Sveglia alle 8.30 circa,
non c’è corrente. Svegliarsi in un letto resta comunque un'altra cosa, e sono abbastanza
energico.
Oggi vorrei vedere il
museo e una sorta di monumento alla fratellanza interetnica. Il “monumento”
consiste in 3 pietre angolari ed è stato fatto comporre da un marabutto vario tempo fa.
Appena sveglio vado a
vedere il museo locale. Mi ci accompagna il gestore dell’hotel. Ci tiene mostrarmi la chiesa locale, in mattoni rossi,
con campanile.
il museo e' diviso in 4
sezioni e riguarda la cultura kissi/malinkè. Mi viene spesso sottolineato come
qui in città la etnia prevalente a principio era quella kissi, ma poi a seguito
di varie migrazioni (anche dalla vicina Sierra Leone) ora la etnia prevalente
non è più quella kissi.
Nella prima sezione ci sono delle maschere di zone non locali.
C'e' Nimba, già visto a Conakry e noto nella fascia costiera che rappresenta la
fertilità , e Komo una maschera in legno con lunghe orecchie e un corno
utilizzata in occasioni ludiche.
La parte successiva e' legata alla vita
quotidiana. C'e' gbalingui una trappola per topi in legno e corda (utilizza la
flessibilita' del ramo per "impiccare"il topo). C'e' un corredo del
cacciatore, che oltre al fucile (yongabadino) include uno scacciamosche (leyi)
da usare per non farsi sconcentrare prima dello sparo e (fouza )un
copricapo-feticcio portafortuna . Segnalo di aver visto in citta' un cacciatore
in moto con fucile e fouza.
Gli oggetti che ho
trovato più divertenti del museo provenivano dalla sierra leone ed erano legati
alla guerra.
Uno era una sorta di
ventaglio che spostava i proiettili. Una ragazza lo usava davanti alle truppe:
muovendolo con ampie bracciate si supponeva che deviasse i proiettili.
Oppure il giubbotto
"antiproiettile", di tela, con attaccati degli amuleti. I proiettili
si sarebbero trasformati in acqua una volta colpita la tela. Infine un copricapo
in pelo sottile anche lui per evitare i proiettili.
Tra gli oggetti legati
all'uso della magia segnalo, oltre a quelli della sierra leone , borofing,
soubada e siani makongo.
Borofing si presenta come
un rotolo di pelle da cui esce un mazzetto di peli spessi. All'interno c'e' un
amuleto. Serve a trovare il ladro; tu gli chiedi di trovare l'oggetto e lui si
agita guidandoti fino al ladro(non alla refurtiva).
soubada e siani makongo
sono in opposizione. Soubada e' molto negativo. Si presentava come un piccolo
catino in terracotta (non ho toccato) da cui usciva un corno di capra e un
pezzo di metallo. La dicitura diceva che
spesso ospita sangue umano. Serve allo stregone per fare sortilegi, inviare
malattie e anche la morte. Siani makongo, invece e' una bottiglia con dentro un
olio speciale per massaggi. Questo olio protegge dai sortilegi.
Altro oggetto affine ha
dimensioni piu' grandi, tipo una piccola scopa di rami con una fasciatura sui
rami: serve a far colpire da un fulmine il ladro.
proseguendo c'e' una
Maschera (komo, significa genericamente maschera) che si usa per aprire la
carovana festante dei futuri ciconcisi
in giro per le strade del paese. E’ una maschera molto grande, pare una
testa con un muso molto pronunciato. In passato la carovana finiva nella
foresta, ora finisce in ospedale.
E' molto interessante
anche pombo. E' la rappresetazione di un antenato, normalmente apparso in sogno.
Mi intrattengo in seguito
con il direttore del museo , la guardia (che mi ha guidato durante la visita) e
un altra persona che mi si riferisce “molto informato “ sulle tradizioni
locali.
Con lui paròo dei riti di
passaggio: battesimo,circoncisione,fidanzamento, matrimonio e funerale presso i
malinke.
Non sono rituali molto
differenti da quelli “standard” dei musulmani. A celebrare le funzioni
storicamente c’è un marabout.
Da notare che se la coppia da sposare è di
etnie differenti si celebra il rito secondo la tradizione della sposa.
