6 novembre ,Rosate, casa mia
La destinazione questa volta è l’Angola. La zona più interessante proposta dalla guida è l'estremo sud costiero (sud-ovest della nazione).
Dopo aver pianificato qualche giro da quelle parti ho scoperto l'esistenza di un museo etnografico (saccheggiato più volte) nella ultima città a nord-est a 20km dal confine col Congo (la parte opposta dei siti considerati fino ad ora).
Avrei voluto percorrere il paese in bus per apprezzare il cambio di paesaggio da deserto del sud a foresta pluviale tropicale a nord, ma il tempo (e ancora di più il capo del personale) è tiranno e quindi dovrò prendere degli aerei.
Ho chiamato quelli di Columbus assicurazioni e gli operatori mi danno notizie discordanti.
In buona sostanza c'è una parte del paese che non assicurano dovrò recedere dalla polizza e fare un po' più di attenzione da quelle parti.
Tra gli obiettivi del viaggio: vorrei vedere la welwitschia mirabilis nel suo ambiente - difficile - , visitare qualche museo etnografico e approfondire le caratteristiche dell' animismo locale (ci sono 3 gruppi etnici prevalenti)per vedere se ci sono differenze , apprezzare la cucina locale e il cambio di paesaggio dal deserto del sud alla giungla tropicale dell' estremo nord.
Tra i souvenir : prendere un paio di maceti , delle bandiere angolane e portare al raduno otra di fine anno qualche distillato locale rigorosamente senza etichetta.
Per vostra opportuna conoscenza il sito non trova la prenotazione, ma, si specifica,il check in online apre 24 ore prima del volo.
Lo zaino è pressoché pronto, pensavo di usare quello da 22 litri, da abbinare ad uno pieghevole da 10, senonchè mi si è rotta la cerniera dello zaino proprio mentre andavo a prendere il bus per Milano. Ho preso un' altro zaino e SANTO ALDO mi ha dato un passaggio all' aereoporto in un clima nebbioso.
Per lo meno in aereoporto sono arrivato; e se col bus arrivavo tirato ora sono addirittura in anticipo!
Per ammazzare il tempo ho fatto un po' di coda. Tra qualche viso molto scuro con capello molto crespo e altri turisti attrezzati per il trekking mi sono fatto fare le carte di imbarco ; vedere il proprio nome su un biglietto aereo fa fico, è innegabile
Volo tranquillo con atterraggio morbido.
7 novembre Aereoporto di Addis Abeba.
Il mio vicino di posto è di Perugia. Starà solo 2 giorni in Angola. Fa addestramento per l'uso di software per i droni. Sono software che servono a prevenire il dissesto idrogeologico. Dovevano anche andare in Mozambico e un altro paio di stati, ma pare che in Mozambico il risultato delle elezioni locali non sia stato preso proprio bene e ora c'è qualche proiettile che vola .
Prima di arrivare al controllo passaporti di Luanda pare imprescindibile procurare una fotocopia del passaporto e magari qualche biglietto da 1 dollaro. Il posto preposto, quello con la fotocopiatrice (1 dollaro per fotocopia) ha finito l'inchiostro e quindi sto facendo il giro delle 7 chiese ( etiopi) per procurarmi la apparentemente indispensabile fotocopia (che poi non mi verrà mai chiesta ).
La coda per Luanda è molto diversa da come la aspettassi . Un sacco di cinesi e pochissimi neri neri. Nel frattempo ho trovato informazioni per il mercato nero dei cambi. Devo andare in zona mart. Probabilmente lì con 2€ farei una 50 ina di fotocopie, e non solo 1.
Volo molto tranquillo in aereo semivuoto.Intravedo qualche lago a inizio volo e colline morbide ammantate poco dopo. Le nubi mi sollevano dall' imperativo morale di guardare al finestrino e posso dormire un po' steso.
Molto particolari gli oscuranti dei finestrini: non ci sono. Questi si oscurano a 5 livelli con un pulsante.
A fine volo attraverso il finestrino parzialmente appannato la città si presenta con una distesa di tetti di lamiera bassi. In centro una zona di grattacieli svetta da questa distesa.
Piccola sbandata all' atterraggio e ben arrivati in Angola! Procedure di visto molto veloci. L’addetto si rifiuta di mettermi il timbro sulla fotocopia del passaporto.
Il cambio ufficiale è 980, facendomi abbindolare e un pò timoroso per la pessima fama di Luanda ho camambiato in aereoporto a 1050( cercando un po' si trova 1300).
Diciamo che con la differenza dal cambio ufficiale ho pagato le carissime fotocopie (inutili). Ora ho un mazzo di banconote e non ho un posto per dividerle.
Il tassista che mi ha portato dal terminal internazionale a quello nazionale aveva sui 35/40 anni e mi ha detto che non è mai uscito da Luanda.
Vicino all' aereoporto dei voli nazionali c’è una mercato.Potrei imbarcare il bagaglio con i contanti e fare un giro, ma poi di fatto non uscirò dal parcheggio del terminal domestico.
Su quella stessa strada pochi giorni dopo mi offriranno di cambiare denaro ad un tasso migliore e io mi mangerò le mani. In aereoporto sono tutti in ciabatte e fa un caldo tropicale.
Gli addetti dell’aereoporto mi dicono tutti di entrare, mancano quasi 2 ore e i gate si vedono già da fuori, il terminal è molto piccolo.
Sto invecchiando, ho prenotato per la notte prima delle 18 ( va detto che è la prima notte, e me la concedo).
In aereoporto ho conosciuto Andres, un ragazzo portoghese che è qui a trovare la ragazza che lavora in un progetto di conservazione degli animali. Dopo un rilevante ritardo ci danno l’autorizzazione all’Imbarco! Avviene in modo molto rapido e approssimativo; la tizia, fortemente strabica, non ha strappato il biglietto, mi ha guardato e mi fa "Claudio?" Io faccio sì col capo e lei passa oltre.
Con questo volo aggiungo alla mia collezione di sacchetti per vomitare il prestigioso sacchetto TAAG,le linee aeree angolane.
Il piccolo aereo ha 20 file di sedili, 2 per lato. Maps.me mi dirà a che altezza si vola. Entrando, nel primo scomparto aperto dell’aereo, ho visto bicchieri di carta e qualche mezzo panino avvolto nella pellicola. Inizio ad accusare la stanchezza.
Non la ho citata in precedenza, ma sul Milano Addis Abeba ho celebrato una sostanziosa cacata d'alta quota: 11.300 MT slm.
Dal mio finestrino vedo il motore turboelica di destra e il carrello. La ruota interna è ben più lisa di quella esterna. Prendiamo velocità e ancora sotto i 100km/h il carrello si allunga, si allunga ancora, per poi staccarsi completamente dal suolo. Questione di istanti e l'intero carrello ruota per ed essere inglobato nel motore.
Lo sportello si chiude e , lentamente, l'aereo prende quota.
La città, a parte i grattacieli del centro, compare una una grande distesa di lucine bianche e fredde (a led). Nella parte più vicina al centro la distesa bianca è tagliata dalle strade principali, illuminate dall'arancione dell'illuminazione pubblica , e più in là della tangenziale. Poco oltre e buio pesto.
La falce di luna, coricata sulla schiena,mi farà da calendario. Quando sarà piena mi tocca tornare.
Il De Havilland di fabbricazione canadese arriverà a 8000 MT scarsi con una velocità di punta di 600 km orari, la temperatura all' interno scende parecchio,ci saranno 18 gradi.
Come spuntino ci danno dei biscotti; i panini possono continuare a fermentare nello stipo prossimo alla porta di ingresso. Sorvoliamo diversi centri abitati , e vedo pochissime strade illuminate .
Arrivo in hotel accompagnato da un signore portoghese che mi dice essere un costruttore e avere diversi cantieri aperti angola. La signora della reception mi dice che l'indomani mattina arriva una non meglio precisata delegazione e devo lasciare la camera possibilmente presto. ci accordiamo per le 10:00, la colazione è alle 7.00. la camera è molto bella con tutti i comfort , tanto di asciugamani e federa ricamata e Sapone.
Esco per cercare da mangiare, sono le 21.15 circa . non è tardissimo ma è buio e a chi chiedo chiedo mi dicono che alle 9:30 è tardi per mangiare. Trovo un negozietto con delle persone molto amichevoli che si chiedono l'un l'altra “dove possiamo mandare a mangiare questo qua”. L'unica opzione sarebbe comprare cibo e raggiungere un fantomatico ristorante, che probabilmente cucinerebbe ciò che porto. Nel negozio trovo molti prodotti derivati del latte e vedo il mio primo fucile in Angola. È di un signore sui 65/70 che sta lì a fare la guardia al negozio ( nelle successive 12 ore ,compresa la notte, vedrò una ventina di fucili). Torno in camera dove mangio le cose che Santa Maria Antonietta da Rosate mi ha infilato nello zaino - mentre le dicevo che non erano necessarie . Cena con un pezzo di formaggio , una decina patatine fritte comprate in un sacchetto per da congelare vista kalashnikof e acqua tonica (bibita col chinino). Mentre mangio una netta sensazione che spesso la cena finirà a biscotti si fa più che palpabile. Inizio a separare i miei 300 grammi abbondanti di banconote. Mi devo appuntare dove li metto se no mi dimentico dove stanno. Mi accorgono di aver dimenticato a casa dei pantaloni leggeri che mi avrebbero fatto comodo. Vado a dormire alle 23 circa.
8 novembre hotel amigo Lubango
Sveglia alle 6:50 circa. Faccio colazione con un succo che si chiama chissangua (e mi dicono si produca facendo bollire dei fiori), provo il caffè nazionale poi uova strapazzate, tonno e cipolla , un insaccato e un prosciutto di forma quadrata. In televisione ci sono immagini che paiono degli anni 80; sono notizie di oggi e il televisore è piatto, probabilmente è il segnale video che è rimasto negli anni 80 (o la telecamera).
La signora del ricevimento mi dice che la delegazione arriva ancora prima di quanto indicato, e quindi intorno alle 8:00 dovrei lasciare la camera. Abbandonati i sogni di sonno mattutino faccio la doccia. La macchina fotografica proprio non collabora. Devo resettare la scheda con la foto della colazione e qualche foto fatta dall' aereo. La signora nel frattempo ha chiamato un tassista. Dopo una trattativa spietata arriviamo più o meno a metà della richiesta iniziale. Andiamo quindi a Tundavala. La città si sta svegliando e alle fermate degli autobus c'è parecchia gente. si vedono anche diversi artigiani che lavorano per strada.
Tundavala e Fondamentalmente un crepaccio dovuto ad un movimento tellurico. La strada per arrivare è panoramica si vedono ampi spazi con delle colline arrotondate di un verde chiaro, che stacca con la terra che è tra il grigio e l'ocra. Man mano che si sale la situazione si fa più rocciosa. La roccia si fa più scura; è di un grigio scuro che tende al nero. Arrivati sul posto la vista è impressionante. Un balcone naturale con un dislivello di più o meno 1000 1200 m. Ci si può affacciare da delle terrazze in cemento. Le rocce che sono sul posto sono notevoli. Ci sono delle rocce Viola chiaro con striature viola scuro (usate per fare i camminamenti), non mi è chiaro se siano state portatedato che ci sono diversi frammenti in zona. La balconata affaccia sulla spianata che porta a namibe. Si sentono anche versi di uccelli a me sconosciuti. Ho provato a fotografarne uno, ma ho solamente scaricato la macchina fotografica . La guida riporta di provare a lanciare una pietra e vedere quanto ci mette ad arrivare a fondocrepaccio. Ne lancio una piccola e scompare dalla vista. Ne lancio una grossa poco più di un pugnoe la filmo. Nel filmato non si coglie l'arrivo, ci mette circa 8 secondi. Ci fermiamo a fare un paio di foto al paesaggio e poi chiedo di essere portato alla stazione dei treni. Il mio autista mi ammutina e mi porta all'hotel . Da qui vado verso il museo. Per strada vedo dei ragazzini con delle acconciature tradizionali; purtroppo mi avvicinano per chiedere denaro. Vedo anche altri bambini con vestiti sdruciti che giocano a carte in terra, ne ho visti un paio di gruppi e ho visto anche monete. Vedo un predicatore in camicia bianca che striglia la gente in coda per il bancomat - mi sono trovato nel giorno delle paghe e ho trovato lunghe code davanti ai bancomat .
Museo di Lubango
Il museo è stato molto interessante. Esamina le usanze dei 4 gruppi etnici presenti nell' area delle 4 province meridionali. Nella foto con le donne (da destra) huile (hianeca ), namibe(herero e mocubao),cunene (cuaniana), cuando cubango(gangala).
La pastorizia e il latte hanno un ruolo molto importante. La prima parte del museo ospita raccoglitori e filtri in legno per raccolta e lavorazione del latte. Essenzialmente la lavorazione si faceva scuotento una grossa zucca appesa per ottenere burro, che era alla base di unguenti per ferite e/o cosmesi.
Tra gli strumenti più interessanti epvita, che è un tamburo per le comunicazioni ,e si suonava da sotto un bastone collega la pelle al sotto del tamburo, cinguo invece è un contenitore cavo interamente di legno. omacola una sorta di Viola con cassa di risonanza. ci sono anche degli strumenti a grattugia con cassa di risonanza. Nella stanza relativa alle credenze ci sono alcuni tra gli oggetti più divertenti visti in questo viaggio. Cilangi & cilangi Moena sono delle rappresentazioni degli spiriti della foresta. Come visto anche in Guinea Conakry servivano per gli iniziati nei riti di passaggio. Comparivano nelle comunità nei periodi di particolare Gioia, quindi nelle feste , e anche nei momenti di tristezza per portare solidarietà alle comunità. Si presentano come maschere per l'intero corpo di corda intrecciata o con piume. Nella stessa vetrina c'è il trono: una sedia in legno con delle decorazioni ai vertici e amuleti per la per scacciare gli spiriti. molto interessanti sono le gli amuleti per le gravidanze interrotte o per i figli che muoiono presto: omociglia sono delle sorta di perline che venivano date alla donna che riceveva il rito e serviva per proteggere la donna e il figlio (eventualmente vivo, se ne aveva avuti due); bonghilè è un amuleto che serve per proteggere i bambini, soprattutto se c'era una familiarità con bimbi nati morti o morti molto giovani. Ci sono una serie di maschere. Nella stessa vetrina ci sono : una fascia pelosa da mettere intorno alla testa e un bastone anch’esso peloso che si supponeva allontanarsi gli spiriti . La parte più divertente del museo è la sala successiva. Ci sono vari amuleti che non hanno nome: una sorta di fischietti fatti in corno che servivano per allontanare gli spiriti maligni, un amuleto che serviva per allontanare dalle comunità i giovani che erano fastidiosi o molesti : fatto il rito veniva poi adorato il feticcio. Questo dal momento in cui veniva fatto il rito allontanava la persona molesta,non veniva uccisa, ma veniva allontanata. Pare formato da tre omini legati uno accanto all' altro, di cui uno capovolto. Nella vetrina sotto quelli in assoluto più divertenti: uno con un lucchetto serviva alla persona che pensava di avere un partner infedele;l'amuleto assicurava di trovarlo nella in flagranza con l'altro partner. Ancora più sotto ci sono una coppa e dei contenitori che venivano utilizzati durante un rito per legare i legami familiari ; si faceva una sorta di pozione, che poi tutti quanti bevevano. Il rito serviva per rinsaldare i legami familiari. Al piano di sotto del museo ci sono oggetti di uso quotidiano di caccia e di vestiario. Interessanti sono i vestiti di corteccia che sono esposti : un'etnia invece ,più legata alla pastorizia, portava delle parti in pelle che venivano appese alla cintura per proteggere le parti intime. Questa stessa etnia invece di dormire sulla stuoia vegetale, dorme sulla pelle . Molto interessante è l’uso di boneca . Boneca è una sorta di parrucca in fibra vegetale che veniva data alle donne che avevano avuto problemi con il parto. Servivano per far sapere alla comunità che quella donna aveva portato avanti la gravidanza, ma che non era arrivata a compimento (oppure avuti due gemelli ne era morto uno). Ci sono inoltre monili femminili (pre e post pubertà) e varie cinture. Inclusa una cintura post parto, che serviva a fare rientrare la pancia dopo il parto.una un'altra cosa interessante è il villaggio tradizionale esposta è il modello della casa (dell' uomo abbiente). Prevedeva la casa dell'uomo in mezzo a quattro case di quattro donne. Queste lo visitavano a turno . Siccome non si sapeva di chi fosse il figlio la linea di discendenza e di eredità è Matri lineare: se per caso muore il figlio i beni vanno dei parenti della madre.
