sabato, agosto 5

8 marzo Abala, guesthouse di ETT 

Il paese è piccolo, ma , potenza della diffusione della telefonia mobile e della relativa tecnologia, riesco a trovare l'adattatore per la scheda sd che mi serve. Riprovo ad entrare nella chiesa locale con risultati deludenti. La chiesa è chiusa. E non solo non trovo il prete con la chiave, ma oltre ad un paio di ciechi che vi stazionano ed un paio di uccelli (in verità molto colorati in blu e molto belli)non porto a casa nessun risultato tangibile. Sulla strada ci fermiamo in un punto panoramico, davanti a noi inizia la depressione della Dancalia . Mangiamo a Repti, dove si aggiungono a noi dei ragazzi italiani, fotografi e film maker. Avanzando verso la zona del vulcano erta ale lasciamo la terra ocra scuro delle alture caratterizzata dalle amba (sorta di piattaforma in cima alle montagne formata dall'erosione della cima da parte del vento) per avanzare in una di colore più chiaro e dalla grana più fine. Incontriamo anche degli accampamenti di nomadi. La tenda pare un igloo, sono pelli di cammello su assi tondeggianti. Scendiamo ancora e lasciamo monti punteggiati di piante pioniere. Arrivati al piano la strada passa vicino alle cime di parecchi piccoli vulcani la cui caldera è facilmente visibile. Il materiale piroclastico inizia a divenire da episodico a parte importante del paesaggio. Enormi strisce di lava solcano la spianata di terra sempre più sterile e chiara. Lasciamo la strada per avvicinarci alla base del vulcano erta ale attraversando una distesa di roccia vulcanica nera ondulata. Passato questo ostacolo si procede su della sabbia per un pò. Siamo in compagnia della guida e andiamo a pagare i permessi ad un componente della tribù locale. Ci sono 43°. Passiamo anche per un villaggio. l'acqua arriva con le autobotti e la corrente arriva solo con pannelli solari. Queste popolazione, poverissime a vedersi, campano fondamentalmente di aiuti che lo stato elargisce in cambio della fedeltà in zona di confine e poi perchè la terra è veramente aridissima e sterile. Si vede qualche orto recintato, ma è evidentemente insufficiente anche per la piccola abitazione attorno cui ,sterilmente, verdeggia. Sappiamo che il cratere per cui erta ale è famoso è pieno di lava solida, per cui il famoso lago di lava non sarà visibile, per cui andremo a cercare un cratere secondario .Per percorrere i 12 km di pista ci vuole più di 1 ora. Il trekking inizia dopo aver mangiato e quando la temperatura inizia a scendere.La prima parte è più semplice. il fumo illuminato di rosso che esce dai crateri aggiunge parecchio fascino alla ascesa.Il problema sarà percorrere la 2 parte per avvicinarci al 2 cratere , da dove la lava fluisce. Il problema è che quando la lacva solidifica, solidifica all'esterno , mentre all'interno continua a fluire. Questo genera delle grotte dalle volte molto sottili che sotto il peso delle persone si sfondano. Purtroppo non ci si può avvicinare molto alla lava perchè il cratere è crollato, ma lo spettacolo della lava che fluisce è comunque impressionante.


9 marzo campo in cima a erta ale

Il risvegglio è un pò traumatico, la guida dorme ancora alle 5 e 2 americani vanno in giro con la torcia a cercarlo in giro per il campo. Il campo consta di dei muretti a secco a semicerchio alti circa 40 cm. L'alba è molto bella . Pian piano che il cielo si fa più chiaro i bagliori rossi che illuminano il fumo che esce dai vulcani perde di colore e si trasforma in semplice fumo. La discesa rivela colori insperati la sera prima. Si alterna qualche arbusto a terra chiara e colate laviche di vari colori. Le formazioni che assumono vanno dal simil drappeggio poco sopra la superficie del monte , al muro di lava alto che scende a valle. Andiamo al lago Afrera, detto anche lago Giulietti. A fianco una piccola fonte a 40 gradi è una ottima occasione per far rilassare i muscoli e grattuggiarsi via lo sporco con le pietruzze sul fondo della piccola fonte calda. Mangiamo in un postaccio decisamente affollato di mosche, con le caprette che passeggiano indisturbate tra i tavoli e sulle panche dei tavoli liberi . Ci salutiamo dal gruppo e proseguiamo con i 2 americani (decisamente oversize) verso macallè. Lasciamo la dancalia e le sue temperature e il paesaggio cambia. Compaiono campi arati e case in mattone. La terra si increspa e si innalza facendosi via via più rossa. La prossima tappa è wukro e la strada è decisamente panoramica. Appena fuori da makallè la strada sale e una volta arrivati sulla amba che segue la salita la vista è bellissima. Profondi canyon scavati da torrenti stagionali solcano l'altipiano e la sua terra rossa e stratificata. Ogni curva meriterebbe una foto, il paesaggio è grandioso. Sul minibus parliamo un pò col vicino (molto vicino, i mezzi spesso sono pieni fino a che non entra uno spillo). La sera iniziamo ad avere coscenza di quella che sarà una costante dei ristoranti nei piccoli paesi: è tempo di digiuno e trovare cibo non da digiuno si rivelerà difficile, se non addirittura impossibile nei piccoli centri. Entriamo in più di un ristorante con una pecora in bella vista. La mia passione per la capra arrostita abbinata alla cipolla cruda è stata uno grande stimolo a scegliere questa destinazione. Idealizzavo un ritorno con formazioni di pelo di capra affioranti dalla pelle, lo zoccolo spaccato formarsi sotto la pianta dei piedi, un accenno di coda e invece... il digiuno prepasquale in un paese fortemente religioso !! :cry: ... Stasera (e non solo stasera) njera con tegamino. Il tegamino è una salsa ai fagioli insaporita con una spezia locale.

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