Le pietre angolari sono
una idea riuscita del fondatore del villaggio per cristallizzare nel tempo un
accordo tra i locali e le etnie che si sono aggiunte allo stesso insediamento.
Sono state messe a dimora
3 pietre con i margini coincidenti a memoria di un patto interetnico che
(pare)regge fino ai nostri giorni.
Il paesino ha fascino da
vendere, con la sua vita quotidiana che pare inintaccabile, la gente che
recupera acqua alla pompa, i cereali a seccare al sole,i vecchi che parlano
all’ombra e capre e pennuti che
razzolano tra le strade.
Mi accolgono calorosamente e mi chiedono come
so delle 3 pietre. Insieme correggiamo le informazioni inesatte della guida e
passeggiamo un pò nel minuscolo paese.
Sopra le 3 pietre c’è ora un semplice
monumento in cemento”alla pace” pagato dall’unione europea.
Andando nel villaggio abbiamo attraversato una
piccola foresta. Ho notato alcune persone si stavano lavando al fiume e alcuni
alberi molto alti e dalla chioma ampia, seppur non fittissima. Il mototaxi era più a suo agio guidando sullo
sterrato che non sull'asfalto.
Tornato a Kissigoudou e
poi mi metto nuovamente in direzione n'zerekore'. Vorrei fermarmi prima a
vedere una parte di foresta primaria (in teoria mai tagliata) e un ponte di
liane.
Spero di arrivare in
tempo a n'zerekore' per poter tornare prima che i trasporti scemino per via del
natale, che e' festa nazionale, anche se l'80% degli abitanti è musulmano.
Nella zona di N'zerekore' ci sarebbe anche da
passare del tempo, ma le cose che piu' vengono riportate come imperdibili sono
nell'altopiano di futa djalon e spero i riuscire a metterci piede.
L'auto che
porta tutto il mio ottimismo a Macenta è una renault 21 con 3 file di
sedili e fa un fumo denso, noneccessivamente scuro.
Abbiamo (per file di sedili)
1 file 'Pilota, ragazza
con treccine,ragazzo con cappuccio
2' fila io,uomo con
gallina bianca,donna con bambina che poppa,signore che mangia da schicetta
3'fila bimbo, ragazza al
telefono che parla lingua incomprensibile, ragazza pi̹ giovane, signora,
bambina
4'(bagagliaio 2 ragazzi)
Tetto 1 ragazzo
Andavamo molto piano
appena usciti da kissingoudou, poi ,invece, siamo stati proprio fermi.
Fortunatamente l’ altra auto è arrivata abbastanza in fretta.
Per ora mi va di lusso . È
nuvoloso. Essendo l'ultimo arrivato mi sa che sarò al lato al sole.
Per ora va tutto bene, sono
vicino al finestrino e in macchina si sente musica reggae!
Abbiamo attraversato un
mercato molto colorato e affollato
Sono ricomparse delle
piccole alture. Vegetazione a tratti molto fitta e rigogliosa, palme e
latifoglie su tutte. La vegetazione, che va un pò a tratti. E’ evidente il passaggio
di incendi.
La sera si vedono persone
a mettere fuoco alle erbe delle campagne.
La sera dell'auto in
panne da Conakry ,quando siamo ripartiti al buio, c'era un gran fuoco che
bruciava, poco distante dalla strada. Prima della zona di Gueckedou, ci sono
circa 50 km di strada sterrata.
L'autista ha ingaggiato
una sorta di sfida con un altro autista, anche lui giovanissimo, con cui spesso
ci scambiamo la pole position.
Il vero gallo della
situazione è il ragazzo seduto sul corto bagagliaio posteriore dell'altra auto.
Cappellino, occhiali a
specchio (per me ha pure la catenazza da rapper). Si tiene con una mano al
portapacchi e siede lateralmente sul bagagliaio.
Il nostro esterno a
confronto è un dilettante; è seduto sui
bagagli, sul tetto. Ogni tanto , quando rasentiamo la vegetazione a lato strada
, compare un piede (con ciabatta).
La terra è color rosso ,
a tratti con del grigio. Siamo vicino al
confine con la Liberia.
Abbiamo passato un
capannone del world food program e degli edifici legati al piano alimentare
mondiale per la foresta della Guinea.