Per avere il permesso di poter fare le foto è stato necessario chiamare Luanda, ma ho poturo fare qualche foto sotto l’occhio vigile della direttrice.
Dopo la visita del museo raggiungo la stazione dei bus. A pranzo mangio nel ristorante della stazione dei bus .il ristorante consiste in una tipo 3 * 3 mt con in un angolo delle pentole e un fornello a carbone su cui sta bollendo del riso. Mangio riso giallo (penso con curcuma) e due pezzi di manzo. Quando il pullman è pieno si parte. C'è un ragazzo di Luanda che parla inglese . Mi dice per gran parte del viaggio che il paese è molto ricco e che lo stipendio medio minimo è di €1000 (scoprirò che 1000 kwanzas è la paga media di un giorno di lavoro). Fuori da Lubango si sale un po' con belle viste sulla città. Si passano zone con alti eucalipti. Durante un improvviso piovasco superiamo 3 maratoneti scortati. La strada che scende dalla scarpata vista la mattina si chiama Serra del Leida. È una strada sinuosa e ben fatta . Viene considerata l'opera ingernieristica più notevole della nazione.Il panorama è grandioso . Spazia per molti chilometri .Il terreno che si vede è irregolare; dall'inizio della discesa si vedono come dei piccoli Colli che punteggiano la spianata e c'è abbondanza di vegetazione . Qualche di ventina di curve dopo si arrivia a fondovalle (intorno ai 1200 mt più in basso). La situazione è molto differente, c'è una sorta di Savana in cui le piante sono ancora tante ed alte -tra cui diversi baobab -. Si coglie chiaramente che sono piante che necessitano poca acqua . Ci fermiamo ad una stazione di servizio – un parcheggio di terra pieno di ristoranti-. fa molto caldo. Gli autobus vengono avvicinati da delle persone di tribù locali. Le donne hanno i denti incisivi centrali apparentemente limati per creare un triangolo nel mezzo. Ai piedi hanno dei sandali fatti di pneumatico tagliato. Non mi è chiaro come li facciano. Tagliando delle fettine dello pneumatico e lasciandole attaccate al pezzo principale, si ottiene un sandalo che prende la caviglia e il dito medio del piede . Ci sono dei rilievi visibili dal parcheggio : sono montagne brulle di colore giallo. Non vedo alcuna forma di vegetazione. Le signore e le ragazzine cercano di vendere un olio nero opaco a base di cocco ,che serve per la pelle e per i capelli. Proseguiamo ulteriormente e la vegetazione alta scompare quasi del tutto. La prima cosa che si smette di vedere sono i latifoglie: restano solo piante con foglie piccolissime : alberelli di forma slanciata e degli arbusti bassi . Gli arbusti bassi sostituiscono l'erba e sono di colore grigio. Resta qualche traccia di colore verde solo in qualche ramo. Per il resto non si vede colore verde e le costruzioni rare che si incontrano sono di mattoni (a volte a volte del colore ocra scuro della terra a volte color cemento) tutte con tetto di lamiera ondulata e tante pietre sopra . La zona è a vocazione mineraria e da qui si esporta il granito nero che si chiama angola . Le zone abitate hanno recinzioni di rami secchi e sterpi e proteggono alberi da frutto. Sui tralicci della Alta tensione ci sono spesso nidi che hanno forme allungate; alti circa 1 m riempiono interamente il traliccio. Immagino che siano dei nidi comunitari. La terra cambia colore sovente :è di un ocra chiaro, poi dopo un po' diventa giallino, poi ritorna sul grigio marroncino. Non c'è terra rossa . Le rocce compaiono in grande quantità . I massi sono spesso tondeggianti, volte spaccati. Poco prima di arrivare a Namibe i colli presentano forme un po' particolari : non sono lisci. Paiono come ammassi di pietre di forma irregolare , comunque arrotondate. Su queste inizialmente ci sono arbusti bassi e senza foglie. Più avanti scompaiono pure gli arbusti. Arrivo a namibe e trovo da dormire nell’ospedaria casa vella. La camera è bella, ma non c'è acqua. E’ disponibile solo di notte dalle 18:00. Faccio un giro per Namibe poco prima del tramonto. La città non mi ispira particolare sicurezza: dopo aver fatto un giro del quartiere della guesthouse faccio un giro della strada principale : un lungo parco situato tra due strade a senso unico. In altre zone la definirei una città carovaniera. Vedo il Palazzo delle Poste e il municipio su cui campeggia la scritta Mocamedes , il nome della città al tempo dei portoghesi. Gironzolo attorno ad un set dove fanno foto agli spèosi, ma l’invito non arriva. Finisco quindi in un bar dove conosco Alfredo. Il bar è poco più di una scatola di metallo, aperta sul davanti, grande abbastanza per farci stare a terra un frigo coricato. Mi dicono che in Angola vanno in pensione con 35 anni di contributi o 60 anni di età. Dopo un paio di birre vado al ristorante. Mangio una Aragosta di 750gr circa con una salsina olio, cipolla rossa, un po' di limone, aceto e prezzemolo. Bevo anche un vino bianco portoghese fin troppo efficace. Da qui i ricordi sfumano. Uscito da lì vado in un posto dove incontro due ragazzi, beviamo un paio di birre e proseguiamo in un altro posto ancora. Qui rivedo il motociclista visto in aeroporto a Luanda. Riconosco il gilet pieno di toppe che cita enorme Angola sulle spalle e più sotto Luanda. Andiamo quindi in un altro posto ancora , anzi tutta una fila di bar e ristoranti con musica assordante ,l'uno di fianco all'altro in una sorta di situazione super caotica. Usciti di lì mi accompagnano a casa. Sulla strada verso la guesthouse ricordo che abbiamo parlato di politica. arrivato, ubriaco, regalo lo speck sottovuoto che avevo di scorta. non mi spiego come, ma da lì vado in un altro bar ancora. incontro una ragazza che poi viene anche in camera. qui mi dice che vuole denaro.il giorno dopo scoprirò che praticamente tutte le ragazze si prostituiscono per circa 3 € a rapporto. Parliamo un po' le dico che non compro sesso, le regalo metà dei miei farmaci e letteralmente la caccio dalla camera. vado a dormire alle 6:00 circa
9 novembre ospedali a casavella namibia
Sveglia alle 12:00 circa. Non mi sento un fiore : sono parecchio frastornato, disidratato e in camera c'è un gran casino. Verifico che ci sia tutto , dopodiché provo ad uscire per fare due passi. L'obiettivo è la spiaggia. Per arrivarci si passano le vecchie zone industriali attraversate dalla ferrovia . Qui incontro il primo che mi riconosce , mi chiama per nome e mi dice che mi ha visto la sera per più o meno in quella zona. Dice anche che mi ha accompagnato a casa ,perché mi vedeva abbastanza frastornato. Proseguendo trovo la zona dei bar e vado nella spiaggia vera e propria .La spiaggia è ampia è bella ,e non è particolarmente sporca. La sabbia ha un colore molto particolare e a seconda del punto la sabbia è molto fine , oppure un po' più grande. E’ in massima parte su varie tonalià di giallo chiaro, pochissimi grani neri, niente bianco e pochissimo grigio. Passo un po' di tempo sulla spiaggia a guardare le persone:alcuni ragazzi giocano a pallone ,altri fanno il bagno subito sottocosta e vestiti, alcuni stanno seduti a chiacchierare. La baia chiude la vista a sinistra con una costa alta molto ripida. In quel lato della baia c'è il porto con vari ordini di container impilati. Percorrendo la baia verso nord la parte alta della costa si allontana progressivamente dal mare e si crea lo spazio dove si incunea la ferrovia e la spiaggia su cui cammino. Oltre la spiaggia di Namibe sulla destra la terra digrada fino alla chiusura della baia, in assenza di rilievi visibili. Da questo lato vedo sono diverse persone che passano la domenica pomeriggio. Proseguo la mia passeggiata in direzione del porto. Per strada noto dei pulitori di pesce che puliscono delle cernie enormi e incontro un gruppetto di ragazze . Tutte le ragazze mi chiedono se sono da solo e quando gli dico che sono da solo si offrono più o meno immediatamente chi per tremila chi per 4000. Proseguo l'emiciclo finché trovo quella che chiamo la scultura alla cultura. Un bambino che legge di fianco ad una catasta di enormi libri colorati. Peccato che il bambino sia decapitato. Quando arrivo all'entrata della zona industriale del Porto diventa evidente il traffico di camion che portano blocchi di granito. Il porto è il collettore delle esportazioni di granito della zona e dell' entroterra. Lascio la zona a livello del mare per scalare i 20/ 30 mt che portano sul rilievo che cinge la spiaggia . Il quartiere che attraverso pare un quartiere povero : non c'è asfalto, non vedo linee elettriche e a terra ci sono tracce di acqua(o per lo meno di liquido). Arrivato sulla strada principale noto un gran numero di donne in abiti coloratissimi sotto un monumentale albero; vendono ortaggi o pesce crudo. Il forte portoghese che è utilizzato dall'esercito, mi ci avvicino per il gusto di farmi rimbalzare (devo dire con gran cortesia) e il palazzo del governo Municipale (qui mi fanno leggere la targa accanto alla porta,poi mi invitano ad andare dall' altro lato della strada) .Appena prima c'è la cattedrale di Sant' Adriano. Nel suo bel giallo ha 2 torri gemelle e un muto invito a tornare (è chiusa anche questa). Vedo una sorta di addestramento a lato cattedrale. Mi avvicino e vengo accolto dal sorriso di quelli che sono dei boy scout. Una quarantina di persone di diverse età ; a seconda dell'età cambia il colore del fazzoletto e del ciuffo che esce dalla calza. La mia sorridente ospitem i dice che hanno nomi legati agli animali quindi c'è il Battaglione Toro e così e via dicendo. La calza con il ciuffo colorato non mi è totalmente nuova, ma non capivo cosa fosse. Dalla òposizione rialzata del forte e del Palazzo del governo si riesce a vedere chiaramente la forma della Baia: chiude a sinistra con costa alta scoscesa per poi fare un lungo un lungo semicerchio di gradando sempre di più. La passeggiata mi porta a vedere i vari vari palazzi del potere e dell' amministrazione:per cui c'è il tribunale ,c'è il quello dello sviluppo economico , etc. Questi palazzi sono quasi sempre rosa pastello , era così anche a Lubango. Proseguo e passo dove c'erano i locali del giorno prima .riconosciuto nuovamente rifiuto una birra e colgo l'occasione per chiedere a che ora sono andato via da lì. Alle 2:30 /3. Passo nuovamente quello che resta della ferrovia ora in disuso . un ragazzino mi parla ,ma proprio non capisco cosa voglia. Sta facendo pubblicità al ristorante di famiglia: tra il contenuto delle 3 pentole scelgo fagioli e verdura e mi accomodo al tavolo di plastica. Il piatto prevede anche della pasta (Massa) ma a vederla gli dico che non la voglio. Non mi sento benissimo, è da ieri che forse ho qualche linea di febbre o solo qualche ora di sonno mancato ancora da smaltire. Vado a dormire con qualche brivido. Non dormo granché, e non vado a vedere il tramonto. Quando mi alzo non sono a posto,però sono più riposato e vado a prendere informazioni per gli autobus . Tornando butto un occhio al cielo, noto un pianeta e qualche costellazione difficlile da vedere in estate alle nostre latitudini (la balena in primis),ma non prendo in mano la situazione. Il ragazzo che gestisce la sicurezza della albergo alla sera mi riconosce e anche con lui ricostruisco un po' com'è andata la sera prima . Mi dice con chiarezza che tutti quelli con cui mi ha visto lui li definisce spazzatura; di stare molto attento che gran parte delle persone cerca semplicemente di estorcere qualcosa. Mi fa vedere un paio di posti dove andare se voglio bere (tutti e due con uomo armato all'esterno)e di stare in posti recintati e sorvegliati. Poi ci mangiamo un panino. Mentre aspettiamo il panino mi ribadisce che se voglio comprare sesso si può andare veramente con tutte . Per dimostrarlo avvicina un gruppetto di 5-6 ragazze davanti alla paninoteca. Alla prova dei fatti a parole tutte sarebbero pronte a seguirmi in hotel per i fantomatici 3/4€. Nel panino c’è un po' di tutto , con pane tipo quello dell'hamburger. Prendo accordi per andare a vedere la pianta nel deserto il Giorno dopo alle 6.30. vado a dormire alle 23 circa
10 novembre hospedaria casa vella Namibe/mocamedes
Sveglia alle 6:30. il ragazzo degli accordi della sera prima non risponde e provo ad organizzarmi di conseguenza. Fermo un moto taxi. Mi dice che sa trovare la pianta e mi ci porta lui. Fuori città le uniche piante visibili sono delle piante basse grasse tipo cactus con rami grossi. Proseguiamo per circa 40 minuti. La terra è completamente arida e non si vede traccia di acqua. Come fiori si vede solo qualche piccolissimo fiorellino giallo su una pianta dai gambi filiformi rigidi e foglioline minuscole. Non si vede che terra secca e all'orizzonte l'apice delle alture è piatto, spazzato dal vento. A 20-25 minuti dall'aereoporto Il ragazzo della moto inizia a guardarsi intorno. La troviamo !! La pianta è molto bassa ,ma di un verde molto intenso . Una macchia verde scura nel resto della non vegetazione color marrone chiaro/giallino/grigio . ne vediamo 2 con infiorescenze di colore differente. Il tronco(nel senso che è proprio tronco) si ferma a10/15 cm dal suolo, ma largo e le foglie, che immaginavo a nastri separati, in realtà fanno il giro completo del tronco. Le estremità della foglia sono secche, di color nero deteriorate dal tempo. Torniamo in tutta fretta. Vedo un uccello in tutto simile ad un corvo, con una macchia bianca sul retro. Mi sarei potuto fermare in tutta tranquillità a fare la colazione in hotel: l' autobus si presenterà con un'ora abbondante di ritardo . L'idea di mangiare della capra arrostita a colazione mi stuzzica, la vendono accanto alla fermata. Incontro Alfredo! mi riconosce e ci salutiamo. Il pullman di fabbricazione cinese è molto confortevole. Lasciando la costa si vede progressivamente l aumento di piante verdi. Appena fuori da Namibe la strada attraversa la valle fertile dove passa il letto di un fiume che sbocca vicino alla città. E’ interamente coltivata e ci sono anche animali da cortile, mais e piante da frutto . Pare che un industriale catanese abbia fatto una piantagione di pomodori da queste parti. La piccola parentesi verde finisce immediatamente quando ritorniamo a livello della strada e si ricomincia con prima arbusti bassi grigi, man mano che si prosegue gli arbusti diventano alti , poi si vedono le prime foglie larghe e poi via via a salire. il paesaggio completamente piatto visto a Namibe lascia il posto inizialmente a delle collinette che paiono degli ammassi di pietre più che dei Monti veri e propri intesi come una roccia unica. Questi colli sporadici di fatto poi iniziano a legarsi fra di loro si cominciano a vedere delle sorta di piccole catene che sbarrano la vista sempre in lontananza. Non appena si comincia a salire di quota la vegetazione cambia istantaneamente e si arriva ad una situazione di rigogliosi latifoglia. la visibilità durante la salità non è buona . Vicino a lubango , all'altezza delle foreste di eucalipto la visibilità migliora notevolmente. A Lubango vedo diverse persone vestite in ghingheri all’uscita delle varie sala del regno piuttosto che altre confessioni. Le donne hanno abiti colorati più legati alla tradizione africana, all'occidentale gli uomini e anche i bambini (vessati dalle madri, paiono damerini con poche possibilità di movimento); di contro si vede gente che si lava nei fiumi. L' autista prima di lasciare Lubango fa una sorta di discorso su quanto ci mette ,Quali sono le sue responsabilità ,Che cosa può fare e cosa non può fare. Ripartiti si attraversa un Vasto altipiano che sta intorno ai 1700 m di altezza con la strada un po' sterrata un po' asfaltata. Colpisce la forma degli apici delle montagne. Spuntano da una distesa verde piatta praticamente ininterrotta e sono a volte di roccia brulla a volte di roccia con alberi . si iniziano da vedere degli alberi enormi ,sia di baobab , sia di Mango. C'è un monte della forma particolare che prima abbiamo davanti ,(monte bungo?)poi lasciamo sul lato sinistro. Nel lato opposto della valle ,ma non a chiuderla, continuano questi cucuzzoli più o meno isolati. Si scende di quota molto molto lentamente passiamo un bel periodo anche intorno ai 1000m. La vegetarzione non cambia, ma progressivamente più si vedono delle case tradizionali (o quantomeno dei ricoveri tondi) fatti con legna intorno e paglia sopra . Compaiono mattoni di terra a seccare a lato strada. La terra al cambia colore continuamente: rimane di un ocra chiaro per lo più ,ma diventa più chiaro, poi diventa più scuro ,a volte chiarissima e a tratti è quasi rossa .la strada è a tratti sterrata. un po' piove, mi sporca il vetro e le foto soffrono. Arrivati 700 m inizia a vedersi una pianta già viste nelle zone montuose dell’Algeria meridionale, con un fiore Viola e una foglia spessa che non piace alle capre. A 60km da Benguela è il tramonto.siamo sui 600 MT e si procede sull'altopiano con piante meno rigogliose e cime che spuntano qui e li sollevandosi di 50, max 100 MT dal livello dell' altopiano. A 400 MT circa di altezza mancano 30 km alla città e non si vedono più né cucuzzoli, né latifoglie. Il suolo appare una distesa piuttosto ghiaiosa punteggiata da arbusti e bassi alberelli a foglia piccola, l' erba secca occupa lo strato più basso. In una sosta ho visto un cranio e ossa di capra, ma nessuna traccia di fuoco. Domani è 11 novembre, il giorno dell' indipendenza dai portoghesi che ha anche dato il via alla 30ennale guerra civile. Sono venuto per vedere i festeggiamenti nella grande città, ma sono curioso di sapere come la vivono i locali
Arrivato a Benguela chiedo informazioni a un tizio ,Eddy. Mi prende in simpatia ( starò con lui diversi diverse volte) gli chiedo se conosce un posto economico. Finiamo in un posto che merita l'appellativo di postaccio: la luce va ad intermittenza , il condizionatore fa casino , l'asciugamano manca "e sono tutti umidi",c'è un sacco di gente che urla e metà materasso è conciato dall’usura. La notte non passa granché bene anche perché a quanto pare uno ha lasciato la moglie(o la figlia)nella stanza e questa si è addormentata. Per farsi aprire il nostro ha battuto sulla porta per un sacco di tempo. La mattina c'era talmente tanto casino che ho sognato per ben due volte gente che entrava dentro la stanza.
