lunedì, febbraio 12

11 febbraio sunni guesthouse kigoma

Sveglia alle 10.30. Ho una telefonata con mia madre e una parecchio più lunga con la assicurazione. Esco intorno alle 12. L'esito dell'esame al microscopio è negativi, non c'è malaria nel sangue. Passo dalla compagnia degli autobus e poi vado verso la stazione dei treni ; voglio un succo misto tamarindo e succo della passione e una fetta di torta. Il negozio è aperto. Scambio 2 parole con Sadani, poi torno al negozio ed è chiuso! Mentre rimpiango il mio temporeggiare, decido di lasciare Kigoma. Il bus sarebbe dopo 2 giorni, e la mia destinazione sarebbe  a 2 giorni di autobus. Se riesco a percorrere qualche ora oggi poi non devo alzarmi alle 6 e ho meno ore davanti. Decido di andare a kasulu, e da lì spero di arrivare a kibondo.
Proseguo quindi verso nord , verso il lago vittoria. Non ho trovato sufficienti  informazioni sul Burundi, ci tornerò, spero .
Subito fuori da kigoma il terreno è lievemente ondulato e coltivato a palme e mais.
Passato il pezzo lievemente ondulato la strada  diventa sterrata e si sale di quota con qualche curva e qualche scossone in più. Resta una montagna dai profili piuttosto morbido, colorata dal verde chiaro dell'erba illuminata dal sole.
Il furgone ha avuto fino a 3 persone in piedi (in realtà piegate), oltre ai 16 seduti (dietro, + 3 davanti). Insomma è stato a tratti molto pieno. In questi tratti il bigliettaio era praticamente fuori dal finestrino anche col bacino.
Anche su questa direttrice , a lato della strada i cinesi stanno realizzando una strada percorribile senza troppi scossoni
La vecchia strada va a zig zag con la nuova nel mezzo. In teoria non è percorribile e ci sono anche dei mucchi di terra per evitarlo, in pratica ci sono brevi tratti dove il furgone ci si infila. Arriviamo a Kasulu.
Appare come un paesone. Una ragazza sul mio mezzo deve andare anche lei  verso Kibondo e mi mostra dove si prendono  i mezzi per andare lì. La
Partenza (a spinta) da kasulu per kibombo pare avere qualche intoppo legato alle posizioni dei passeggeri. Arriverò col buio.
La strada inizialmente è buona, incrociamo anche degli schiacciasassi.
Il fatto è che il mezzo su cui sono è sgarrupatissimo. Sfiora gli 80km in discesa e ad ogni salita pare  che il mezzo stia per mollare il colpo. Abbiamo delle alture sulla sinistra, mentre sulla destra c'è una grande spianata.
Si avvicina all'ambiente della savana, con erba alta,colori chiari e alberi meno fitti che a sud.
Anche il tipo umano sta cambiando, nasi meno schiacciati in punta e setti nasali leggermente sporgenti e più affusolati. L'altezza media va aumentando.
Tutte cose belle e interessanti che si scontrano con l'amara realtà del trasporto.
La strada è peggiorata notevolmente e gli ammortizzatori di questo mezzo paiono incassare i colpi senza il minimo cenno di reazione elastica. Mancano 100 km e il navigatore segna 17 km/h.
Fortunatamente dopo un po' la strada migliora.  Inizia anche una discesa e l'autista approfitta.
Superiamo anche un cicloturista. Si alternano campi di mais,qualche
girasole e bosco ( non fittissimo). Passiamo anche una piccola zona paludosa coltivata a riso. La stanchezza inizia a farsi sentire e con lei anche il fresco. Sono  in maglietta,  viaggiamo a 1280 slm e manca un finestrino.
Spengo il telefono e ogni tanto verifico quanto manca. Quando vedo che mancano 10 km sono sollevato. Non farò lo schizzinoso se non c'è la ventola.
Arrivo in salita, tipo corsa ciclistica il mezzo arranca, pare che sudi mentre percorre le rampe finali. Alla fine sono 1524 metri slm. Trovo da dormire in una semplice guesthouse. C'è pure l'acqua calda per la doccia, un pentolone fma sopra dei carboni ardenti. Esco a cena nelle immediate vicinanze. In televisione sul canale 2 una serie made in India.
Mangio riso e manzo. Poi conosco Amis  un ragazzo che lavora per medici senza frontiere nel campo di Nduta, un altro campo profughi, che sta vicino alla città. I campi profughi nella provincia di kigoma sono 4 e il più grande si chiama luter. Non si riesce a capire quanta gente ci sia a Nduta. Pare più che nella stessa città, ma un numero, anche approssimativo, non lo si sa.
Poco prima di dormire vedo dei lampi. Appena dopo che entro la ragazza della reception sposta la scrivania vicino alla porta, stende un materasso di spugna, lo copre con un lenzuolo, si mette sotto la retina e si mette a dormire. io scrivo un pò e alle 12.30 vado a dormire. O almeno mi metto a letto, il materasso è parecchio duro e ci metto un pò a prendere sonno.

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