Quello con la ciabatta...
Ha urlato di fermarsi e
ha vomitato ( dal tetto).
So che non è piacevole a
leggersi, ma so che apprezzate la fedeltà del racconto.
Sulla strada per Macenta
scopro che l'auto su cui viaggio arriverà a N'zerekorè. La cosa mi interessa, l'autista è gagliardo
e la macchina pare affidabile. Io tutto sommato sono comodo, potrei pensare di
proseguire.
Ad un certo punto la
strada sterrata pareva finita, invece no, continua, esattamente come il pianto
dirotto della bambina che sta a 2 posti da me.
A questo punto la terra
cambia forma!
Compaiono dei colli ripidi
A volte coperti a volte
spogli.
Il viaggio prosegue anche
oltre il tramonto ,la bambina ha vomitato nel taxi (fortunatamente non su di
me), la gallina è tranquilla e il tassista guarda di continuo la ruota
posteriore (questa è l 'informazione più preoccupante)
I colli da ripidi , quasi
appuntiti, si fanno più morbidi.
Palme di vario tipo e
alberi alti (spesso con poche foglie) spuntano su alberelli bassi e sostanziale
"sottobosco" (canne e erba alta come a lato strada).
Colori tutto sommato
chiari ai livelli bassi, mentre più scuri al vertice delle piante
Nel frattempo siamo aumentati
e diminuiti di numero.
Accanto ad un furgoncino
fermo troviamo gente stesa a terra su dei teli. Il furgone è in panne. Poco
oltre troviamo uno che spinge una ruota. E’ l'autista e spinge la ruota di scorta del furgone.
L'autista fa segno di
salire sul tetto al collega.
Questi passa la ruota al
ragazzo sul tetto (quello della ciabatta , ma potrebbero essercene altri) e
sale pure lui.
Scenderà in un paese che
pare non offrire nulla, invece, evidentemente offre dei servizi .
Arriva la fine della
strada sterrata!
Inizia la Strada asfaltata!!
Liscia!
L'autista spinge
sull'acceleratore.
Vibrazioni e rumori non
lo spaventano
Ebbene si!
Sfondiamo i 70km/h
Troppo.
Ci fermiamo subito dopo
Mi sa che il mezzo ha
accusato lo sprint.
Segnalo sokourala (ottima
destinazione per mandare uno a quel paese)
La ruota rumoreggia
Il pilota la guarda
spesso,
Ma vede anche la strada
davanti a lui
E’ dritta, con qualche
saliscendi
Sa di avere luci
supplementari
Sa che è liscia
E le vibrazioni non lo
spaventano.
Inoltre l'amico sul tetto
è seduto sulla rete, che si tenga!!
79 m/h (Fonte maps.me
ovviamente il tachimetro dell'auto è rotto).
A Macenta mangio un piatto
di fagioli con una frittata in un ristorante veramente molto basic.
Riparto seduto nel sedile
del passeggero con una bambina di tipo 5 anni, la bambina di prima che
piangeva a dirotto e la madre.
La notizia poco
rassicurante è che la bambina sta poppando e dato che siamo in 4 al posto del
passeggero: se rimette non sarà una festa. L’auto comunque procede, destinazione
Seredou.
In effetti ci arriviamo. Non appena passiamo il cartello "seredou - marche dimanche"
Buchiamo
Arrivato in paese mi
metto a cercare da dormire, non senza sorprese. Il primo hotel era poco più che
una serie di camere, ma non si trovava la chiave della porta della camera
libera. Nel secondo, decisamente migliore, c’erano dei missionari arrivati in
zona per una sorta di meeting. Resta un palazzo dell’amministrazione con delle
camere a disposizione dei funzionari in transito.
Arriviamo lì nella
oscurità più completa: c’è solo un militare a fare da guardia, con un computer
portatile.
Il gestore viene chiamato
e arriva. Mi dice che sono il benvenuto e mi dà la chiave della camera. Non
colgo l’occasione per cercare la cometa in transito. Il mio contatto nella
struttura, un autista del colonnello, avrebbe potuto darmi un binocolo. Si
offre comunque di caricare il mio telefono con la batteria della jeep.
Vado a dormire intorno alle 12.30.
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