Lunedì 11 novembre hospedaria Rasimao Benguela
Sveglia alle 6:10 circa. Nei corridoi c'è un tale baccano che non si riesce a dormire, con tutto l'impegno profuso (ed era tanto). Scendo a chiedere l'asciugamano promessomi la sera prima e chiedo un po' di tempo in più. Gli ostelli hanno 2 tariffe :uscita alle 8:00 oppure uscita a mezzogiorno .Al check in ho chiesto di uscire alle 8:00 per approfittare del giorno,ma vorrei dormire ancora. Mentre mi sto lavando vedo una zanzara , la schiaccio e noto che ha mangiato!! il sangue non è proprio un rosso acceso,ma potrebbe essere il mio . Leggerò durante la giornata di oggi che quando sono venuti i primi coloni si sono stanziati proprio in questa zona.La guida dice letteralmente che chi ha deciso"non poteva fare una scelta peggiore": durante il primo anno della spedizione di 130 uomini arrivati tra tutte le delicatezze della zona, ne sono rimasti vivi solo 10 . Ad ogni modo non so se la zanzara ha punto me, né se era portatrice di delicatezze locali; se lo è lo sapremo tra una decina di giorni. Un buon inizio di giornata, comunque. Cercando un altro posto per dormire visito l'esterno della piccola chiesa barocca di nostro Signore del popolo (uno degli edifici più antichi della città, se non il più antico in pietra) e vado verso la spiaggia. Non impressiona per larghezza ,però è molto lunga. Come altrove sulla sinistra ci sono delle alture, per poi degradare sulla destra. In spiaggia c’è uno scultore di sabbia. Dà forma alle tre facce più famose del conflitto civile e mi stupisce che metta tutti e tre i fronti della guerra interna come eroi della guerra di liberazione. La sabbia asciutta è fondamentalmente di un giallo chiaro pressoché uniforme, con pochissimo nero e bianco, a grana medio-medio- fine. da bagnata pare uniforme e , mi dice lo scultore, si asciuga lentamente, mantenendo la forma anche per settimane. Quella di riferimento, a Lido Conchiglie, asciuga in fretta. Qui c'è sempre per lo meno 70% di umidità, probabilmente conta. Vedo un tipo di granchio con gli occhi che vengono in fuori dal carapace. un po' più avanti incontro Domingo un venditore di costumi con cui chiacchiero un po'. Con lui parliamo del fatto che lo stato in 20 anni non abbia redistribuito le grandi ricchezze minerarie e petrolifere del paese. Gli chiedo della festa nazionale. È oggi, ma a Benguela non sono previste celebrazioni o discorso pubblico. Aggiungo che molte persone a cui chiedo nemmeno lo sanno. La storia dice che il giorno stesso della fuga dei portoghesi (in una situazione oggettivamente già gravemente instabile). I 3 della scultura di sabbia e i loro gregari ,supportati dai blocchi della guerra fredda, hanno iniziato a spararsi addosso, e hanno smesso solo 30 anni più tardi con la morte di Savimbi. Non con una pace condivisa tra le parti, ma con l'avvio di trattative tra soli angolani (così mi hanno detto a Huambo nel cimitero di san Pedro) il giorno stesso della morte di Savimbi, referente di americani e sud-africani. Domingo è in difficoltà, mi dice che dovrebbe pensare alla risposta. Mi dice e altri mi confermeranno che il salario medio per una giornata di lavoro è intorno ai 1000kwanza; i funzionari statali vanno sui €150/mese. la chiacchierata con lui e con black dura Poco oltre. Inizia a piovere e vado a vedere la scultura finita prima che si sciolga. Cerco un altro hotel che mi dia più sicurezza sanitaria e ne trovo uno con una camera piena di ammennicoli inutili se non dannosi (tra cui il condizionatore che si auto setta sui 16°). Mi trovo con Eddy e andiamo in una hamburgeria nel quartiere benfica . L'hamburger non è nulla di memorabile. Veniamo raggiunti da una sua amica. Eddy, già padre con un'altra donna, la sta broccolando. devo dire che ho visto molto spesso giovani angolani broccolare le ragazze, sui bus, negli uffici, alle casse dei negozi. Avere figli fuori dal matrimonio/relazione principale in Angola è normalissimo. In tre andiamo a prendere il taxi collettivo per Baia Azul. Sulla strada passiamo davanti ad una grande chiesa cattolica e parliamo un po' di religione. Viene fuori che Eddy è molto cattolico. Appena fuori da Benguela si passano delle Saline e poco oltre ,con una breve passeggiata dalla strada principale ,si arriva a Baia Azul. la Baia è ampia e si apre appena oltre i rilievi che chiudono la vista a sud di Benguela. In spiaggia c'è tantissima gente! Lasciamo la amica di Eddy in spiaggia , stanca per la passeggiata , e proseguiamo oltre le rocce che chiudono la baia sulla sinistra (a sud). Ci sono formazioni rocciose molto interessanti . Pare come sabbia a grana grossa intrappolata in degli strati sottili di roccia grigia collegati fra di loro in maniera irregolare. Oltre le rocce che chiudono la Baia c'è un'altra spiaggia molto piccola chiusa alle spalle da delle rocce a strapiombo. la sabbia è molto chiara ,più chiara di quella di Benguela e molto fine: quasi impalpabile. Come colori c'è parecchio bianco un po' di nero non vedo giallo , c'è un misto tra grigio chiaro e marroncino molto molto chiaro. Non resisto e decido di fare il bagno. Lascio tutto sulla spiaggia ed entro ,nudo, in fondo alla baia. L'acqua non è granché fresca, . Sul fondo è a granellini e prende un colore ocra scuro. Il fondo ocra tendente al rossiccio rende l'acqua di un colore molto attraente mischiandosi con l'azzurro. Tornati sulla spiaggia principale i ragazzi tornano a Benguela ,mentre io vado oltre. cerco di vedere Faia Farta. Passate altre alture secche segnate dagli stessi Calanchi delle precedenti, il paese si mostra in tutta la sua estrema semplicità. la strada asfaltata è solo quella principale .Oltre la fermata, fino alla spiaggia si calpesta uno sterrato con più sabbia grigia che terra. le case sono sia di terra rossa ( con intelaiatura e i sostegni di legno ) e tetto di lamiera,ma ci sono alcune case in mattoni alcune intonacate e/o imbiancate. Le finestre più grandi di 20 * 20cm hanno le sbarre. Durante il mio giro vedo diverse scene di vita non lavorativa: due coppie giocano ad una dama ( che si gioca su una tavola di grandi dimensioni), altri giocano a nanderrete(già visto in India, si fa tutto il giro con le pedine per poi chiudere al centro) ancora oltre si arriva alla spiaggia vera e propria. Questa ospita un gran numero di giocatori di calcio, barche di legno di piccole dimensioni molto colorate e un bel pò di spazzatura. Nelle strade all'interno vedo perlopiù crocicchi di persone davanti ai venditori di frutta e un gran numero di bambini che corrono qua e la. Una bombola appesa ad un albero suscita la mia curiosità. La signora a cui chiedo mi indica la chiesa lì vicino: è la campana. Leggo diverse scritte sui muri in cui si dice che si vende o si affitta e ho ulteriore conferma di quanto mi era stato detto: le giovani donne angolare sono molto belle . Ne apprezzo i tratti somatici molto definiti e la pelle molto scura .Una gran parte porta degli extension lunghe fino al fondo della schiena. Mi riferiscono che i capelli crespi, anche lasciandoli crescere per anni, proprio non arrivano a quella lunghezza. E’ molto comune tra le donne attaccarci delle estension. Bei colori del cielo al ritorno verso Benguela, accompagnato dal tramonto.Tornato sento nuovamente Eddy e lo incontro all'albergo del primo giorno . La ragazza è contenta di vedermi e mi dà informazioni decisamente disarmanti sul tragitto via terra per Dundo, servono 3/5 giorni di viaggio molto stancante su strade solo in parte asfaltate. Il pullman parte ha delle cuccette. Beviamo un paio di birre con Eddy e come spesso accade manca resto. Faccio presente che sono in quel locale perché mi è stato detto che avrei potuto usare il resto che mancava il giorno prima e anzi in teoria mi toccherebbe un credito dal giorno prima. Il resto che non c'era magicamente compare. Successivamente co Eddy andiamo in un posto molto semplice dove mangiamo pesce con patate fritte e insalata. La camera ha un sacco di ammennicoli che non mi servono e fanno romore e luce. Li scollego dal muro un po' alla volta per ottenere silenzio. La abat-jour è vicino al letto con cavo lungo un metro e una unica presa in camera a 3/4 metri. il condizionatore va tenuto acceso per evitare alle zanzare il volo, ma si autosetta continuamente su una temperatura molto bassa e fa rumore. vado a dormire alle 12:30 circa.
12 novembre pensao a Sonbra Benguela
mi sveglio varie volte per spegnere il condizionatore.Alle 8:10 mi alzo per la colazione. E' abbondante : ci sono salumi e formaggi a fette (2 per tipo ) un uovo fritto ,mezzo wurstel cotto, un po' di frutta ,una piccola moka di caffè, prezzo di burro ,un panino (caldo )e due fette di pancarré . Mi hanno detto che è caffè nazionale e lo prendo. Il sapore è definito, deciso e avvolgente. Intorno alle 12, immancabile ,arriverà il mal di stomaco . A colazione in TV c'è un telegiornale. Al museo i reperti con indicazione sono pochi e c'è una parte importante di archeologia di prima dell'età del ferro che non mi interessa. L'edificio in sè forse è più interessante della collezione, Serviva per immagazzinare gli schiavi prima di imbarcarli. Il porto di Benguela è stato il terzo porto per traffico di schiavi verso Brasile e centro America della costa. Uscito da lì prendo un po' di sabbia ,vado a vedere l'opera completa del dell'artista e vado a salutare Domingo e Black. Sulla strada del ritorno fotografo alberi ubriachi e 1 fiore bianco molto particolare. Il calice è tipo campanula con vertici della campana allungati che escono oltre la campana 8/10 cm. Ha pistilli molto lunghi e polline arancione intenso trasversale al pistillo . il fiore dura 24 ore e se si taglia il gambo appassisce istantaneamente. Alla stazione dei treni , sulla mappa della linea verso l’ entroterra le stazioni sono in caratteri cinesi e latini. Io prendo un treno leggero sub-urbano a scartamento ridotto verso Lobito. E’ già in stazione anche se la partenza è fra mezz'ora circa. Sul treno trovo una venditrice con un sacco (letteralmente) pieno di popcorn che vende ai viaggiatori. Uscendo dal centro gli edifici in mattone di sapore coloniale si fanno molto più radi e si vedono solo tetti di lamiera. Sul treno trovo molti studenti in divisa : la maggior parte sono in divisa bianca e verde . Sono studenti di una scuola Cattolica missionaria. Parlo con una ragazza e mi dice che per avere accesso alle lezioni non bisogna essere battezzati,basta pagare; studiano diritto, inglese ,francese, storia, sociologia e qualcos'altro. L'istruzione è a pagamento per tutte quante le fasce d'età e si paga anche per l'istruzione primaria. La scuola pubblica primaria esiste e prevede una partecipazione alle spese (obbligatoria). Quella che fa la ragazza con cui parlo è una sorta di liceo. Ci sono università statali e privarte cattoliche e non. Anche qui chi partecipa alle lezioni si deve sucare l'indottrinamento clericale. E si continua anche Oggi. La religione esportata (non solo da Roma ,ma da italiani possiamo serenamente sputare controvento )fa un bel ripulisti della tradizione autoctona locale. Una autentica ,profonda e infinita infamia cada su chi si fa portatore della "vera " conoscenza. Il treno corre nella fertile pianura tra la fascia montuosa e la costa per una decina di chilometri; ci sono Palme, banane,manioca e ampie zone coltivate a mais. I monti invece sono monti molto secchi con profondi calanchi, le alture non sono totalmente brulle come quelle viste a sud di Benguela , ma comunque ben brulle . Dai colori si direbbero coperte di bassi arbusti . non si vedono alberi. L'angola viene divisa dal fiume principale il Qwanza (che scorre più a nord e sfocia a sud di Luanda) tra le cosiddette genti del mais a sud e genti della Manica a nord . Vedo una certa differenza nei caratteri somatici, pur con la fortissima migrazione interna. Rispetto a quanto visto a sud il setto nasale è ugualmente incavato , ma sempre nella parte alta del setto il naso non è ugualmente pronunciato; la grandezza delle narici e delle orecchie potrebbero essere indicatori di etnia,ma non trovo nessi o connessioni geografiche.
Sul treno c’è anche una sedia a trazione manuale e non è la prima che vedo. A Baia Farta ho visto diverse persone con una gamba amputata o con stampelle (non so se per malattia o per incidenti ). Gli ortopedici hanno il loro daffare in Angola.
Scendo alla stazione sbagliata. la piazza di restinga ospita due locomotori a vapore e degli alberi enormi. percorro l'ultima parte per arrivare a Lobito sul furgone. la città inizialmente è appoggiata su un colle scosceso ,ma tutto sommato calpestabile . avanzando le pendenze si fanno più aspre e le case appaiono più distanziate tra loro e nel bel mezzo di scarpate scoscese e appaiono di mattoni di cemento con tetto ondulato .
