giovedì, maggio 2

14 marzo, the colony hostel,Beirut

Mi  sveglio alle 7.40 circa. Faccio la doccia e decido di provare ad avere informazioni da Hezbollah, dalla stessa organizzazione. Chiedo in quale zona si trova ed esco. Un ragazzo americano mi dà un passaggio col suo taxi; sta andando a Balbek, e va nella mia stessa direzione, nei quartieri meridionali della città. Arrivato sul posto chiedo se qualcuno sa dove è il quartier generale . Mi dicono che è un grosso isolato, tipo 5 o 6 strade parallele, circondato e sorvegliato. Arrivarci mi fa vivere una situazione da spionaggio. Il pulmino su cui sono fa una telefonata. Poco dopo parla con un altro pulmino al semaforo, mi fanno un cenno, scendo dal mio e mi ci fanno salire. Su questo ci sono due persone che parlano inglese. Gli dico che vorrei avere un contatto con l'organizzazione per una intervista. La ragazza fa una telefonata. Anche io parlo con quella persona al telefono, una voce femminile  che parla inglese. Mi chiede dove sono, poi ripasso il telefono alla ragazza al posto del passeggero. Mi dicono che hanno avuto risposta positiva e mi ci portano. Mi lasciano davanti all' entrata di una strada sorvegliata da militari armati; sono in mimetica, ma le mimetiche non hanno nè insegne nè nomi. Ci sono reti da entrambe le parti della strada  nel  mezzo, a chiudere la strada, una sbarra enorme con relativo contrappeso enorme. I militari la aprono a richiesta. Mi dicono di aspettare. Io in realtà sono poco preparato, e durante questo tempo leggo Wikipedia per preparare  tre o quattro domande interessanti, alle quali avere una risposta. Mi tremano un po' le gambe, ma sono tutto sommato tranquillo. Dopo un po' il militare mi chiede di spegnere il telefono, e mi segue con lo sguardo anche quando vado a prendere dell'acqua. Passa una mezz'ora e arriva un motorino. L'autista mi fa cenno di salire dietro. facciamo Forse 600 metri in zona. ci sono varie bandiere dell' organizzazione. Gialle con un mitra impugnato e una frase del corano inneggiante alla lotta giusta. Arriviamo ad un portone. A metà scala il mio pilota mi tocca lo zaino, e mi invita a seguirlo. Si apre una porta, ci sono tende pesanti ad impedire la vista. Si vede solo, sulla destra, una porta dove entriamo. All'interno c’è una scrivania, 2 divanetti, e tra di questi un tavolino basso . La porta finestra che da sul balcone ha le persiane semiaperte. Mi chiedono di aprire lo zaino e prendono, davanti a me, tutto quello che c'è, compreso lo zaino. Telefono, macchina fotografica, guida turistica, taccuino, penna e power Bank (questo suscita un po' di attenzione e apprensione, poi viene riconosciuto come Power Bank). Ovviamente si prendono anche il passaporto. Tronfio di ottimismo dico di cercare informazioni sull' operato del partito politico, che suppongo avere facilmente, in quanto entità pubblica. Mi fanno varie domande. Ipotizzano che io sia un giornalista: me lo chiedono varie volte. Io gli dico che faccio parte di una associazione di viaggiatori indipendenti e che sono in Libano per vacanza e per vedere l'architettura musulmana presente nel paese. Il mio interlocutore, giustamente, resta un po' stranito e non trova il nesso. Parlo con più persone, pare che l'inglese lo sappiano solo uno o due. Gli dico che le informazioni che arrivano dalle televisioni sono spesso faziose è che io vorrei avere dall'organizzazione stessa. Mi chiedono cosa vorrei sapere e che cosa so dell' organizzazione. Su quello che so bene o male qualcosa gli dico, ma sulle domande mi servirebbe rileggere la pagina di Wikipedia per vedere quali parti sono poco chiare o su quali ho dei dubbi o curiosità. Ovviamente il mio telefono è in un'altra stanza e mi arrampico un po' sui vetri . Più e più volte vengo lasciato solo . Ogni volta che entra qualcuno (a chiedermi più o meno le stesse cose) chiudono sia la finestra che la tenda . Tutti sono muti tranne i soliti due. Mi trattano comunque con estrema cortesia chiedendo più volte se voglio caffè o cappuccino che mi portano insieme a delle delle tortine al cacao. Il tempo passa, io resto seduto sotto l'occhio della telecamera sui divanetti fiorati. Abbastanza di frequente si presenta qualcuno a chiedermi dove sto, se ho un telefono locale, che lavoro faccio, se conosco libanesi, se ho amicizie in Israele. Gli faccio presente che trovo la politica di Israele troppo aggressiva e che però non voglio fare domande sulla lato militare. Vorrei solo sapere dal partito politico quale è il progetto politico, cosa vorrebbero per il Libano, cosa vorrebbero per la Siria e domande di questo tipo: molto Generali e secondo me note a tutti i miei interlocutori. Di fatto non ottengo risposte. Mi hanno informato che quello che so è vero, ma non si sono sbottonati per nulla. In compenso quando gli ho detto che