giovedì, agosto 13

Norvegia 2020

Norvegia 2020

 

27 febbraio 2020 casa mia, rosate

 

Sveglia alle 8 e ultimi ritocchi al bagaglio. Probabilmente ho qualcosa in più, ma tutto sommato potrò lasciare gli abiti inutili in camera di Paola a Tromso. Arriviamo in hotel, dove lasciamo la macchina e troviamo un gruppo di spagnoli che doveva prendere la navetta con noi.  Decidono di non andare a milano, ma di vedere il lago e Lugano. Temono che la frontiera svizzera sia chiusa a causa del coronavirus. Li rassicuro, semmai gli svizzeri non li faranno entrare. Gli suggerisco di provare i pizzoccheri.

L’ aereo Lufthansa per Francoforte è grande e quasi totalmente vuoto: ci saranno 31 persone. Ci danno un panino imbustato e una bibita a scelta. A Francoforte Marta mi fa provare il leberkaese , una sorta di wurstellone al forno della dimensione di un panbauletto. Se ne taglia una fetta, esattamente della dimensione di una fetta di pancarrè, ci si aggiunge l’immancabile salsa e si mette nel panino tondo (tipo michetta). Mi è piaciuto. Poi aereo per Oslo. All’aereoporto di Oslo ci crolla un po' il mito della impeccabile organizzazione scandinava: non tanto per l’ora di ritardo del volo, quanto per le condizioni dei bagni e per la mancanza di comunicazione riguardo lo spostamento del gate. Meno male che ci siamo interessati autonomamente: eravamo in 4 gatti ad aspettare davanti ad uno schermo vuoto. Sul volo per Tromso inizio ad essere stanco, ma cerco di stare sveglio, sperando di vedere l’aurora dal finestrino.

Arriviamo a Tromso alle 11 circa. Sono fortemente colpito dal sistema di gallerie che si dipana subito a nord della città. Non un unico lungo tunnel, ma una serie di gallerie con tanto di rotonde e semafori. Il tutto sottoterra, nella parte nord della città.  Spesso qui le strutture sono senza reception. Lasciano le chiavi in una cassettina a combinazione e ci si autoaccoglie nelle rispettive camere. Dopo aver lasciato i bagagli facciamo una uscita notturna. Abbiamo letto che nel parco c’è possibilità di vedere l’aurora. In realtà il parco è praticamente illuminato a giorno. Per cercare l’oscurità facciamo anche qualche passo nella neve alta, ma con scarsi risultati. Le batterie soffrono le basse temperature e in effetti i nostri aggeggi si scaricano molto rapidamente.  Scopriremo che le piste di sci di fondo spengono le luci alle 11. Noi eravamo nella zona del lago alla 1 e le luci accese erano veramente tante. Siamo colpiti anche dal numero di case con luci accese sia all’interno che all’esterno. Le case hanno grandi finestre e per curiosità sbirciamo per vedere se ci sia movimento. E’ la 1 . Tutto tace e tutto è immobile. Siamo abbastanza stupiti. Ipotizziamo sia senso civico. Durante la lunga notte polare si “dona luce“ a chi passa. Fatto sta che ci sono tante luci accese e nessuno a vista. Intravediamo comunque qualcosa nel cielo e lo identifichiamo come aurora. A lato del lago c’è il Centro Studi della Aurora boreale con le previsioni di visibilità. Incrociamo uno con lo snowboard in spalla. Sotto le grondaie a lato delle case vediamo tante cose appese, dalle bici ai tagliaerba. Tutti siamo affascinati dalle stallattiti di ghiaccio che scendono dai tetti. Tornando a casa grande scivolone. Arrivati a casa snack abbondante e poi a letto. Sono le 2 circa.

