domenica, febbraio 11

10 febbraio sunni guest house Kigoma

Il muezzin inizia a cantare alle 5 ed è abbastanza ispirato. Il volume non è altissmo, ma canta abbastanza a lungo.  Mi alzo con molta calma e lavo pantaloni e capelli Oggi jorge verrà in questa guesthouse e un pò ozio, un pò temporeggio. Mi richiama per la ennesima volta il ragazzino di Kabwe che mi aveva fatto compagnia in paese che mi ha chiamato anche 9 volte al giorno i giorni a seguire. Mi chiedeva se tornavo verso sud, e io a dirgli che andavo a nord. Più o meno lo stesso dialogo varie volte al giorno. Mi dice che non sta bene e mi chiede del denaro. Gli faccio presente che sono fisicamente distante e che anche volendo farlo non ho modo di aiutarlo. Scrivo un pò e poi esco. Vado a mangiare al mercato. Mangiare nei mercati mi piace, ma appena ci si siede compare il vecchio,il giovane o il bambino a mendicare del cibo. Questa volta è un vecchio. Avevo chiesto una porzione piccola proprio per stare poco tempo, ma questo è arrivato subito, per cui divido con lui parte del mio pasto e proseguo pensando ad un succo e ad un pezzo di torta nel posto di fiducia davanti alla stazione. Ovviamente è chiuso. 
Noto una pubblicità di televisore a schermo piatto. Il bambino è ben diverso dai bambini del luogo. I bimbi qui sono nerissimi e praticamente sempre rasati. Questo ha tanti riccioli castano chiari e pelle olivastra. Potrebbe essere europeo o un berbero coi capelli chiari.
Anche in altre parti del mondo nelle pubblicità mi è capitato di vedere personaggi occidentali, anche se i locali (cui la pubblicità è destinata) sono fisicamente differenti. Prendo un succo di frutta dai ragazzini che lo vendono alla stazione dei bus. Con non poca fatica riesco a farmi capire. Voglio sapere se c'è acqua o ghiaccio. Ottenuta la risposta negativa ne compra una bottigliletta da 1/2 litro. E' avocado e limone. Non mi piace molto. Tornando compro della frutta e trovo un frutto strano, simile al frutto puzzolentissimo tanto amato dai tailandesi. Scopro che in Italia lo chiamano  Annone, ma Il nome corretto è chirimoya. Torno in ostello e trovo lorge, ci diamo un'oretta di siesta  e poi andiamo verso Kibirisi. Sulla strada inizia a piovere e prendiamo un tuc tuc. Arriviamo a  kibirisi e la pioggia è forte. Prendiamo un tè (con immancabile mendicante) e quando spiove  torno a trovare l'amico profugo del sud Sudan. Gli ho portato un corso di inglese in swaili, gli ho fatto chiamare casa e sono stato un po' li. Poi con Jorge  abbiamo proseguito lungo il litorale. C'era abbastanza fermento.
Ad ogni spiaggetta c'erano barche in partenza per la pesca. Anche nel tratto di lago immediatamente vicino alla costa le barche erano tante, e molte di quelle grandi a motore erano al traino di quelle più piccole, a remi.  Sulle spiagge le stavano attrezzando o sistemando allo scopo. Un  cadenzato battere di martelli ci ha fatto compagnia su tutte le spiaggette. Vari manutentori con dei fini scalpelli incastrano cotone in imbevuto di olio di palma nelle fessure del legno. E' un bel posto Kibirisi e la passeggiata oltre il porto è stata molto rilassante. Al ritorno , un pò alla volta , uno stuolo di bambini a preso a seguirci. 5, poi 9, poi 11 e poi ho smesso di contarli, ma alla fine erano parecchi più di 11. Notiamo dei balli e canti (penso a carattere religioso)di 5 donne e sulla via del ritorno ci fermiamo in una animata  baracca che fa da caffeteria. In delle tazzine minuscole prendiamo un caffè del burundi (decisamente forte) e tebes, una bevanda anch'essa dal burundi. E' giallognola tendente al verde, leggermente opaca e tremendamente amara! Si ottiene facendo bollire le foglie di bujumbura. Ha proprietà terapeutiche per lo stomaco e pare sia un rinvigorente per le parti basse. Decido di tornare a piedi, devo fare la pipì e voglio godermi il tramonto in solitudine. Speranza vana. Un signore simpatico , ma molto loquace nelle 4 parole di inglese che conosceva mi parla in continuazione e mi introduce ad altri che stanno percorrendo a piedi il breve tragitto tra Kibirisi e Kisanga lungo la ferrovia. Non avrò nemmeno l'occasione per andare in bagno. A cena andiamo da sandra. C'è musica dal vivo. Un gruppo con magliette del colore della bandiera della tanzania e pantaloni attillati suona musiche locali con strumenti "standard" (chitarra elettrica,batteria,pianola. Poi ci fermiamo proprio davanti alla stazione della polizia a fare cose illegali e proseguiamo. Andiamo in un bar safari, uno di quelli che piacciono a me, che trasudano disagio sociale. Ne ho visti di migliori (o peggiori, dipende uno cosa cerca), ma non era male. Con la sua luce rossa, la ampia cancellata tonda davanti al bar, e i tavolini di plastica, con un buon numero di avventori soli, con la propria birra. Tornati in ostello scrivo e poi vado a dormire.

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