mercoledì, maggio 4

15 aprile red dragon hotel pin oo lyn

Sveglia 7 1/2 e buongiorno poco gratificante. Colazione panoramica sul tetto e alle 9.30 siamo pronti per andadre a prendere i motorini come concordato con Claudio. Andiamo a fare benzina e gia' dopo pochi metri ci hanno bagnati completamente. Sulla strada ci sono vari gggiovani che bagnano chi passa , su qualunque mezzo siano; anche se sono a piedi e di mezzi non ne hanno proprio. Comunque noi proseguiamo per un po' fino ad arrivare dove dobbiamo girare; Ci sono una ventina di ragazzi agguerritissimi!! inizialmente pensiamo di evitare l'incrocio, ma poi la strada e' proprio quella e c'e ben poco da fare. La strada diventa sterrata. Passiamo un paio di cimiteri di fedi differenti fino ad arrivare ad un singolare posto di blocco. Supportati da degli adulti dei bambini fermano chi passa abbassando una canna di bambu' a mezza altezza, e , con allegra minuzia bagnano i passanti. Fermano prima me e Noemi, poi Claudio che e' subito dietro riceve le stesse attenzioni. I campi di fianco a questa strada sterrata sono verdi. Arriviamo al ponte indicato sulla mappa e cominciamo a salire. Dopo un po' troviamo i ragazzi incontrati in treno. Stanno raggiungendo il villaggio a piedi. Con loro c'e' una ragazza cilena che sta portando con se l'intero bagaglio (visto percorso e temperature le daremo della matta, ne rideremo a lungo, poveraccia). Ci salutiamo e proseguiamo. Arriviamo ad un primo minuscolo villaggio. Le case sono solo ed esclusivamente di legno; i tetti in lamiera sono pochi, sono per lo piu' di foglie intrecciate. Vediamo anche una signora che intreccia le foglie fissandole con lo spago, varie serie di queste formano i tetti delle case. Le case hanno a lato una piccolo recinto coperto con dei bufali (1 o 2).Altra cosa interessante e' un carro con una macina a motore: una macina con servizio a domicilio. Un bambino cerca di bagnarci, gli altri accennano una fuga, io mi dimostro disponibile, il bambino, pero', non trovandolo divertente, manco mi bagna. Nel frattempo arrivano un gruppo con la guida e successivamente il gruppetto dei ragazzi conosciuti in treno. Proseguiamo. Le montagne sono punteggiate di alberi, il metodo di bruciare i boschi per ottenere suolo coltivabile qui e' largamente diffuso. Dopo un paio di lunghe salite arriviamo al primo villaggio del circuito. Si chiama Pan kan. Notiamo uomini armati con grossi fucili all'entrata e all'uscita del villaggio; non sono in divisa, ma fanno ronde anche all'interno del villaggio stesso. Mangiamo in una casa privata, il pasto che la signora ci propone offre porzioni abbondanti di uovo fritto, zucchina e , ovviamente, riso. Dopo un breve dopo pasto in una terrazza panoramica ripartiamo. Il motorino di Claudio, pero' ha dei problemi e cosi' torniamo a pan kan. Il meccanico ha una mano mozzata. Nonostante la mano monca riesce a capire il problema e a risolverlo: cambia la candela e il motorino torna ad essere efficiente. La strada prosegue tagliando crinali ben piu' scoscesi e la foresta qui e' integra quasi del tutto. Negli appezzamenti coltivabili ci sono piante di te. Il villaggio successivo e' Tan Sein. Arrivando da Pan Kan il villaggio e' decisamente scenografico, sul costone della montagna casette aggrappate al crinale si susseguono unite tra loro da piccole strade sterrate. In giro per il villaggio ci sono foglie di te ad essiccare ad ogni angolo disponibile. Nel villaggio c'e' anche un monastero. Noto il metodo di costruzione per sollevare il piano calpestabile: i pilastri di legno hanno degli incavi di 4/5 cm dove si innestano, perpendicolarmente, le travi che fanno da base per il piano di calpestio del piano superiore. I bambini sono agguerritissimi e ci seguono per bagnarci con una gran tenacia. Uscendo un po' piu' tardi dei miei compagni dal monastero, li vedo che fanno una sorte di danza davanti ai bambini tipo gli all black, e' molto divertente vederli, anche perche' i bambini non sono da meno. Ad ogni modo non poassiamo indenni il piccolo contingente. Dopo abbiamo un incontro chiarificatore con un ragazzo che parla inglese e ci parla della situazione militare nella zona. Avevamo notato che qui i militari sono parecchi di piu' paiono armati ed equipaggiati meglio e sono in divisa. Le divise sono del SSA (Shan State Army). Lo SSA ha firmato un accordo di cessate il fuoco e cooperazione con lo stato centrale, mentre quelli del paese successivo, di etnia Palang, ha firmato un accordo simile ad un cessate il fuoco, ma sono in armi e non accetta militari inviati da yangoon nei propri territori. Pare che a novembre ci sia stato un confronto a fuoco tra le milizie contrapposte. Questo spiega la massiccia presenza di militari in un villaggio tanto piccolo. Tra i militari c'e' un ragazzo con un paio di piccoli dreadlock, mi prende in simpatia e beviamo insieme un goccio, poi riprendiamo la marcia. La mancanza di fondi di provenienza statale e' subito evidente appena fuori dal villaggio: le strade , a nostro giudizio sistemate di recente percorse fino ad ora, diventano molto molto peggiori, al limite dell' impraticabile. Procediamo a ritmo molto piu' lento in un contesto di foresta pressoche' intatta. Le pendenze aumentano. Il villaggio successivo e' Pan Ka. Il tempo comincia a scarseggiare e notiamo solo le porte di entrata e uscita del villaggio con i coltelli incrociati sopra. La strada in discesa a tratti molto ripida peggiora ulteriormente finche troviamo addirittura del fumo denso a sbarrarci la strada. Poco piu' a valle sta bruciando della foresta con crepitii molto forti, fragore piu' che crepitio. Siamo indecisi. Tornare indietro non se ne parla, il giro e' lunghissimo e la strada, molto difficile in discesa, deve essere molto molto piu' difficile in salita. Decidiamo di aspettare un po. La scelta sara' azzeccata, il fumo pare diventare meno denso e possiamo proseguire ancora un po. Incrociamo militari con divisa differente da quella dell SSA. Noemi mi fa da navigatrice, potendo guardare la strada un po' piu' avanti di me. Dopo un po' pero' dobbiamo fermarci, ho mal di schiena. Ci scambiamo i motorini con Claudio (il suo e' piu' leggero) e proseguiamo. Dopo un paio di km in piano la strada migliora notevolmente e dopo il villaggio di Omu e' addirittura sfaltata!! Alla nostra sinistra montagne brulle, senza alberi e di colore scuro/grigio (non capiamo se e' la composizione del terreno o se sono state bruciate con minuzia. Dopo Omu (e un paio di di posti di blocco di bambini entusiasti di bagnare degli stranieri su strade in generale molto poco battute)ariviamo all'imbocco della strada principale. "mancano solo 7 km" ormai siamo arrivati!!Peccato che in quei 7 km ci arriva addosso un sacco d'acqua, da secchi, da canne e financo da furgoni in movimento. Il sole e' ormai tramontato e fa parecchio freddo, questi ultimi 7 km non finivano veramente piu'. Recuperiamo con gran sollievo il mio portamonete ( con chiave del lucchetto della camera) che era dal noleggiatore di motorini e ci beviamo una birra sul tetto. Siamo stravolti. Andiamo a dormire. A

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