripidi. La vegetazione e' rigogliosa e fitta. Tornando faccio una foto a una casa di legno. Mi si avvicina uno e mi chiede se mi piace la casa, gli dico di si' e lui mi dice"vuoi vedere dentro?" , e ci si avvia. Era il proprietario!! Un signore grassottello, ma tonico. Si chiama tashi ha 60 anni e 6 figli. Lo seguo all'interno e noto che la casa e' divisa per ambienti. Entrando ci fermiamo in cucina per un te'. La cucina ha un focolare su cui a diversi strati stanno a seccare dagli alimenti alla legna, agli utensili. La compagna di Tashi e' una signora molto minuta, che veste un abito del luogo. Andiamo sul retro a fumare una sigaretta e tashi mi illustra il villaggio, facendo riferimento alle parti del villaggio popolate da varie etnie, in pacifica convivenza tra loro. l'etnia prevalente sono i loi. delle altre Due di esse sono aperte ai matrimoni misti, una un po' meno. Dopo un po' quando il suo vocabolario si fa insufficiente, mi porta da suo fratello. E' pastore battista, ha una bella casa di legno, ma gliene stanno costruendo una di mattoni, mi dice mentre andiamo verso casa sua. Usciti da li' mi porta in un piccolissimo centro culturale loi. Dentro ci sono delle persone che fanno prove di canto per la festa, un paio di manichini con abito tradizionale e le immancabili foto della festa della repubblica indiana (prima o poi ci sfilano tutti e le foto sono orgogliosamente e prolificamente esposte in musei e centri culturali). Uscito di li' attraversiamo la piazza (dove montano il palco per la festa di cui sopra) e andiamo al tamburo del villaggio(il nome non lo ho scritto). Ne avevo visti al museo, ma qui Tashi mi fa anche vedere come si suona e soprattutto le vedo nella sua posizione originale. Taschi mi dice che e' li da un sacco di tempo. E' un tronco di piu' di un metro di diametro lungo quasi 8. E' scavato all'interno e si suona con due grossi bastoni legati dall'altra parte del tamburo. Si usavano per lanciare segnali di allarme o di richiamo o solo per comunicare tra paesi che tutto andava bene o altri messaggi in un codice preaccordato. Torno sui miei passi e sorpasso la cima (con immancabile antenna) per poi scendere verso la citta'. Arrivo in tempo prima che chiuda il negozio e prendo la camera. La camera fa abbastanza schifo, c'e' tanto di scritta" do not spit on the wall". E il bagno non e' affatto messo bene. Lascio le cose e faccio una passeggiata lungo la via principale. Ci sono vari negozi, ma non colgo particolari differenze come in altre parti (il negozio gestito da musulmani/indu' o buddista lo capisci subito, qui no). Invece noto in un negozio di articoli da regalo, sul fondo, una bandiera nazista. Sono shoccato. E' proprio lei, croce uncinata nera, in cerchio bianco su fondo rosso. La cosa un po' mi turba. Mangio una zuppa in un ristorante panoramico proprio mentre tramonta il sole, e poi faccio una seconda cena, molto abbondante. Stamattina mi sono pesato e con i vestiti pesavo 10kg in meno di quando sono partito. La cena e' composta da una zuppa, una ciotola di verdure bollite, una piccola ciotola di verdure fermentate, del curry con pollo e 2 pezzi dello stesso e una ciotola di riso che bastava per 4. Con calma e dedizione, con accuratezza e metodo , a costo di un po' di impegno riesco a fare fuori quasi tutto escluso il riso. Sto scoppiando. Mentre cerco di capire come alzarmi dalla sedia la ragazza si avvicina e mi chiede se voglio qualcosa ancora, io fatico a parlare per quanto sono pieno, ringrazio, saluto e vado verso l'uscita. Noto subito fuori dal ristorante un negozio che probabilmente ha il router. Lo ha! e ha anche un gestore molto amichevole. Mi invita ad utilizzare non solo il router, ma anche il computer. Torno in hotel ad avvertire che sono fuori a scrivere e il gestore mi chiede dove vado, che e' tutto chiuso? E in effetti tutto alle 19 era gia' chiuso!!! Restero' a scrivere fino alle 21 poi torno in hotel e vado al giaciglio ( letto non lo era). Il giaciglio era formato da un tavolato con sopra un materasso molto sottile e 2 coperte, di cui una puzzava tremendamente. Prima di andare a dormire con prova di evidente coraggio, ma ancor piu' evidente istantanea e repentina necessita' vado in bagno. Non e' una cacata felice: diarrea. Cerco di prendere sonno, ma sara' veramente una lunga notte. Gia' prima di mezzanotte aveva piovuto, la temperatura si era abbassata ed ero li' a cercare di coprirmi cercando di tenere la coperta lontana dal volto . Intorno alle 12/12.30 gran risate , sguaiate, a tratti. Si sentono distintamente varie ragazze e un ragazzo, forse 2 ragazzi . Fanno battute e le ragazze ridono. Dalle 2 alle 4, con varie interruzioni discussioni, movimenti, urla di donne, sono volati pure dei pugni, un paio di schiaffoni, di cui uno evidentemente da mano femminile, un bel po' di capovolgimenti di fronte(ora spiego) e qualche sbattuta al muro. Dalla mia camera (in tutto erano 3+3 camere sullo stesso corridoio) vedevo come le persone si muovevano nel corridoio, non di preciso, ma dai riflessi sul tetto del corridoio si vedeva la posizione delle persone. la serie piu' o meno precisa e' stata. Urla di ragazza, gente arriva in corridoio dalle camere, accuse, spintoni ,un paio di capovolgimenti di fronte e una prima scarica di colpi al ragazzo che ripeteva la stessa parola alla ragazza, interrotto da schiaffo sicuramente di mano femminile. Poco dopo, immagino, arrivano gli amici della ragazza. La situazione si fa concitata, altre urla, il ragazzo ha chi lo difende tra i clienti, ripete quella parola, ma i capovolgimenti di fronte si fanno molteplici piu' rapidi e piu' rumorosi, schiaffi, urla di donne, un paio di testate al muro e la situazione si fa un po' piu' tranquilla... senonche' altre urla di una e dell'altra parte, spintoni, nuovamente si coglie che la massa in tutto 5 o 6 persone passa davanti alla mia porta e non si tengono per mano, pur passando tutti insieme. In tutto questo io all'inizio volevo lamentarmi, poi sono arrivati supposti amici della ragazza e sono stato li' a fare supposizioni e a vedere nel tetto di in un corridoio di 6 metri scarsi persone fare avanti e indietro.

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