La rotonda di entrata a Lobito valorizza un monumento a un uomo che taglia la canna da zucchero. Un tempo il fiume (attraversato da poco da un ponte sospeso )dissetava la manifattura dello zucchero ; ora la produzione è stata spostata. Arrivato qui mi rendo conto che restinga non è il fiume, ma la lingua di terra e sabbia di fronte a Lobito! Qui c'è una spiaggia che è lunga quanto tutta la penisola .La penisola sarà lunga una decina di chilometri e la spiaggia continua anche per una porzione del lato Interno. Probabilmente è la spiaggia più lunga vista fino ad ora! Sono indeciso se cercare da dormire appena arrivato. La buona vecchia regola di non cercare da dormire prima delle 16:00 , pagherà anche questa volta. Proseguo a cercare la residenza (diciamo così ) di Trompeta, che è il rasta che sto venendo a salutare. Lui non c'è ,c’è però Celeste, la sua donna , che mi offre una tenda sulla spiaggia. Mi fa: “hai una tenda? “E io: "no". E lei” La ho io!” La tenda è un po' malconcia , e non chiude ermeticamente. Ho chiesto se avevano ago e filo e mi sono messo a ripararla . Temo un po' la temperatura quando accetto, ma il grosso del problema sarà invece la durezza della sabbia. Appena decido di fermarmi mi hanno offerto da mangiare e abbiamo mangiato insieme riso e verdure.
La spiaggia alla fine di Restinga è molto particolare . Sono grani o grossi o medi, c'è molto arancione , varie tonalità di giallo presente,tanto quasi bianco pochissimo nero e qualcosina di rosa . in parte sono grani traslucidi, in parte No. C'è anche del rosa di tonalità più scuro, fino ad un po' di rosso mattone. Per non farsi mancare nulla è presente anche qualche grigio tendente al verde. I grani più fini sono molto vicini al bianco. La Costa continentale che si vede dalla punta è a costa molto alta in cui è evidente la stratificazione. si distinguono varie tonalità di ocra e pochissimo grigio. La roccia a vista non è uniforme, vicino alla punta è ocra, mentre più in là ritorna bianco con una parte di grigio. A lato del mare compaiono delle spiagge, e ,immediatamente oltre, la roccia è scoscesa sul mare. Oltre la scarpata la costa è puntellata di verde, nel suo essere completamente ricoperta di Erba secca di colore grigio.
Sulla punta estrema di Restinga c'è un buon numero di pescatori amatoriali . I locali pescano con la lenza attorno al dito , se il pesce abbocca ritirano la lenza. i cinesi vengono con la canna. Non so se fidarmi a lasciare il bagaglio e chiedo a uno che pulisce li vicino . lui mi conferma che lui sta lì. Più tranquillo vado a cercare acqua e il famoso hotel terminus (che doveva avere un sapore coloniale ). Venne costruito per ospitare a suo tempo lavoratori della ferrovia. L'hotel originale di fatto non è più utilizzato. Ne hanno costruito uno con tanto di piscina di fianco. Deluso dalla aspettativa di un palazzo storico in uso proseguo la mia camminata verso la punta della penisola e vedo diversi edifici coloniali in disuso o in rovina. noto che la chiesa come molti altri ha l'entrata ad est. Cerco dell'acqua ma quelli del distributore di benzina me la propongono più cara del gasolio !!il gasolio costa 200 mentre la benzina 300 al litro. sulla terraferma dall'altra parte della profonda baia si vede il porto.
Arrivo in un bar dove ci sono dei fuoristrada con tenda sul tetto e due furgoni equipaggiati per dormirci: veicoli equipaggiati per l'esplorazione su terra. Sono 2 gruppi differenti, entrambi tedeschi. Cerco informazioni sulla strada che devo percorrere, ma nessuno ci è passato. I primi con cui parlo sono arrivati fino all'estremo sud della Costa angolana, nella Baia dos tigres. So essere uno scenario particolare :delle Dune molto alte arrivano maniera ripida al mare.si crea quindi una spiaggia ripida! Arrivarci è un po' pericoloso , con la marea sbagliata si rimane bloccati e il mezzo poi finisce semi sommerso. Mi bevo un acqua tonica in chiave antimalarica e faccio la rilevazione astronomica al tramonto (Il sole impiega meno di 2 minuti a scomparire sotto l' orizzonte). Arrivato a casa trovo Celeste. Con lei parliamo a lungo e ho un'altra visione del fatto che negli ultimi 20 anni i governi non hanno fatto granché per redistribuire le grandi ricchezze( mi indica la strada che passa davanti al loro accampamento e mi dice che la hanno lasciata i portoghesi ,non i governi locali) e anche lei mi dice che dopo 30 anni la guerra è finita ,ma non è finita con una pace; è finita per la decapitazione di uno dei 2 eserciti. Segue sottolineando la molto complicata e difficile situazione del paese. Le menti brillanti ,soprattutto i figli di quelli che possono studiare ,vengono mandati all'estero e quando tornano li mettono su una sedia con il loro nome già scritto alla partenza dove proseguono con il magna magna già ampiamente consolidato. Ripercorriamo la situazione delle scuole dell' infanzia:i bambini devono pagare 1000 Wanza ogni 3 mesi per avere accesso alla scuola pubblica(mi dice che manco i gessi ci sono) molte volte un quaderno deve bastare per tutto l'anno e se il bambino non paga gli si nega la possibilità di entrare nell'edificio scolastico. le scuole spesso non hanno proprio tetto, per cui se piove i bambini con gli insegnanti vanno sotto l'albero. Mi conferma che nel sottosuolo la nazione è molto ricca di materiali preziosi. Gli stessi proprietari dei terreni non dichiarano nulla allo stato per paura di vedersi sequestrata la terra . Parliamo per un bel po' di diversi temi, della difficile situazione del Congo. Sono talmente disperati da quelle parti che cercano in tutti i modi di arrivare in Angola. Lei stessa si è trovata vicino alla frontiera e i congolesi le chiedevano di portarli in Angola(!). Le situazioni di sfruttamento della immigrazione clandestina portano anche in questa porzione di mondo gente senza scrupoli a chiudere migranti nelle autobotti per cui quando arrivano a destinazione li trovano soffocati, piuttosto che schiacciati dalle merci, e quindi c'è ci sono parecchi morti legati all'immigrazione VERSO L’ANGOLA. Riferisce di aver visto i militari ri buttare in acqua gli immigrati. la situazione sociale è ugualmente parecchio complicata. La gente che per strada chiede soldi non li chiedono per accumularli; realmente ne hanno bisogno perché hanno fame. Celeste è sinceramente addolorata quando mi descrive la situazione del suo paese; gli angolani soffrono tantissimo perché i governatori non si prendono cura dei propri cittadini , che le persone mangiano 1 volta al giorno, mangiano ora e non sanno se mangeranno ancora oggi o domani( le porzioni dei ristoranti spesso sono da piatto unico quotidiano). Mentre parliamo passa il tempo e inizio ad aver fame quindi prendiamo due porzioni che divideremo in tre (e avanzerà qualcosa) per i tre cani che girano. Alfa, il loro cane, uno piccolo molto simpatico con orecchie grandi(che chiamerò panusa) e un altro piccolissimo nero che avrà un mese e mezzo. Ha equilibrio precario, morsica tutto quello che ha a atiro ed è molto comico. Prima di mangiare salta fuori che la tenda che mi hanno dato in realtà è la camera del figlio, ma mi dicono che vogliono che io resti. La sera chiamo mia madre e vado alla rotonda che chiude la carrezzabile sulla restinga. Nella rotonda c’è la barca Zaire, monumento nazionale. su quella barca il 1' presidente angolano è tornato dal Congo e ha fatto partire la guerra di Liberazione dai portoghesi .
13 novembre , tenda sulla spiaggia nella punta di Restinga, Lobito
Dormo oggettivamente male. Per terra è duro e ho paura che mi freghino le scarpe: la tenda è un po' esposta. Quando sento rumori o i cani abbaiare metto fuori la testa. La giornata si apre con una notizia funesta. Il cagnolino piccolino nero ha mangiato del veleno per topi e già a prima mattina si vede che sta molto molto male. Per colazione mi offrono del Te con citronella, insalata e uovo fritto a omelette. Il programma di oggi prevede fondamentalmente la visita al museo etnografico locale e sbrigare un po' di burocrazia. Arrivato al museo apprezzo l'edificio in stile coloniale , con un primo piano ombreggiato e alla brezza del mare . La collezione non è imperdibile, oltre che, ovviamente, non c'è uno straccio di informazionie. Chiedo se hanno un catalogo e mi dicono che forse arriva nel pomeriggio. Mentre vado vado in centro mi avvicina un ragazzino. Gioca con quello che chiama motorbike. Sono 2 pali lunghi incastrati nella maniglia di una tanica. La tanica è infilata in uno pneumatico di auto. Correndo fa scorrere la tanica dentro la ruota facendo un po' di rumore. Il mio libro sulle civiltà africane scomparse interessa Vincent, il figlio di celeste (a cui ho fregato la tenda), quindi ne cerco uno di storia nella libreria universitaria. Questa costa di una sola stanza con libri interamente scritti da autori stranieri (e con aria condizionata). Ci sono libri con leggende di popoli europei antichi (greci,celtici irlandesi ,baschi,germanici), ma non uno di racconti locali. Alla cassa mi confermano che i locali praticamente non scrivono niente. Il libro di storia dell' Africa che trovo costa intorno ai €12 ed è scritto da cognomi di apparente provenienza anglosassone. Dato che non esiste una agenzia di TAAG per cambiare il mio biglietto aereo in citta, prendo informazioni per arrivare a Huambo il pullman. Il pullman parte alla mattina alle 7:00. Carico il credito del telefono in un ufficio con aria condizionata e mi chiamano i colleghi dall’ufficio. Devo sistemare le ferie per i prossimi 6 mesi circa. Con un gran caldo e un sole abbagliante che non mi fa vedere lo schermo provo a sbrigare questa faccenda e poi mi infilo in un ristorante decisamente ben nascosto. Mangio del pesce grigliato, della foglia di manioca stufata, del full e dei fagioli. Tutto molto buono. Scopro l’efficacissimo piccante locale! Si chiama jindungu e si presenta come un piccolo peperoncino rosso a buccia spessa, di forma simile all’habanero, ma piu piccolo. I fruttivendoli sono delle signore che stanno in determinate zone della città e vendono prodotti della terra. Compro due varietà di peperoncini e poi tornando verso la tenda vengo risucchiato nel turbine dello shopping e mi ripresento alla base con 9 manghi,1 kg di riso ,una bottiglia d'aceto ,1 kg di fagioli , 2 piantine (una da Fiore e una che mi dicono serva come condimento). La zona di Lobito che giro si chiama 27 ed è una zona con edifici bassi in stile coloniale. Un posto piacevole con delle piazzette aperte e ombreggiate da grandi alberi. Carico al punto di non poter proseguire la vita del turista,torno verso casa. Lì trovo cristel, conosciuta il giorno prima,parlo un po' lei . E’ del Congo Brazzaville e ha girato un po' di posti perché è la donna di una uomo che vende macchine per sondare la Terra e trovare petrolio. Ha delle stelle tatuate sull'esterno del polso destro e fuma un sacco d' erba. A prima mattina, a colazione, ha un cannone enorme fumato a metà. Veste con una gonna lunga molto bella, di un tessuto tipo seta colore rosso acceso ,con delle bande color oro e nero nella parte bassa. Ha dei capelli folti mossi non crespi (scoprirò essere in realtà una parrucca). Mentre sono lì cucinano una Murena e all'arrivo di Celeste si mangia tutti insieme. Ho già mangiato,ma partecipo al pasto (non mi permettono di non partecipare ). Assaggio la Murena. Da cruda la pelle è grigia a pois regolari neri e la carne è bianca compatta grassa alla vista. Da fritta la carne diventa di un arancione intenso, è compatta è ha un sapore che mi piace,ma che non saprei riconoscere essendo fritta. La barca Zaire in teoria ospita una biblioteca e provo ad entrarci. Non si può più entrare: il metallo sta marcendo e diventerebbe pericoloso,per cui non ci si può entrare. Proseguo e vado nel negozietto visto la sera prima per la birra e la rilevazione astronomica. Anche oggi il sole ci mette meno di 2 minuti per scomparire completamente sotto l'orizzonte e più o meno l'orario è identico a quello di ieri,forse con 1 minuto scarso di differenza. Mi fermo poi lì a parlare con persone e rincontro il bambino incontrato la mattina. Bevo un paio di birre , ne pago 2 a Diolinda(che le beve a temperatura ambiente più velocemente di quanto faccia io con quelle fresche) e parlo con dei ragazzi di astronomia. Tornato trovo Celeste che sta parlando con dei clienti e temporeggio, mel frattempo mi chiude uno dei due ristoranti. Compro della capra in umido (Secondo me mi daranno del manzo ) e del riso che dividerò con i due cani panusa e Alfa. Mentre Alfa aspetta gli viene una bava lunghissima. Parlo un po' con Celeste e poi il sonno mi aggredisce . mi faccio prestare un materassino in vendita e vado a dormire.
14 novembre tenda sulla punta della penisola di Restinga, Lobito
mi sveglio alle 8. Mi ah guardo per un po fanusa che mi guarda con le sue grandi orecchie e cerco di fotografare un passero dalla coda lunga. Dopo che ho chiuso lo zaino si svegliano Celeste e Tizi. Facciamo colazione e ci salutiamo. Noto una discreta attività costruttiva sulla restinga stanno costruendo degli aparthotel. Arrivato in zona 27 prendo un mototaxi per la cosiddetta rotonda dei camionisti. La strada per arrivare alla rotonda dei camionisti e letteralmente una rampa continua sì passa dalla fascia costiera alla primo balcone naturale che porta verso l'interno. Sulla strada noto un grande mercato al livello del mare. La strada per arrivare alla rotonda è molto ripida noto due che impennano sulla strada punto la rotonda dei camionisti è una rotonda molto caotica e animata su una distesa di terra fine e volatile pressoché desolata. Ci sono vari venditori, io mangio dei casaterra, che sono simili alle cadde cadde salentine: una mezzoluna di pasta fritta con all’interno un ripieno. Da qui partono i mezzi per le varie destinazioni. Il noto camionista siede su una basamento di marmo ed è di ferro battuto nero. Il mio vicino di posto e di Huambo e lo rivedrò in quella città. La strada per l'entroterra è una serie di rampe tanto che arriviamo velocemente a 1000 m. Durante questa salita la terra inizialmente molto secca cambia. ricompaiono i latifoglie e le altre piante finché piano piano l'erba ricopre interamente la terra. La differenza cromatica con la costa è evidente inoltre il verde contrasta molto con la terra che è di un rosso acceso anche per le piogge. La strada continua a salire e si superano anche i 1500 m per un pò. Molto spesso le rocce che affiorano sul lato destro della strada sono differenti da quelle visibili sul lato sinistro e anche forme sono differenti: ci sono rocce nude aguzze a chiudere la vista o a volte sono dei Colli in pietra tondeggianti che appaiono in gruppetti di due o tre non troppo distanti fra loro. Si iniziano a vedere nei paesi le bandiere del partito unita. Il vessillo è composto da tre fasce longitudinali: 2 rosse ai lati e una verde in mezzo con un galletto. Vedo entrambe le bandiere in tanti paesi. Ci fermiamo ci fermiamo in uno di questi paesi. Qui mangio una pannocchia arrostita e faccio due chiacchiere con le venditrici. Le acconciature per domare i capelli Crespi sono molto curiose. La corsa del mio mezzo si interrompe ad alto Hama località importante per la storia del Regno che andrò a visitare domani. In macchina c'è una studentessa molto graziosa che va a vai lungu per degli studi. Arrivato a Bailundu vado in una in un negozio per fare compere. Mentre sono li faccio qualche domanda sulla monarchia locale. https://en.m.wikipedia.org/wiki/Bailundo_(kingdom). Mi dicono che il re che ho io nella mia guida è stato destituito ora c'è il successivo. La cosa mi lascia un po perplesso, non mi è chiaro in una monarchia chi è che possa destituire il re. Uscito dalla negozio con un suddito entusiasta del Regno mi indicano una persona che passa in quel momento sul mio stesso marciapiede. Questa persona é ma il fratello del re. Ha circa la mia età e un normalissimo maglioncino. Sulla strada per la guest House che ho individuato info faccio un'altro incontro abbastanza importante. Incontro Moreno; Moreno è un italiano che vive in Angola da più di 15 anni. Mi dice che sono il secondo italiano che incontra e che il primo era suo cugino. Ha una storia molto particolare e la cosa divertente è che è uscito di casa con 150 € in tasca e ancora non c'è tornato. Moreno gestisce un centro culturale all'interno di Bailundu e dopo una breve chiacchierata mi invita a casa sua. Io accetto e passiamo la serata insieme. La sua ospitalità è prodiga e spontanea. Vive con 2 ragazze adottate che cucineranno per noi. Mangeremo pasta e berremo vino. Nel frattempo mi illustra un po la sua vita in Angola. Mi mostra anche un po di pietre che ha in casa. La terra in questo senso è estremamente prodiga e basta scavare qualche metro che si trovano pietre particolari un pò in tutta la regione. Vedrò l'oro grezzo,dei microscopici Rubini, vedrò una pietra molto particolare viola che fa passare la luce attraverso,del quarzo, un asteroide e altri minerali molto strani. Mi dice che alcuni di questi vengono trovati da contadini o locali e gli vengono dati per trovare acquirenti a Luanda. Succede che poi gli stessi venditori scompaiano e lui si ritrova queste pietre in casa aspettando che passino i proprietari a reclamarle. Dormirò sul materasso a molle di Ana. Prima di andare a dormire sfoglio un tè dalla pianta, si chiama capungu pungo (o ndembe, in lingua locale).