 

28 Febbraio confortable room in Tromso centrum, Tromso

 

Sveglia alle 8:00. Cielo bianco . Usciamo alle 10 circa e iniziamo la visita del centro. Nella zona dell’alloggio le case sono tendenzialmente basse e in legno. Sono tinteggiate di bianco, rosso intenso o altre tinte pastello.. I centri massaggi e parrucchieri sono di gran lunga i negozi più diffusi. In centro ci sono varie statue di bronzo. Gli edifici storici (con tanto di targhetta in norvegese) hanno copertura e anima dei muri in legno . Tra di essi ci sono l'ospedale (con una grossa sfera porta offerte davanti), il cinema , la cattedrale e altri edifici. Quelli nuovi (tipo il municipio) sono in cemento. Nella stessa piazza c’è la statua del cacciatore artico, un pescatore su una barca con un arpione, la statua di un re Haakron norvegese ed un piccolo padiglione dal sapore centroeuropeo utilizzato per i concerti. Attorno alla statua del pescatore ci sono vari metri cubi di neve ammassati, mentre nella parte del padiglione ci sono circa 40 cm di neve fresca. Per poter vedere che era il re mi sono riempito di neve. Nella stessa piazza c’è un rivenditore di hot dog che ha pensato bene di appendere un bracere (molto apprezzato dai turisti per scaldarsi). La stessa piazza si affaccia sul mare. Su una delle barche un signore sta liberando dalla neve il ponte della nave. Pare che non stia parlando, a me pare proprio proprio che invece stia bestemmiando divinità nordiche ripescate in saghe ormai mitiche. Passiamo davanti ad un igloo artigianale, ma manteniamo una certa dignità e non ci facciamo la foto.  Proseguiamo sul lungomare fino alla statua ad Admunsen. L’esploratore è raffigurato in piedi, con una spessa giacca e rotolo di carta in mano (immagino una mappa). In effetti lì è molto esposto agli elementi. Per raggiungere la base della statua altra camminata con la neve oltre al ginocchio, per poi vedere che c’era un vialetto ben spazzato. Il bus per Finsnes costa poco meno della barca, optiamo allora per prendere la barca. La prossima visita prevede le case di legno più antiche di Tromso, sono del 1798. Lungo la strada perdiamo ogni rispettabilità facendo le foto nell’igloo. Aggiungo che c’era un bambino dentro e ha preferito andarsene quando siamo entrati io e Marta. Ripassiamo davanti alla statua del pescatore. Una ruspa sta liberando la piazza dalla neve. Per rendere la neve lavorabile la solleva e la butta in terra. Mi pare un enorme gelataio che

lavora il gelato. Raggiungiamo le case. Lì dietro c’è una ragazza con i suoi 2 cani. Un husky e un carlino. Si contendono nella neve un guanto. Devo ammettere che il carlino, seppur parecchio più piccolo riesce a sfuggire all’husky. Questo ha un pelo molto folto e morbido: la coda è enorme , avrà un diametro di 15 cm circa. Chiediamo alla ragazza una spiegazione di quanto visto la sera prima. Non sa darci una risposta. Ci dice che in passato la luce accesa fuori di casa significava la disponibilità dei padroni di casa ad accogliere viandanti o persone di passaggio. Lì accanto c’è una spiaggetta in sassi e sul pontile il museo delle esplorazioni polari. Dentro ci troviamo una famiglia di italiani benestanti che sono stati alle Svalbard in crociera e staranno a tromso una settimana. Nel museo ci sono le narrazioni e gli oggetti originali utilizzati nelle esplorazioni polari. Si trova in una casetta anch’essa di legno. Di fronte c’è un busto di Amundsen e un tricheco in metallo (che mia sorella utilizza per fare dei selfie). Visita di un negozio di oggetti legati al consumo di cannabis. Il titolare dice che ancora in Norvegia è illegale, la si può avere dal medico, ma che spera che in 5 anni diventi legale almeno quella con il CBD. La cosa più pericolosa legata alla cannabis, dice, è la polizia. Andiamo a mangiare in un ristorante del centro. Mangiamo una zuppetta con pesce secco e besciamella, del baccalà con verdurine e dei panini con renna e balena. Devo dire tutto molto buono. Porzioni non esagerate, ma buone. La carne di renna (macinata) era tenera e grassa. La balena aveva la consistenza del fegato, un sapore molto deciso (simile al fegato) e un colore molto scuro. Dopo mangiato prendiamo un traghetto “express” per Finnsnes. La barca è nuova e molto veloce. Sfreccia intorno ai 60km orari tra i fiordi. C’è un piccolo bar e una zona destinata ai bambini. Con Marta beviamo un paio di birrette (permesse) nella cabina e poi usciamo sul ponte. C’è una parte al coperto dal vento che ci permette di godere del panorama. La visibilità non è ottima ma ci permette di vedere le alture costiere sia delle isole (alla nostra destra) sia la terraferma (a sinistra). Le alture sono innevate esattamente come le spiagge. Non ci sono creste aguzze, sono più simili a colline. Ci sono varie casette isolate lungo la costa. Anche queste hanno colori molto vividi, soprattutto in toni di rosso.   Arrivimo a Finsness che è quasi buio. Troviamo la strada dopo un paio di prove: in giro non c’è nessuno.

