sabato, febbraio 3

30 gennaio libori hostel sumbawanga

Sveglia alle 9. Oggi devo andare in un istituto per ciechi a fare delle foto per trovare finanziatori e poi penso proprio di lasciare la città. Arrivo al mio appuntamento in leggero ritardo, ma il mio uomo è lì. Assisto anche all' arrivo degli studenti. Ce ne sono di tutte le età , spesso arrivano accompagnati da un ragazzino. La principale occupazione che gli viene insegnata è la aviocultura.  Nel recinto incontro anche delle suore che coltivano la terra.
Quelli che più mi hanno colpito erano 3 tutti e tre con grossissimi problemi di vista, ma in 3 riuscivano a muoversi in autonomia.
Fotografo la classe e gli spazi del complesso monastico, poi, mentre torno indietro mi chiama Charles. E' alla stazione dei bus. Lo raggiungo lì. L'idea iniziale era di andare a Mpanda.
Non c'è nulla di speciale lì, è stata importante tempo fa perché c'erano i diamanti. Ora ne sono rimaste le infrastrutture ed è uno snodo dei trasporti. Prendo accordi e vado a prendere lo zaino. Tornato lì cambio idea. Sto meglio e sono energico, decido di tornare sul lago Tanganica. La guida raccomanda kipili.  Ci si arriva con qualche ora di bus verso kirando e un ultimo tratto di 7 km , da katongoro.
Faccio una colazione un po' forte, poi mi tocca il bus. Fegato di capra arrostito e uovo fritto. ...forse un po' troppo forte,fatico a finire il piatto.
In teoria sono 5 ore, ma neanche siamo usciti dalla città e l'autista ha sollevato il coperchio del motore e ha armeggiato con il motore acceso.
Ho comprato un piccolo corso di swaili. Spero mi aiuti a comunicare. Subito fuori città percorriamo l'altipiano tra sumbawanga e la costa su una strada asfaltata.piove a dirotto. L'altipiano è prevalentemente coltivato. Qui piove molto e gli ortaggi sono la coltura principale. Gli alberi punteggiano il paesaggio inizialmente, poi si sale di quota ed aumentano di numero. La strada è asfaltata fino a Namanyere, poi inizia lo sterrato. Si passa dalla foresta di Lafwe. È un bel posto. Foresta molto fitta, come finora in Africa non mi era ancora capitato di vedere.alberi  di 6/8 metri spuntano da un sottobosco fitto. La strada è parecchio tortuosa.
Arrivato a katongoro faccio un po' di spesa e inizio a contrattare con i boda-boda, le mototaxi. Mi darà un passaggio il maestro di scuola elementare del villaggio. Percorriamo gli ultimi 7 km in un sostanziale piano coltivato a riso. Mi lascia e attraverso a piedi il villaggio. È un contesto di estrema ruralità. Capre, galline , bambini(quelli coraggiosi).  Case di mattoni e tetto di lamiera o paglia. Ci sono minuscoli empori con dentro da mangiare biscotti e poco più. Non vedo nemmeno uova. Un ragazzo disabile mi cammina a fianco , è sorpreso: ride e sbava. A parte il posto di polizia portuale non pare ci sia nulla che rimanda ad uno stato centrale. Pare un posto abbandonato da Dio. Lungo la strada principale Capre ed altri animali da cortile gironzolano . Ne vedo di più delle persone che incrocio.
Arrivo alla missione. Ci sono 5 o 6 camere. Mi dicono i prezzi, il cibo è decisamente caro. Trovo un gruppo di amici che arrivano alla spicciolata. Bevono birra calda e condivideranno un brodo di pollo. Sono un gruppo affiatato e resteranno a lungo. I primi che trovo e che lasceranno per ultimi (entrambi ubriachi) sono un maestro di scuola secondaria (che andrà via dietro ad una moto) , ed un militare di stanza a kipiri (lui andrà via sulle sue gambe, ma si addormenta un paio di volte sulla sedia).
A cena riso, pollo in brodo e foglie di zucchina lesse. Dopocena lunga e vivace discussione su libertà personali, evoluzione,  opportunità di battezzare bambini piccolissimi e rapporto con Dio.
Ho mangiato i funghi locali. Hanno un sapore molto differente dai nostri. Sono dolciastri

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