15 novembre casa di Moreno bailundu
Sveglia alle 7. Sono un pò incriccato, il materasso a molle di Ana come molti altri materassi a molle angolani non è propriamente il massimo. Probabilmente per una persona molto leggera va molto bene, ma per una persona pesante quanto me, quando mi giravo la notte entravano le molle sotto l'ultima costola. Alzato finalmente dopo giorni faccio una doccia e lavo una maglietta. Colazione con il tè Caputo pundu e dolci preparati da Antonella e Ana. Poi usciamo e con la moto di Moreno facciamo un giro del circondario. Mi mostra un compound completamente recintato (di proprietà del re), visitiamo alcune parti della città che mi dice Moreno sono molto spesso di proprietà del re, vediamo anche delle scuole ( di proprietà del re) e facciamo benzina in un benzinaio (anche lui di proprietà del re) . Visto che le mie domande erano sempre più insistenti proviamo ad organizzare un incontro con la Corte. I nostri contatti iniziali sono poco promettenti; per avere accesso alla Corte è previsto un pagamento alle persone che ci ricevono. Essendo 37 i ministri per avere udienza ci viene chiesto un capretto , piuttosto che qualche Cassa di birra o delle barre di sapore. Situazioni che iniziavano ad essere un pò onerose per il mio budget. Sappiamo esserci nella giornata una disputa su dei confini che impegnerà i ministri della Corte a lungo. La giornata prosegue con altre visite turistiche della zona e assaggio quello che viene definito ginocchio. Fatto dalle figlie adottive di Moreno, è un prodotto da forno con un ripieno in mezzo per cui appare un ginocchio. Infine ci risolviamo ad avvicinarci alla Corte e andiamo a visitare l'artista di Corte M. S. Massousa. E’ un congolese che ha ideato tutta una linea pittorica e plastica in cui si celebra la potenza della famiglia reale. Lo ha fatto dando vita a degli alberi. Mi fa vedere diversi dei suoi quadri e poi ci porta all'interno del giardino del Palazzo Reale. Il Palazzo Reale è una casa in i mattoni(ovviamente dipinta di rosa) con aria condizionata. Un edificio civile contemporaneo non eccessivamente vistoso. Nel giardino c’è una gabbia con 2 aquile. Vicino al Palazzo Reale ci sono i jango. I jango sono delle zone tonde coperte in cui si fanno delle riunioni. Anche oggi la commissione si riunisce. Oggi si occupa dei confini tra le proprietà di due famiglie importanti della zona. Decidiamo di aspettare la fine dell'udienza. All'interno del giardino del Palazzo Reale c'è una gabbia con due aquile e vedo anche la macchina con il piccolo portabandiera a lato del fanale. L'attesa dura un bel po e fa caldo. Penso di avere la febbre e in generale non sto granché bene. Per qualche 20 minuti devo aver preso sonno sulla sedia. Intorno alle 14 circa ci dicono che l'udienza è finita e la Corte ci può accogliere. Sono abbastanza provato dal dal caldo e dalla febbre, tanto che ero vicino a lasciare perdere. Durante l'attesa mi ero preparato delle domande abbastanza aggressive per la Corte. Entriamo nel jumbo faccendo il giro largo (secondo me la porta vicino al palazzo reale viene usata solo solamente dal re)e sediamo davanti ai ministri del Regno. Il trono, in bellavista tra i ministri, è in legno. Ha delle corna scolpite nella parte alta e la pelle di leopardo ai piedi. C’è anche una sculture che rappresenta un ramo e un’aquila poggiataci sopra. Sono un po in soggezione perché mi trovo davanti ad una decina di ministri del regno, vestiti eleganti all'occidentale con dei cappelli a falda grande. Inizialmente il segretario prende la parola mi illustra quello che è il funzionamento Del Regno e introduce a me e Moreno i funzionari (soba) e le loro funzioni. Purtroppo ricordo solamente chiaramente quello che sarebbero un pò i servizi segreti nostri. Ricordo inoltre quello alle acque, quello dei confini, quello delle dispute legate alle proprietà , alle strade e a tutta una serie di incombenze in capo all’amministrazione della zona. Quando arriva il mio momento sono un bel po emozionato e imbarazzato anche solo a presentarmi.Faccio presente che avevo sentito dell'esistenza della Corte ed ero curioso di sapere un pò meglio come funzionasse. Le domande un po imbarazzanti o scomode che mi ero preparato non riesco a fargliele; la assemblea che ci dà udienza è radunata da questa mattina molto presto e ci siamo presentati completamente a mani vuote. Questo va contro l'uso locale(per parlare con queste persone bisogna avere qualche dono o qualcosa da portare con sé)quindi taglio un pò sulle domande. Chiedo come hanno ripreso la linea dinastica visto che il portoghesi avevano completamente decapitato la linea dinastica. Il soba con il cappello nero fa una breve storia del Regno. Inizia dal momento in cui il fondatore, dai colli nella zona di Alto Hama, aveva poi dato inizio alla sua carriera politica conquistando terre e generando affiliazioni. La narrazione segue per arrivare alla discendenza monarchica che segue fino ad oggi. Mi fanno una storia della dinastia che però io non riesco a seguire in toto perché non ho modo di prendere appunti e il funzionario parla in portoghese. Dico che ho saputo che il re è stato destituito e chiedo se la Corte abbia la l'autorità per esautorare il re (che è chi gli dà il potere) . Mi rispondono che il re è sottoposto alle leggi dello Stato e il precedente regnante è stato esautorato dallo stato per delle azioni illecite. Chiedo infine quali sono le responsabilità del re nei confronti dei propri sudditi, ma mi rispondono e non approfondisco cosciente del fatto che queste persone facilmente sono in servizio dalle sei di questa mattina per risolvere la questione della causa. Faccio un'offerta in denaro e mi mi congedo. Proprio quando siamo sulla porta, con gran colpo di reni, chiedo se sia possibile avere la possibilità di vedere il Santa sanctorum del Regno. I monarchi di questa dinastia vengono seppelliti decapitati in dei mausolei in mattoni, mentre le teste sono tumulate separatamente in una stanza. Ci viene concesso e con Moreno e una parte della delegazione ci fanno vedere dall’esterno gli edifici. Alcuni di questi hanno delle vetrate da cui si può vedere la tomba della persona. La stanza dove sono conservate le teste non riesco a vederla. Il cerimoniale per poter entrare nella zona “sacra” prevede che ai lati del passaggio dei visitatori si spalmi una melassa di erbe miste contro i muri e i paletti tra cui si passa per raggiungere i luoghi più riservati del circondario del palazzo reale. Fanno spalmare anche a me il composto (tra il verde e il giallo)sui muri e sui i luoghi di passaggio. Sia io che Moreno usciamo dal Palazzo Reale emozionati e gasatissimi. Sulla strada di casa passiamo su quella che era la pista di atterraggio per i rifornimenti di UNITA durnte la guerra civile. A casa le ragazze hanno preparato del riso con verdure e del pesce, ma io sono molto sottosopra con l'intestino e quindi appena finito di mangiare prendo un paracetamolo e vado a dormire. Mi sveglio forse due o tre ore dopo. Grazie alla Potenza della chimica e del paracetamolo in particolare sto meglio. Per cena la moglie di Moreno (che è lontana per un concorso) fa fare un un piatto zuppa di patate. Moreno la mangia in chiave ammazza diabetico:mette insieme pane, pasta e patate nello stesso piatto. Dopo cena guardiamo con Moreno alcune foto delle sue gite in Angola. Mi riferisce che con l'auto parcheggiata fuori tracciava dei nuovi sentieri dove le strade ancora non c'erano. Vado a letto alle 23.30.
16 novembre casa di Moreno bailundo
Mi sveglio alle 07:30 circa. La coperta chiesta ieri e messa sotto il corpo mi ha fatto dormire decisamente meglio. Pago comunque pegno alla situazione fisica e alla zuppa del giorno prima praticamente piscio dal culo come diceva la mia raffinatissima cugina. Raccolte le mie cose Moreno mi accompagna alla stazione degli autobus. In realtà il mezzo lo aspetterò sulla strada per wamba sotto l'occhio vigile del parente comune. Il parente comune è la statua di un ex regnante locale, si erge all’entrata di bailundu con il suo bastone, segno del potere temporale sulla zona. Pare che quest’uomo avesse 60 mogli, se da ognuna ha avuto almeno 2 figli, mezza provincia è figlia sua in qualche modo. Il mezzo non si fa aspettare molto e parto per arrivare a Huambo sotto una pioggerellina. La strada per Huambo è pianeggiante e pare completamente coltivata. Arrivato in città entro in un negozio di liquori; trovare il liquore per il raduno si sta rivelando più difficile del previsto; ne puntavo uno molto locale a base di banana fermentata e successivamente distillata, ma pare ci sia scarsità di canna da zucchero. Sulla strada per il centro provo un piccolo bolo (un pane dolce). La piazza centrale di Huambo è una grossa rotonda il cui interno camminabile è piastrellato in cubi bianchi e neri. E’ attorniata da palazzi amministrativi colorati di rosino. La (immancabile) statua di Nieto siede su un pilastro al centro della rotonda. Appare seduto a terra con il suo fucile che prende appunti. Da lì provo a raggiungere il museo locale. Vengo avvicinato da dei ragazzi che cercano soldi, ma non sono insistenti. Il centro culturale che dà sul parco cittadino è molto grande e anche molto chiuso. Fontane e luci accese, ma la biblioteca all’interno è inaccessibile. Il museo immediatamente oltre al parco è chiuso da tempo. Un edificio senza porte e finestre, in cui trovo un ragazzo. Nel parco c’è un jambo con dei rasta che lavorano per fare artigianato. Qui conosco Avelino con cui faccio 4 chiacchiere, ma che mi conferma che a Huambo l’offerta culturale domenicale è limitata ai 2 edifici entrambi chiusi che abbiamo accanto. Gli chiedo quale sia il significato della statua del pensatore, che si vede riprodotta ovunque, dai marciapiedi alle banconote. Da Rasta sostiene che il soggetto della scultura ragiona sulla sradicazione. Non capisce come mai vede i propri fratelli rapiti e portati via, ne sente la mancanza, ma è impotente. Questo stato d’animo lo porta ad avere la posizione del pensatore, seduto a terra e comn la testa fra le mani. Dato che il museo era -ovviamente- chiuso, ho noleggiato un mototaxi e cercato da dormire. Appurato che il mototassista non capisce proprio nulla di quel che gli dico lo assoldo e ci faccio il giro delle 3 cose da vedere, per finire in un cimitero. Il cimitero viene menzionato per delle cappelle vicine all’entrata. Volevo vedere se trovavo nomi e/o cognomi non portoghesi , intendendo locali, o delle tombe antiche. Il giro del camposanto sarà un bagno di realtà. Sono nel posto sbagliato per cercare tombe antiche: la città ha un centinaio di anni di storia e le tombe non possono essere molto antecedenti. I 2 gestori del cimitero erano super entusiasti della visita. La mia domanda (va detto,mal posta) mi ha fatto partire per un tour delle tombe di miliziani stranieri della guerra civile – ci sono russi, cubani,sud-africani , qualche europeo e qualche anglosassone) per finire con prelati e missionari. Il cimitero non è sorvegliato, e varie tombe sono distrutte o saccheggiate per i materiali. I crocifissi/decorazioni in metallo, mi riferiscono, dura qualche settimana,poi scompare. Le lastre di marmo sono più fortunate, non le croci che invece scompaiono. I nomi neolatini più originali sono Elviandra,Jeronimo e Audacia. Poi sono andato a vedere la "casa bianca", residenza in rovina di Jonas Savimbi. La casa si presenta in stato di abbandono, in parte crollata con i muri coperti di muschi. E’ una casa con un piano rialzato e un piano seminterrato. Si sale al piano superiore con una bella scala a chiocciola bianca. La scala non ha sostegni al centro. Una porta di metallo con lucchetto, invece, porta al piano seminterrato. Una persona che incontro lì mi ha detto che in quel semi-interrato Jonas Savimbi aveva il suo quartier generale e da lì organizzava la guerriglia. Nella casa trovo un persona abbastanza irreale che probabilmente vive lì. E’ una persona bassa, con jeans oversize e una maglietta a righe in pessimo stato che gira per il rudere. Senza capelli e ustionato dal sole, tiene per una cinghia di stoffa una radiolina che trasmette notizie. Mi chiederà del denaro, ma accetterà di buon grado che io non glielo dia. La parte di giardino coltivabile è coltivata. Sulle mura di cinta ci starebbero pagine e pagine, interi poster murali con la storia della guerra civile o sul ruolo di Savimbi nella storia dell'Angola. Anche qui informazioni neanche a parlarne. La casa (quel che ne resta) pare sia ancora di proprietà degli eredi di Savimbi per cui per lo stato è difficile farne un monumento. Accanto alla casa di Jonas Savimbi c'è il quartier generale del partito UNITA. Infine, prima della pioggia faccio un giro del mercato per cercare un distillato senza etichetta. Ne ho trovati di etichettati,ma per il raduno ne vorrei uno senza etichetta. Mi incontro con Devitchi, il ragazzo incontrato sull’autobus da Lobito a Lubango. Facciamo un giro della città. Noteremo tanti palazzi crivellati di colpi di cui alcuni di colpi di grosso calibro. Passiamo davanti alla statua (la testa in una fontana, ad essere precisi) di Deolinda Rodrigues poetessa, scrittice e combattente di Huambo –nome in codice Langidila- uccisa nel 1968( https://en.wikipedia.org/wiki/Deolinda_Rodrigues). Incrociamo un gruppo di abbracciatori gratuiti, sono un gruppo di ragazzi tra i 20 e i 30 anni, ad occhio e croce. Quando chiedo se abbracciano laicamente o se abbracciano conto terzi mi fanno il nome di gesù. Per cena mangerò in 2 differenti ristoranti cercando un piatto particolare, ma non trovo nulla che mi colpisca. Mi colpisce invece il fervore dei fedeli in un concerto molto partecipato in una chiesa vicino all’albergo. Notevoli anche le coperture delle torri campanarie gemelle che si illuminano tenuemente. Ci sono tante persone di molte età, tra cui boy scout e altre organizzazioni. Molti giovani cantano ispirati che paiono illuminati. Tornato in hotel approfitto appieno del bagno in camera. La scarica c’è ed è dolorosa, decido di iniziare con la rifaximina. La camera ha un condizionatore che si autosetta sui 16 gradi e si accende ogni 10 minuti circa. La cosa diventa insostenibile dopo meno di un’ora. Vado a chiamare il guardiano di notte, toccandolo sulla spalla. Da sotto la sua coperta mette le mani a difendersi, quasi che io lo stia percuotrendo. Quando solleva la coperta e mi vede si tranquillizza, mi sorride e viene con me. Smanacciando nel quadro elettrico a inizio corridoio riusciamo ad escludere l’alimentazione di quella camera e riesco a prendere sonno.