La casa si rivela un piccolo gioello. Mi piace moltissimo. E’ una casa in legno di 200 anni che è stata smontata e rimontata in riva al mare. I tetti sono bassi e tutti gli ambienti sono arredati con mobili in stile classico. Tinte pastello. C’è anche un vecchio telefono a parete, con auricolare attaccato al filo e imbutino dove parlare attaccato al telefono stesso. Tinte pastello. Con noi ci sono 3 persone, dormono insieme e paiono muratori. Portano in camera una gran quantità di birre: noi vediamo portar dentro 5 casse. Uno dei muratori usa il portacornetta come attaccapanni… Prima di cena andiamo in un supermercato vicino per curiosare. C’è un po' di tutto, comprese delle slitte in plastica. Colpiscono i tanti tipi di pane, anche se paiono già secchi. C’è anche una macchina che affetta il pane: ci si infila il pane (tipo panbauletto) intero e la macchina ne fa fette. Colpiscono anche i tanti tipi di patatine in pacchi da 300 grammi in su.

Cena luculliana portata dall’Italia. Pizzoccheri, torte salate e bottiglia di vino. Dopo cena praticamente perdiamo i sensi e andiamo a dormire immediatamente dopo.

La notte mi sveglio varie volte e nevica tutte le volte che guardo fuori dalla finestra.

 

29 febbraio  finnsess guard, finnsnes

 

