giovedì, febbraio 15

12 febbraio Mikumi guesthouse Kibongo

Stamattina sveglia alle 8.30.  a colazione dei manghi comprati ieri e un biscotto di "panetteria". Il biscotto è morbido, sono 2 biscotti a base di albume attaccati da una crema al limone.
Ho visitato la moschea locale. Di recente costruzione. A parte il mihrab ampio e il mimbar a balcone l'unica nota di colore era un uomo che dormiva a terra, poggiato sul lato.
Data la vicinanza con il Burundi pensavo di trovare al mercato merci di provenienza burundese (o burundina?). Scopro che agli abitanti del paese vicino non è permesso vendere al mercato locale. Ci si trova caffè e merci che arrivano da li, ma una zona come la cercavo io è proprio proibita.Mentre vado a prendere il pullman lo vedo passare. lo rincorro con una  moto e partiamo. la strada anche qui è sterrata e costeggia a lungo il cantiere per la nuova strada. Sul piiù bello, in una zon a particolarmente fangosa c'è un camion di traverso. è lungo, carico e da l' non lo si sposta si sicuro.
La soluzione non è molto distante. Una strada improvvisata aggira l'ostacolo
Non manca il senso pratico da queste parti. sono tremendamente disorganizzati e a volte ottusi, ma il senso pratico c'è. Mentre percorro a piedi il tratto di boscaglia adattato a strada incontro uno spagnolo, è stato nel parco nazionale gombe. Famoso per gli scimpanzé. Ha speso qualcosa (i parchi in Tanzania costano un sacco), ma ha visto gli scimpanzé dal vivo.
Ha anche fotografato madre (con faccia nera) e figlio (con faccia rosa) sulle spalle.
La strada verso nord prosegue con lo stesso paesaggio, sempre sui 1200 mt slm. Ad ovest si vedono alture coperte di boschi pezzate di prati, ad est una ampia spianata.
Pare che esista una strada più veloce di quella che avevo individuato io. Vedo per la prima volta dei grandi uccelli. Sono alti quasi un metro e danno zampe e becco molto lungo.
Mi sono fatto allettare dal pensiero e della strada asfaltata e ho cambiato itinerario. Vado a Mwanza per la via più breve con un minibus. Lì vprenderò informazioni per un eventuale gita in un parco nazionale e di sicuro andrò sull'isola di Ukerewe. La strada per Mwanza attraversa la grande spianata che vedevo prima ad est venendo da sud. La terra qui è di un rosso meno acceso. Oltre al mais i campi coltivati a riso sono quelli che saltano più spesso all'occhio.
La zona accanto alla strada è sensibilmente più urbanizzata e popolata. Compaiono negozi di beni non indispensabili. Mi spostano dal minibus ad un autobus . È più grande, ma non ci sto con le gambe.
La mia vicina di posto è una signora anziana, ha il capo tondo avvolto in un fazzoletto. Il fazzoletto ha i colori tipo  pelle di leopardo Ne escono delle orecchie grandi. Ha zigomi sporgenti e 3 nei sul lato sinistro del naso. Questo non è eccessivamente schiacciato in punta, e il setto nasale sporge  poco dall'incassatura degli occhi. Ha labbra piccole. Veste con una maglia azzurra e una gonna rosa, entrambi con fantasie molto colorate. Ha anche un altro grosso foulard, che porta appoggiato sulla spalla. Le mani e gli avambracci portano il segno del tempo e del sole. Ha 6 bracciali traslucidi di colore marrone sul braccio sinistro e una spessa striscia di pelle nera sul polso destro. I bigliettai si avvicinano molto per chiederle dove va. Al momento di pagare estrae un nodo di stoffa dal seno e prende da lì il denaro.
Sto ora percorrendo la strada "parallela" alla costa sud del Lago Vittoria. Si vedono alture morbide coperte di  fitto bosco. Ogni tanto ci sono delle profonde ferite nel manto verde, immagino siano cave di pietra. La strada è  distante dalla costa intorno ai 20/30 km. Ho scritto parallela tra virgolette perché la costa ha insenature molto profonde. Penso che la costa sia tanto irregolare perché le colline digradano nel lago con  irregolarità e quindi si generano laguna e insenature molto profonde.
È sempre più diffuso vedere giovani e non masticare canna da zucchero. Quelli che offrono cibo e bibite a lato del finestrino, candidamente, mentre parlano con eventuali compratori, strappano delle fibre, le masticano un po', e poi le sputano.
Avvicinandosi alla grande città compaiono teriori segni del benessere di una  borghesia cittadina, che in un contesto rurale o di piccola cittadina non si vedono (anche per la tanta terra volante). Le camicie bianche, le scarpe lucide, i pantaloni con la piega o gli abiti impeccabilmente puliti, se le strade sono sterrate o polverose sono più difficili da mantenere.
Forse questo viaggio avrà una fine repentina e traumatica (per me). Potrebbero esserci gli estremi per un rientro anticipato con l'assicurazione. Se ci sono le condizioni torno a spese di Columbus da Mwanza  stessa
Nel frattempo alle spalle del mezzo è il tramonto
Qui le colline stanno scomparendo del tutto alla vista e la coltura principale sono le risate. Poco dopo il tramonto scompare proprio tutto, è l'oscurità. Prendiamo l'ultimo tratto di strada prima di prendere il traghetto .Una strada piena di buche e percorsa principalmente da mezzi pesanti. Si alza un sacco di terrza. Una terra è fine e leggera. E' stata una autentica esperienza multisensoriale:la si vede riempire in sospensione porzioni di bus quando viene illuminata , ne sentivamo chiaramente l'odore e la consistenza con le narici e il sapore. Era buio e non si vedeva,  ma per me, dal sapore, non era rossa rossa, era verso il grigio. La zona del traghetto mi risulta attrattiva, penso di fermarmici. Ho anche fame.
Mwanza è la 2' città del paese come grandezza. Sono le 9 passate e ancora c'è da prendere un traghetto. La traversata è piacevole. La città e le sue luci si avvicinano con calma mentre decido per il lake hotel. Esco pensando di Trovare cibo, ma già alle 10 è già tutto chiuso.
Ho pagato una moto per andare , prendere delle patate e tornare. Se non mi bastano sono fritto (come le patate). Arriva una frittata pessima. La camera ha il ventolone, ma affaccia su un muro distante meno di un metro, e ci sono 3 piani di edificio sopra. tale aria viene buttata  sulla retàina appesa al centro, che la devia. L' aria scivolava sulla rete e non arrivava nulla. Una pessima notte

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