17 novembre ospedaria engracia, Huambo
Mi sveglio alle 05:30. Il mio aereo è alle 07:30 circa e prima devo riuscire a comprare la agua du jefe. La lente sinistra degli occhiali si stacca dalla montatura a prima mattina. Con Josuè,il cuoco della guest House, andiamo in un quartiere vicino a cercare il liquore locale. Ci accompagna un ragazzo che incrociamo per strada e a cui chiediamo informazioni. Con lui busseremo a varie porte di metallo per riuscire ad ottenere il liquore. Nel quartiere dove giriamo le case sono di cemento e le strade sono sterrate. Finiamo nel cortile di una signora cortese e sorridente, ma poco fornita. Riuscirò a comprare mezzo litro di acqua due jefe secondo passaggio e 0,3L di quella a primo passaggio. Gli assaggi saranno alle 6.40. Mentre mi versava il mezzo litro disponibile dalla sua tanica gialla , c'era una mosca nel liquido, ma non ha fatto la minima piega e la ha versata nella mia bottiglia. La ho tolta, più che altro perché se no si sente meno il (distinto,va detto) sapore di canna da zucchero. Di quella al mango e alla banana non è rimasto nulla. Lascio qualche centinaio di Kwanza agli allegri ragazzotti di passaggio. Si berranno la loro lattina di tonno piccola (la misura per l’acquisto) di agua du jefe sul posto, alle 6.42. Abbiamo anche fatto un paio di giri da altri produttori con il cuoco dell’albergo, ma senza risultati. Pare che questo sia il periodo della produzione e che da Luanda vengano compratori che si accaparrano la intera produzione in blocco. Per la rapida colazione mangio omelette nel panino e tè inutilmente ustionante. All’aereoporto Albano Machado in 15 metri sono dall’entrata dell’aereoporto al gate per la pista. Nel mezzo sistemo gli occhiali con un pezzo di scotch. All' imbarco nemmeno il nome mi hanno chiesto: “nazionalità?” e io “italiano”. Un movimento degli occhi della poliziotta mi dà il via libera alle piste. Intorno a Huambo ci sono tanti carri armati e veicoli da guerra nelle campagne che non sono stati rimossi in quanto i campi sono minati, ma dall’aereo non ne vedo nemmeno 1. Lo steward mi dice che si vedono di più volando verso lubangoNoto varie nuvole dalle forme strane, ma di mezzi militari arrugginiti non ne vedo. Arrivato a Luanda mi sento con moreno e appena fuori dall' aereoporto una signora mi avvicina per cambiare euro a 1250(prima offerta), sarebbe bastato cercare all’andata e avrei avuto 90.000 kwanza in più. Sono tutti biglietti da 1000 o 2000. Quindi ho un altro mazzo di banconote da sistemare e sono in mezzo alla strada. Mangio un pesce con un pò di riso e offro una birra a Claudio. Un ragazzo che trovo appena fuori dall’aereoporto e con cui faccio 4 chiacchiere. Il ristorante ha un albero non piccolo che inizia nella sala e esce dal tetto, oltrepassando il soffitto. Arrivato al gate posso fare una statistica reale e dire che la TAAG dà grandi soddisfazioni:su 3 voli 1 era in ritardo, il 2' è stato anticipato, il 3' è in ritardo. Stavolta, prima di volare a Dundo, mi hanno controllato 2 volte la carta di imbarco e il nome sul passaporto. Il volo è molto piacevole, si sorvolano pezzi di foresta di un bel acceso smeraldo zigzagato da fiumi molto sinuosi e molto marroni. Arrivato in aereoporto succede una cosa parecchio strana: il capo della polizia fa prendere i passaporti degli stranieri e -mi sa pure i documenti dei residenti- e se li porta nell' ufficio. Mi sono trovato a parlare con un sud africano che è venuto per una consulenza ad una miniera. Mi ha fatto notare che effettivamente a Luanda,per entrare nel paese, mettono il timbro e ti lasciano uscire a spendere la tua valuta pregiata in pochi minuti. Devo rilevare che sul mio volo c'erano diversi stranieri slavati (tra cui io) di cui diversi orientali non cinesi . In coda all' imbarco ho visto passaporti di Taiwan, Filippine e un altro con occhi da orientale e passaporto di colore non rosso, più un passaporto cubano sul tavolo dell' ufficio di Poli. Qui la attesa è stata un bel po' più lunga . Durante questa attesa mi sono accorto che il museo pare apra da martedì a venerdì. Succede che il capo della polizia , tale Poli, chiama uno ad uno, chiede e dà il proprio numero di telefono (può fare comodo, prima o poi) e si fa dire cosa ****** è venuto a fare uno da queste parti, chiede la mazzetta e li scaglia fuori dall' ufficio. In effetti una città mineraria, vicino alla frontiera,con aspirazioni indipendentiste e ancora i campi profughi della guerra del Congo e diversi congolesi che provano ad entrare in Angola (dalla padella alla brace) non pare una destinazione turistica appetibile, e Poli vuole vederci chiaro. Quando ero dentro mi ha chiesto un paio di volte per quale compagnia mineraria lavorassi. Io ho detto che sono qui solo e solamente per il museo e che una volta visitatolo porterò le mie pallide chiappe più a sud, ma mi risulta che domani sia chiuso. In tre si sono affrettati a dirmi che domani sarà aperto. Quando esco dall' aereoporto non c'è 1 moto che sia una. All' uscita dell' aereoporto, l'omino della sbarra mi dice anche altro; qui non si sentono angolani . Qui il popolo è Tchowe, che hanno aspirazioni indipendentiste (come succede in ogni terra molto ricca) e pare ci sia già una bandiera e negoziati in corso in Portogallo. Poi col mototaxi giriamo 3 hospedaria. Non sono eccessivamente distanti, ma la piccola città è abbastanza dispersiva e gli edifici sono distanziati. Sono un po' indeciso, poi prendo quella con colazione inclusa vicina al museo. Il ragazzo della reception è molto simpatico e un pò scherzo con lui. Il mototaxi sorridente si prende la mancia per dirmi qualcosa sulle pulsioni indipendentiste dalla zona, ma poi resta reticente e si tiene la mancia. Per cena polenta e capra selvatica. Il giro serale (meno di 100 metri)si rivela una miniera di informazioni! Nell' emporio di fianco alla hospedaria trovo dei ferventi indipendentisti, che mi confermano che saltuariamente c'è violenza di stampo politico indipendentista. Dico loro che di questo movimento non si parla minimamente, nemmeno sul sito della Farnesina, che sconsiglia financo la periferia di Rosate. Quando chiedo dove potrei trovare informazioni dicono che internet ormai ti mostra quello che fa comodo al padrone ( del server, in questo caso) e che difficilmente troverò modo di avere accesso a fonti privilegiate senza un interprete. Mi fanno comunque il nome di Fonseca Sousa, ideologo dell’indipendenza della regione di lunda norte. Mi dicono che anche per la chiesa animista locale servirà un interprete,o di cercare la chiesa messianica, che il machete costerà sui 5/6000 e lo vendono affilato . Per quei prestigiosi ubbriaconi di OTRA il superalcolico locale artigianale si chiama txitxampa , è originario del Congo e ovviamente proverò a portarne una bottiglia. Vorrei che tutti aveste una parola di lode con i conoscenti, anche di sfuggita, per i ricercatori che hanno creato la rifaximina (che non è disponibile nella farmacia in cui sono andato). Sarà che il mio intestino è ormai completamente vuoto, ma penso di poter addirittura starnutire senza pentirmene amaramente subito dopo . La camera di oggi ha finalmente un bagno un po' divertente: la luce non va, la porta si apre solo in parte, c'è il binario della tenda,ma la tenda non c'è,tubi volanti e spazzola per il cesso rosa shocking. Abbiamo visto di meglio, ma apprezzo lo sforzo.
18 novembre residential Eliana ,Dundo
Mi sveglio alle sei e faccio un giro dei dintorni dell'hotel. La zona è a strade sterrate su un terreno digradante. Le strade percorse sono parecchio rattoppate con sacchi pieni di terra rossa. Anche qui c’è un gran numero di chiese e professioni. Qui ci trovo la chiesa evangelica con gran coro e un’altra pentecostale anche lei con gente che canta dentro. Compro del peperoncino e vedo un barbiere per strada. La terra è a grani rossi grossi e separati; sembrano più chicchi di sabbia che di terra. Le case hanno mura sia di cemento (intonacato e non), sia di mattoni di terra rossa e hanno sbarre alle finestre. La piazza centrale di Dundo ha l'immancabile monumento a Nieto(in piedi in pietra gialla, stavolta) e un campo da basket utilizzato coda degli sportivi. Alle spalle il palazzo del governo non fotografabile. Vedo una base scura di cui non capisco la l'utilità o che cosa rappresenti. Chiedo a due persone e mi dicono che è una Fontana spenta. Provo una sorta di ciambella fritta comprata per strada. Lo vende una signora per strada con un bell’abito colorato che non si fa fotografare. Un signore seduto con di fianco delle bottiglie da un litro è un benzinaio. Il primo benzinaio è a 5 km dalla città, in paese si compra a lato strada. Il giardino di una signora è pieno di fiori e chiedo se posso fotografarli. L'inserviente chiama la signora con la quale ho un paio di parole cortesi, ma non sa nè il nome del fiore bianco visto a Benguela, nè di quelli nel suo guardino. C'è un microscopico fiore rosso formato da tanti piccoli fiori a calice rigido che poi si apre. Sono disposti in colonna guardando ai quattro lati. C’è anche un albero che fa dei fiori regolari con sei petali frastagliati. Mi seguono dei bambini, che mi fanno delle domande e mi seguono. Sono incuriositi dal mio fare foto ai fiori e me ne indicano vari.Uno di loro mi dice che nella città vive un italiano. Mi faccio portare a casa sua e la casa appare chiusa. Chiedo in zona e mi dicono che effettivamente è la casa di un italiano, ma che dovrebbe tornare fra un anno. Quando ci passo davanti il museo è chiuso però parlo con una delle persone che sistemando il giardino. Mi dice che se torno intorno alle 11 il museo dovrebbe aprire. In hotel faccio una colazione abbondante con uovo, caffè in polvere africano (made in Europe),pane e un pezzo di aringa affumicata. Poi chiamo il museo e sorprendentemente chi mi risponde mi dice che è aperto e di andarci subito. Quando mi ripresento lì trovo la persona alla quale avevo dato appuntamento per un paio di ore più tardi. La persona mi apre e visitiamo il museo. Il museo ha una bella collezione di oggetti del popolo Tchowe che è di etnia bantu. Chi mi apre dice di essere preparato e in effetti ha qualche cognizione delle cose esposte, ma non mi pare ferratissimo sulle cose che gli chiedo. Mi illustra la mappa dei popoli originari del Katanga. In effetti dà senso al desiderio indipendentista dei Tchowe. L'imperatore delle etnie dei popoli bantu stava nel Katanga, nell’attuale Repubblica Democratica del Congo. Gli eredi si sono mossi verso l'Angola in tre differenti migrazioni, di cui una di queste si è fermata da queste parti. Come già visto altrove, la conferenza di Berlino del 1815 ha tracciato i confini sulla carta senza tenere conto dei popoli che risultavano separati o sudditi di regnanti non riconosciuti. Le successive sale hanno dei reperti molto interessanti e/o molto molto interessanti. Molto bello è il bottino recuperato dopo che era stato rubato allo stesso museo: un piccolo trono e altre opere di fine cesellatura. La parte con le maschere legate ai riti di passaggio è veramente notevole e vale il viaggio; ci sono maschere molto grandi e dai colori sgargianti, oltre a rappresentazioni dello spirito della foresta e altre maschere rituali. Tra gli oggetti di uso quotidiano c’è una canoa molto grande scavata in un tronco. Tra gli altri oggetti ve ne sono di utilizzati nella lavorazione del latte e del metallo. Ci sono un altro paio di sale con i documenti che i portoghesi assegnavano ai nativi, la bandiera coloniale portoghese (bianca e azzurra) e un’ultima sala con la scoperta dei diamanti nel 1928. Lascio il museo a mezzogiorno circa. Con una moto andiamo al mercato per lo shopping e poi mi faccio portare alla stazione dei taxi. . Lo hanno aperto solo per me e la visita la avrei preferita più approfondita il giorno successivo, ma ho 24 ore pulite di bus + attese , pause e deviazioni per le attrazioni turistiche e mi conviene macinare qualche km. Passo dal mercato sperando di trovare katatu( Macosu in lingua locale)- Sono quelle larve che nel film"il re leone" il protagonista mangia da dentro un albero. Purtroppo non ne ho trovati,ma ci riprovo un po' più avanti. Per i freschi non è stagione, ma magari li trovo secchi . La txitxampa invece la ho trovata, e visto che c'ero ho preso 2 maceti di fabbricazione congolese. Il pasto alla stazione mi vede mangiare del riso e del pollo in un nugolo di mosche. Quando la pioggia smette ci mettiamo in macchia e si parte. La Destinazione ora è Saurimo. Sulla strada mi cucinando al sole. L'altopiano resta costante poco sotto i 1000 metri con leggeri saliscendi. La zona non pare coltivata. La campagna non viene sfruttata se non per piccoli appezzamenti vicino alla strada , ci sono ancora tante zone da sminare. Ci si aspetterebbe piante enormi, invece direi che quelle alte non arrivano che a 5/6 metri. Nei tratti dove non ci sono mine ci sono ampi spazi punteggiati di piccoli alberelli. Segno evidente di deforestazione per fare carbone. In effetti i centri abitati sono molto lontani e la produzione agricola, tendenzialmente di sussistenza, non ha ragione di essere a questa distanza dagli abitati. L’ autista è autista per passione! Scanna il mezzo anche fino a 130 km/h .la strada è in ottime condizioni. La guida mi riportava un centinaio e mezzo di km di sterrato, mentre la strada è completamente asfaltata. Wikipedia scrive che la popolazione della città è aumentata molto velocemente per la migrazione Interna e a giudicare dalla pianta della città è nuova. Vorrei trovare un libro di Fonseca Sousa, un libro di ricette e cos'altro trovo nella guida che è nel bagagliaio. 20 km a nord della città c'è la residenza di uno dei re dei Tchokwe! Non ho un omaggio da offrire e arriviamo in città. Quella che passiamo è terra di diamanti, si vedono i cartelli che indicano l’entrata di vari cantieri per le estrazioni. Uno degli occupati il mezzo su cui sono va oltre Saurimo e mi dice che ci sono Hospedaria, per essere preciso va in località Cacolo. Il nome è promettente e spero sia di buon auspicio. Farò un veloce giro di Saurimo per poi proseguire. All' entrata di Saurimo c’è un posto di blocco. Ci fanno scendere dalla macchina e la controllano per bene. Chiedo alla poliziotta, cortese e sorridente, che cosa cerchino in particolare, dato che io non ne ho idea. Mi dice armi da fuoco, e continua serafica dicendo che oggi ne hanno sequestrate già 2. Il tizio che doveva venire con me a Cacolo è risultato abitare a Saurimo, e mi ha fatto pure prendere un taxi per nulla. La città mi è parsa molto trafficata, affollata e caotica come le città sorte su una grande strada di passaggio. Morale della favola finisco su un bus ( un po' scassato) per Malanje, dove arriverò domani mattina alle 3 circa . Non sono proprio entusiasta, ma magari riesco ad aggiungere una visita nei iiorni a seguire. All' orizzonte c'è un temporale, mi guardo i fulmini dal finestrino, L’autista non collabora minimamente, non ci avvisa quando si ferma, nè per quanto tempo. Compro dei biscotti perchè dice che non si ferma e poi per lui si ferma dove gli fanno cibo caldo. Compero del miele grezzo in una di queste fermate. Per la prima volta in Angola vedo un episodio di intolleranza. Un passeggero (probabilmente ubriaco) lamenta il fatto che 2 passeggeri parlino tra loro in Tchowe e non in portoghese. Il fatto che lui non capisca lo manda in bestia e durante le fermate urla il suo disappunto, con tanto di calci all’aria. Tutti gli altri passeggeri concordano che i 2 siano liberi di parlare la lingua che preferiscono, con buona pace dell’esagitato. Arrivato a Malanje dormo qualche ora alla stazione. Nel bagno della stazione di Malanje noto un ragno di colore rosso acceso. Poi quando mi sveglio vedo il da farsi.