sveglia alle 9:00.  A colazione ho la prova lampante che il microonde (che la sera prima pareva poco efficace) funziona bene. Il risultato è che latte di riso esce fuori dalla tazza. Colazione con biscotti mentre fuori continua a nevicare incessantemente. La casa mi piace sempre di più. Mandiamo una email chiedendo se il titolare vende le tazze personalizzate della casa. Forse aveva immaginato che ne volessimo tante. Fatto sta che alla fine ci scrive che regala le tazze che erano nella camera. Sono belle, bianche fuori e azzurre dentro. Usciamo alle 10 circa e prendiamo la strada verso il porto. Una bella passeggiata sotto la neve; per evitare di finire sotto la neve ci comprimiamo sotto il piccolo ombrello. Vediamo anche un fuoristrada che quasi perde il controllo, Probabilmente era una derapata voluta per divertirsi. Arriviamo ad un supermercato. Abbiamo un po' di tempo e facciamo spesa alimentare. Chiediamo ad addetto se nel supermercato c’è un prodotto tipo surstromming (prodotto svedese a base di aringa fermentata). Lui fa un paio di chiamate e alla fine ci dice di andare a comprarlo in Svezia. Compriamo polpette di pesce , aringhe, formaggio tipo gouda, panini molto bassi tondi morbidi. Vediamo una slitta fuori da supermercato con legaccio ad uso catena. Raggiungiamo il porto con una visibiltà di poco più di 30 metri. Al check in sulla barca ci fanno lavare le mani prma di dare i documenti. Al check in ci dicono che su hurtigruten non è ammesso  mangiare o bere bevande proprie. Ci prepariamo i panini sotto la neve, proprio di fronte alla nave ormeggiata in porto. La nave è molto grande. Ci sono 7 ponti, quasi tutti organizzati con cabine. Nel  ristorante vediamo una conferenza sul granchio gigante. E’ una razza “importata” e molto vorace:  si sta diffondendo rapidamente e si sta letteralmente mangiando tutto ciò che c’è sul fondale. Nell’acquario del ristorante ce n’è uno. Effettivamente è molto grande e ha un apparato boccale molto complesso. Rimando la foto ad un più tardi che però non ci sarà. Quando torniamo a fare la foto ci ricordano che per cena è previsto  King crab. Oltre al ristorante ci sono un paio di ponti all’aperto e una sauna. La sauna in realtà sarebbe solo per gli ospiti, ma di fatto è aperta e ci imbuchiamo entrambi. Non sarà proprio rilassante, siamo entrambi in quella degli uomini , ma di fatto ci facciamo i nostri 20 minuti di caldo secco. Subito dopo si passa in un punto in un passaggio relativamente stretto. La guida ci riporta che qui la zona è molto pescosa e ci descrive le isole della zona. I versanti a sud sono bassi e coltivati, mentre quelli a nord hanno alte scogliere e sono abitate soprattutto da pescatori. La visibilità è pessima, ma si riesce a vedere una aquila di mare passa sopra la barca. La guida cita anche l’allevamento dei buoi miuschiati che si allevano su un’isola in particolare, ma non ricordo di preciso cosa ci ha detto. Tornati all’interno ci mangiamo le nostre torte salate e ci beviamo le birre guardando il panorama dalla barca (per fare en plein). Arrivati a Tromso andiamo a visitare la zona a ovest del posto. C’è una baleniera con delle fotografie dei balenieri in attività. Mi colpisce la gran quantità di sangue sul ghiaccio e sulla barca. Lì vicino c’è una statua in metallo. Rappresenta una slitta trainata da husky e   ricorda la conquista del polo sud. Un cartellone riporta che lo slittatore, per concedere al compagno Amundsen la gloria dell’arrivo al polo, ha fatto camminare Amundsen davanti alla slitta per gli ultimi 2 km prima di raggiungere l’obiettivo. La statua è molto realistica, si coglie come l’attrezzatura stesse in casse di legno poggiate sul fondo della slitta. Lì vicino il museo polaria ha una struttura particolare: paiono grossi tomi poggiati uno all’altro sul lato lungo. La successiva tappa è un noto pub di Tromso. In effetti dentro ci sono una 30ina di spillatrici tutte con birre diverse tutte realizzate del pub stesso. All’interno pare una cantina, con volte in mattoncini e un orso polare impagliato. Beviamo le nostre birre piccole (care come vino d’annata) e andiamo via.  Facciamo un po' di spesa in un negozio di un cinese e rivediamo Paola. Con lei ci diamo appuntamento alle 18, per prendere il bus per vedere l’aurora boreale. Le previsioni danno attività in aumento, ci sono buone probabilità di vedere lo spettacolo, anche se il cielo è parecchio nuvoloso. Sulla strada verso l’appartamento realizziamo che Marta non ha con sé il suo tablet! Corro a casa a preparare la cena. Le coaffittuarie (che scopriremo essere di Palermo) mi trovano in casa con i pantaloni del pigiama, a torso nudo col rilevatore di fumo che urla come se non ci fosse un domani. Riesco comunque a realizzare delle omelette e nel frattempo arriva Marta. Mangiamo un fish e chips e andiamo a prendere il pullman. Vediamo belle vista delle case costiere. Anche qui grandi vetrate illuminate. Sarà il senso civico, pensiamo. La ricerca di un buco tra le nuvole ci porta verso Sommaroya. Una isoletta spazzata dai venti in fondo alle propaggini dell’ isola di fronte alla zona di Tromso.  Ci fermiamo e in effetti vediamo la prima aurora. Sono striature verdi che si stagliano sul cielo blu scuro. Oggettivamente è impressionante. Non ho mai visto nulla del genere. Il colore non è omogeneo e le striature (4) si muovono e si fanno più grandi e più strette in tempi relativamente lunghi con ordine casuale. Inizialmente non trovo la mia macchinA fotografica, ed è una fortuna!. Così posso fissare il cielo senza distrazioni. Ripartiamo. Sulla strada incontriamo un minivan di turisti che è uscito di strada. Già prima di arrivare al punto del minivan il freddo era ben evidente dall’interno dell’abitacolo. Forti ventoIspostavano il ghiaccio in forma di polvere e lo si vedeva passare sopra la strada. I poveri turisti erano tutti ammassati tipo pinguini e cercavano di resistere al vento freddo che portava in dote polvere di ghiaccio. In questa situazione di apparente emergenza Marta non riesce a smettere di ridere. Non che non ci provasse! Dice anche "So che non si ride per le altrui disgrazie ", ma poi non riesce proprio a smettere di ridere. Pare che per problemi di assicurazione non sia possibile dare asilo ai poveri turisti sul bus, e così stiamo lì aspettando che il 1° (dei 2 carroattrezzi arrivati) recuperi il minivan dalla microscarpata dove è finito. Marta continua a ridere cercando anche di nascondersi. Proseguiamo la nostra ricerca e il meteo peggiora. Prima nevica in orizzontale, poi addirittura, su un ponte, il vento la spinge dal basso verso l’alto! Le guide fanno finire l’autista in una strada senza uscita. L’ autista non inveisce (ad alta voce) e fa una retromarcia lunghissima su una strada minuscola. Mi colpiva molto la guida: una ragazza francese sui 20 anni che usciva senza giacca!! Arriviamo praticamente alla fine dell’isola, ma di aperture tra le nubi non ce ne sono.  alto. La bufera diventa vera e propria tormenta: non si vede proprio nulla fuori dal bus, a parte neve che va un po' in varie direzioni. Ci fermiamo in una nuova posizione. Vediamo la 2' aurora. In questo caso le nuvole sono illuminate da sopra. Marta beve il whisky, saluta e ce la giochiamo. Anche io ne bevo un po', e devo dire che ha aiutato. Arrivati in città abbiamo a che fare con la vivace vita notturna di tromso. L’ usanza  dei più festaioli prevede di passare l’intera notte bevendo fino alle 9 am. A quell’ora si beve l’ultima birra nel famoso pub che abbiamo visitato la sera prima, dopo di che si va a dormire. C’è gente chiassosa fuori dai bar. Arrivati in camera conosciamo le 2 turiste italiane con cui dicidiamo l’appartamento.  Fumo una sigaretta fuori di casa. Il cielo è limpido e distinguo il verde dell’aurora.