la mia era curiosità e la mia linea di pensiero un po' si sono ammorbiditi, di fatto quasi tutti poi alla fine una qualche parola in inglese mela hanno detta. Dopo un paio di ore ho provato la sensazione del sequestro di persona: senza passaporto, telefono e ogni altra cosa in una stanza chiusa con telecamera che puntava proprio su di me. Ogni tanto si apriva la porta, arrivava uno diverso ( tutti molto  cordiali ) che parlava un pò di inglese, e mi offriva caffè e tortine al cioccolato preconfezionate. Devo dire che le tortine erano buone. Intanto loro, presumibilmente scavavano negli archivi a cercare di capire questo chi era e cosa diavolo voleva. Entrava uno , mi chiedeva dove alloggiavo e cose simili, e poi andava via. Tutto sommato fuori pioveva e io avevo bisogno di riposo e di leggere. Nella finestra intravedeva tra le persiane, la stessa mano, che teneva sigaretta faceva appari e scompari per tutto il periodo. Dopo un paio di ore che mi portavano caffè e tortine al cioccolato, dopo aver letto storia e altro sulla guida, ho chiesto indietro il passaporto e le mie cose. Dopo 10 minuti (libanesi) mi hanno dato le mie cose e sono uscito col sole. Il ragazzo con cui ho parlato di più, che penso capisse meglio l'inglese, mi accompagna col motorino. Mi sconsiglia di rifare la stessa operazione, mi suggerisce dei siti dove informarmi, ed eventualmente di contattare il canale televisivo dell'organizzazione( che mi ripropone lo stesso problema per cui chiesto le informazioni, a parti invertite), e mi confessa che loro non mi hanno detto nulla per tutelarmi: “meno sai e più sicuro sei”, conclude. Raggiungo il museo nazionale  a piedi lungo dei grandi Boulevard. Chiedo agli autobus di passaggio se vanno dove voglio andare io, e mi dicono di no. Poi in realtà il bus numero 4 lo vedrò anche dopo che sono sceso. Ho una mezza idea di fare il gioco delle tre fermate, ma mi pare di capire che gli autobus percorrono i lunghi Boulevard senza girare. Arrivato al Museo Nazionale mi dicono che oggi è gratuito. Ci sono reperti Fenici ,Romani, Bizantini e in minima parte ottomani. Quelli che mi interessano sono quelli felici. Fondamentalmente steli e sarcofagi con la scrittura Fenicia. Ci sono anche della divinità       , rappresentata come una Sfinge Alata. La parte più interessante è nel piano inferiore. Ci sono una serie di sarcofagi, come quelli visti a Cadice. Ci sono anche delle camere funerarie affrescate. Rappresentano miti locali, non molto differenti da quelli greci, che probabilmente hanno a creare. Gli oggetti e alcune rappresentazioni,è evidente un influsso dell'arte egiziana, con cui i Fenici avevano costanti rapporti commerciali. Esco da lì e raggiungo il centro storico. A parte gli edifici religiosi, è tutto nuovo. Da lì Infatti passava la cosiddetta Linea Verde, che divideva la parte Cattolica da quella musulmana durante la guerra civile. Sono anche edifici anneriti ho bucherellati da proiettili, a memoria del passato sanguinoso della città. la moschea al Amin è la prima che visito. E' imponente, in pietra color ocra con iscrizioni scolpite all'esterno, e con minareti alti 65 metri. E’ classica moschea ottomana a pianta centrale circolare, con enormi lampadari, un minbar in legno scolpito e il mihrab in Maiolica Azzurra. Fuori da lì inizia la serie di chiese di culto Cristiano quella maronita, quella greca ortodossa, quella cappuccina, e prima ancora quella greco-armena. A parte quella greco armena, entro in tutte. Hanno caratteristiche differenti e decorazioni peculiari.  quella più spoglia è quella cappuccina, è la più decorata è quella greco-ortodossa. Sempre nella zona sono resti Romani tra cui le terme. Una torre dell'orologio moderna con orologio Rolex, a dimostrazione che i libanesi si trattano bene. Proseguendo vedo il Parlamento e la torre dell'orologio ottomana. Mi dirigo poi verso il lungomare. C'è una zona poco interessante con centri commerciali nuovi. Una bella moschea e poi una lunga camminata fino al lungomare. Non arrivo in tempo per il tramonto. Mi godo comunque la passeggiata e il mare agitato. Arrivo al faro: è su uno sperone. Ho mangiato un altro piattino di fave. Stavolta c'era del piccante e il limone era con la buccia. Guardando a nord si vede la costa decisamente urbanizzata, con tutte le lucine delle varie città. Tutto sommato Beirut ha il suo fascino.  C'è un traffico infernale, forse solo il Cairo ha carte da giocarsi, perfino a Teheran era meno opprimente. I clacson ci sono, abbondanti, ma non continui, di contro si sentono decisamente più sirene.

Fine di giornata (solare) sul lungomare.

Il faro è su uno sperone. E il mare è agitato. Ho mangiato un altro piattino di fave. Stavolta c'era del piccante e il limone era con la buccia

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