19 novembre , sala d’aspetto della stazione dei bus, Malanje
Mi sveglio alle 6.30 circa sulla panchina della sala di aspetto della autostazione. Mi svegliano delle gocce che dal tetto vanno sulle caviglie. Piove da diverse orte. Trovo un autocarro con altri 2 passeggeri di Lobito interessati alle cascate e bloccati nella autostazione 4 km fuori città. Con Mariano e il suo amico raggiungiamo un hotel del centro città, ma mon ci sono stanze per tutti. Andiamo a fare colazione in una città traboccante acqua. Sulla strada li perdo di vista e butto un occhio in un giardino: è il giardino di una stazione di polizia. Quando alzo gli occhi vedo che uno mi sta puntando con un grosso fucile! Chiarito che non sono interessato a quel che succede nel giardino della stazione in questione raggiungo gli altri in pasticceria. Mangio un pane a sorpresa (con dentro crema e nocciole sopra) e un dolce fatto di pasta di cocco tostata con crema sopra. Fuori da lì ho sistemato gli occhiali con della colla a presa rapida comprata in un negozio di un maliano e ho cercato un taxi collettivo per Kalandula. Sulla strada per il taxi sembra di stare passando in un canale. Una volta arrivato a kalandula mancheranno 5/6 km dal punto di osservazione. Ha piovuto tutta notte , dovrebbe essere un bello spettacolo. Se faccio in tempo a tornare in tempo a Malanje vorrei comprare dei francobolli, poi penso che morirò (giovane) nell' hotel. Spero che il tempo regga. Fuori città si passa per altopiano molto vasto. È chiuso ad ovest a gran distanza da rilievi in catena dalle cime ripide,ma non appuntite di colore indistinto .A destra e sinistra della strada con qualche saliscendi, una distesa di erbe alte punteggiate di alberi dalle foglie scure,palme e altri alberi non altissimi. Qua e là la terra compare in piccoli appezzamenti. C'è gran varietà di verdi, resi brillanti dalla pioggia e dall' aria limpida. I colori sono distinguibili fino ai colli, lontani, che danno profilo , in lontananza ,all' orizzonte. Il cielo di qua oltre le nuvole sottili è a fondo azzurro, di là (ovest) scarica acqua. Diversi gruppi di capre,e di capretti stazionano sulla carreggiata asciutta; mi fanno venire voglia di capra arrosto, ancora non ne ho mangiata. Vedo la cascata da entrambi i lati, dal lato vicino alla piccola città di kalandula, ma anche dall’altro lato, dove c’è la posada Kalandula. E’ uno spettacolo grandioso da entrambi i lati. Quando mi avvicino alle piattaforme del primo lato vedo un paio di lucertoloni colorati. Cammino per un pò la parte immediatamente prima del salto. Ci sono rocce di colore rosso tra cui si infila l’acqua , che passando tra spaccatoie e strettoie, gorgheggia in vari punti. Nel mese di aprile qui l’acqua sommerge tutto. Mi ritrovo esattamente dal lato opposto con Mariano, che ha anche il mio zaino. Con Mariano scendiamo anche alla base della cascata. Tra una autentica cascata di acqua volatilizzata vediamo anche la base della cascata. Mariano è super vanitoso, si fa decine di selfie, ma è simpatico. Nel bagno della posada Kalandula riprendo ad andare di corpo regolarmente. Con l’altro ragazzo visto alla mattina e una loro amica andiamo via da posada Kalandulka e cerchiamo di arrivare alle pietre nere di Pungo Adongo. Queste sono dei massi enormi che svettano sull’orizzonte anche 200 metri, ma che geologicamente sono un mistero. La materia di cui sono fatti non c’è nella zona dove fanno bella mostra di sè e tutto intorno c’ è pianura. Questo luogo , oltre a dare rifugio a molti dei militari della Regina Jinga ha avuto un ruolo nelle tradizioni di incantesimi locali. Ora è in stato di abbandono ma è un posto sacro per alcune professioni locali. Tornando da pietras negras l'autista la investito un topo e ha proposto di fermarsi a recuperarlo per mangiarlo. Anche sulla strada verso malanje c'era uno che li vendeva per mangiarli. Mi sa che da queste parti i topi li mangiano regolarmente. Sulla strada per tornare non dormo a Malanje preferendo dormire a Cacuso. Sarei tornato a Malanje per i francobolli e per la foto alla statua della regina Jinga (rappresentata con un'ascia),ma ho deciso di vedere mbanza Congo , giusto per aggiungere un'altra decina/15 ina di ore di bus al mio programma. Cacusso è poco più di un agglomerato di edifici attaccato ad un incrocio stradale, ma c’è un emporio e un albergo e a me basta. Ci sono un importante numero di bambini che mi si accodano cercando cibo/soldi.
20 novembre,hotel Cacusso, Cacusso
Sveglia 5.50. alla fine torno a Malanje per i francobolli. A colazione pane, prosciutto,salame e uovo. Nella sala colazione ci sono 2 Orientali e 4 parecchio parecchio slavati con abiti peculiari. Le donne hanno lunga gonna e treccia enorme. Gli uomini camicia, sopra camicia e pantaloni di panno. Gli chiedo se fossero religiosi e mi rispondono che sono maroniti. Tra cattolici, Avventisti, battisti,del settimo giorno,unitari, apostolici, vari ordini di missionari universali,chiesa di cristo , pentecostali e un altro paio viste ,manca solo la chiesa degli amici dei cugini degli apostoli. Poi ci sono le professioni non cristiane: musulmani,messianici (animisti), rastafari. Dopo aver cercato i francobolli vado verso M'baza Congo, può essere che li ci siano altre professioni religiose. La signora sull’auto ha un voluminosissimo copricapo in panno blu e parla fitto fitto con il pilota. Il contachilometri non ha un solo indicatore funzionante. Arrivato a Malanje raggiungo la stazione dei taxi attraverso strade non asfaltate e parzialmente allagate. L'ufficio Postale è in un edificio coloniale. La abbondante signora veste una camicia di un bianco abbagliante. Mi dice che da vari anni non si usano francobolli in Angola! Si paga la spedizione e l’ufficio postale mette un timbro piuttosto anonimo che mi faccio apporre sul taccuino. Dopo un iniziale momento di orrore , sconforto e frustrazione , chiedo da quanto non si usano francobolli, e se ha vecchie buste da cui poter staccare il frutto del mio spostamento in direzione opposta al mio punto di arrivo. La signora torna con una vecchia busta! 3 francobolli uguali tra loro,ma è già qualcosa. Spero di recuperare qualcosa più avanti. Parto alle 9 circa da Malanje. Siamo a 1200 MT circa e Fa un caldo tremendo. Fino a Lucala si va a est, poi si gira a nord e probabilmente inizierò la cottura . Verso ovest oltre Caculo si scende un po' di quota attestandosi con qualche saliscendi sui 750/800. Le alture di colore scuro viste ieri in lontananza oggi prendono colore. Essendo interamente ricoperte di vegetazione . Il colore è tutto sommato uniforme, un verde erba con sparuti alberi. I profili sono arrotondati, tranne qualche isolata cima ripida. Sono in gruppi di 3/4 colli,ma più si va ad ovest più queste alture si collegano in sistemi continui ed omogenei. la strada ora è un continuo saliscendi e non si procede più in piano. A Lucala si svolta verso nord imboccando la valle del fiume che genera le Se non ci sarà qualche nuvola,finisco cucinato. Il tassista ha provato a proporre il suo ristorante di fiducia,ma i passeggeri hanno declinato. Si passano bananeti e le pendenze paiono farsi più aspre.i rumori della natura hanno bei decibel e si sentono anche dalla auto in corsa. Per un lungo tratto le alture visibili dalla strada sono pezzate in maniera irregolare di verde scuro .Pensavo fosse perché l'acqua accumula la terra e lì crescono alberi,ma è la natura rocciosa o meno della terra(e non l'accumulo di sedimenti per la pioggia) . La cosa è chiara percorrendo un tratto che si chiama 21 curve. Si chiama così perché la strada costeggia una dorsale rocciosa e ci sono dei cambi di direzione uno subito dopo l'altro (normalmente le strade sono dritte con leggerissime deviazioni). Ebbene lì risulta evidente un sottilissimo strato di terra su cui cresce l'erba e solo quella. Dopo Lucala in un continuo saliscendi si torna sui 1000 metri circa, con fiumi che delineano chiaramente valli ampie da cresta a cresta circa 1 o 2 di km (a destra) e forse 5 (lato sinistro). Le alture inizialmente gibbose si fanno più omogenee e paiono in catene arrotondate e pezzate.lle parti erbose sono comunque punteggiate del verde scuro di alberi isolati. Andando oltre le ultime alture visibili hanno roccia ben più scura e ,di colore omogeneo meno stratificata di quella rossa vista affiorare dai monti. Poi La strada torna in piano e si assesta sui 1300 MT e corre sul colmo di una altura. Sul lato destro si apre una enorme spianata pressoché piatta che continua a perdita d'occhio. sul lato sinistro a 15/20 km ,molto più distanziate di prima e con pendenze molto morbide si colgono cime o basse alture distanziate tra loro,ma comunque in serie ed omogenee. Poi l'impressione è che l'altopiano vada appiattendosi del tutto. Ho avuto in macchina una seguace della chiessa kimbanghista. Kinbango è il capostipite. Credono un po' a quello che dicono i cattolici. Il libro sacro è l'antico testamento. Non mangiano maiale né serpente , non bevono alcolici, pregano 2 volte al giorno alle 6 e alle 17, vanno a messa la domenica,fanno comunione ,si confessano, giurano al matrimonio ma non portano la fede,credono in inferno e paradiso . Poi la signora è scesa Non penso che la signora fosse teologicamente ferrata, non mi ha risposto ad un sacco di domande sul perché si facesse questo o quello.
Vi comunico con una certa soddisfazione che l'auto è in panne. L'autista sta lavorando su una ruota. Nel frattempo l’auto ha inizato a dare problemi qualche chilometro fa, a me pareva che il rumore stesse aumentando, ma Augusto (l’autista) ostentava sicurezza. Nel frattempo abbiamo scollinato e siamo entrati nella valle del fiume Uigè. Che non fa parte del bacino del Qwanza, ma è un affluente del fiume Loge. Avanziamo a 20km/h. Ne mancano 14. Mi sa che oggi resto a Uigè (si legge Uisg). Ai lati della strada ci sono alberi ad alto fusto (5/6 metri di altezza) in una vegetazione molto rigogliosa. Scendiamo velocemente di quota. Siamo scesi quasi di 400 metri in 14 km. Mi saluto con Augusto e faccio Check in nella Hospedaria la chiave douro. C’è un bagno interessante, tra l'altro. Il gestore mi accompagna in giro. Ho curiosità di vedere se riesco a mangiare qualcosa di divertente. Dopo aver mangiato affamatissimo un hamburger, cerco qualcosa da fare. I mistici ci insegnano che quando non sai proprio cosa fare, a cosa aggrapparti, in quel momento la fede può aiutare. Seguendo questo insegnamento, dato che proprio non sapevo cosa fare, sono entrato in una chiesa. Il sacro palazzo, in cemento armato e senza fronzoli, contiene la tomba di un predicatore tale dom Francisco da Mata Mourisca, morto nel 1987, fondatore (manco a dirlo) del movimento apostolico amizade e simpatia. Rinvigorito nello spirito ho percorso l'altra delle 2 vie del centro. Ho trovato un centro artigianale (dove spiccavano presine appese e una aquila in cattività), qualche palazzo istituzionale, una posto dove ballavano Samba. Speravo di riuscire a mangiare Gisombe. Sono dei vermi visti a pomeriggio , abbastanza sostanziosi. Più grossi di un pollice. É interessante come si veda la larva che scorre in avanti all'interno della "pelle" trasparente. Non sono riuscito a mangiarne. Non ne ho trovati. La sera dopo aver riposato un pò mi chiudo fuori dalla camera! Il gestore riesce ad aprirla e dopo un pò esco con Augusto e finiamo in una negozio di alcolici a bere birra locale. Nello stesso una ragazza muta vende degli snack a base di salsiccia e cipolla cotti. Augusto è padre di una decina di figli da 3 donne, compreso uno adottato). E’ stato cuoco e varie altre professioni prima di dedicarsi a fare il tassista su questa tratta piuttosto lunga. All’uscita è bello provato. Usciamo da lì e mi trovo davanti un negozio che vende carne di capra. Non ne approfitto in quanto non affamato. Vado a dormire alle 12 circa
21 novembre, hospedaria la chiave douro, Uigè
Stamattina sveglia alle 5.30. Oggi gran giornata di spostamento. Esco per prelevare e c’è un gran colpo di scena! Non riesco a prelevare. Al terzo istituto di credito sono riuscito, ma ho dovuto prelevare 20.000 kWanza alla volta,prelevo 2 volte (avrei dovuto prelevare una terza). Una mototaxi dovrebbe portarmi alla stazione per il mezzo per n'baza Congo. Il mototassista non sapeva dove fosse e per strada ha iniziato a piovere. Dato che partono poche auto al giorno, c’è il rischio che se perdo il mezzo resto bloccato qui. Parto da uigè alle 7.20. Piove anche alla partenza. Sono 350 km con strada parzialmente sterrata e tanto di passaggio di piccolo fiume con barchetta . Nei 2 posti davanti c'è uno che dice essere poliziotto e la funzionaria a cui fa da scorta (scoprirò che era un a battuta, la donna è sua moglie). La visibilità è pessima. A malapena si intravede il profilo arrotondato delle alture distanti 1 centinaio metri. La vegetazione è molto rigogliosa, ma bassa, punteggiata di alberi ad alto fusto. A 30 km da uigè siamo bloccati in una pozzanghera poco dopo aver preso la strada sterrata. La parte più scenografica sono le valli in cui si incuneano le nuvole. Le nuvole rendono opaca una parte della valle, ma lasciano emergere dalla parte superiore le sommità delle verdissime valli. I profili degli alberi incoronano la linea dove finisce la terra. Si distinguono tra gli alberi quelli con la parte superiore piatta che sono la maggiornaza rispetto a quelli con la chioma a palla (tipo noce per intenderci), che in europa sono la maggioranza. Pare che in uno dei villaggi che attraversiamo in passato un criminale vendesse carne umana di ragazzini in un ristorante. Stuzzicato da questa rivelazione, faccio presente che la leggenda narri che in queste zone dell’africa centrale fosse diffuso il cannibalismo. Il signore che siede di fianco a me e parla un pò di francese mi dice che lui non ne ha contezza e che a lui non risulti ci sia una simile tradizione alimentare, anche nel passato più remoto. Ci fermiamo a mangiare e mangio del chimbric (o cambuish, in lingua locale). E’ un grosso riditore, ha le dimensioni di una nutria o una marmotta. Ne mangio la parte anteriore sinistra. Il sapore è buono. Nello stesso paesino si offre anche della polenta (ful) pret a portè. E’ un cilindro di circa 5cm x 20cm avvolto in foglia e serrato con liane. L’ultima parte prima della traversata in canoa sul fiume Mberedegè la faccio nel cassone del pick up (avrei dovuto andarci da prima). Finalmente prendo un pò più coscienza della forma della terra. Ci sono delle isolate alture ricoperte di vegetazione in un contesto di altopiano verde e rigoglioso. Nel cassone parlo con lo scagnozzo del pilota e parlo un pò con lui. Si chiama Leao e’ la prima volta che fanno questo servizio. Aveva notato che stava fumando erba. Condivido con lui il vino portoghese comprato a cena a Caculo e gli chiedo dell’erba. Qui la chiamano giamba e la vendono in pacchetti grossi più o meno quanto una pallina da ping pong. Il barcaiolo me ne vende una per 100 Kwanza. Dopo aver attraversato il fiume su una canoa che affondava parecchio nell’acqua ne fumo una con loro in un riparo vicino al guado. Per cartina mi danno un pezzo di carta e poi prendiamo l’auto di Diè in direzione M’baza Congo. Diè ha una toyota corolla 1600 che si comporta da fuoristrada. Tutto il rompibile in macchina è rotto. I finestrini sono incastrati con della gomma, le maniglie sono fili di ferro, il cruscotto sta chiuso con una vite, la radio non c’è , il cruscotto è interamente non funzionante e le due parti del copricruscotto dove c’è la chiave per la messa in moto distano 4 cm l’una dall’altra. Percorriamo una strada veramente malmessa e impegnativa. Diè non batte ciglio e percorriamo senza grossi intoppi le 4 ore necessarie. La terra una volta passato il fiume Lucunga cambia radicalmente. Fare foto è quasi impossibile: i vetri oscurati e molto sporchi, l’erba alta a lato strada e la strada spesso " incassata" nel terreno rendono impossibile fare belle foto. Ci sono salite ripide in un contesto senza capo né coda. Colli non più isolati sono divisi da valli a volte profonde, a volte meno. In entrambi i casi la strada ci si infila, sinuosa, tra vegetazione rigogliosa che permette raramente alla vista di spaziare. Ogni volta che si scollina si ha un' idea del prossimo saliscendi, ampio o stretto, appoggiato ad un colle lungo o Isolato, con vegetazione alta e rigogliosa piuttosto che di erba punteggiata di alberi. L antenna annuncia il punto alto . Da lì si può gettare l'occhio fuori dal finestrino per avere un'idea di massima e poi Diè si ributta nella discesa. Arrivati a M’baza congo un poliziotto (una sorta di polizia municipale)fuori orario di lavoro voleva portarmi in commissariato per fare una registrazione (prevista e gratuita). Secondo lui non sono un turista e vuole che andiamo al commissariato. Le persone hanno fatto scudo! Si sono messi a gridare a me di non andare e a lui di chiamare la polizia dello stato per fare la registrazione,se necessaria. Mi hanno aiutato a farmi ridare il passaporto e chiamato la polizia. La polizia statale non è arrivata, ma lui è andato via. Poco dopo inizio a cercare da dormire con Matondo, un ragazzo che mi accompagnerà per la serata e il giorno dopo. Con lui la sera andiamo a cercare cibo in un mercato molto affollato, polveroso e caotico sulla strada verso il Congo. Accarezzavo l' idea di affacciarmi sul fiume Congo a Matadi, ma potrei trovarmi bloccato lì. L' ultimo bus disponibile (quello da non perdere) è sabato alle 20 per Luanda. Arrivando alle 4 circa potrei a fare un giro veloce di Luanda e andare poi in aereoporto.