 

1 marzo confortable room in Tromso centrum, Tromso

 

Sveglia all8 circa. C’è un gran sole e la  visibilità è ottima. C’è un bel panorama sia in città che fuori. Se fosse stato così la sera prima o 1 dei 2 giorn in cui abbiamo preso la barca probabilmente avremmo ricordi ancora più vividi. Ci accontentiamo di fare una breve passeggiata nei dintorni dell’aereoporto e dimetterci vicino al finestrino. Non riesco a far funzionare la mia meridiana. L’autista di colore del bus appare ben svogliato. Forse ieri sera ha fatto dei bagordi, ma pare non calcolare minimamente chi gli chiede info per l’aereoporto o gli sottopone il biglietto per vedere se è quello giusto. Oltretutto non è puntuale; devo dire che l’impeccabilità dei nordici un po' mi è scemata. Soprattutto quando realizziamo che nessuno ha controllato i nostri documenti di identità in aereoporto. Il check in è affidato ad una macchina, e poi farà fede il codice a barre generato dalla macchinetta che fa da check in, sia a Stoccolma che a Francoforte. In aereoporto a tromso ci sono un sacco di Italiani. Sulla pista di decollo una ruspa spala la pista dalla neve sparandola ad una decina di metri di altezza. Il decollo è bellissimo. Sorvoliamo per un pò la costa nord della Norvegia. Le isole e le asperità costiere si danno il cambio tra braccia di mare che si insinuano nell’interno. La neve ricopre il tutto facendo trasparire qua e là i colori del suolo. Il candore delle neve è intonso su vari laghetti e stagni. Lasciamo la costa e le nuvole sui monti mettono i titoli di coda allo spettacolo.

Piccolo consiglio : sulla SAS oltre al tè vi daranno gratuitamente solo la luce per leggere , portatevi da mangiare per le tratte lunghe!

 


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