venerdì, novembre 29

3 novembre i furgoncini destinati alle varie destinazioni aspettano vicino all'unico incrocio del paese. Quello che va a meavatana e' quasi pieno. E' un buon segno. Dovrebbe partire a breve. Faccio sistemare il bagaglio sul tetto e poco dopo si parte. Qualche chilometro dopo la partenza ci fermiamo. Raccogliamo un passeggero e il suo bagaglio molto ingombrante, anzi direi piu' fuori misura che ingombrante. Il ragazzo deve far arrivare in città 6 sacchi di carbone. Questi sacchi di carbone sono molto diffusi e visibili in tutta la nazione malgascia; dovete sapere che le bombole di gas si trovano anche , ma hanno un prezzo moooooolto superiore al carbone di legna, e così al prezzo della deforestazione, nelle case e negli hotely si cucina a carbone. E quindi questi sacchi alti quasi un metro e 1/2 con sopra scritto non-so-che 250 kg sono comunemente usati per trasportare il carbone. Ora, 3 sul tetto del piccolo furgone c'e ne stavano anche, ma dovendone trasportare il doppio l'autista era un po' scettico. Il fatto e' che dovendone trasportare 6 in città' il carbonaio avrebbe dovuto pagare il servizio 2 volte. Questo ad un costo certamente più alto che non spostando tutto in un unico viaggio. Breve contrattazione e , spostando il pannello con la destinazione, si riece a caricare tutti e 6 i sacchi più i bagagli degli altri passeggeri. Si riparte. Come avevo scritto prima la mazzetta e' istituzionalizzata. Ci sono 3 corpi preposti all'ordine pubblico in Madagascar. i militari , con il berretto verde la polizia , con il berretto bianco e i più interessanti per l'osservatore interessato e invisi al trasportatore i gendarmi , con il berretto nero. Questi ultimi sono i destinatari della mazzetta istituzionalizzata. Immagino siano gli unici che possono fare le multe( e che devono essere convinti a non farle). Nel mio picclo dizonario di malgascio la parola manutenzione non la ho trovata, ma non penso sia perché il dizionario e' piccoo o incompleto: penso che in malgascio quella parola non esista proprio. Ebbene all'entrata e uscita delle città ci sono posti di blocco. I posti di blocco sono generalmente organizzati con una panca ( meno spesso un vero e proprio gabbiotto) 2 uomini in divisa e, a terra, una serie di grosse pietre, tronchi d'albero o griglia bucapneumatici che costringono il mezzo a rallentare e passare vicino ai militari o paramilitari che siano. A questo punto autista e guardia si salutano e la guardia guarda un pò il mezzo. Il mezzo normalmente è malconcio, difficilmente con specchietti interi, decorato sulle fiancate da deliziose greche in ruggine o altro colore diverso dalla vernice del mezzo e, molto molto spesso, con ruote lise e tanto di tele degli pneumatici a vista. Il gendarme indica la piazzola dove far fermare il mezzo e l’autista si ferma. A questo punto l’autista consegna il libretto (di patente non ne ho mai viste) con all’interno la banconota per l’onesto e solerte gendarme che la prende, chiude il libretto e lo riconsegna. Saluto militare con la mano stesa a toccare la tempia e si riparte. Ovviamente le variazioni sul tema sono tante; l’autista di majinga mi diceva che anche i tassisti, se vogliono passare questi controlli senza che gli vengano contestate ruote lise o altre irregolarità devono pagare una piccola somma. Una volta mi sono trovato nella situazione in cui l’autista (ovviamente con più persone di quelle previste sul mezzo) aveva solo banconote di grosso taglio e ci si avvicinava al posto di blocco. Dopo aver chiesto più volte chi dei presenti aveva da cambiare e aver ricevuto un rifiuto, l’autista inizia ad agitarsi. Cosciente che di piccoli empori o bar per strada non ce ne sono , e con il posto di blocco in avvicinamento, l’autista inizia malvolentieri a rassegnarsi alla mazzetta pesante. Al momento dello scambio è evidente l’espressione di chi suo malgrado la mazzetta la ha data e la sorpresa e soddisfazione del gendarme, che alza le sopracciglia, sorpreso e soddisfatto. Altro dettaglio che rende bene l’idea della regolarità di questa pratica è il fatto che alcuni autisti abbiano all’interno della propria postazione di lavoro una piccola cavità dove infilare la banconota piegata e ripiegata fino a renderla piccola piccola. Ho notato la piccola cavità creata proprio a questo scopo dietro alla copertura del volante. I trasportatori che devono trasportare dei gendarmi li caricano molto volentieri e li fanno mettere davanti in bellavista per evitare questo tipo di fermate. Il non plus ultra, comunque me lo regala il giovane trasportatore (di carbone in questo caso). Poco prima dei posti di controllo consolidati e ben conosciuti rivolgeva al committente del trasporto fuori taglia la richiesta per una “integraciòn”!!! Semplicemente delizioso: il committente doveva integrare la mazzetta che normalmente sarebbe bastata per un trasporto passeggeri e bagagli, ma che sarebbe stato insufficiente per un trasporto fuori misura!!Roba da leccarsi i baffi, vero? Ma il bello arriverà dopo. Il viaggio verso Maevatanana prosegue attraverso delle zone umide con vari acquitrini per poi iniziare a prendere quota su delle colline tondeggianti di terra rossa. Anche qui il contrasto cromatico tra l’erba giallognola, i pochi alberi bassi con chioma verde, la terra rossa e il cielo azzurro dà grandi soddisfazioni e l’occhio ne ha grande piacere. Quello che invece rende l’atmosfera meno gradevole e sensibilmente più frizzante sono i rumori che emette il mezzo sovraccarico sulle strade in pendenza. Il mezzo in curva letteralmente latra . Il pilota deve più volte correggere l’ampiezza della curva perché spesso i rumori si fanno tanto rilevanti da parere inquietanti. Passiamo un grosso ponte con pilastri in mattoni rossi. Il fiume sottostante è decisamente impetuoso.

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