giovedì, maggio 2

13 marzo, the colony hostel, Beirut

.Sveglia alle 10.30. Oggi vorrei seguire un programma soft. Cercare una spiaggia e fare un bagno e visitare Tiro. Saluto Marie e prendo un bus che va alla stazione di Cola. Il bus percorre il lungomare, purtroppo sono un pò impegnato a mandare messaggi e perdo un pò della vita cittadina del lungomare, ma mi ripropongo di ripercorrere quello stesso lungomare.  Arrivato a tiro mi viene la curiosità di andare a vedere la spiaggia di naqura, ma pare serva un permesso e il tempo stringe. Decido quindi di andare in una spiaggia poco a sud di Tiro e fare il bagno. Raggiungo il posto con Marun, un tassista palestinese.  Il problema è che con le mutande stese ad asciugare attaccate allo zaino dovrei visitare la città. La spiaggia è grande e abbastanza estesa; ci sono varie torrette, tutte vuote . La divide dalla strada un piccolo acquitrino. Alla fine ho risolto facendo il bagno nudo. Bagno breve, l'acqua è parecchio fredda e c'è vento, uscendo ho pure il crampetto che bussa al polpaccio. L'acqua è più salata che in Salento,ma cristallina. Anche la sabbia non è male, chiara e fina. con tanti colori: vari toni di beige e di ocra, qualche punto nero e qualcuno rosso. volevo salire su una, ma la Scala è attaccata con del filo e non mi fido. Il resto del programma di oggi è raggiungere la città a piedi, cercare un postaccio al porto e mangiare pesce come se non ci fosse un domani. In città ci sono rovine romane di un certo rilievo, tra cui un ippodromo di grandi dimensioni. Non mi ispira granché. La cattedrale dei crociati (opportunamente costruita su un tempio preesistente, seguendo la nota tolleranza religiosa dei fondamentalisti ) era quella dove si incoronava il re di Gerusalemme; questa un po' mi attizza. Mi sono asciugato e ho un po' di sabbia più o meno  dappertutto. Mi sposto verso la città. Il bus diretto a Beirut parte alle 7 . Appena arrivato in citta mi avvicino ad un carretto con un pentolone che fuma. Ci sono delle fave bollite. Me le serve con pezzi di limone, prezzemolo e cumino. Devo dire che limone e cumino stanno molto bene insieme. Il mio giro della città passa dal mercato e finisce al porto. L’atmosfera è quella rilassata della cittadina di provincia, con signori di una certa età a giocare a dama mentre bevono caffè. Avevo una idea di trovare l'ufficio di Hezbollah per fare 4 chiacchiere e avere il timbro che mi permette di andare a sud, ma la ricerca in realtà nemmeno comincia. Finisco da Tony, il ristorante del molo 17. Non proprio economico, ma molto panoramico. Ho chiesto polpo e vongole con miele.In realtà la traduzione mi ha fregato, sono gamberi. Bevo 2 piccole bottiglie di vino e poi Tony mi ha indicato la pensione florida per cercare da dormire.Ho lo spazzolino, per cui posso pensare di fermarmi anche 3 giorni. Invito tutti all'ascolto dei CCCP, nel brano Emilia paranoica si accenna a beirut. Tony, alla richiesta della 2' bottiglia, mi ha mandato all'Hotel Eva, dicendo che mi manda lui. Alla 3 bottiglia mi proporrà il numero di uno spacciatore di hashish locale. Se Eva ha un prezzo abbordabile mi fermerei qui ,l'atmosfera rispetto a Beirut è molto più rilassata (e il vino è buono).  I gabbiani sorvolano il porto mentre i colli della costa, lentamente, cambiano colore. La presenza di un albero (secondo me di natale) mi ha sorpreso. Se all' arrivo del buio lo accendono, il finto albero con le lucine darà quel tocco trash che rende Tiro la destinazione dove fare base i prossimi giorni (senza bagaglio, ma ho lo spazzolino). Purtroppo l'albero non lo hanno acceso ,inizia a fare fresco e io non ho nulla per coprirmi: decido di tornare a Beirut. La passeggiata verso il bus è molto gradevole, un ampio lungomare praticamente vuoto, incontro 5 persone in 2 km. Alla fermata ho parlato un po con Harun, il tassista che mi aveva lasciato alla spiaggia e  ho preso un pullman che mi ha lasciato a Sidone. Il ritorno a Beirut, invece non è stato proprio una passeggiata. Nel frattempo inizia a piovere. Per partire, dato che mancavano passeggeri ho dovuto comprare 3 posti a sedere. Ho quindi detto all'autista che li avrei presi, ma doveva portarmi a quarantina, il quartiere dell'ostello, e non a cola, la stazione dei bus. Questo si ferma ancora prima di cola!!! Mi chiama un taxi e sotto una pioggia battente e aiutato dalla tecnologia do' io le indicazioni all'autista. Nel frattempo ho delle comunicazioni con l'Italia, per una questione in sospeso. Queste  mi mettono il morale sottoterra. Arrivo in ostello, saluto velocemente all'arrivo e vado a letto. Notte non proprio facile con pioggia molto forte. Alle 4 circa smette. Sono sveglio. Mi alzo, lavo i denti e aspetto la chiamata degli imam. Mi piace molto sentire la chiamata arrivare da varie parti differenti. Una di queste voci mi piace particolarmente. Torno a letto

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