mercoledì, giugno 15

21 maggio tourist lodge singik

Sveglia alle 6.30. Si vede la cima, con qualche nuvola. Stamattina marco vuole insegnare a fare pancake ai ragazzi. Con semplici ingredienti e una pentola piatta possiamo fare una colazione sostanziosa. uova,latte,e poi farina e sale. Ci mettiamo qualche pezzo di cioccolato e la colazione e' servita!! Le macchie non paiono andare vie e vedendone anche sui tessuti penso a delle perdite, inizialmente penso di tornare all'ospedale. Oggi faranno la puja settimanale al primo monastero visitato, quello che avevamo trovato chiuso due giorni fa, e' piu' piccolo, tipo 6x6 metri, ma piu' antico. mentre salgo incontro delle persone che salgono portando borse ( scoprirò che è cibo). Sento il suono degli strumenti, soprattutto i lunghi corni. Arrivato lì la prima cosa che vedo e' un bracere fumante di incensi di fronte al gompa. A lato 4 monaci suonano un tamburo e 2 strumenti metallici piatti, con suono molto acuto, li si suona con metallo ricurvo. L'entrata del gompa ha un piccolo portico, nel quale i monaci hanno steso stuoie per far sedere gli ospiti. 4 signore anziane siedono e parlano tra loro. quella piu' a sinistra gira ininterrottamente un grosso cilindro votivo, lo fara' per tutto il tempo in cui sono li'.Nella sala , seduti ai lati del piccolo corridoio oltre la porta i monaci cantano e suonano. La preghiera va avanti tutto il giorno. Fuori dal monastero i locali portano cibo e vettovaglie. Cerco di resistere ai tentativi di offrirmi del te, sono un po' di fretta, ma dopo aver rifiutato l'invito del primo ragazzino, e del secondo, poi al monaco ho detto si' e sono entrato dove finiscono le vettovaglie che avevo visto portare dai locali .Dopo avermi chiesto in tanti se voglio chai, mi trovo davanti una Pepsi,in un piatto a lato ,riso soffiato asciutto e dei dolcetti di pastella fritta. Siediamo in una casetta di legno, pulitissima, con sedie e tavoli. Un po' a malincuore torno verso l'ostello. Passo davanti al monastero e la signora e' ancora li' a far girare il cilindro. Ancora ho una mezza intenzione di andare a mangan. Dopo aver realizzato che comunque il ciclo di antibiotici devo completarlo con marco optiamo per una passeggiata. La strada la conosco fino ad un certo punto, ma so che a 3 ore di cammino c'e' una cascata. Incontriamo varie persone che passano il giorno di festa vicino a questa o quella cascata .Alcuni lavano la macchina, altri giocano con l'acqua. Ci sono un paio di curve in cui l'acqua inonda la strada. In unu di questi c'e' un ponticello di legno, ma pare proprio malsicuro; il piano di calpestio e' obliquo e per passarlo mi diverto anche un po'. Marco sicuro delle proprie scarpe passa in mezzo all'acqua. I ragazzi che stanno alla cascata sono giovani e giovanissimi. Alcuni fumano, uno di loro mi passa pure uno spinello. Andiamo oltre e troviamo una postazione di lavoro che si vede abbastanza spesso: spaccapietre. A quanto pare li pagano a giornata. Ce ne sono parecchi,con un telo a coprirli da pioggia o sole. Hanno un cerchio di pelle o materiale plastico all'interno del quale mettono la pietra da spaccare, e con un martello spaccano le pietre che servono per manutenzione o costruzione delle strade. Alcuni sono qui con la famiglia. In un gruppetto c'e' anche una signora anziana, con il gioiello al visto anche al mercato di .Anche qui mi offrono da fumare ganja, stavolta in una pipa. Ci fermiamo per mangiare su un muretto poco dopo la "cava". Porto ancora gli scuori segni di quel muretto: catrame. Comunque abbiamo un frugale pasto che ci soddisfa. Poi marco ha le scarpe bagnate e torna indietro, io faccio l'autostop. Vorrei arrivare alla prima cascata' o possibilmente andare a vedere il ponte crollato. Vedo un autobus e faccio un cenno. si ferma e io mi avvicino. E' un pullman di militari , mi chiedono dove vado e gli dico alla cascata. Mi dicono che andranno fino al ponte crollato, e che se voglio posso andare con loro fin li'. Quando mi chiedono di dove sono e gli dico ch sono italiano il mio interlocutore non si scompone, un ragazzo alza un po le sopracciglia girando la testa (penso per la storia dei maro)'. lo stesso autobus poi tornera' indietro verso siliguri. Fondamentalmente arrivano truppe fresche con rifornimenti e danno il cambio agli altri, che arrivano dall'altra parte del ponte (e li vedo durante la discesa che cercano di salire in fretta).Il ponte è stato letteralmente spazzato via. Non se ne vede traccia, se non la partenza dal lato sud, è stato inghiottito dalle profondità della valle. In alto una bella cascata da acqua al torrente (che scorre praticamente in verticale). Il ponte è il limite oltre il quale serve un lasciapassare, ma arrivati li' il militare , invece di chiedermi se lo ho, mi indica la strada per passare il fiume da un passaggio tortuoso e a tratti molto ripido immediatamente a monte. Questo tragitto e' stato creato in tutta fretta per permettere i collegamenti tra le due sponde e non isolare il nord Sikkim. È estremamente ripido e fangoso, c'e' anche una corda per aiutarsi nella salita/discesa. Vedo anche un turista cadere rompendo un sostegno della corda (e non rimettendolo a posto). Mi colpisce vedere come operai spostino grosse bombole necessarie alla saldatura, sono molto pesanti e le spostano in 4 aiutati da corde. Ovviamente perdo il passaggio di ritorno che mi era stato offerto dagli stessi militari sul bus che torna a siliguri. Torno con passaggio trovato li appresso proprio a inizio piovasco. E, un signore di Singik, che lavora per una impresa di costruzioni. La macchina ha ancora la plastica sui sedili. Tornando la pioggia si fa molto forte, formando cascate da tutte le parti. La cena e' buona: curry con uovo, verdure e riso, decisamente approfitto del 2 e del 3 giro. Marco sta finendo il caffe' e io anche devo fare acquisti a breve. Nei giorni successivi scene poco edificanti con caffe' ribolliti et similia.

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