22 Novembre, Hospedaria Ngindu Mayala, M’baza Congo
Sveglia alle 8 circa. Il programma di oggi prevede di visitare il museo, se riesco a prelevare fare un giro del mercato per lo shopping compulsivo e fare un giro della zona per fare qualche foto. Altra cosa da fare è chiedere se riesco a procurarmi degli altri francobolli. ...piove talmente tanto che varie ore dopo essermi svegliato non sono neanche riuscito ad uscire dall'hotel... Oltretutto i tetti sono di lamiera e quando piove c'è sempre un gran rumore. Se non smette posso sentire un po' di musica con l'impianto stereo (varie migliaia di watt) dell' hotel, cercare lo scarafaggio ( era grosso!! Penso qualche 50 grammi li pesi) visto ieri sera in camera e approfittare delle birre a 30 centesimi di Euro. Per togliermi lo sfizio proverò ad andare all' aereoporto per chiedere quando parte (e quanto costa) il primo volo per Luanda,se è ragionevole lo compro.se no organizzo il ritorno in base a se riesco a prelevare. Se no, come mi suggerisce una collega, mi toccherà prostituirmi. Oggi lavo anche i capelli, così mi porto avanti.
Dopo la pioggia visito il museo guidato da Mita. Mi fa un bel giro del museo e della zona archeologica immediatamente a lato. Il potere del regno deriva da un albero ancora vivo situazto subito accanto al palazzo reale. Nel palazzo vedo il trono con la sua pelle di leopardo e qualche vestigia del potere che fu. Nel retro del palazzo c’è un jambo con la corte riunita. Nel cimitero vicino alla chiesa (la più antica dello stato) c’è un cimitero reale. Tra le tombe una è in verticale, mi dice la guida che è un monarca morto senza lasciare figli. Nel giro pomeridiano del mercato ho trovato matatu! I fortunati partecipanti al raduno li possono provare, sono a lunga scadenza. A cena vado da Matondo, comprioamo qualcosa al mercato e poi lo mangerò a casa sua con la sua famiglia. Ci sono 2 bambini molto vispi e ascoltiamo un pò di musica. Dopo aver venato torno in hotel e mi chiudo nuovamente fuori dalla porta! Stavolta è un pò tardi, sono quasi le due, ma riesco a farmi aprire.
23 novembre Hospedaria Ngindu Mayala, M’baza Congo
Sveglia alle 6.30. Viene Matondo a salutarmi alla fermata. Appena fuori da n'baza Congo si comincia a scendere di quota. Le gran salite fatte ieri vanno scomparendo via via che si procede verso la costa. La roccia che affiora tra il verde erba dei colli tondeggianti cambia continuamente di colore. Roccia rossa diventa quasi nera poi bianca e raramente grigia.Il marasma orografico si aqquieta, si vede a sinistra una dorsale continua,metre sulla destra gli ormai consueti colli isolati a forma di insalatiera rovesciata si fanno via più radi e bassi. Sui 350 MT di altezza, l' altopiano sembra farsi più piano e la dorsale si allontana a sud.a questo punto compaiono faraglioni rocciosi conpeti di erba. Sono di varie altezza media + o- intorno ai 100 metri. A volte in gruppo, qualcuno Isolato. La roccia a vista, a volte stratificati e multicolori altre in blocco bicolore. A metà percorso tra n'baza congo e la costa si ricomincia!! La terra che si era fatta quasi piatta e di colore piu chiaro, ebbene torna rossa s si ricomincia con salite e discese ripide in un contesto orografico senza capo né coda. colli non più isolati sono divisi da valli a volte profonde, a volte meno in entrambi i casi la strada ci si infila tra vegetazione rigogliosa che permette raramente alla vista di spaziare. Ogni volta che si scollina si ha un' idea del prossimo saliscendi, ampio o stretto, appoggiato ad un colle lungo o Isolato, con vegetazione alta e rigogliosa piuttosto che di erba punteggiata di alberi. L: antenna annuncia il punto alto . Da lì si può gettare l'occhio fuori dal finestrino per avere un'idea di massima. Gli alberi ad alto fusto sono differenti fra loro.rispetto al sud del paese dove c'era una stragrande prevalenza di eucalipto e baobab, qui ci sono vari tipologie di palma e banana, alberi dalla chioma sommitale piatta e longilinei, così come a chioma tonda più tozzi . Tronchi con tronchi pezzati scuri, di colore omogeneo, ma anche bianchi, alcuni striati orizzontalmente altri no. A foglia piccola e grande o larga e stretta o "tondeggiante", si vedino vari toni di verde. A questo si aggiungano i rampicanti, anche loro di vari tipi diversi tra loro. Poi scollini e per un po' magari c'è solo erba, ultimamente meno frequente.A una 40 ina di km da n'zeto sono le 10 del mattino, si è intorno ai 200 MT di altezza e la temperatura si è notevolmente alzata. Ritorna prevalente la savana e le rocce affiorano con più frequenza, nella solita eterogeneità cromatica qui sono prevalenti rocce molto scure a volte striati di bianco , a volte marrone scuro. Affiorano dai morbidi versanti a grossi massi, in alcuni casi in posizioni apparentemente instabili . Il baobab è più frequente mentre stanno lentamente scomparendo i latifoglie. Anticipano la città gli acquitrini delle ultime anse del fiume mbrije. Mi faccio lasciare in spiaggia a n'Zeto. Mangierò qui per poi proseguire. Inizialmente valuto anche se fare il bagno. Vedo diverse persone che si riparano sotto le barche ribaltate e tanti pescatori che riparano le reti. Sulla spiaggia ci sono 2 pescherecci arrugginiti in secco. La sabbia (asciutta) di n'zeto è prevalentemente chiara, con molte parti riflettenti e un buon numero di grani neri, scavando si fa di un marroncino tipo guscio di noce, ma con un po' di giallo. I grani non sono sottili, direi medi. Mangio in una baracca sulla spiaggia attorniato di mosche. Il pasto vede un pesce di nome casciusciu, con manioca e banana in pezzi arrostita e scondita. Come condimento/insalata mi danno pomodoro,cipolla e aceto. Devo dire buono. Finisco di mangiare zuppo di sudore. Chiedo alla moto di passare a prelevare, al 2' bancomat visitato la guardia ci dice che tutti i bancomat a N’zeto sono vuoti. La stazione dei taxi consiste in una fila di baracche/ristorante o container di metallo tagliati che fanno da bar/ristorante lungo la strada principale. Fa un caldo atroce e il sole è abbagliante . Lascio N'zeto per Luanda alle 12.30. In teoria dovrei riuscire a passare dalla spiaggia dei naufragi a nord di Luanda e prendere alloggio nella parte sud di Luanda, nel quartiere Benfica. Andando verso sud si lascia la costa con la vista parziale di una baia con costa alta dal lato visibile (quello sud).la scogliera è alta e di colore chiaro. Allontanandosi dalla costa inizialmente affiorano massi rossicci,poi lo strato fertile si ispessisce e la bassa erba tra le rocce diventa vegetazione rigogliosa. A parte i manghi e i baobab vedo piante a foglia piccola e piante grasse. Mi sorprende una sorta di cactus altissimo. Ha tronco liscio e arriva facilmente a 6 metri, dove apre chioma di pianta grassa. Superiamo un ennesimo bilico ribaltato. In auto sono dal lato passeggero al sole e letteralmente mi cucino. In teoria ci resto al sole fino alle 15.30 (stimate). Ci siamo fermati a Uezo ad un posto di blocco. Una ragazza non parla portoghese. Ha un documento di un posto di frontiera e la guardia la ha presa un po' di punta . Restiamo un ora circa al posto di blocco. C'è un bilico stracolmo di materassi di spugna e un alberello di cotone. Il fiore si presenta in 3 fiocchi separati tra loro da delle sorta di petali. All' interno dei fiocchi ci sono 5/6 semini neri. Ci sono veramente tanti baobab, i manghi diminuiscono . Sono scomparsi pure i baobab.ne vedo anche diversi a terra a seguito di un incendio. L' interno è cavo. Rilasciatiu dal posto di blocco si prende una lunga rampa che porta a Cacolo.la strada arriva fino 200 MT circa e la vista spazia per molti km da entrambi i lati della strada c'è erba co alberi radi. All' entrata di caxito si passa un canale. Nelle acque di un marrone acceso dei bambini si bagnano e delle donne lavano panni. Oltre l'agglomerato la strada oltre caxito e Luanda è completamente piana e costeggiata da alberi monumentali e terre coltivate. Arrivo alla spiaggia con un mototaxi. Le barche della spiaggia se le stanno vendendo pezzo pezzo per cui le barche che hanno fatto famosa la spiaggia ora non ci sono quasi più, ma è comunque un gran bel posto. Oltre la spiaggia c’è una falesia di colore chiaro alta poco meno di 10 metri. Non sono restato lì per il tramonto ho da attraversare la città e riuscire a prelevare. I bancomat restano ostili e nemmeno mi propongono più di prelevare quando metto la carta. Mi sa che mi tocca la fame. In caso proprio non riesca a procurare contante posso andare a dormire in un hotel che prenda la carta e usare le banconote tenute da parte per la collezione (oppure, come mi ha consigliato una collega, prostituirmi). Dopo aver visitato la spiaggia , mi sono sciroppato tutta la tangenziale che avevo visto dall' aereo. Oltretutto non arrivava il mezzo per arrivre nel quartiere benfica e il pullman è stato letteralmente preso d'assalto. In tanti anni di mezzi pubblici non ricordo nulla di simile. Forse il Khartoum -ondurman delle 17.20 . Con i pendolari che volevano tornare a casa e sapevano che il mezzo sarebbe arrivato dopo un po' e il traffico si sarebbe molto congestionato. Lo so perché lì ho mollato il colpo. Ricordo la gente che usava la ruota per poggiarsi ed entrava dai finestrini. Devo aspettare il mio Check in. Sono finito in un postaccio a ore. Devo aspettare che escano gli occuopanti e mi preparano la camera . Mi sa proprio che la carta di credito è rovinata o inservibile ,non funziona. Ho provato 6 bancomat diversi e l'addetto qui non riesce ad addebitare. Comunque ho cibo e acqua e contanti per tirare domani mattina. Se proprio non riesco a prelevare userò quelli per la collezione o svendero' la banconota da 5€ che so che nessuno vuole (tendenzialmente prendono solo tagli grandi). Esco per cercare di prelevare con Mimoso , un ragazzo sorridenrte che lavora alla reception. Nella sala conferenze della hospedaria c’è un matrimonio. Ci sono ballerini e suonatori di tamburi. La strada è buia e affollatissima. All'andata strattonavano un presunto ladro di cellulare per portarlo alla polizia e lui faceva, ovviamente, resistenza. Al ritorno lo abbiamo trovato a terra, abiti laceri , circondato di gente. Mimoso mi ha detto che lo hanno menato. Pensavo la cena finisse a manghi da comprare e polenta di manioca da asporto (che ho tra i souvenir) invece dopo averla letta tante volte nei menù e non averla mai provata ,mangio una zuppa. Nella zuppa (sopa) di stasera ci sono fagioli,carota, manioca in pezzi, pasta(qualche filo di spaghetti spezzato),un pezzo di carne non nobile (nel mio caso un pezzo di articolazione con cartilagine). Ho aggiunto il peperoncino. Buona. Ora devo andare a dormire presto,se no mi torna la fame.
24 novembre hospedaria Sossego Eliritima
Sveglia alle 6.30. lavo la maglietta ed esco. Sulla strada per la fermata per Cabo Leito noto che un piccolo numero di ragazzi che vivono in strada mi nota, ma non mi raggiungono. L’idea è arrivare al Mirador da Lua. Alla fermata c'è un baobab enorme, la base è più larga del furgone. Il mezzo parte grazie ad una spinta batteria fa i capricci. Sugli 88.30 FM passa una canzone italiana! Non la conosco, ma direi che è attuale 1,10,100 baci alla francese u hu! Andando verso sud di luanda si costeggia la cosiddetta Isla,una striscia di sabbia tipo Restinga. Inizialmente era una isola usata dai portoghesi come base, poi se ho capito bene è stata attaccata alla terraferma spostando sabbia . La costa segue bassa e sabbiosa a lato mare per poi salire gradualmente fino alla strada. Non ci sono alberi. Si alternano erba e sono piccoli acquitrini ,forse meglio pozzanghere, immediatamente dietro le dune che chiudono la spiaggia. Il mare è blu. Il mirador da lua non mi ha impressionato . Un bel posto sicuramente, ma non da rischiare l'aereo (o il mal di schiena che mi sta torturando). La costa si impenna con un dislivello di un centinaio abbondante di metri.nella parte più bassa la arenaria di colore marroncino/grigio si è erosa formando formazioni tipo calanchi. Subito oltre un muro alto e rosso chiude il fronte dela costa in quel punto. Alta a sinistra,fino al capo visibile a qualche km. Dall' altra parte sabbia marrone chiaro orla il blu dell' oceano intervallato dalla schiuma delle onde. Torno con una Toyota bianca scassata dove possibile. Gran rumori e cogolii. Per farmi entrare nei sedili posteriori il pilota toglie del tutto lo schienale e poi lo ri infila nella sua sede. Tornando noto una macchia rosa di uccelli in una zona di saline. Passiamo il museo della schiavitù. Le bandierine da cucire alle magliette,che pensavo essere facilmente reperibili non si trovano da nessuna parte, né mi sanno indicare dove trovarle. Va a finire che investo in manghi il mio (molto limitato)capitale residuo. Arrivato in aereoporto l'unica cosa che potevo comprare in aereoporto era birra. Mi sono dovuto adattare.
Sto giro parecchi indiani sull'aereo e un bambino che frigna già a terra. Gli indiani fanno selfie (come è il plurale? Selfies?) a mitraglia. Mi è caduta la macchina fotografica sul bus per l'aereo e mi sa proprio che ce la siamo giocata definitivamente. Sembrerebbe che l'otturatore non si apre. Ad Addis Abeba temporeggio con una signora sarda di ritorno dal sud-africa, poi prendo il volo per Milano, dove riesco a dormire abbastanza. Atterrato a milano riesco a procurare un passaggio da 2 ragazzi di Rimini. Sarà il capello fluente. Mi portano vicino alla fermata del bus. Ci trovo gente col piumino, io manca poco e sono coperto di carta velina. Il cancello si apre! Sono arrivato. Tra 3 ore attacco a lavorare.
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